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09-March-2015, 13:10
#271
Master Member
La Bambina
La bambina con treccine e frangetta, col bavaglino e la borsa sulla schiena,
nella quale le foto dei miei mi insegnarono a riconoscermi,
oggi, davanti a me, compare in questo quaderno.
Felice coincidenza: da questa creatura venni
per giungere a lei dopo un lungo cammino.
Ti prego: continua a essere te stessa, o torna a godere i tuoi genitori ancora giovani,
l’agnello e l’acqua nel suo letto di pietra. Non preoccuparti:
sono una di quelle signore che a volte trovi in visita a casa
e il cui nome non riesci più a ricordare.
María Victoria Atencia
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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11-March-2015, 00:04
#272
Master Member
Qualsiasi vento
è vento di mare,
e qualsiasi città,
anche la più continentale,
nelle ore di vento
è marittima.
C'è odor di mare,
no, ma: c'è aria
di mare, l'odore lo
aggiungiamo noi.
Anche il vento del
deserto è di mare,
anche quello della
steppa è di mare.
Giacché al di là di ogni
steppa e di ogni deserto
c'è il mare. Ogni viuzza
in cui tira vento è la
viuzza di un porto.
"Marina Cvetaeva"
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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11-March-2015, 17:39
#273
Senior Member
UNA DONNA FENOMENALE
Le belle donne si domandano dove si celi il mio segreto.
Non sono appariscente, né disegnata per vestire
taglie da modella,
ma quando comincio a raccontarmi
credono stia raccontando storie.
Dico loro
Che è nello spazio del mio abbraccio,
è nell’ampiezza dei miei fianchi
è nell’andatura del mio passo,
è nella linea delle mie labbra.
Sono una donna,
intensamente.
Sono una donna fenomenale
Ecco io chi sono.
Quando entro in una stanza,
disinvolta, come piace a te
E cammino verso un uomo
tutti gli altri si alzano in piedi
O cadono sulle ginocchia,
poi si raccolgono intorno a me
Come le api intorno al miele.
Dico loro
Che è il fuoco del mio sguardo,
è lo splendore del mio sorriso
è l’ondeggiare della mia vita,
ed è la gioia nei miei piedi.
Sono una donna,
intensamente.
Una donna fenomenale
Ecco io chi sono.
Anche gli uomini si domandano
cosa vedano in me,
ci provano davvero,
ma non riescono a toccare
l’essenza del mio mistero.
Quando tento di mostrarlo
essi dicono che ancora non vedono.
Dico loro
Che è nell’arco della mia schiena,
è nella luce del mio sorriso,
è nel sentiero dei miei seni,
è nella grazia del mio stile.
Sono una donna,
intensamente.
Sono una donna fenomenale.
Ecco chi sono io.
Ora puoi comprendere
perché il mio capo non è chino.
Io non urlo o salto in giro
io non parlo con un grido.
E quando mi vedi passare provi un orgoglio glorioso.
Io dico
è nello scatto delle mie ginocchia,
è nell’onda dei miei capelli,
è nel palmo delle mie mani,
è nel bisogno delle mie attenzioni.
Perché io sono una donna,
intensamente.
Una donna fenomenale.
Ecco io chi sono.
MAYA ANGELOU
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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17-March-2015, 23:16
#274
Master Member
"Io non devo scordare
che il cielo
fu in me.
E quando per le strade - avanti
che sia sera -
m'aggiro
ancora voglio
essere una finestra che cammina,
aperta, col suo lembo
di azzurro che la colma.
Ancora voglio
che s'oda a stormo battere il mio cuore
in alto
come un nido di campane.
E che le cose oscure della terra
non abbiano potere
altro - su me,
che quello di martelli lievi
a scandire
sulla nudità cerula dell'anima
solo
il tuo nome.
-Antonia Pozzi-
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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18-March-2015, 21:50
#275
Master Member
MILIONI DI DONNE
Milioni di donne
dipanano la vita nel chiuso
di pareti stinte.
Il pianto del bambino di notte
le unisce all'uomo di fianco
e divide
per la sacralità del suo sonno.
Poi viene il tempo
di fare la riga ai capelli
e riannodare le trecce sciolte,
viene il tempo
di soffiare nasi
e lavare ginocchia sbucciate.
Milioni di donne - così -
ad aspettare partenze e distacchi:
ed è sempre l'alba - ai risvegli
il volto è sempre bianco di stanchezza.
Ancora
milioni di donne non sanno
i respiri di betulla
- soltanto la fatica dei giorni -
non sanno i desideri e le braccia
ma solo gli affanni
e i ventri svuotati
che crescono silenzi
nei corpi sconfitti.
Adriana Scarpa
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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18-March-2015, 22:51
#276
Master Member
IDILLIO
Una sera d’estate in giardino saremo
io e te - con pasta e vino bianco ceneremo.
Poche parole. La testa reclinata,
guarderò l’ombra sul rosso sentiero,
che tutto sia passato quasi non parrà vero.
Quella begonia gialla. La casa, la facciata.
Senza male alla gamba, Kingsgate Park traverseremo,
per la via lunga a casa torneremo.
Il Paradiso che vorrei, che amo?
Noi due come siam stati - e ancora, a volte, siamo.
WENDY COPE
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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22-March-2015, 23:27
#277
Master Member
Ninfee
Ninfee pallide lievi
coricate sul lago -
guanciale che una fata
risvegliata
lasciò
sull’acqua verdeazzurra -
ninfee -
con le radici lunghe
perdute
nella profondità che trascolora -
anch’io non ho radici
che leghino la mia
vita - alla terra -
anch’io cresco dal fondo
di un lago - colmo
di pianto.
Antonia Pozzi
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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29-March-2015, 22:38
#278
Master Member
Con semplice cortesia
mi si fece incontro e sorrise.
Tra pigro e carezzevole
mi sfiorò la mano con le labbra.
Mi fissò con occhi misteriosi
come quelli delle immagini sacre.
Dieci anni di grida soffocate,
tutte le mie notti insonni
chiuse nella parola sussurrata,
parola detta invano.
Te ne andasti.
E di nuovo l’anima è deserta e chiara.
* Anna Achmatova *
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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07-April-2015, 11:42
#279
Master Member
Desolazione
La bruma spessa, eterna, affinchè dimentichi dove
mi ha gettato il mare nella sua onda di salamoia.
La terra nella quale venni non ha primavera:
ha la sua notte lunga che quale madre mi nasconde.
Il vento fa alla mia casa la sua ronda di singhiozzi
e di urlo, e spezza, come un cristallo, il mio grido.
E nella pianura bianca, di orizzonte infinito,
guardo morire immensi occasi dolorosi.
Chi potrà chiamare colei che sin qui è venuta
se più lontano di lei solo andarono i morti?
Tanto solo loro contemplano un mare tacito e rigido
crescere tra le sue braccia e le braccia amate!
Le navi le cui vele biancheggiano nel porto
vengono da terre in cui non ci sono quelli che sono miei;
i loro uomini dagli occhi chiari non conoscono i miei fiumi
e recano frutti pallidi, senza la luce dei miei orti.
E l´interrogazione che sale alla mia gola
al vederli passare, mi riscende, vinta:
parlano strane lingue e non la commossa
lingua che in terre d´oro la mia povera madre canta.
Guardo scendere la neve come la polvere nella fossa;
guardo crescere la nebbia come l´agonizzante,
e per non impazzire non conto gli istanti,
perchè la notte lunga ora solo comincia.
Guardo il piano estasiato e raccolgo il suo lutto,
perchè venni per vedere i paesaggi mortali.
La neve è il sembiante che svela i miei cristalli;
sempre sarà il suo biancore che scende dal cielo!
Sempre essa, silenziosa, come il grande sguardo
di Dio su di me; sempre la sua zagara sopra la mia casa;
sempre, come il destino che non diminuisce ne passa,
scenderà a coprirmi, terribile e estasiata.
Gabriela Mistral
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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08-April-2015, 12:20
#280
Master Member
La grande paura
La storia della mia persona
è la storia di una grande paura
di essere me stessa,
contrapposta alla paura di perdere me stessa,
contrapposta alla paura della paura.
Non poteva essere diversamente:
nell’apprensione si perde la memoria,
nella sottomissione tutto.
Non poteva
la mia infanzia,
saccheggiata dalla famiglia,
consentirmi una maturità stabile, concreta.
Né la mia vita isolata
consentirmi qualcosa di meno fragile
di questo dibattermi tra ansie e incertezze.
All’infanzia sono sopravvissuta,
all’età adulta sono sopravvissuta.
Quasi niente rispetto alla vita.
Sono sopravvissuta, però.
E adesso, tra le rovine del mio essere,
qualcosa, una ferma utopia, sta per fiorire.
Piera Oppezzo
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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Master Member
Tu non sei i tuoi anni,
nè la taglia che indossi,
non sei il tuo peso
o il colore dei tuoi capelli.
Non sei il tuo nome,
o le fossette sulle tue guance,
sei tutti i libri che hai letto,
e tutte le parole che dici
sei la tua voce assonnata al mattino
e i sorrisi che provi a nascondere,
sei la dolcezza della tua risata
e ogni lacrima versata,
sei le canzoni urlate così forte,
quando sapevi di esser tutta sola,
sei anche i posti in cui sei stata
e il solo che davvero chiami casa,
sei tutto ciò in cui credi,
e le persone a cui vuoi bene,
sei le fotografie nella tua camera
e il futuro che dipingi.
Sei fatta di così tanta bellezza
ma forse tutto ciò ti sfugge
da quando hai deciso di esser
tutto quello che non sei.
Ernest Hemingway
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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old crone
Questa va aggiunta alle poesie da non dimenticare.
La vita morde forte alle spalle e quando sorride ti fa solo del male (Mauro Berchi)
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Administrator
The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.
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Master Member
La donna - Adonis
La terra che una volta era silenzio e sonno,
ecco ora parla,
apre gli occhi,
si infila sotto le mie vesti,
il mio petto pulsa col suo.
Mi alzo, mi pettino i capelli,
giro il volto verso il mio amore.
Le radici che affondano in questa terra,
sono le mie radici.
L’acqua di Zamzam scorre nelle mie vene
come un altro sangue.
Ora l’universo mi si è chiuso in faccia:
il mio bambino è un crepuscolo totale
in cui mi frammento,
osservo un astro, sento come se dormissi
fra le sue braccia.
Testimonio ora che la natura
è la prima e l’ultima cosa a cui appartengo.
(silenzio)
Che cosa dico ora ai miei avi?
E’ meglio che restino come sono, fratelli degli astri.
Che le loro viscere intonino il canto della natura.
Che offrano a Iside il Nilo, la terra e le parole.
No, non sto delirando, ma
non sarò io la preda: ascolto e cancello
il volto di Iside e degli astri. E dimentico,
su di me girano coppe senza ebbrezza.
E senza giudizio “Qui siamo giunti,
e il Signore dei soldati guida i nostri passi.
Abbiamo bruciato il loro raccolto, distrutto
tutto ciò che hanno costruito,
annientato la loro progenie”.
Che cosa dirò, ora, ai miei avi?
Se c’è un Dio
veramente unico, perché
non dice ai suoi figli:
siete tutti uguali?
E perché gli dice: uccidete questi?
Perché
preferisce questo a quello? Dà a questo
la casa di quello? E consente a questo
di dominare e ordina a quello
di essere servo e schiavo?
Dovrei forse, come sussurra la luce, toccare i miei seni,
la vagina, l’interno delle cosce,
per distinguere il senso della creazione?
I miei occhi sono sabbia,
il mio volto è sole
per un Sud che è Nord,
per un Oriente che va a Occidente.
O mistero, sei forse sabbia?
Il seno è forse il primo canto della polvere?
Che cosa è questa creazione?
Che cosa è questa lingua astuta?
Prendimi la mano, o amore, prendimi
per potermi liberare dalle catene delle sue orbite.
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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Master Member
da Poesie del mondo - Chandra Livia Candiani
Cielo presente
fino a terra
cielo con le mani
coprimi di nebbia
di atletiche nubi
cancella per un po’
la troppo esposta
faccia, appendi
l’ombra al candelabro
e conservala nel buio
delle sere, nello scrigno
delle stelle stelle tutte polari.
Cielo tigre divorami
e custodiscimi nella tua gola nera
come tuo cucciolo
imprevisto venuto male
cancellami di ore bianche
mantello girovago
cielo sonnambulo
vestimi di erbe tenere
e resina odorosa
foderami di ombre di grandi
bestie e belve solitarie
fammi vorace di luce
paziente tessitrice di buio
in me rinserrati
come tua ghianda
vieni a fare pelle
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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