Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791).
“Il genio è al di sopra delle regole, anzi ha egli solo il diritto di imporre le regole” diceva Ernest Gréty, allievo di Rousseau. Ed a sua volta Haydn “Se solo potessi imprimere in ogni mio amico, e in particolare nella mente dei potenti, la stessa simpatia musicale e il profondo apprezzamento per il genio inimitabile di Mozart che io stesso provo e che mi dà tanta gioia, allora le nazioni rivaleggerebbero tra loro per assicurarsi il possesso di una simile gemma”.
Gioia e simpatia che furono però confuse con la leggerezza anche da parte di molti suoi ammiratori come Goethe e Stendhal che ne diffondevano una immagine “infantile, innocente, volutamente incurante”.
Resta il fatto che l’idea che circolava di lui, universalmente, era quella di un vero genio della innocenza, della purezza, ma anche della sfacciataggine e della perversione , ma di quelle che possono pervenire solo da una persona troppo “sincera”. Diceva il barone Grimm “E’ troppo sincero, non lavora abbastanza, è eccessivamente suscettibile alle illusioni…” In altre parole Mozart, musicalmente, restituisce il vero senza mediazioni, ne scolpisce i contorni carichi di contrasti e li restituisce all’ascoltatore come solo un grande artista riesce a fare.
MOZART - Concerto per Piano e Orch n°23 in LAM II Mov 2/3 - Piano: Vladimir Horowitz
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