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Discussione: Hugo Cabret - Martin Scorsese - 2011

          
  1. #1
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    Hugo Cabret - Martin Scorsese - 2011

    HUGO CABRET

    Un film di Martin Scorsese.

    Con Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen, Asa Butterfield, Chloe Moretz, Ray Winstone. Emily Mortimer, Jude Law, Johnny Depp, Michael Pitt, Christopher Lee, Michael Stuhlbarg, Helen McCrory, Richard Griffiths, Frances de la Tour, Angus Barnett, Gulliver McGrath, Edmund Kingsley, Eric Moreau, Mihai Arsene, Emil Lager, Shaun Aylward.
    Avventura durata 125 min.
    USA 2011

    Tratto dal romanzo, La straordinaria invenzione Hugo Cabret di Brian Selznick

    Nome:   locandina.jpg
Visite:  191
Grandezza:  28.6 KB

    11 Nomination

    migliore regia
    miglior film
    migliore sceneggiatura non originale
    migliore attore
    migliore fotografia
    migliore scenografia
    migliori costumi
    migliori effetti speciali
    migliore colonna sonora
    migliore sonoro
    miglior montaggio sonoro

    di queste nomination ha ricevuto l'Oscar in: fotografia, scenografia, effetti speciali, sonoro e montaggio sonoro.

    Nella grande e caotica stazione di Parigi c’è un bambino, si chiama Hugo, è orfano.
    Si arrangia rubando, qua e là, quello che gli serve per vivere e per sognare.
    Brioche e ingranaggi meccanici. Purtroppo, o forse per fortuna, il titolare del negozio di giocattoli lo coglie sul fatto e gli confisca un libricino misterioso che Hugo rivuole a tutti i costi.
    Quel libricino sarà il filo rosso attraverso cui Hugo cercando suo padre troverà, invece, ciò di cui sono fatti i sogni, ovvero il cinema.
    Una storia semplice, a tratti delicata e commovente, a tratti troppo lenta e piatta.
    Un film che vorrebbe trascinarci giù, giù dentro la magia del cinema, la magia dell’infanzia, ma non ci riesce del tutto. Che peccato.
    A mio avviso Scorsese ha fatto il film più per se stesso che per noi.
    Un po’ cose se volesse far rivivere i suoi sogni, il suo mondo magico, il suo cinema. Lo sguardo di un uomo adulto che è rimasto bambino, ma che costruisce un film che vorrebbe essere per bambini, per far rivivere la scoperta, il sogno, invece, esce fuori per adulti rimasti un po’ bambini, ma sempre adulti. Perciò il film è una via di mezzo, la parte “bambini” a volte è stereotipata e la parte “adulta” sciapa.

    Consigliato?
    anche no, ma rigorosamente in 3D.
    Perché?
    Perché ci sono scene che durano minuti, in cui il protagonista si muove tra cunicoli, scale, scalette fatte apposta per la gioia del 3D, ma non certo per la trama.

    Il cinema che riscoprirete è il cinema di Mèlièrs (1861-1938)

    Cito da Wikipedia:

    "Maries-Georges-Jean Méliès (Parigi, 8 dicembre1861Parigi, 21 gennaio1938) è stato un regista e illusionistafrancese.Viene riconosciuto come il secondo padre del cinema (dopo i Fratelli Lumière), per l'introduzione e la sperimentazione di numerose novità tecniche e narrative. A lui è attribuita l'invenzione del cinema di finzione (che filma mondi "diversi dalla realtà") e di numerose tecniche cinematografiche, in particolare del montaggio, la caratteristica più peculiare del nascente linguaggio cinematografico. È universalmente riconosciuto come il "padre" degli effetti speciali. Scoprì accidentalmente il trucco della sostituzione nel 1896 e fu uno dei primi registi a usare l'esposizione multipla, la dissolvenza e il colore (dipinto a mano direttamente sulla pellicola)."

  2. #2
    Master Member L'avatar di daniela
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    Ho visto Hugo Cabret, un film del 2011 di Martin Scorsese, delizioso e veramente molto ben fatto! La trama non era molto nelle mie corde, ma dal punto di vista cinematografico l'ho trovato perfetto, di livello eccellente.

    « Mi piace immaginare che il mondo sia un unico grande meccanismo. Sai, le macchine non hanno pezzi in più. Hanno esattamente il numero e il tipo di pezzi che servono. Così io penso che se il mondo è una grande macchina, io devo essere qui per qualche motivo. E anche tu! »
    (Hugo Cabret)
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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