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22-October-2012, 15:18
#46
Master Member
Questi bambini senza campagna
Questi bambini senza campagna nascono tristi.
Non hanno visto la bava del bue,
non han sentito l'odore dell'erba
al bacio dell'aurora.
Credono che il latte nasca
da barattoli coltivati.
Non hanno bevuto la rugiada dal calice delle rose.
I cavalli non han lasciato nel loro orecchio.
lo scalpiccìo dal suono rotondo
che mai non muore.
Le rozze pietre .
non entrarono in contatto con le loro mani,
e l'usignolo tace tra le foglIe
dIpinte del libri.
Non hanno mai bagnato ;
i piedi nel ruscello,
i piedi prigionieri
che non conoscono l'erba né la polvere.
Mangiano la frutta .
comprata sul mercato ,
senza la gioia
del desiderio sull'albero.
Mai hanno visto nascere le foglie tenere,
né il sole spuntare tra la bruma.
Un panorama senza orizzonte
gli serra il passo, sempre.
Irrimediabilmente tristi,
questi bambini senza cielo e senza campo.
José Augustin Balseiro
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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14-November-2012, 11:45
#47
Senior Member
Oblio, oblio, oblio
una scia d’oblio,
pietosa, aspettava
sui suoi fianchi delicatissimi,
dolce sudario
bordato dalla rugiada carnale
che alimentò l’ora
estrema
della mia carne,
solco dell’invisibile
che attraversò il cuore.
Clara Janés
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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11-February-2013, 21:54
#48
Master Member
Arrivederci, o magari addio.
Non è necessario che tu mi ascolti, non è importante che tu senta le mie parole,
no, non è importante, ma io ti scrivo lo stesso (eppure sapessi com'è strano, per me, scriverti di nuovo,
com'è bizzarro rivivere un addio...)
Ciao, sono io che entro nel tuo silenzio.
Che vuoi che sia se non potrai vedere come qui ritorna primavera
mentre un uccello scuro ricomincia a frequentare questi rami,
proprio quando il vento riappare tra i lampioni, sotto i quali passavi in solitudine.
Torna anche il giorno e con lui il silenzio del tuo amore.
Io sono qui, ancora a passare le ore in quel luogo chiaro che ti vide amare e soffrire...
Difendo in me il ricordo del tuo volto, così inquietamente vinto;
so bene quanto questo ti sia indifferente, e non per cattiveria, bensì solo per la tenerezza
della tua solitudine, per la tua coriacea fermezza,
per il tuo imbarazzo, per quella tua silenziosa gioventù che non perdona.
Tutto quello che valichi e rimuovi
tutto quello che lambisci e poi nascondi,
tutto quello che è stato e ancora è, tutto quello che cancellerai in un colpo
di sera, di mattina, d'inverno, d'estate o a primavera
o sugli spenti prati autunnali - tutto resterà sempre con me.
Io accolgo il tuo regalo, il tuo mai spedito, leggero regalo,
un semplice peccato rimosso che permette però alla mia vita di aprirsi in centinaia di varchi,
sull'amicizia che hai voluto concedermi
e che ti restituisco affinché tu non abbia a perderti.
Arrivederci, o magari addio.
Librati, impossessati del cielo con le ali del silenzio
oppure conquista, con il vascello dell'oblio, il vasto mare della dimenticanza.
Josif Aleksandrovic Brodskij
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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11-February-2013, 21:59
#49
Master Member
BELLISSIMA. salvata nella mia cartella speciale..
ciao
Rosy
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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Senior Member
Cuci una federa
Cuci una federa per ogni ricordo, mettili a dormire,
dai loro il sonno di un lenzuolo di lino.
L’edera rende la notte verde.
Una mela cade sull’erba ma tu imbastisci e cuci.
Servono aghi e forbici. Serve precisione.
Antonella Anedda
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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Master Member
Sono tornata bella
e forse è questo l’ultimo mio autunno.
Bella più di quando gli piacqui nel sole,
bella, e vana ai suoi assenti occhi,
come una foglia d’ombra…
Ma certe notti,
nel silenzio che più non turba il pianto,
invocata mi sento
con disperata sete
dalla sua bocca lontana…
Sibilla Aleramo
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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Master Member
Non so se la vita è poco o è molto per me.
Porto dentro il mio cuore,
come un cofanetto pieno che non si può chiudere,
tutti i luoghi dove sono stato,
tutti i porti a cui sono arrivato,
tutti i paesaggi che ho visto da finestre o da oblò,
o dai ponti di poppa delle navi, sognando,
e tutto questo, che è tanto, è poco per quello che voglio.
Ho viaggiato per più terre di quelle che ho toccato…
Ho visto più paesaggi di quelli su cui ho posato gli occhi…
Ho fatto esperienza di più sensazioni
di tutte le sensazioni che ho sentito,
perché, per quanto sentissi, sempre qualcosa mi mancava,
e la vita sempre mi afflisse, sempre fu poco, e io infelice.
Non so se la vita è poco o è molto per me.
Non so se sento troppo o poco, non so
Se mi manca lo scrupolo spirituale, il punto di
Appoggio dell’intelligenza,
la consanguineità con il mistero delle cose, scossa
ai contatti, sangue sotto i colpi, fremito ai rumori,
o se un altro significato più comodo e felice c’è per questo.
Sia come si vuole, era meglio non essere nato,
perché , per quanto interessante in ogni momento,
la vita finisce per dolere, nauseare,
tagliare, radere, stridere,
a dar voglia di urlare, saltare, restare per terra, uscire
fuori da tutte le case, da tutte le logiche
e da tutte le pensiline,
e andare a essere selvaggi verso la morte fra alberi e oblii,
fra cadute, e pericoli e assenza del domani,
e tutto ciò dovrebbe essere un’altra cosa
più vicina a ciò che penso,
a ciò che penso o sento, che non so nemmeno
cosa tu sia, oh vita.
Fernando Pessoa
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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Master Member
Ricorda
E ricordati quando bussavi
alla porta sbagliata
quando ti correvano incontro
animali stranei senza urla
incubi di ombre
eclissi di mistero.
Ricorda inoltre
i dolori equivoci
la bava che colava dalla bocca
la vendetta delle parole
che accendevano collere
il cristallo nero dell'orgoglio.
Ricordati pure
il tremore dell'aurora
e i cieli erranti
dove tornavi a soffrire
avvolto dalle tenebre.
nell'attesa di un sole riparatore.
Memoria mia ricordati
che non puoi ricordare.
Carlos Sànchez
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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Master Member
Solo un angelo principiante
vola al di sotto delle nuvole
(è ancora tutto in se stesso
e dall’uomo non abbastanza lontano)
Se un’ala sfiora la tua fronte,
è uno di questi,
e anche tu, come lui,
sei solo all’inizio
(Reiner Kunze, trad. e cura di Gio Batta Bucciol, in POESIA n. 281, aprile 2013)
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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Master Member
Bambini di Marzabotto
Eravamo bambini dei monti
con scarsi giochi e poche gioie
gioco e gioia era stare dall'alba
davanti alla casa di sassi
ad aspettare il tramonto.
Era gioco badare alla pastura,
era gioia il frumento a mietitura.
Verdi nudi pascoli,
bagnati dalle nuvole d'autunno:
un primo piovere sulle foglie,
un odore amaro nella polvere.
Noi non riconoscemmo facce d'uomini
in quelli che ci uccisero
sul petto delle madri uccise.
Sperammo – e lo sperò tutto il mondo –
che morissero per fiamme di fulmini
dentro una bufera deserta.
Furono invece mani di carne
a dirigere il fuoco, ed occhi aperti.
Noi non riconosciamo legge d'uomini
in quelli che adoprarono le armi
sopra le nostra ossa innocenti.
Oggi veniamo dai prati
strani della memoria,
entriamo nelle lacrime stanche
di chi piange ancora per noi:
siamo antichi come la terra,
giovane come le stagioni.
Noi non riconosciamo atti di guerra
a coloro che vennero soldati
contro la nostra piccola infanzia.
Viviamo nelle notti senza sonno
di quelli che calarono i pugnali
dentro la nostra forza.
Ad essi noi neghiamo vita d'uomini,
sguardo e amore di padri.
Renata Viganò
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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Master Member
RESIDUO
Di tutto è rimasto un poco,
Della mia paura. Del tuo ribrezzo.
Dei gridi blesi. Della rosa
è rimasto un poco.
È rimasto un poco di luce
captata nel cappello.
Negli occhi del ruffiano
è restata un po’ di tenerezza
(molto poca)
Poco è rimasto di questa polvere
che ti copre le scarpe
bianche. Pochi panni sono rimasti,
pochi veli rotti,
poco, poco, molto poco.
Ma d’ogni cosa resta un poco.
Del ponte bombardato,
delle due foglie d’erba,
del pacchetto
– vuoto – di sigarette, è rimasto un poco.
Che di ogni cosa resta un poco.
È rimasto un po’ del tuo mento
nel mento di tua figlia.
Del tuo ruvido silenzio
un poco è rimasto, un poco
sui muri infastiditi,
nelle foglie, mute, che salgono.
È rimasto un po’ di tutto
nel piattino di porcellana,
drago rotto, fiore bianco,
di rughe sulla tua fronte,
ritratto.
Se di tutto resta un poco,
perché mai non dovrebbe restare
un po’ di me? Nel treno
che porta a nord, nella nave,
negli annunci di giornale,
un po’ di me a Londra,
un po’ di me in qualche dove?
nella consonante?
nel pozzo?
Un poco resta oscillando
alla foce dei fiumi
e i pesci non lo evitano,
un poco: non viene nei libri.
Di tutto rimane un poco.
Non molto: da un rubinetto
stilla questa goccia assurda,
metà sale e metà alcool,
salta questa zampa di rana,
questo vetro di orologio
rotto in mille speranze,
questo collo di cigno,
questo segreto infantile...
Di ogni cosa è rimasto un poco:
di me; di te; di Abelardo.
Un capello sulla mia manica,
di tutto è rimasto un poco;
vento nelle mie orecchie,
rutto volgare, gemito
di viscere ribelli,
e minuscoli artefatti:
campanula, alveolo, capsula
di revolver... di aspirina.
Di tutto è rimasto un poco.
E di tutto resta un poco.
Oh, apri il flacone di profumo
e soffoca
l’insopportabile lezzo della memoria.
Ma di tutto, terribile, resta un poco,
e sotto le onde ritmate,
e sotto le nuvole e i venti
e sotto i ponti e sotto i tunnel
e sotto le fiamme e sotto il sarcasmo
e sotto il muco e sotto il vomito
e sotto il singhiozzo, il carcere, il dimenticato
e sotto gli spettacoli e sotto la morte in scarlatto
e sotto le biblioteche, gli ospizi, le chiese trionfanti
e sotto te stesso e sotto i tuoi piedi già rigidi
e sotto i cardini della famiglia e della classe,
rimane sempre un poco di tutto.
A volte un bottone. A volte un topo.
Carlos Drummond de Andrade
(traduzione di Antonio Tabucchi)
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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Senior Member
Ricordi
Sfoglia i tuoi ricordi
cuci per loro una coperta di stoffa.
Scosta le tende e cambia l'aria.
Sii per loro cordiale, leggero.
Questi ricordi sono tuoi.
Pensaci mentre nuoti
nel mare dei Sargassi della memoria
e l'erba marina crescendo ti cuce la bocca.
Questi ricordi sono tuoi,
non li dimenticherai fino alla fine.
Adam Zagajewski
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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Master Member
BEEEEEELLLLLLAAAAAAA!
Rosy
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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Master Member
AFTER SUCH PLEASURES
Questa notte, cercando la tua bocca in un’altra bocca,
quasi credendoci, perché così da cieco è questo fiume
che mi attira nella donna e mi sommerge fra le sue palpebre,
che tristezza nuotare infine verso la sponda del sopore
sapendo che il piacere è questo ignobile schiavo
che accetta le false monete, e le fa circolare sorridendo.
Dimenticata purezza, come vorrei riscattare
questo dolore di Buenos Aires, questa
attesa senza pause né speranza.
Solo nella mia casa aperta sopra il porto
un’altra volta ancora cominciare ad amarti,
un’altra volta ancora trovarti nel caffè della mattina
senza che tante cose irrinunciabili
siano state.
E non dover ricordare questa dimenticanza
che sale per niente, per cancellare dalla lavagna i tuoi pupazzetti
e non lasciarmi che una finestra senza stelle.
Julio Cortàzar
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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Master Member
Ardenti nell’ombra
Tu eri lì,
accanto all’arancio
(perchè c’era
un arancio a lato
della casa)
E tu lì, le mani
illuminate
la luce veniva dai frutti
ardenti nell’ombra.
L’arancio
si trova ancora lì.
E tu? Ci sei ancora?
Lontano s’alzava la polvere
quando il gregge
sul fin della sera
passava – era estate.
Solo d’estate
la polvere si solleva così
senza che ci sia vento.
Nella vasca, un filo esile
d’acqua
serviva per sederci
sul bordo del suo mormorio.
Io ero piccolo
e tu donna triste.
Quella tristezza è ancora mia.
Ma solo essa.
E l’arancio
Eugenio de Andrade
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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