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Un film di Martin Provost.
Con Emmanuelle Devos, Sandrine Kiberlain, Olivier Gourmet, Catherine Hiegel, Jacques Bonaffe´.
Titolo originale Violette.
Commedia, 139 min.
Francia, Belgio 2013.


Biografia di Violette Leduc. Grazie all'incontro con Maurice Sachs e, nel 1945, con Simone de Beauvoir, inizierà a scrivere. Simone de Beauvoir, soprattutto, districandosi dalle attenzioni saffiche di Violette le resterà accanto motivando alla scrittura una donna troppo sola e insicura.



Commento:
Di questo regista ho visto Séraphine (film che consiglio), biografia di una pittrice naïfe fuori dall'ordinario. Anche qui l'attenzione di Provost si adagia, con la consueta grazia e delicatezza, non su Simone de Beauvoir, scrittrice affermata, ma sull'insicura e triste Violette.
Violette è brutta, sola, triste, alla ricerca disperata d'amore. La scrittura, iniziata come ribellione all'amico omosessuale Maurice, la porterà a conoscere Simone de Beauvoir.
Elegante, algida, controllata, pacata, Simone de Beauvoir rappresenta la nemesi di Violette, volgare, arrabbiata, sensuale, folle, istabile.
Nonostante siano così diverse tra queste donne nasce un legame: non è amicizia, non è amore, credo sia piuttosto un riconoscersi nell'anelito di libertà a cui non riescono a sottrarsi.
La de Beauvoir sta scrivendo Il secondo sesso, combatte la battaglia per sottrarre la donna alla condizione di soggezione e disinteresse a cui la società la confina. Simone negli scritti di Violette vede il grido di una donna che vuole cantare la sua anima, con sincerità.
Violette con le sue parole, sensuali, erotiche e drammatiche restituisce, libera la donna dalla condizione di omertà nella quale versa. Gli scritti di Violette parlano del tormento della sua infanzia bastarda, dei suoi amori saffici, la maternità, l'aborto.
Quando Violette cede alla disperazione, Simone la incita a scrivere il suo disagio, le sue paure, la sua ansia d'amore.
Violette nei suoi libri ha messo tutta se stessa e questi sono passati inosservati.
Il suo amore per Simone non ricambiato, i suoi libri ignorati. Nessuno l'ama, nessuno vuole Violette.
Eppure Violette è una combattente, cade e si rialza, non per orgoglio ma perché comprende che se rimani a terra allora non esisti più, e la vita, in fondo, è l'unica cosa che ci può avvicinare alla felicità, così come una finestra aperta sulla Provenza fa entrare l'odore del mare, dei fiori e il calore del sole.


Un film non facilissimo, intenso nel sotto testo, eppure povero di fatti, azione, situazioni. Nel film non succede nulla, anche i dialoghi sono quasi didascalici. Solo le parole scritte di Violette restituiscono la poesia al film. Bisogna scavare o lasciarsi andare. Non è un film per tutti. È troppo lungo, troppo triste, di una tristezza antica, chiamata solitudine.


Le attrici: bravissime entrambe, si completano a vicenda sia come fisicità sia come recitazione.


Curiosità: Simone de Beauvoir è da sempre stata la compagna di Sartre, figura fantasma nel film. Mi sono chiesta se l'amasse, se Simone fosse trascurata. Non credo, eppure un po' il film lascia questa impressione, forse in virtù dell'interesse del regista sulle due donne.


Consigliato? Sì.

la mia scena preferita:

  Spoiler

nel film c'è una scena molto bella: Simone ha comunicato a Violette che il suo libro sarà pubblicato ma censurato. Violette risponde disperata mi stanno facendo a pezzi poi corre in bagno e lungo la gamba scende il sangue. Tagliare parte del libro è metaforicamente tagliare la sua carne, il suo spirito