La poesia - Mario Quintana
Una poesia come un sorso d’acqua bevuto al buio.
Come un povero animale che ansima ferito.
Come una monetina d’argento persa per sempre nella foresta di notte.
Una poesia senza altra pena che la sua misteriosa condizione di poesia.
Triste.
Solitaria.
Unica.
Ferita di mortale bellezza.
Sospiro - Giorgio Caproni
Ah poesia, poesia.
Tristissima copia di parole,
e fuga dell’anima mia.
Senza sapere - Ana Blandiana
Evidentemente non assomiglio
a nessuno di quei tessitori di parole
che si fanno i vestiti e le carriere ad uncinetto,
la gloria, l’orgoglio,
sebbene mi muova in mezzo a loro
ed essi guardino le mie parole come fossero magliette,
“— Come sei ben vestita!”, mi dicono.
“— Come ti cade a pennello la poesia!”,
senza sapere
che le poesie non sono i miei vestiti,
ma lo scheletro
estratto con dolore
e posto sopra la carne come un carapace,
seguendo l’esempio delle tartarughe
che così sopravvivono
lunghi secoli
infelici.
Sentiero - Jack Hirschman
Vai al tuo cuore infranto.
Se pensi di non averne uno, procuratelo.
Per procurartelo, sii sincero.
Impara la sincerità di intenti lasciando
entrare la vita, perché non puoi, davvero,
fare altrimenti.
Anche mentre cerchi di scappare, lascia che ti prenda
e ti laceri
come una lettera spedita
come una sentenza all’interno
che hai aspettato per tutta la vita
anche se non hai commesso nulla.
Lascia che ti spedisca.
Lascia che ti infranga, cuore.
L’avere il cuore infranto è l’inizio
di ogni vera accoglienza.
L’orecchio dell’umiltà ascolta oltre i cancelli.
Vedi i cancelli che si aprono.
Senti le tue mani sui tuoi fianchi,
la tua bocca che si apre come un utero
dando alla vita la tua voce per la prima volta.
Vai cantando volteggiando nella gloria
di essere estaticamente semplice.
Scrivi la poesia.
Traduzione di Raffaella Marzano
Alla “Grotta della Poesia” di Roca Vecchia - Rina Durante
Se mi siedo sul ciglio
di questa voragine
scavata nei sassi,
se m’affaccio a guardare
nel piccolo specchio d’acqua
del fondo,
e mi metto ad ascoltare
il tonfo del mare,
e sento tra le dita
la grana antica di questa terra,
comprendo che siamo rimasti noi soli
e i pallidi voli
di qualche gabbiano.
Antica “Poesia”,
poesia dimenticata,
la tua voce rimane inascoltata
come la mia.
Mi calo nel tuo fondo
e canto,
tanto
non ci ascolta nessuno,
perché diciamo le stesse cose,
perché abbiamo la stessa voce
antica e triste del passato.
da Il tempo non trascorre invano, 1951
Poesie, patate - Silvia Plath
La parola, definendo, imbavaglia; il verso tracciato
ne estromette altri più nebulosi e prospera, assassino,
in strutture dove i versi immaginati
sono solo presenze spettrali. Solidi come patate,
come pietre, senza coscienza, parola e verso durano,
se gli dai spazio. Non è questione di rozzezza (benché
il ripensamento spesso vorrebbe un cambiamento
in delicatezza, in eleganza), quanto il fatto
che mi truffano sempre del dovuto; di più
o diversi, continuano a lasciare insoddisfatti.
Non celebrata in versi, non dipinta, la patata
accumula i suoi bruni bitorzoli su una pagina
infinitamente superiore; e così pure la bruta pietra.