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11-November-2011, 16:22
#1
Master Member
Questa poesia la adoro:
Amore a prima vista
Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
È bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.
Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?
Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
Uno "scusi" nella ressa?
Un 'ha sbagliato numerò nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.
Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.
Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.
Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?
Vi furono maniglie e campanelli
in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.
Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.
Wislawa Szymborska
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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11-November-2011, 21:50
#2
Master Member
José Saramago, scrittore, poeta e critico letterario portoghese, premio Nobel per la letteratura nel 1998.
Vengano infine
Vengano infine le alte allegrie,
le ardenti aurore, le notti calme,
venga la pace agognata, le armonie,
e il riscatto del frutto, e il fiore delle anime.
Che vengano, amor mio, perché questi giorni
son di stanchezza mortale,
di rabbia e agonia
e nulla.
Stelle poche
Chiamarti rosa, aurora, acqua fluente,
cos'è se non parole raccattate
tra i rifiuti d'altre lingue, d'altre bocche?
I misteri non sono quello che sembrano,
o non riescono a dirli le parole:
nello spazio profondo, stelle poche.
Traccio un solco per terra, in riva al mare:
e la marea subito lo spiana.
Così è la poesia. La stessa sorte
tocca alla sabbia e tocca alla poesia
al via vai della marea, al vien-vieni della morte.
Oggi non era un giorno di parole,
con mire di poesie e di discorsi,
né c'è strada che fosse la nostra.
A definirci bastava solo un atto,
e visto che a parole non mi salvo,
parla per me, silenzio, ch'io non posso.
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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11-November-2011, 21:58
#3
Moderator
Herta Müller
Alla sera
Ogni albicocca
Caccia in pancia
Un sassolino
Ad un altra anche
Noi due terzi
Di tutti i gatti
Si sentono nel
Quinto anno di vita
Camminano ariosi nell’incognito- In borsette
Giusto ancora i capelli e dalla diga ferroviaria
S’avventura la luna per lo stadio
Come un pallone in casa ha con sé 11 unghie
Fissate ad una corda guarda
Ho un “faible” per il numero 3.
N.b.: la poesia di Herta Müller è virtualmente intraducibile, perché giocata su suoni e giustapposizioni sintattiche che in tedesco hanno un certo effetto e che in traduzione lo perdono o ne hanno altri contraddittorii. Basti pensare, per esempio al dettaglio per cui la luna in tedesco e maschile (der Mond) ed in italiano è femminile. Basta questo per scardinare tutta una costruzione che mette in rete la luna, lo stadio, un pallone e l'interno di una casa...
Nonostante tutto, data la mia baldanzosa scellerataggine, ci ho provato lo stesso.
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12-November-2011, 12:47
#4
Master Member
Acqua che all'acqua torna, di luce sfrangiata,
si apre l'onda in spuma.
Movimento perpetuo, arco perfetto,
che si erge, ricade e rifluisce,
onda del mare che il mare stesso nutre,
amore che di se stesso si alimenta.
José Saramago
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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12-November-2011, 12:49
#5
Master Member
Le parole d'amore
Dimentichiamo le parole, le parole:
le tenere, capricciose, violente.
le soavi di miele, quelle oscene,
le febbrili, le affamate e assetate.
Lasciamo che il silenzio dia un senso
al pulsar del mio sangue nel tuo ventre;
che parola o discorso mai potrebbe
dire amore nella lingua del seme?
José Saramago
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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12-November-2011, 22:44
#6
Master Member
Dolore di cose che ignoro
Fitta di bianche e di nere radici
di lievito odora e lombrichi,
tagliata dall’acque la terra.
Dolore di cose che ignoro
mi nasce: non basta una morte
se ecco più volte mi pesa
Con l’erba, sul cuore, una zolla
Salvatore Quasimodo
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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