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08-March-2019, 12:00
#406
Master Member
8 marzo 2019
Lei non vive che per la sua forma
Lei ha la forma di uno scoglio
Lei ha la forma del mare
Lei ha i muscoli di un rematore
Tutte le spiagge la plasmano
Le sue mani si aprono su una stella
I suoi occhi nascondono il sole
Un’acqua lavata il fuoco bruciato
Calma profonda calma creata
Che incarna l’alba e il tramonto
Per averne conosciuto il fondo
Io servo la forma dell’amore
Non è mai la stessa
Servo dei ventri e delle fronti
Che si cancellano e si trasformano
Fresca stagione calda promessa
Lei è alla misura dei fiori
E delle ore e dei colori
Livello di forza e di debolezza
Lei è la mia perdita di coscienza
Ma io rifiuto il suo inverno.
Paul Éluard

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11-April-2019, 09:18
#407
Master Member
11 aprile 2019
Ieri è stato mercoledì tutta la mattina.
Nel pomeriggio è cambiato:
era quasi un lunedì,
la tristezza ha invaso i cuori
e c’è stato un chiaro
moto di panico verso i
tram
che portano i bagnanti al fiume.
Intorno alle sette ha attraversato il cielo
un lento aeroplanino, e neppure i bambini
sono rimasti a guardarlo.
Si è spaccato
il freddo,
qualcuno è sceso in strada con il cappello,
ieri, e tutto il giorno
è stato uguale,
vedi,
che divertimento,
ieri e ancora ieri e così fino ad ora,
mentre andava di continuo per le vie
gente sconosciuta,
o dentro casa a fare merenda
pane e caffelatte, che
allegria!
La sera è scesa prontamente e si sono incendiate
calde luci gialle,
e nulla ha potuto
impedire che infine albeggiasse
il giorno di oggi,
così simile
ma
così diverso per luce e profumo!
Per questo,
perché è come dico io,
lasciatemi parlare
di ieri, una volta ancora
di ieri: il giorno
unico che nessuno mai
tornerà a vedere sopra la terra.
Ángel González
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25-April-2019, 10:07
#408
Master Member
25 aprile 2019
Dove siete, partigia di tutte le valli,
Tarzan, Riccio, Sparviero, Saetta, Ulisse?
Molti dormono in tombe decorose,
quelli che restano hanno i capelli bianchi
e raccontano ai figli dei figli
come, al tempo remoto delle certezze,
hanno rotto l’assedio dei tedeschi
là dove adesso sale la seggiovia.
Alcuni comprano e vendono terreni,
altri rosicchiano la pensione dell’Inps
o si raggrinzano negli enti locali.
In piedi, vecchi: per noi non c’è congedo.
Ritroviamoci. Ritorniamo in montagna,
lenti, ansanti, con le ginocchia legate,
con molti inverni nel filo della schiena.
Il pendio del sentiero ci sarà duro,
ci sarà duro il giaciglio, duro il pane.
Ci guarderemo senza riconoscerci,
diffidenti l’uno dell’altro, queruli, ombrosi.
Come allora, staremo di sentinella
perché nell’alba non ci sorprenda il nemico.
Quale nemico? Ognuno è nemico di ognuno,
spaccato ognuno dalla sua propria frontiera,
la mano destra nemica della sinistra.
In piedi, vecchi, nemici di voi stessi:
La nostra guerra non è mai finita.
23 luglio 1981
Primo Levi
(da Ad ora incerta, 1984)


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26-October-2019, 12:29
#409
Master Member
26 ottobre 2019
Se non hai
tanta fretta
potresti renderti conto di molte più cose.
Se sei un uomo
scopriresti
che la donna che porti dentro sogna
di poter mettersi a piangere
e se sei una donna
che l’uomo che porti dentro sogna
di poter rendere conto
della tua fragilità sprecata
Scopriresti
che quasi tutto quello che rimproveri agli altri
è un rimprovero che hai evitato di farti
Se ti dessi il tempo di contemplare
il tappeto del paesaggio che hai tessuto con la tua vita
potresti scoprire molti sentieri che hai saltato
ai quali non potrai tornare
E forse grazie alla tua scoperta
smetteresti di far correre il giorno
per raggiungere velocemente la notte
smetteresti di scavalcare l’inverno
per arrivare in fretta all’estate
e con questo sapere
allungheresti in modo considerevole la tua vita.
Maria Wine

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27-January-2020, 20:31
#410
Master Member
27 gennaio 2020
SICURI NELLE VOSTRE TIEPIDE CASE
all’uomo comune davanti alla tv il 27 gennaio
Annoiato dal Giorno della Memoria
lui che tutti i santi giorni dell’anno
mai si annoia dell’insulso dejà vu della tv
giunta per una volta la fine di gennaio
“ancooora?” dice e cambia canale
per guardare anziché storia di orrori
horrori con l’h, come vi aveva ben previsti
Primo Levi voi che vivete sicuri nelle vostre
tiepide case a sera con scolpito dentro il cuore niente.
Vivian Lamarque
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29-January-2020, 19:27
#411
Junior Member
Forse una dolce sera
qualcuno mi vedrà passare
come io, stasera, e quasi ne ho paura,
confuso in questo sogno senza sonno,
riascolto, alto nell'aria,
un battito severo:
la punta del bastone di mio nonno.
Chissà se c'è un angolo nel mondo,
un punto dove il tempo prende fiato,
per vedere, come vedo queste scarpe,
vivi e veri i volti dei passanti,
da secoli già morti.
Cosa non si fa, amica cara,
per rovesciare tutto con amore,
per sentirsi a galla,
sepolti in fondo al mare delle stelle,
così fragili
e così per sempre.
La bellezza ha i suoi fulmini bianchi.
Marino Piazzolla.
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01-April-2020, 12:20
#412
Master Member
1 aprile 2020
Su cento persone:
che ne sanno sempre più degli altri
– cinquantadue;
insicuri a ogni passo
– quasi tutti gli altri;
pronti ad aiutare,
purché la cosa non duri molto
– ben quarantanove;
buoni sempre,
perché non sanno fare altrimenti
– quattro, be’, forse cinque;
propensi ad ammirare senza invidia
– diciotto;
viventi con la continua paura
di qualcuno o qualcosa
– settantasette;
dotati per la felicità,
– al massimo non più di venti;
innocui singolarmente,
che imbarbariscono nella folla
– di sicuro più della metà;
crudeli,
se costretti dalle circostanze
– è meglio non saperlo
neppure approssimativamente;
quelli col senno di poi
– non molti di più
di quelli col senno di prima;
che dalla vita prendono solo cose
– quaranta,
anche se vorrei sbagliarmi;
ripiegati, dolenti
e senza torcia nel buio
– ottantatré
prima o poi;
degni di compassione
– novantanove;
mortali
– cento su cento.
Numero al momento invariato.
Wisława Szymborska

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14-April-2020, 11:27
#413
Master Member
14 aprile 2020
Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.
Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.
E poiché questo
era desiderio tacito comune
come un inconscio volere –
forse la specie nostra ha ubbidito
slacciato le catene che tengono blindato
il nostro seme. Aperto
le fessure più segrete
e fatto entrare.
Forse per questo dopo c’è stato un salto
di specie – dal pipistrello a noi.
Qualcosa in noi ha voluto spalancare.
Forse, non so.
Adesso siamo a casa.
È portentoso quello che succede.
E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano.
Forse ci sono doni.
Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo.
C’è un molto forte richiamo
della specie ora e come specie adesso
deve pensarsi ognuno. Un comune destino
ci tiene qui. Lo sapevamo. Ma non troppo bene.
O tutti quanti o nessuno.
È potente la terra. Viva per davvero.
Io la sento pensante d’un pensiero
che noi non conosciamo.
E quello che succede? Consideriamo
se non sia lei che muove.
Se la legge che tiene ben guidato
l’universo intero, se quanto accade mi chiedo
non sia piena espressione di quella legge
che governa anche noi – proprio come
ogni stella – ogni particella di cosmo.
Se la materia oscura fosse questo
tenersi insieme di tutto in un ardore
di vita, con la spazzina morte che viene
a equilibrare ogni specie.
Tenerla dentro la misura sua, al posto suo,
guidata. Non siamo noi
che abbiamo fatto il cielo.
Una voce imponente, senza parola
ci dice ora di stare a casa, come bambini
che l’hanno fatta grossa, senza sapere cosa,
e non avranno baci, non saranno abbracciati.
Ognuno dentro una frenata
che ci riporta indietro, forse nelle lentezze
delle antiche antenate, delle madri.
Guardare di più il cielo,
tingere d’ocra un morto. Fare per la prima volta
il pane. Guardare bene una faccia. Cantare
piano piano perché un bambino dorma. Per la prima volta
stringere con la mano un’altra mano
sentire forte l’intesa. Che siamo insieme.
Un organismo solo. Tutta la specie
la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo.
A quella stretta
di un palmo col palmo di qualcuno
a quel semplice atto che ci è interdetto ora –
noi torneremo con una comprensione dilatata.
Saremo qui, più attenti credo. Più delicata
la nostra mano starà dentro il fare della vita.
Adesso lo sappiamo quanto è triste
stare lontani un metro.
Mariangela Gualtieri

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17-August-2020, 15:29
#414
Master Member
17 agosto 2020
BOSCO D’ISOLA
Non sono più nella mia casa,
ma in questa sede ariosa che mi concede tutto.
La sua tranquilla geometria
dà ingresso al chiaro per i corpi
umidi e leggeri sul terrazzo
nelle tracce feriali di una pigra incuria.
Ascolto di qui le voci della piazza,
osservo come un lago il mare che si apre
nel bosco e se c’è vento
una domestica campagna di cicale
che a mezzogiorno protegge i nostri passi
quando il tempo non ha più direzione:
nella pianura totale, deserta,
e nel confine a taglio che si annebbia.
Maurizio Cucchi

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04-September-2020, 15:55
#415
Master Member
4 settembre 2020
LETTERA DAL BALCONE
Ti scrivo dal balcone
dove resto ancora un poco questa sera
a guardare l'orto al sole di settembre
a mangiare pane e olio e foglie piccole di basilico
ti scrivo meno fiera di quello che vorresti
sono una donna forte sì
ma con anche continue tentazioni di non esserlo
di lasciarmi sciogliere d'amore al sole
e carezzarti e baciarti un po' di più di quello che tu vuoi
ti scrivo dal balcone
guardando il fico pieno di frutti
e il pero con le foglie malate
ho qualche pensiero triste
e due o tre sereni.
VIVIAN LAMARQUE

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16-November-2020, 13:12
#416
Master Member
16 novembre 2020
QUARANTENA
Nell’ora peggiore della stagione peggiore
dell’anno peggiore di un intero popolo
un uomo partì dalla workhouse con sua moglie.
Stava camminando – entrambi stavano camminando – verso nord.
Lei era malata per la febbre da carestia e non riusciva a tenere il passo.
Lui la sollevò e la mise sulla schiena.
Camminò così verso ovest e ovest e nord.
Finché sotto stelle gelide al calar della notte arrivarono.
Al mattino entrambi furono trovati morti.
Di freddo. Di fame. Delle tossine di un’intera storia.
Ma i piedi di lei premevano contro il suo sterno.
L’ultimo calore della sua carne fu il suo ultimo dono per lei.
Non lasciate che nessuna poesia d’amore arrivi mai a questa soglia.
Non c’è posto qui per l’inesatta
lode alle facili grazie e alla sensualità del corpo.
C’è solo tempo per questo impietoso inventario:
La loro morte insieme nell’inverno del 1847.
E quello che hanno sofferto. Come hanno vissuto.
E cosa c’è tra un uomo e una donna.
E in quale oscurità essa può essere messa alla più dura prova.
EAVAN BOLAND
(Quarantine, da Contro la poesia d’amore, 2001)

Illustrazione di Ephraim Moses Lilien
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30-December-2020, 10:54
#417
Master Member
30 dicembre 2020
FINE DI DICEMBRE
Rari giorni d’inverno quando la tramontana
spezza gli aliti al fiume e tende il cielo
come se contrappunto fosse il giura e invece sono
queste martoriate pietre che bussano ai lastrici
divini, la sola porta impropria perché a Roma
non spettano salvezze. Così dicono gli orli delle case
fratturati cristalli d’arabia, trapunti dalle luci
e dai suoni mattini, lo dicono fumando i meccanici topi
e i natali non soffici né sacri, anche lo dicono
le sue morti feriali, la mia coperta corta. Lo ripetono
qui – minimamente – i cerini di lusso che s’accendono
a stento fra le mani di chi non ha più fede
nell’avvento di un nuovo nord.
In questi rari giorni d’inverno
quando il sole mi pesa così poco
sarà bene tenere alta la testa. Forse si vive
altrove.
LUCIO MARIANI
(da Farfalla e segno. Poesie scelte 1972-2009, Crocetti, 2010)

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24-March-2021, 17:23
#418
Master Member
24 marzo 2021
Si tornerà
alle vecchie abitudini,
alla corsa quotidiana
e al tramonto scontato
grideremo la bellezza degli abbracci
le prime due, tre volte,
diremo che belli che sono
mi sono mancati,
ma poi torneranno ad essere
gli abbracci di sempre
silenziosi
e spesso veloci
si tornerà
alle cene tra amici
aprirete quel vino
che avete sempre tenuto da parte
per un’occasione speciale
e a sua volta ne ricomprerete un altro
che deciderete di aprire
solo alla prossima occasione speciale
e tornerete poi
alle passeggiate nei centri del paese
a ridare ai piedi il sapore dei sampietrini
vi riprenderete il vento
rifarete il bagno al mare
e vi impegnerete
per rendere tutto al più presto normale
tornerete a rifare
tutte le cose che avete sempre fatto
ma stavolta, per cortesia
quell’abbraccio veloce
stringetelo forte un secondo di più,
a quelle cene tra amici
trovate spazio per una confessione sacra,
a quella corsetta che fate abitudinariamente
regalatele ogni giorno
qualche passo calmo
tornate pure alle vecchie abitudini
ma questa volta
metteteci più cuore
e aprite sempre i vini migliori che avete
è sempre un’occasione speciale.
Gio Evan

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01-April-2022, 18:31
#419
Master Member
1 aprile 2022
Toccarsi
sembra un gesto semplice
e invece è una grande avventura,
significa varcare la frontiera
del visibile.
I corpi
sono sacri, sono arcaici.
Toccate e fatevi toccare,
togliete i confini, il filo spinato,
la fiamma dei vivi
è la vicinanza.
Franco Arminio
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06-September-2022, 12:32
#420
Master Member
6 settembre 2022
SU UNA MUSICA DI VIVALDI
Settembre arioso
come in Vivaldi
un fascio di mandolini.
Bambini scrollano con i bastoni
frutti dall’albero.
Le stanze sono tappezzate
d’argento.
Canzone vento.
Non c’è nulla da compiangere.
Dalle botole lasciate aperte
sale la prima nebbia.
KARL KROLOW
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