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Discussione: Etimologie e strane origini

          
  1. #226
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
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    onomaturgia
    (o-no-ma-tur-gì-a)

    Creazione, coniazione di nuove parole. Dal greco onomatos, nome ed ergon, opera, energia.

    Famoso onomaturgo fu Gabriele D'Annunzio. Moltissimi furono i lemmi creati dallo scrittore e poeta abruzzese. Mi viene in mente Velivolo, per aereo.

  2. #227
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    Bellissima parola e gran bella spiegazione.
    Grassie tante!!!!

  3. #228
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    Avere un passo anserino
    È un modo di dire, significando un'andatura lenta, misurata, a volte snervante per chi ha fretta: camminare a oca, con i piedi volti in dentro (Gli Anseriformi, in Biologia, sono le oche e le anatre...)

  4. #229
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    Olocausto (o-lo-cau-sto)

    dal greco òlos= tutto e kaystòn=brucio. A molti ebrei questo termine non è gradito; da alcune parti si pensa che l'etimo, infatti, risalga all'ebraico olah, cui significato e', in realta', "offerta sacrificiale a Dio". Shoah invece vuole dire "catastrofe", "genocidio".

    La Shoah, quindi, andrebbe riferita allo sterminio ebraico da parte dei nazisti. Olocausto, invece, andrebbe - con maggior precisione - riferito alle offerte sacrificali in cui l'animale (o l'uomo) veniva sacrificato con l'uccisione e con il rogo in un'ara sacrificale.

  5. #230
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    Misantropo, misogino, misandropo.

    Misogìno trae dal greco "misein", odiare e "gynè", donna: odio per le donne.
    Misandropo, a sua volta, è aggettivo (pronuncia sdrucciola, dal greco "anèr, andròs", uomo inteso come sesso maschile) e il sostantivo relativo ne è misandropìa.
    Questi ultimi termini sono da non confondere con misantropo e misantropìa che caratterizzano l'avversione per il genere umano in toto (comprendente, quindi, uomini e donne),

    Diffusa (ed errata) è la dizione: misògeno. Il suffisso -geno è tutt'altra cosa da -gino , derivando esso dal greco ghennao, io genero.

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  6. #231
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    Non credo che la distinzione tra misantropia e misandropia sia contemplata e/o accettata da tutti i filologi.
    Resta comunque una base di partenza per una discussione. Prego chi ne sapesse di più di me di approfondire l'argomento.

  7. #232
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    Ad usum delphini
    È uno scritto adatto od adattato solo per una certa categoria di persone.

    Si racconta che Luigi XIV il Grande, Re Sole, scomodò per istruire il figlio (detto Delfino) le più grandi menti di Francia. Ma i classici, greci e latini, che si voleva impartire al piccolo spesso non erano adatti alla sua età, tant'è che a volte contenevano parolacce che potevano urtare la sua sensibilità di principino.... Allora, i maestri del Delfino censurarono, tagliarono i Classici, facendone edizioni adatte alla sua età, ossìa libri adattati, ad uso del Delfino di Francia.
    In quindici anni furono stampati 64 volumi, in bellissima veste tipografica, col nome di Cicerone, Tacito, Ovidio, Sallustio accompagnato dalla scritta "Ad usum Serenissima Delphini" (il quale, in età adulta, c'è da giurare che non si sarebbe lasciato scappare l'edizione integrale dell'opera magna di Marziale...)

  8. #233
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    LIBERTA' (ed altre parole grosse...)

    Non so spiegare questa parola. Così come tante altre (vita, amicizia, dolore, sentimento, dovere....)
    Strano, eh? Uno cerca le spiegazioni, alcune se le dà ma... a guardar bene, si dà spiegazioni sulle cose meno importanti. E a cosa serve, amici, saper di Latino se non sai spiegare la parola: DOLORE ? Come mi sento limitato, in questi momenti....

  9. #234
    Outsider Member L'avatar di Tregenda
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    Vero... Ci sono parole la cui definizione non si trova su nessun vocabolario. A me capita anche di pensare, o meglio sentire, "cose" per le quali non esiste nemmeno una parola che dia loro un nome.
    Ma va bene così, non tutto deve essere esprimibile a parole. Le cose magiche e quelle che contano davvero si capiscono, si sentono e si comunicano senza parlare.

  10. #235
    Master Member L'avatar di Rosy
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    LIBERTA' (ed altre parole grosse...)

    Non so spiegare questa parola. Così come tante altre (vita, amicizia, dolore, sentimento, dovere....)
    Strano, eh? Uno cerca le spiegazioni, alcune se le dà ma... a guardar bene, si dà spiegazioni sulle cose meno importanti. E a cosa serve, amici, saper di Latino se non sai spiegare la parola: DOLORE ? Come mi sento limitato, in questi momenti....
    Anche io, Carlo, non so spiegare la parola DOLORE!
    ciao
    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  11. #236
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    Radical chic
    Il Devoto-Oli così si esprime:

    Che riflette il sinistrismo di maniera di certi ambienti culturali d'élite, che si atteggiano a sostenitori e promotori di riforme o cambiamenti politici e sociali più appariscenti e velleitari che sostanziali.
    Inoltre, tratto dalla stampa:
    E le presunte diversità, e gli strascichi di polemiche (ancora) sulla presunta egemonia culturale delle élites di sinistra e il presunto snobismo e distanza dal Paese reale dei presuntissimi radical chic, poco radical e palesemente non chic, si devono considerare annullate, ma non è una buona notizia (neanche per i camerieri, il tizio di cui sopra ha lasciato una mancia pidocchissima, e non sono belle cose).
    (Corriere della Sera, «Quei radical chic che al ristorante sembrano Lele Mora», 2 agosto 2010)

  12. #237
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    Gozzovigliare [goz-zo-vi-glia-re]

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    (nella vignetta: un rimedio contro le gozzoviglie)

    Al solito, etimo incerto. Pare però che derivi dal latino gaudium ; il lemma gozzoviglio è composto da gaudium + villo (quest'ultima parola è presente nella lingua provenzale; villo avrà una evoluzione in viglio; un po' come meraviglia, composto da mara e villo; in francese, merveilleuse). L'evoluzione gaudium > gozzo è probabilmente riferibile a dialetti locali.

  13. #238
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    Garofano [ga-ro-fa-no]

    Vorrei proporre questa ricerca tratta dal sito dell'Accademia della Crusca:

    http://forum.accademiadellacrusca.it...ca175de8845782

  14. #239
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    Ricordare [ri-cor-da-re]

    È verbo transitivo , derivando dal latino recŏrdari, parola composta dal prefisso re-, e da di cor, genitivo cordis «cuore». Si riteneva, ab antiquo, che il cuore fosse la sede della memoria.
    Vale anche : menzionare.

  15. #240
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    Petecchia [pe-tec-chia]
    Macchia rossastra a forte carattere pruriginoso che compare in varie malattie esantematiche, come l'impetigine.
    L'etimo è, però, incerto. La Treccani la fa derivare da impetigine, appunto; potrebbe a sua volta derivare dal diminuitivo peticula, piccola pecchia.

    My Etymology tenta la seguente derivazione etimologica:


    Etymology of the Italian word petecchie

    the Italian word petecchie
    derived from the Italian word
    petecchia
    derived from the Latin root *peticula
    derived from the Latin root
    *impeticula
    derived from the Latin word
    impetix
    derived from the Classical Latin word
    impetigo (impetigo)
    derived from the Latin word
    impetere (attack, assail; rush upon)derived from the Classical Latin word petere (to seek; attack; aim at; desire)
    derived from the Proto-Indo-European root
    *pet-

    using the Latin prefix
    im-derived from the Latin prefix in- (suffix for no)derived from the Proto-Indo-European root *ne
    (not)

    Resta da dire che petecchia è riferito anche a certi noiosi insetti svolazzanti che producono fastidio e, appunto, inoculi pruriginosi cutanei (in termine scientifico: rash).

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