Incazzarsi [in-caz-zar-si]
Qualcuno dirà: "ma è proprio utile scrivere questo lemma? Sappiamo tutti cosa vuol dire..." (e spunta un sorrisetto maligno)
Invece penso proprio che queste persone farebbero bene a non incazzarsi per dell'ovvio e a leggere quanto scritto da amicus_eius sul sito dell'Accademia della Crusca:
...Non lo è "incazzarsi", e derivati, che, contrariamente a quanto una errata interpretazione della sua radice potrebbe indurre a pensare, non ha nulla a che fare con la fonte della fecondità... Invece, stranamente, è un termine marinaro: significa tendersi come una corda cazzata, cioè appunto, tesa... la stessa etimologia marinara vale anche per cazziare.
Incazzarsi, allora, è ben più di "arrabbiarsi": indica lo stato d'animo "teso" della persona che manifesta un certo habitus psicologico in occasione di un evento esterno che modifica - temporaneamente - il proprio carattere.
La differenza tra le due spiegazioni, come si vede, ad una prima analisi parrebbe questione di "lana caprina"; in realtà, una persona "tesa" ( incazzata, appunto)può anche non essere arrabbiata, ma presenta tutti gli stati psicologici di una persona che elabora mentalmente una mossa, una risposta.
Incazzarsi è, allora, non è il contrario di "riflettere pacatamente" , ma è uno stato d'animo che prelude ad una risposta.
Ci risulta quindi attendibile fino ad un certo punto quanto letto sul dizionario web del Corriere della Sera, che recita testualmente:
incazzarsi (volg.) v.pron.
- arrabbiarsi, fam. incavolarsi
- CONTR calmarsi, placarsi, rabbonirsi.
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