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09-October-2014, 14:17
#1
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Nobel per la letteratura 2014 - Patrick Modiano
Da wikipedia:
Nasce a Boulogne-Billancourt, una città poco distante da Parigi, il 30 luglio del 1945, figlio di Albert Modiano, un ebreo francese di origini italiane, e di Louisa Colpijn, un'attrice belga di etnia fiamminga. Studia in Alta-Savoia poi a Liceo Henri-IV a Parigi dove ha come insegnante di Geometria Raymond Queneau, amico della madre e che diventerà amico suo. Terminagli studi ad Annecy non prosegue gli studi. Introdotto dall'amico nel mondo letterario,conosce l'Editore Gallimard e, nel 1967 scrive il suo primo romanzo La Place de l'Etoile che viene pubblicato da Gallimard. Il romanzo gli vale il Premio Roger Nimier. È documentarista per Carlo Ponti e paroliere per Françoise Hardy. Nei suoi romanzi, per lo più ambientati nella Parigi occupata dai nazisti e costruiti intorno alla figura dello straniero, dell'esule, dell'ebreo, si intrecciano una vena disperata di ascendenza esistenzialista ed il gusto della rievocazione. L'autore rievoca molto spesso, nei personaggi dei suoi romanzi, l'ambigua figura del padre, un ebreo sicuramente vittima del Nazismo, che, arrestato nel 1943, si dimostrò pronto a tutto per sopravvivere (infatti sfuggì alla deportazione grazie a potenti amicizie collaborazioniste); una figura dalla duplice e ambigua identità, invischiato molto spesso in rapporti di complicità con i carnefici.
Nel 1978 il romanzo Rue des boutiques obscures (dove lui ha anche abitato), gli vale il Premio Goncourt.
Nel 2014 l'Accademia di Svezia gli ha assegnato il Premio Nobel per la Letteratura.
Opere
Romanzi
La Place de l'Étoile (1968)
La Ronde de nuit (1969)
Les Boulevards de ceinture (1972)
Villa triste (1975)
Livret de famille (1977)
Rue des boutiques obscures (1978)
Une jeunesse (1981)
Memory Lane (1981)
De si braves garçons (1981)
Quartier perdu (1985)
Dimanches d'août (1986)
Remise de peine (1988)
Vestiaire de l'enfance (1989)
Voyage de noces (1990)
Fleurs de ruine (1991)
Un cirque passe (1992)
Chien de printemps (1993)
Du plus loin de l'oubli (1996)
Dora Bruder (1997)
Des inconnues (1999)
La Petite Bijou (2001)
Accident nocturne (2003)
Un pedigree (2005)
Dans le café de la jeunesse perdue (2007)
L'Horizon (2010)
L'Herbe des nuits (2012)
Romanzi per ragazzi
Catherine Certitude (1988), con i disegni di Jean-Jacques Sempé
Sceneggiature
Cognome e nome: Lacombe Lucien, regia di Louis Malle (Lacombe Lucien, 1974)
Une jeunesse, regia di Moshé Mizrahi (1983), tratto dall'omonimo romanzo dello stesso Modiano
Il profumo di Yvonne, regia di Patrice Leconte (Le Parfum d'Yvonne, 1993), tratto dal romanzo Villa triste dello stesso Modiano
Le Fils de Gascogne, regia di Pascal Aubier (1995)
Bon voyage, regia di Jean-Paul Rappeneau (2003)
Charell, regia di Mikhael Hers (2006), tratto dal romanzo De si braves garçons dello stesso Modiano
Film tratti dai suoi romanzi
Une jeunesse, regia di Moshé Mizrahi (1983)
Il profumo di Yvonne, regia di Patrice Leconte (Le Parfum d'Yvonne, 1993)
Te quiero, regia di Manuel Poirier (2001)
Charell, regia di Mikhael Hers (2006)
The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.
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09-October-2014, 16:05
#2
Master Member
Non mi sembra sia molto conosciuto in Italia.
Mi piacerebbe leggere Dora Bruder..
Mentre sta scorrendo vecchi numeri del quotidiano parigino "Paris-Soir", Patrick Modiano si sofferma su un breve trafiletto, datato 31 dicembre 1941: due genitori chiedono notizia della loro figlia quindicenne, Dora. Mosso da una curiosità che diventa ben presto un profondo coinvolgimento emotivo, Modiano tenta di ripercorrere le vicende della ragazza, dal momento della scomparsa sino a quando, otto mesi dopo, il suo nome ricomparirà, insieme con quello del padre, in una lista di deportati su un convoglio per Auschwitz.
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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11-October-2014, 11:46
#3
Master Member
Patrick Modiano mi era del tutto sconosciuto e mi ha fatto piacere che il Premio Nobel mi abbia dato l'opportunità di sapere di questo scrittore. Soltanto i Bookmakers inglesi lo avevano inserito nella rosa dei candidati al Nobel ...per tutti gli altri è stata una sorpresona. Del tutto impreparati.
In Italia di suo è stato pubblicato molto poco e in questi giorni si fa fatica a trovare qualcosa in libreria. Non ho pregiudizi di sorta e non vedo l'ora di leggere qualcosa di suo. Mi piace la sua faccia e i suoi modi schivi e la sua volontà di comprendere.
In questi giorni si sono scritti anche molti articoli su questo Premio Nobel e ho letto commenti di scrittori che stimo che ho trovato deprimenti...un poco offensivi...un poco deludenti. Non è mica detto che quanto ci è sconosciuto debba essere privo di valore!
Sulla Gazzetta del Mezzogiorno di questo Premio Nobel ne ha parlato Raffaele Nigro, scrittore e giornalista Rai - Puglia.
Non condivido tutto quello che ha scritto ma ci sono brani dell'articolo che ritengo validi spunti di riflessione su alcuni aspetti del Premio Nobel in generale.
IL NOBEL A “UNO SCONOSCIUTO”. KUNDERA E ROTH, ATTESA INFINITA di Raffaele Nigro
Chi avrebbe speso una lira sul successo svedese della narrativa di Patrick Modiano negli incontri francesi che ci organizzava Bernard Simeone tra Sete, Annecy e Parigi?
Uno scrittore interessante che aveva fatto appello in romanzi di grande impatto emotivo al passato della sua famiglia e dunque sul suo passato durante gli anni dell’occupazione nazista in Francia.
Ma dopo Primo Levi, dopo Singer e dopo la mole di ebrei americani che hanno narrato quei fatti e quei sentimenti, che possiamo aspettarci di nuovo da pagine di memoria seppure tragica? Davvero è questo il nuovo che intendiamo additare a un mondo di giovani che non legge e che è stufo di un passato che ci farà pure calore sui sentimenti ma che non offre speranze? Un mondo di giovani che vuol capire in che oceano si sta trovando. A meno che gli svedesi non abbiano voluto assestare un colpo nel muso della Merkel, perché non dimentichi proprio in tempi di prevalenza economica ciò che i suoi nonni e i suoi genitori hanno combinato in Europa.
MOTIVAZIONE – Si tratta di capire a chi essi si rivolgono, a quale nuora e a quale suocera vogliono far intendere la musica. “Per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inesplicabili e scoperto il mondo della vita nel tempo dell’occupazione”, recita la motivazione del Nobel. Grande coraggio questi accademici di Stoccolma, nei quali non ci credono più neppure i loro stessi connazionali, stando a quello che ripete costantemente Bjorn Larsson, il chiosatore della vita di Long John Silver e oggi seguito a capriole dal nostro Michele Mari. Perché non Amos Oz, Avrahm Yeoshua o David Grossman? Gente che da anni racconta la difficile impresa di essere uomini in Israele, dove si spara e si muore, ogni giorno, come ha dimostrato suo malgrado il giovane cerbiatto di Grossman. Perché non promuovere allora la lettura di uno di quei colorati che viaggiano da clandestini sulle barche del Mediterraneo e fanno fatica a costruirsi un futuro da uomini e poi anche da narratori in Europa, o dei tanti che hanno raccontato le guerre a Johannesburg e nel congo e i problemi dell’apartheid – Invitarono gli svedesi Cotzee e la Gordimer, bianchi prestati a questioni di negri, ma sempre prodotti filoeuropei. O perché non dare un premio a un Salah Stetiè o a un Adonis, che raccontano la parte araba della vicenda? O anche a uno dei tanti arabi che si aggirano tra i Magreb e l’Europa? Dal bruciatissimo Ben Jelloun alle dimenticate Djebar e Mokeddem. Davvero dai tempi di Mafhuz, di Soynka e di Senghor a Stoccolma africani e arabi se li sono del tutto scordati. E che si agita in India, in Irak, in Siria, nel complicato continente russo. Eppure per qualche decennio gli svedesi hanno provato a fare da ago della bilancia politica, dando il Nobel a creature della contrapposizione, vedi il caso Fo o quello di Marquez. Già con Cela e Le Clezi’o avevano mostrato di tirare la letteratura per le orecchie, anche se è stata molto utile negli scorsi mesi leggersi la sua biografia di Frida Khalo, per via della retrospettiva dedicatale a Roma. Si intuisce che sono le lobby a guidare le scelte, come in Italia sono le lobby postdiessina e del Corriere della Sera e in Europa è la cometa di Parigi ad attrarre podisti del Nobel, penso a Tabucchi e a Magris, per cui anche un onesto narratore come Modiano, collocato bene sui blocchi di partenza riesce a essere anteposto a descrittori di guai non soltanto ebraici del livello di Kundera e di Philip Roth.
Veti – Del resto è andata così anche in passato, nel senso che la politica ha influito parecchio nelle scelte dei giurati. Prendiamo il caso di Grazia Deledda, scrittrice sarda insignita del premio Nobel. Fu Benito Mussolini, visto che il Premio toccava all’Italia fascista, a dirottare su di lei l’orientamento finale, perché il Duce non voleva indispettire nessuno dei due letterati più titolati: Gabriele D’Annunzio e Luigi Pirandello.
La politica intervenne anche a bloccare il nobel a Ignazio Silone. L’autore di Fontamara, tanto ammirato da Thomas Mann, non poteva superare il veto del Pci di Palmiro Togliatti. Il segretario del Pci non perdonava a Silone la fuoriuscita dal Partito, di conseguenza gli renderà la vita difficile. Silone dovette consolarsi con attestazioni verbali di amici e estimatori. Quando lo scrittore francese Albert Camus ottenne il riconoscimento, disse sùbito che il premio lo avrebbe meritato, prima di lui, Ignazio Silone: al quale non giovò mai l’accusa di apostasia rivoltagli dalla chiesa marxista.
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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22-December-2014, 23:57
#4
Master Member
Dopo aver letto "Sconosciute", mio primo libro di questo scrittore, posso dire che la mia considerazione è salita di molto e ancora di più dopo aver letto il suo discorso di accettazione del premio Nobel per la letteratura.
http://www.internazionale.it/notizie...atrick-modiano
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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