L’ESTATE DI GIACOMO
Alessandro Comodin
Italia, Francia, Belgio 2011
con
Giacomo Zulian, Stefania Comodin, Barbara Colombo
78'


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Ieri alla presentazione in anteprima del film il regista ha detto alcune cose...

Giacomo (il protagonista) è un ragazzo sordo, alcuni anni fa si è sottoposto a un intervento attraverso il quale ha riacquistato in parte l’udito.
Comodin (il regista) aveva in origine deciso di filmare un documentario in cui si raccontava la scoperta del senso dell’udito da parte di Giacomo.
Il regista ha lavorato due anni a questo film, e come spesso accade alla fine le cose, non erano come se le era immaginate, erano meglio.
Il film ha preso vita e invece di un documentario sul senso dell’udito di Giacomo è nata la storia di Giacomo e Stefi.
Il regista ha commentato il film dicendo che ha lasciato piena libertà ai suoi amici attori (Stefi è sua sorella), li ha seguiti con la telecamera, senza un copione.


Trama
Non c’è. O meglio c’è ma non si vede, la si sente.
Ci sono due ragazzi Giacomo e Stefi che si muovono in sequenze diverse.
Nella prima si recano sul fiume Tagliamento a prendere il sole, fare il bagno, fare un pic-nic. Questa sequenza-location tornerà spesso durante il film.
In un’altra sono in un campo a tirare sassi, poi in un’altra a una sagra ecc.

Telecamera a spalla, spesso alle spalle dei ragazzi, riprese monotone dalla stessa posizione, lunghe sequenze senza dialoghi, situazioni talmente banali da sembrare anti-tutto.
Es.
All’inizio per cinque minuti siamo alle spalle dei ragazzi per un sentiero, vediamo la loro schiena, sentiamo il loro respiro, il suono delle cicale, ma nessuno parla se non qualche frase tipo” andiamo di qua”, “andiamo lì” … e ti dici “se continua così mi sparo”, poi Giacomo con la sua voce di ragazzo sordo, dice delle cose assolutamente assurde e divertentissime. È davvero un pagliaccio, dagli occhi limpidi e il sorriso sincero.
Non capisci perché, ma il film ti piace e ad un certo punto raggiunge la tua anima, e lì doveva finire, invece, ci sono altri cinque minuti che lo rovinano, o almeno rovinano l’effetto raggiunto prima.

Cose belle:
l’inizio-inizio
la musica
giacomo
stefi
i due ragazzi recitano con il corpo sono davvero bravi
le risate che ti fai
la sensazione che ti lascia
i due ragazzi in bicicletta


cose brutte
la recitazione di Stefi, quando apre bocca... Aiuto.
Qualche battuta banale, mal costruita sulla felicità infelicità.
Il temino raccontato nella sequenza finale

perplessità
ci sono i sottotitoli in italiano, perchè Giacomo non parla tanto bene, ma neppure così male...


Consigliato?
Sì.

per approfondire:
http://www.tuckerfilm.com/film/lestate-di-giacomo.html

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