Originariamente inviato da
Rupert
Uno dei libri di argmento storico-matematico che ho letto con più piacere, ed anche con un certo "profitto" per la mia comprensione dello sviluppo del pensiero matematico è stato
"L'ultimo deorema di Fermat", di Simon Singh.
Il teorema di Fermat postula che non esistano soluzioni intere e positive diverse da "n=2" all'equazione:
che di fatto non è altro che la generalizzazione del caso particolare fornito dal teorema di pitagora.
Fermat aveva scritto prima di morire che aveva trovato la dimostrazione al suo teorema, ma non ebbe il tempo di scriverla, o almeno di suggerire quale fosse il concetto guida per la dimostrazione. Di fatto i matematici delle seguenti generazioni si sono scervellati per trovare la risposta ad un questito che è soo in apparenza banale ed "evidente".
È solo nel 1994 che Andrew Wiles ha potuto fornire la dimostrazione del teorema, sfoggiando però tutte le conoscenze di punta della matematica avanzata contemporanea. Resta il dubbio a sapere se Fermat avesse semplicemente trovato un modo alternativo e talmente banale che ci sfugge tutt'ora nella sua lapalissianità, oppure fosse un genio pazzesco che aveva anticipato i progressi di due secoli di ricerca matematica... oppure ancura che avesse miseramente preso un'incredibile cantonata.
Tutto questo ed i principi matematici che stanno alla base di molti progressi del pensiero scientifico attuale (tranne l'ultimo passaggio che probabilmente risulta incomprensibile anche al divulgatore) è per npiegato, in modo non privo di frizzantezza da Singh nel suo bel libro. Certamente una lettura estiva distensiva, per gli amanti del genere, naturalmente.
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