Ai piu’ giovani non dira’ niente.. a qualcuno invece, a sentire nominare Mandrake , potrebbe venire in mente il film cult “Febbre da cavallo” dove un istrionico Gigi Proietti interpretava Bruno Fioretti , soprannominato cosi per via del “sorriso magico”. In effetti il termine in inglese significa «mandragola», nome di una pianta alla quale gią nell’antica Grecia erano attribuiti poteri magici. “Mandreik” cosi si pronuncia, e’ nato nella meta’ del primo Novecento dallo statunitense Lee Falk con disegnatore Phil Davids. Bisogna considerare che all’epoca erano molto diffusi gli spettacoli di illusionisti. Frac cilindro e mantello , protagonista di oltre cinquant'anni di storie tradotte in tutto il mondo, Mandrake che ha appreso i segreti della magia in Tibet, sfrutta soprattutto la sua intelligenza per risolvere le indagini combattendo contro tenebrosi cattivi…su tutti il Cobra anche lui mago ex amico e compagno di corso, ma al servizio del male. Mandrake vive insieme a Narda e la sua fidanzata e Lothar, gigantesco assistente nubiano in una villa chiamata Xanadu, dotata di mille accessori tecnologici Il personaggio affascino’ anche Federico Fellini…ma il progetto di un lungometraggio non ando’ mai in porto.
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The Phantom, l'ombra che cammina, primo eroe mascherato dei comics, e infatti ribattezzato in Italia come "l’uomo mascherato", fu un'altra invenzione di Lee Falk, con Ray Moore come disegnatore. Calzamaglia rossa ,mascherina a coprire gli occhi, questo combattente del crimine vive nella jungla, ed e’ piu’ vicino alla cultura grecoromana con il suo fisico scultoreo…con se ha due grosse pistole e un anello con un teschio che gli permette di marchiare i suoi nemici. La sua fidanzata si chiama Diana Palmer. Ovviamente come per Mandrake, le sue storie a fumetti ,un mix di esotismo e thriller, vanno giudicate con lo spirito dell’epoca.
Enrico Fornaroli nell’introduzione al volume su Mandrake e L’Uomo Mascherato dei Classici del Fumetto di Repubblica scrive
“Una striscia giornaliera č costruita in modo che la sua lettura non sia troppo veloce e che la situazione narrativa non risulti incomprensibile anche a chi ha perso qualche puntata o a chi, semplicemente, ha la memoria corta. L’abilitą di Lee Falk in questo campo č sorprendente: anche lette una dietro l’altra le sue strisce non sono mai ripetitive.”
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