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A un olmo secco
Al vecchio olmo, spaccato dalla folgore
e nel mezzo marcito,
con le piogge d'aprile e il sole a maggio,
sono spuntate alcune verdi foglie.
Oh, l'olmo secolare sopra il colle
ch'è lambito dal Duero! La corteccia
bianchiccia da un gialligno musco è tinta
nel tronco putrefatto e polveroso.
Come i pioppi canori, che sorvegliano
il cammino e la riva, non sarà
di rossicci usignuoli popolato.
S'arrampica su esso di formiche
un esercito in fila, e nelle viscere
tramano i ragni le lor grigie tele.
Olmo del Duero, prima che t'abbatta
con l'ascia il legnaiuolo, e il falegname
trasformi in un mozzo di campana ,
stanga di carro o giogo di carrettai
prima che rosso nel camino arda
domani in qualche misera casetta.
sull'orlo d'una strada;
prima che ti annienti un turbine e ti schianti
il soffio delle candide montagne;
prima che il fiume ti sospinga al mare
per valli e per burroni,
olmo, voglio annotare nei miei appunti
la grazia del tuo ramo rinverdito.
Anche il mio cuore aspetta,
alla luce guardando ed alla vita,
altro prodigio della primavera.
Antonio Machado -
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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Moderator
CINGHIALI
Sui prati del bosco di Peuma
da poche ore sono
passati i cinghiali
sull’erba ancora bagnata
di brina
hanno lasciato le impronte
delle loro zampe
a lato, invece, hanno tutto rivoltato
la terra è smossa, scavata
a ventre aperto
a pancia all’insù
lì cercano le radici
i tuberi
per soddisfare la
loro fame.
Anche a me succede lo stesso
quando punto il cielo
lo rivolto, lo sgrafo, lo scavo
per trovare anche un solo
bulbo, la radice di un qualcosa
utile a sfamarmi
e ogni volta
mi accorgo che tutto
è già stato
raccolto.
Giovanni Fierro
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Un Aquilone è una vittima
Un aquilone è una vittima affidabile.
Lo ami perché strattona in modo abbastanza dolce
per farti capire che tu sei il padrone
e abbastanza forte
per farti capire che sei lo sciocco;
perché vive nella dolce aria eterea
come un falco addestrato
e perché puoi sempre tirarlo giù
e addomesticarlo dentro il tuo cassettone.
Un aquilone è un pesce che hai sempre preso
in una piscina in cui i pesci non entrano,
e così giochi con lui a lungo e con attenzione,
sperando che non ceda o che i venti non muoiano.
Un aquilone è l’ultima poesia che hai scritto,
e così lo affidi al vento, ma non lasciarlo fuggire
a meno che qualcuno non trovi per te qualcos’altro da fare.
Un aquilone è un contratto di gloria stipulato con il sole,
e così ti fai amici il campo, il fiume e il vento,
e per ciò hai pregato tutta la notte precedente
sotto una luna che vaga senza spago:
per renderti meritevole e poetico e puro.
Leonard Cohen
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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CONSANGUINEITÀ
I
Apparentato da torba
geroglifica su un campo d’erba
alla vittima strangolata,
il nido d’amore tra le felci,
vado tra le origini
come un cane che rigira
sullo zerbino della cucina
le sue memorie d’una landa selvatica:
il fondo della palude trema,
l’acqua ha un fruscio e mormora
mentre discendo tra macchie
di festuca ed erica.
Amo questo volto erboso,
le sue nere incisioni,
I segreti celati
dei processi e dei riti.
Amo la primavera
fuori dalla terra,
ciascun argine un trabocchetto
patibolare, ciascuno specchio d’acqua
l’imboccatura disostruita
di un’urna, bevitore di luna
da non sondare
ad occhio nudo.
II
Pantano, acquitrino, palude:
I regni del limo,
domìni di esseri a sangue freddo,
di zampe infangate ed uova sudicie.
Soltanto bog,
che significa soffice
caduta di piogge senza vento,
pupilla d’ambra.
Suolo ruminante,
digestione di molluschi
e semi di baccello,
profonda stagna di polline.
Dispensa di terra, volta ossea,
sponda del sole, imbalsamatrice
di offerte votive
e fuggiaschi colpiti a sciabolate.
Sposa insaziabile.
Mangiatrice di spade,
scrigno, mucchio di letame,
banchisa di storia.
Suolo che metterà a nudo
il suo lato oscuro,
suolo che nidifica,
entroterra della mia mente.
III
Trovai una vanga
nascosta tra le felci,
distesa orizzontalmente
e ricoperta di una bruma verde.
Nel sollevarla,
i lembi dell’escrescenza
mormorarono e si lacerarono,
un solco bronzeo
s’aprì ai miei piedi
come pelle disfatta,
l’umido manico
che avevo conficcato nella terra
prese ad evaporare
al sole.Ed ora hanno appaiato
quell’obelisco:
tra assi,
sotto un tumulo d’erba,
un nido d’amore viene violato,
fiori di betulla e cotone d’acquitrino
si scuotono mentre sollevano
il braccio biforcuto della quercia.
Sto al margine dei secoli
di fronte a una dea.
IV
Il centro resiste
e si dilata,
pozza e campo di semina,
sacca d’acqua
e sepolcro che si liquefa.
Le madri dell’autunno
inacidiscono e sprofondano,
fermenti di gusci e foglie
incupiscono le loro tinte ocra,
i muschi raggiungono l’apice,
l’erica lascia cadere i semi,
le felci depositano
il loro bronzo.
Questa è al vocale della terra
che sogna le proprie radici
nei fiori e nella neve,
le variazioni di clima
e di stagione,
una manna che compone
il letto in cui imputridisce.
Spuntai da tutto questo
come un salice piangente,
incline
agli appetiti di gravità.
V
La mano scolpì i gavelli
delle ruote del carro
sepolto in uno strame
di fanghiglia erbosa,
l’arco di cupido
della ribalta,
i bordi cavi
delle rastrelliere:
deificai l’uomo
che l’aveva guidato,
il dio carrettiere,
colui che alimentava il focolare.
Ero il suo attendente
privilegiato, un latore
di pane e acqua, il signorotto
di campagna del suo circondario.
Quando l’esatte si spense,
e le mogli abbandonarono i campi,
eravamo all’estero, bene accolti,
forniti di un salvacondotto.
Guarda i nostri progressi
laggiù nella siepe accesa di bacche,
il mio orgoglio di maschio
quando egli mi si rivolge.
VI
E tu, Tacito, osserva
come preparo il mio vivaio
lassù nella casa lacustre
ammassata dai terribili morti:
una pace desolata.
La nostra madre terra
è acre del sangue
dei suoi fedeli;
giacciono, gargarizzando
nel suo sacro cuore,
mentre le legioni stanno a guardare
dai bastioni fortificati.
Ritorna a questa
“isola dell’oceano”
dove niente sarà mai adeguato.
Interpreta i volti delle vittime
inumati dalla casualità,
e racconta di noi con lealtà,
di come sgozzavamo
per il bene comune,
e rasavamo la testa
agli infami,
di come la dea inghiottisce
il nostro amore, il nostro terrore.
Seamus Heaney
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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Tuorli d'un solo uovo entrano i giovani
nelle palestre della vita. Venere
li conduce, Mercurio li divide,
Marte farà il resto. Non a lungo
brillerà qualche luce sulle Acropoli
di questa primavera ancora timida.
Eugenio Montale
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Il prato
Tutto il prato è un traforo
di luci a cento a cento!
Son ranuncoli d'oro,
son viburni d'argento:
son corimbi sospesi
sul velluto dell'erba:
son gli occhietti accesi
dell'estate superba.
E così sembra il prato,
trapunto di colori,
un cielo costellato
che ha per stelle i fiori.
Antonia Pozzi
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Si parte sempre da Greenwich
dallo zero segnato in ogni carta e in questo
grigio sereno colore d’Inghilterra.
Armi e bagagli, belle
speranze a prua,
sprezzando le tavole dei numeri
i calcoli che scattano scorrevoli
come toppe addolcite
da un olio armonioso, in un’esatta
prigione.
Troppe prede s’aggirano tra i fuochi
delle Isole, e navi al largo,
piene, panciute, buone
per essere abbordate dalla ciurma
sciamata ai Tropici
votata alla cattura
di sogni difficili, feroci.
Ed alghe, spume,
il fondo azzurro in cui
pesca il gabbiano del ritorno
posati accanto al grigio
disteso colore
degli occhi, del cuore, della mente,
guano australe ai semi
superstiti del mondo.
Bartolo Cattafi
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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Le Conchiglie
Le conchiglie si aprono e sono anfore
che promettono miele.
Splendono ribaltandosi sull’onda. Ridono.
Strani occhi spalancano alla luce
occhi implacabili cupi
maestri del mistero.
Le conchiglie ruotano insieme agli
astri nei cieli furibondi.
Perseguitate dal tempo e dal tempo uccise
sembrano piccoli scheletri che non rispondono alle voci e non
riscuotono pietà.
Ma cuore svuotato oh cala sulla mia mano
racconta di ieri e di oggi con grande cortesia
LIMA SCABRA frutto della foresta
foglia dell’acqua apriti
come la pagina di un libro colpito dal fulmine
come il cavallo che fugge sull’onda.
E apriti MODIOLUS severo
che sbianchi quando le parole non
raggiungono la meta.
Tenere pallide inquiete
come la luna calpestata dall’uomo
appiattite sotto il cielo del mare
le conchiglie ascoltano i
vulcani in fondo alla terra tremare.
Roberto Roversi
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Non posso dimostrare che gli anni abbiano piedi -
pure son certa ch'essi sono in corsa
da sintomi passati
da sequenze concluse -
Sempre nuovi i traguardi dei miei passi -
sorrido a quelle mete
che parevano ieri così ardite -
più vasti sono gli orizzonti d'oggi -
Non dubito che la persona che ero
mi bastasse - ma qualcosa
di non perfetto nella sua misura
dice che son cresciuta - ed è così.
Emily Dickinson
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E adesso apri gli occhi.
Non spalancarli. Piano:
socchiuderli basterà.
Ti basterà, vedrai, per
scoprire che nel mondo
c’è troppa meraviglia
per non vivere una vita.
Vedi? E’ già primavera.
E tu stringi in mano
frammenti di esistenza.
Hai l’universo, dentro.
Credi a me, è abbastanza.
Abbastanza perché tu
possa sorridere anche
così ed ora.
E non dare ascolto ai poeti,
quando dicono
che solo nei sogni
gli uomini sono liberi:
mentono.
Lo fanno sempre,
da sempre.
Annamaria Bianco
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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PER UN BEL GIORNO
Un cielo così puro
un vento così leggero
non so più dove sono
dove ero.
O gaggia nuda,
bruna violetta
che nel calore fugace
appassisci...
Giorno te ne vai
e non sai nulla di me e della violetta
che tanto amo
e del ramo nudo della gaggia,
giorno, non andar via.
Attilio Bertolucci
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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Dono
Mi dici che il silenzio
è più vicino alla pace delle poesie
ma se in dono
ti portassi il silenzio
(perché io conosco il silenzio)
diresti allora
Questo non è silenzio
è un’altra poesia
e me lo restituiresti.
Leonard Cohen
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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Sto ferma ferma ferma per essere anche altrove.
È questa la mia idea di mitezza – tende
a mettere a fuoco per vedere
anche sott’acqua in un perenne battesimo
perché se stai fermo fermo fermo
sprofondi nel senso della terra e si fa acqua
il gesto – fusione del creato – potenza di passaggio
verso lo stato aeriforme
una volta dichiarato che possiamo volare
soltanto se disposti a smettere di camminare.
Antonella Bukovaz
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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Dio, la mia testa!
Stamattina
già cinque caffè
e tanta nicotina
Dammi due cachet
E lo stomaco! Ci ho proprio
un chiodo nel duodeno
saranno le tre grappe
o i Campari a digiuno?
(Il Martini? ma via
ne ho preso solo uno!)
Piuttosto è la Vodka
che m’ha un po’ agitato
per fortuna col Valium
mi sono calmato
(ma, credi a me
il massimo è il Tavor
con Gin e Fernet)
Adesso però
devo star su
fino a domattina
mi sparo due caffè
Optalidon e Aspirina
e se proprio crollo
un’Anfetamina
Ah, sí le sigarette
io quando lavoro
devo aver lí sul tavolo
una stecca di Marlboro
se no, non riesco
Forza, partiamo!
Due whiskini ghiacciati
e scriviamo un bel pezzo
su quei poveri drogati
(Ahi, la mia testa,
presto altri due cachet)
Dunque: perché lo fanno?
Perché?
Perché?
Stefano Benni
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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Dio! tragicamente attuale!!!! ciao
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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