LE IDI DI MARZO

Un film di George Clooney
Con Ryan Gosling, George Clooney, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei.
Sceneggiatura: George Clooney, Grant heslov, Beau Willimon, tratto dall’opera teatrale Farragut North di Beau Willimon USA 2011.

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Montesquieu nel 1748 scriveva il potere assoluto corrompe assolutamente, erano gli anni in cui (grazie a Locke) si fondavano i presupposti del contrattualismo. Poi ci fu la rivoluzione americana e la Costituzione degli Stati Uniti d’America apriva la strada diffondendo un nuovo modello politico.
E qui inizia il film con un giuramento di fede a quella Costituzione, a quei principi atti a liberare il mondo dalla barbarie, dalla violenza, dall’ingiustizia. La fede nella democrazia perché il potere ha compito di tutelare i diritti del cittadino, eguale e libero, di creare una società giusta, migliore dello stesso individuo.
Di quante belle parole è fatta la politica, capace di infiammare gli animi più puri, immolandoli a un ideale, oppure corrompendoli fin nel profondo.
Il film parla di questo. Di come non ci siamo allontanati molto dalle barbarie, dove clientele finanziarie e politiche si sono sostituite ai grandi feudatari al seguito del re, pronti a sostenerlo o a tradirlo. Le nuove invasioni barbariche, i nuovi barbari, i nuovi re.
A noi che guardiamo rimane solo una domanda, se la classe politica ci rappresenta, allora anche noi siamo così? Cosa siamo disposti a sacrificare? Per quali battaglie siamo ancora disposti a lottare? Aveva ragione Manzoni quando nell'Adelchi scriveva Ad innocente opra non v' è : non resta Che far torto, o patirlo. O piuttosto siamo solo pedine, come diceva Machiavelli: perché il volgo va sempre dietro alle apparenze e a quel che succede; e nel mondo non c'è altro che volgo: le minoranze non contano, quando la massa ha dove appoggiarsi.
Eppure anche Niccolò, in fondo all’anima, non voleva rinunciare alla speranza che esistesse un Principe in grado di mettere i suoi interessi dopo lo Stato.


Il film, è ovvio, mi è piaciuto e devo riconoscere in Clooney un buon regista e un buon sceneggiatore. Soprattutto ha scelto dei volti davvero perfetti per il ruolo assegnato, senza contare che Clooney non si è ritagliato ogni fotogramma per sé, anzi. É vero, però, che ho visto solo questo film e guardando i commenti in giro mi sono accorta che molti lo ritengono piatto e prevedibile. Una ragazza citava un film che non ho visto dicendo che era molto più bello I colori della vittoria. Provvederemo.

consigliato.