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“Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)
Sai bene, Dolores, che io sono uno degli estimatori di De Giovanni. Ho letto due dei quattro volumi con i nomi delle stagioni, per la precisione la primavera e l'autunno, che sono il primo e l'ultimo della serie. Sono passati alcuni mesi dalla lettura e non ho avuto occasione di parlarne, questa sarÃ* la volta buona. L'arrivo del quinto volume, il Natale, mi invoglia a riprendere questo scrittore, di cui mi piace molto il modo di scrivere, di raccontare. Il commissario Ricciardi è un personaggio particolare, atipico, a mio modo di vedere è anche controverso, con alcuni aspetti di napoletanitÃ* su cui ritornerò in seguito.
Ciao
Hai ragione, "Il senso del dolore" a cui mi riferivo, e che ho letto, è l'inverno e non la primavera e quindi il primo. Che sia stato un lapsus lo dimostra il fatto che nel mio post ho citato il primo e l'ultimo, come ricordavo e come è giustamente puntualizzato da te...
Visto che li hai acquistati tutti a che punto sei con la lettura?
Ciao
Grazie, Dolores, sei una vera amica.Originariamente inviato da dolores
Se mai dovessi avere bisogno di un alibi, saprò a chi rivolgermi...
Stavolta tocca a me correggerti, perchè non ricordo di aver fatto recensioni su De Giovanni nè c'era ancora un thread su di lui. Ne abbiamo parlato en passant e comunque con impressioni fugaci in più di un'occasione, ma niente di più. L'autunno di Qforum ha frenato molti entusiasmi...Originariamente inviato da dolores
Non ho, comunque, conservato nulla o quasi del pregresso, voglio guardare ed andare avanti. Se bisognerà rifare delle recensioni saranno fresche di giornata...
Ciao
Carissima Dolores, se l'alternativa è la mia memoria o la tua, non c'è partita...scelgo la tua.Originariamente inviato da dolores
Ciao
Per chi fosse interessato, lo scrittore sarà alla Fnac di Milano l'11 novembre, per la presentazione del suo ultimo libro
“Il senso del dolore” era stato pubblicato nel 2006 con il titolo “Le lacrime del pagliaccio”.
Rivisto ed aggiornato è stato ristampato da Fandango probabilmente alla luce del successo editoriale di questi ultimi anni.
Con un personaggio come Ricciardi non poteva essere altrimenti.
“Voi credete al destino, commissario?”
“No, signora. Non ci credo. Credo agli uomini e alle loro emozioni. All’amore, all’odio. Alla fame. Al dolore soprattutto”.
“Parlava guardando fisso davanti a sé, la testa incassata nelle spalle e nel bavero rialzato del soprabito. Livia ne osservava il profilo affilato, i capelli ribelli sul viso. Ne percepiva la distanza, come se parlasse da un altro mondo o da un altro tempo”.
Ma vive in una Napoli che ama, raccontata con pennellate d’altri tempi, con struggimento, con passione e pietà. E con orrore. Sono le sue visioni segrete, quelle dei morti ammazzati nell’ultimo istante della loro esistenza. Una capacità sensoriale che ha da quando era bambino e che gli ha condizionato la vita.
Chiuso, solo, insicuro, vive la sua condizione nel dolore, perché è dolore quello che percepisce continuamente nelle visioni dei morti ma anche nella condizione dei vivi. Gli occhi di Ricciardi sono lo specchio di una condizione umana che supera la barriera delle origini e del censo (il commissario è un ricco barone che ha scelto di vivere da borghese). La percezione del dolore e l’immedesimazione in esso, elevano la sua figura in una dimensione umana che travalica il confine delle differenze sociali.
La sua capacità di rimettersi in gioco è favorita dal retaggio di una cultura millenaria che si è sviluppata in parte nel razionale ed in parte nel trascendentale. Un personaggio napoletano ideato da uno scrittore napoletano che si presenta ai lettori in modo controverso, sfrontato eppure timido.
C’è un aspetto di questa contraddizione che non posso condividere. Le qualità umane sono una cosa, le capacità sensoriali un’altra. Non sapremo mai se il personaggio Ricciardi avrebbe avuto le stesse qualità senza quelle capacità. Inoltre in un racconto noir la sensitività può essere accettata se serve a dare colore, se aiuta l’originalità, ma non deve diventare essenziale allo svolgimento ed alla conclusione delle indagini. Il mistero svelato deve essere un fatto razionale, altrimenti deraglia dai canoni del genere poliziesco e diventa altro. Comunque molto bello e piacevolmente raccontato, ma altro.
Alla luce di ciò, secondo me, acquistano un significato diverso molte situazioni del romanzo che vanno valutate in un senso narrativo di più ampio respiro. Alcuni dialoghi come quello con il sacerdote sull’amore e sulla fame acquistano luce viva. L’amore platonico per Enrica, la ragazza vicina di casa, descritto con toni tardoromantici, danno dignità letteraria al romanzo. Le atmosfere teatrali e le maschere degli attori (il titolo originario era “Le lacrime del pagliaccio”) sono chiaramente citazioni della grande tradizione teatrale napoletana. E via di seguito (ci tornerò ancora).
Il turbinio di sensazioni è così variegato che la riflessione finale è quella di aver letto un romanzo a tutto tondo e non di genere.
Ho molta stima della scrittura di De Giovanni e il commissario Ricciardi, pur con le sue contraddizioni o forse anche per questo, è un personaggio originale, fuori dalle mode, da centellinare. Ne condivido molte idee e riflessioni, comportamenti e decisioni, ma non mi immedesimo in lui. Semplicemente lo capisco e lo ammiro.
Ciao
Dolores cominci dall'ultimo e forse il più bello. La maturità della scrittura di De Giovanni si fa apprezzare per una ambientazione cupa, tetra, eppure splendente per la sua prosa di fine narratore. Soprattutto nella seconda metà raggiunge livelli di difficile riscontro.Originariamente inviato da dolores
Ne "Il giorno dei morti" il senso del dolore di Ricciardi diventa anche del lettore.
Ne riparleremo...
Ciao
Ecco la foto che ho scattato questa sera alla presentazione del nuovo libro di Maurizio De Giovanni, scrittore simpaticissimo e un affabulatore incredibile. Sarò "costretta" a leggere i suoi libri, a questo punto!
Cecilia
Ormai "traviata" dai vostri bei complimenti ai libri di Maurizio De Giovanni, a me ancora sconosciuti, oltre ad averlo conosciuto personalmente alla presentazione del suo ultimo libro..............gli ho chiesto la possibilità di intervistarlo e mi ha confermato di SIIIIIIIII
Appena leggerò il suo libro "Per mano mia", preparerò le domande da fargli.
Ciao!
Cecilia
Ho finito il libro di Maurizio De Giovanni e troverete la recensione sul blog:
Per la prima volta, ho riportato la trama tale e quale a come viene riportata dalla casa editrice Einaudi, perché l'ho trovata molto intensa e significativa:
http://contornidinoir.blogspot.com/2011/12/maurizio-de-giovanni-per-mano-mia.html
Ciao!
Cecilia
VABBè RAGAZZI: Dolores, Baudin, Cecilia ( in ordine di entrata)
MI AVETE MESSO IN CORPO LA CURIOSITA' DI LEGGERE DE GIOVANNI.
Come se non avessi già abbastanza carne al fuoco.Ma arriverà anche il suo turno.
Buona notte!
Rosy
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
Vigliacchi mi avete contagiato, ordinati ieri tutti i libri con protagonista il Comm. Ricciardi.
NOn mi collegherò più per un po' con questo forum, finisco al verde sicùùùùr!!!!
Vanità, decisamente il mio peccato preferito...
Anch'io ho una wish list vertiginosa, ma De Giovanni ha la priorità! Tra l'altro, proprio oggi gli ho mandato le domande per l'intervista..attendo fiduciosa
Al contrario degli scrittori nordici (Nesbo, Lackberg, Indridason), per i quali sono (ancora!!) in attesa delle risposte, gli autori italiani (ma anche quelli americani, va') sono più presenti e disponibili.
Scusate l'O.T...
Ciao!
Cecilia
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