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Discussione: Il giallo scandinavo, un fenomeno nuovo che viene da lontano

          
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    Il giallo scandinavo, un fenomeno nuovo che viene da lontano

    Il grande successo della trilogia Millennium scritta da Stieg Larsson ha portato alla ribalta i gialli svedesi ma la letteratura poliziesca che viene dalla fredda Scandinavia ha una storia lunga e gloriosa, tanto che molti ritengono che il genere sia nato proprio in Norvegia per opera dello scrittore Maurits Hansen che fu uno dei padri della narrativa nordica e che, nel 1839, ben due anni prima del racconto di Poe “I delitti della Via Morgue” scrisse “L'assassinio del motorista Rolfsen - aneddoto criminale di Kongsberg” considerato il vero primo romanzo giallo.
    La narrativa poliziesca scandinava moderna nasce quando due scrittori svedesi, compagni anche nella vita Maj Sjöwall e Per Wahlöö creano il personaggio di Martin Beck, commissario della polizia di Stoccolma che ricorda sia le atmosfere intime dei gialli di Siemen che il lavoro di squadra dell'87° distretto immaginato da Ed McBain.
    Henning Mankell, uno dei più importanti esponenti della tradizione poliziesca svedese non nasconde il grande debito che ha nei confronti dei due coniugi, nell'introduzione alla ristampa del primo romanzo “Roseanna” pubblicato per la prima volta nel 1965:
    “Il libro non è per niente invecchiato. Perfino la lingua appare energica e viva. A cambiare è la realtà e io stesso. A quell'epoca si fumava sempre. Non esistevano i telefonini; erano le cabine telefoniche a contare. Si andava nei grill a pranzare, nessuno aveva dei mini-registratori in tasca e di computer s'era a malapena sentito parlare. Quella svedese, inoltre, era una società che si trovava ancora più vicina al passato che al futuro. Le grandi ondate di immigrati non erano ancora iniziate. Arrivavano operai in alcune delle nostre grandi industrie ma le ondate di rifugiati non esistevano. E tutti mostravano il passaporto anche se dovevano recarsi soltanto in Norvegia o in Danimarca.
    Per Wahlöö è scomparso da molti anni, Maj Sjöwall è invecchiata come siamo invecchiati io e i lettori che essi raggiungevano una generazione fa. Ora rileggo il romanzo su Roseanna in un giorno di dicembre, quarant'anni dopo la sua uscita. Molte cose naturalmente le ho dimenticate. Ma la costruzione del romanzo poggia su solide fondamenta. E' ben studiato, ben strutturato. E' evidente che avevano preparato accuratamente il loro progetto di scrivere dieci libri sulla squadra omicidi, i forma di fiction ma basato sulla realtà. L'intenzione è chiara. Già nella prima pagina del romanzo, ad esempio, c'è una minuziosa disamina del processo decisionale congiunto di varie autorità quando si tratta di organizzare il dragaggio di una zona del Canale gota ostruita dal fango.
    (…) Quante volte mi hanno domandato cos'abbiano significato per me i romanzi di Per Wahlöö e Maj Sjöwall; non lo so ma fatico a credere che chi si sia dedicato al lavoro di scrivere sul crimine come riflesso della società, in un modo o nell'altro non si sia ispirato a quanto hanno scritto loro.”

    Anche il norvegese Jo Nesbø, il nuovo astro nascente del giallo nordico è un fan della coppia di giallisti svedesi:
    “Gli artisti stanno sulle spalle di artisti che sono venuti prima di loro. E' così, che lo vogliano o meno e che ne siano o meno consapevoli. L'artista crea qualcosa che è la continuazione del lavoro di altri, sia che balli, giochi a calcio o scriva libri. Ma le spalle di alcuni sono più larghe di quelle di altri, dove chi sale non riesce comunque ad arrivare più in alto.
    Sulle spalle di Sjöwall e Wahlöö, ad esempio, c'è spazio per tutti gli scrittori contemporanei. Vi trovano posto persino quelli scrittori che non hanno letto un libro di Sjöwall e Wahlöö e che pertanto si considerano totamente immuni dalla loro influenza. Questo perchè, al pari di altri scrittori come Raymond Chandler, Dashiell Hammett e Georges Simenon, hanno definito il genere, l'aspettativa del lettore su come dev'essere un giallo e quindi il punto di partenza, il ground zero, da cui, con la promessa del genere “romanzo su un crimine” stampata sulla copertina, comincia la propria comunicazione con il lettore. Dove dirigersi da lì, è ovviamente a discrezione del singolo. E' si può ovviamente creare qualcosa di totalmente nuovo. Come hanno fatto Sjöwall e Wahlöö.
    Fu con “L'uomo al balcone” che la coppia di scrittori svedesi sfondò nel 1965. nell'estate del 1963 due ragazzine erano state violentate e uccise a Stoccolma, dopo che l'autore del crimine le aveva attirate fuori dal parco in cui giocavano, e questa vicenda ripresa dalla realtà fornì lo spunto al romanzo. E questa è la prima cosa che colpisce chi inizia a leggere il libro: la storia è reale.”
    Dalla prefazione di Jo Nesbø a “L'uomo al balcone”

    L'improvvisa morte di Per Wahlöö nel 1975 chiuse la serie di romanzi con protagonista Martin Beck mentre Maj Sjöwall continuò a scrivere altri gialli in coppia con lo scrittore olandese Tomas Ross e col tedesco Jürgen Alberts.
    Questi sono i romanzi che costituiscono la serie con Martin Beck:


    Roseanna (1965)Roseanna, trad. Hilia Brinis, Milano: Garzanti, 1973; trad. Renato Zatti, Palermo: Sellerio, 2005 ISBN 8838919747
    Mannen som gick upp i rök (1966) L'uomo che andò in fumo, Garzanti, 1974; Sellerio, 2009 ISBN 8838923582 ISBN 9788838923586
    Mannen på balkongen (1967)
    L'uomo al balcone, Garzanti, 1973; Sellerio, 2006 ISBN 8838921350 ISBN 9788838921353
    Den skrattande polisen (1968)
    Il poliziotto che ride, Garzanti, 1973; Sellerio, 2007 ISBN 8838922071
    Brandbilen som försvann (1969)
    L'autopompa fantasma, Garzanti, 1974; Sellerio, 2008 ISBN 8838922675 ISBN 9788838922671
    Polis, polis, potatismos! (1970)
    Omicidio al Savoy, Garzanti, 1974; Sellerio, 2008 (con una nota di Andrea Camilleri) ISBN 9788838923043
    Den vedervärdige mannen från Säffle (1971)
    L'uomo sul tetto, Sellerio, 2010 ISBN 8838924228
    Det slutna rummet (1972)
    La camera chiusa, Sellerio, 2010 ISBN 8838924961
    Polismördaren (1974)
    Un assassino di troppo, Garzanti, 1976; Sellerio, 2005 ISBN 8838920699 ISBN 9788838920691
    Terroristerna (1975)
    Terroristi, Sellerio, 2011 ISBN 8838925658


    I due scrittori svedesi devono la loro fama in Italia in gran parte ad Andrea Camilleri che segnalò i loro gialli alla Sellerio e che ne parla in alcuni romanzi di Montalbano come per esempio in “La vampa d'agosto: "Po’ sinni stetti a liggirisi fino alle unnici un bello romanzo poliziesco di dù autori svidisi che erano marito e mogliere e indove non c’era pagina senza un attacco feroce e motivato alla socialdemocrazia e al governo. Montalbano mentalmente lo dedicò a tutti quelli che si sdignavano di leggiri gialli pirchì, secondo loro, si trattava sulo di un passatempo enigmistico."

    Con una raccomandazione del genere non si può certo resistere al fascino di questi gialli forse un po' datati ma molto interessanti e impegnati.


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    Ho il vago ricordo di avere letto l'incipit di "Roseanna" in circostanze che ho dimenticato, ma ricordo il vago senso di spaesamento nel leggere di sigarette a gogo e cabine telefoniche, un po' come quando si legge un Maigret.
    Altri autori che dovrei/vorrei approfondire.

    Il mio contributo a questa discussione però non può prescindere dal raccomandare a tutti la lettura della serie del commissario Wallander, frutto della penna inarrivabile di Henning Mankell.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  4. #3
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    Questa è la mia recensione de "I primi casi di Martin Beck" che racchiude i primi romanzi di Sjöwall e Wahlöö:

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    La Svezia sul banco degli imputati

    Questi sono i primi romanzi scritti a quattro mani da Maj Sjowall e Per Wahloo e penso sia stata una forzatura dell'editore dedicarli solo a Martin Beck, che indubbiamente è il personaggio di punta di questi gialli ma l'ambientazione, che richiama palesemente quella dell'87° distretto creato da Ed McBain, è corale e tutti i detective hanno il loro ruolo importante, anche nel romanzo "L'uomo che andò in fumo" che è ambientato prevalentemente in Ungheria. Di questi tre romanzi il più debole mi è parso il primo "Roseanne", in quanto lento e legnoso, senza uno scatto d'interesse che risollevasse la piattezza della trama, che in qualche caso mi è parsa lacunosa e cucita alla meglio. E' con il terzo libro "L'uomo al balcone" che il livello sale notevolmente, sia per l'intreccio che per lo sguardo critico degli autori sulla società svedese che già alla metà degli anni Sessanta pareva già corrotta e senza possibilità di redenzione. E' la Svezia la vera colpevole di questo romanzo, e i lettori se ne accorgono presto atrraverso qualche commento degli autori che interferiscono con la trama per indicare i punti dolenti della loro società ancora senza cellulari, senza computer ma con il Male già dentro casa. Siowall e Wahloo sono i veri genitori di quell'ondata svedese che ha travolto il mondo della letteratura poliziesca e che ha in Henning Mankell e nel Commissario Wallander i loro grandi eredi.

  5. #4
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    La letteratura svedese ha una lunga tradizione di scrittori di alto livello e per fermare l'analisi al solo Novecento possiamo citare i nomi di August Strindberg (celebre drammaturgo autore di “La signorina Giulia”, “La camera rossa” e Delitto per delitto”), Selma Lagerlöf, (primo premio Nobel femminile, autrice di famosi romanzi come “La saga di Gösta Berling” e “Il Viaggio meraviglioso di Nils Holgersson”), Pär Fabian Lagerkvist, altro premio Nobel, autore del romanzo “Barabba” che fu portato sugli schermi da Richard Fleischer e la celebre Astrid Lindgren creatrice di Pippi Calzelughe e autrice anche di “Vacanze all'isola dei gabbiani”.
    Sul solco di questa grande eredità il giallo svedese trova nuova linfa con Kerstin Ekman, scrittrice nata nel 1933 che nei suoi libri riesce a fondere con maestria il plot giallo con una particolare capacità di scandagliare l'animo umano. La qualità della sua narrativa è testimoniata anche dal fatto che è stata membro dell'Accademia di Svezia sino alle sue dimissioni dovute alla mancata solidarietà dell'Accademia a Salman Rushdie.
    Il suo più grande successo è indubbiamente “Il buio scese sull'acqua” ambientato nelle solitarie terre del nord della Svezia.

    Questa è la presentazione del libro nei risvolti di copertina:
    Svartvattnet, "acqua nera", è il nome di un piccolo villaggio nel Nord della Svezia. Annie Raft ha deciso di trasferirsi con la figlia in quel luogo lontano e solitario, dove l'aspetta una nuova vita insieme al suo amante, Dan. Ma il giorno dell'arrivo (nel pieno dell'estate nordica, quando una luce livida aleggia su ogni cosa) le riserva un crudele benvenuto: attraversando un bosco Annie si imbatte nei cadaveri straziati di due campeggiatori; è la scoperta di un delitto che rimarrà irrisolto per anni, segnando indelebilmente la vita del villaggio. Ma è soprattutto Annie a restare segnata: incapace di dimenticare, intraprende la sua privata, ossessiva indagine che la porterà a contatto con diversi personaggi, ciascuno dei quali potrebbe essere il colpevole o conoscere un frammento di verità; come Johan, che vagava nella foresta poco dopo l'omicidio, come il dottor Birger, impegnato con Annie nella ricerca di un po' di luce. Sono gli abitanti del paese dell'acqua nera, dove la natura è ostile e cancella con prepotenza le impronte dell'uomo; dove le case sono isolate e irraggiungibili, come i pensieri di chi le abita; dove ogni essere sembra celare un segreto. Kerstin Ekman è riuscita a regalarci un thriller emozionante e ben costruito, ambientato in un paesaggio indimenticabile. Ma allo stesso tempo la sua narrazione è ricca di spessore psicologico e attenzione per i conflitti emotivi e morali dei personaggi.
    Tra gli altri suoi romanzi più noti ci sono “La caccia”:
    Nord della Svezia, sta per iniziare l'annuale caccia all'alce. Un pulmino sfreccia in mezzo al bosco con a bordo sei uomini. Hanno tutti bevuto troppo e alla stazione li aspetta un amico. La fretta e l'alcol fanno sì che il guidatore non veda la donna in bicicletta, che viene travolta e uccisa. I sei amici, terrorizzati, decidono di non denunciare l'accaduto. Quando Bodin, l'uomo che li attendeva alla stazione, il giorno successivo fa sapere che quest'anno parteciperà anche lui alla caccia, i sei capiscono di trovarsi di fronte non solo un testimone ma anche a un ricattatore.
    “Sotto la neve”:
    La misteriosa scomparsa di Matti Olsen, maestro di scuola nel villaggio lappone di Rakispokk, dopo una partita di mah-jong, dà origine prima all'inchiesta ufficiale dell'agente di polizia Torsson (che archivia il caso come morte accidentale) e poi all'indagine personale di un vecchio conoscente di Olson, David Malm. La collaborazione tra i due, diversissimi per carattere, porterà alla scoperta di segreti e rivalità insospettabili nello sperduto villaggio dominato dall'oscurità e dal gelo invernale.

    E “La voce del torrente”:
    1916 Svezia: la levatrice Hillevi Klarin si trasferisce dalla città di Uppsala al remoto villaggio di Roback per seguire il suo fidanzato Edvard Nolin, futuro pastore di quella parrocchia. Il paese è situato tra boschi e laghi, in una zona di confine dove abitano insieme, non senza difficoltà, svedesi e lapponi, dove le condizioni di vita durissime lasciano un segno di primitiva ruvidezza sugli abitanti. La nuova realtà riserva a Hillevi molte situazioni inaspettate e difficili. Ma Hillevi decide di non arrendersi ed inizia ad ambientarsi in questa terra brutale e affascinante. Presto si renderà conto di non amare Edvard, ma Trond Halvorsen, che sposerà, adotterà una bambina lappone, e cercherà di fare da mediatrice tra i lapponi e gli svedesi.

    Kerstin Ekman è una scrittrice che riesce a darci una vivida rappresentazione delle inquietudini di una nazione che ci sembra perfetta e in pace con se stessa ma che cova dentro di se tanti germi di insicurezza e di profonde tragedie svelate in questi romanzi che superano i confini della letteratura gialla.


  6. #5
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    Un altro autore che ha capito la lezione di Sjöwall e Wahlöö è Henning Mankell, creatore dell'ispettore Wallander e profondo indagatore dell'animo svedese tanto che si potrebbe azzardare che Mankell non cerca la colpa nell'assassino delle sue storie ma nell'esistenza del suo Paese. “Come abbiamo fatto ad arrivare a questo?” si chiese spesso Kurt Wallander, protagonista di numerosi gialli di Mankell.
    In controluce si delinea la trasformazione di una Nazione che ha perso le sue linee guida e si è evoluta secondo direttrici molto diverse da quelle che la sua storia facevano prevedere. La critica sociale di Mankell è spietata, molto più incisiva di quella della coppia Sjöwall e Wahlöö, che pure non nascondevano carenze e difetti della società svedese del benessere.
    Come nei gialli di Martin Beck, le vicende personali dell'investigatore e le sue indagini poliziesche si intersecano per darci un ritratto a tutto tondo di un ambiente e di un mondo che viene raffigurato nella sua interezza, rendendoci partecipi sino in fondo dei chiaroscuri della vita svedese.
    Kurt Wallander è un uomo alla deriva, con tutti i nostri vizi e le nostre debolezze ma affronta i suoi casi professionali con ostinazione e tenacia e alla fine, malgrado le sue ferite esistenziali doloranti riesce a far prevalere la giustizia pur non gioendo di questi successi ma avendo un atteggiamento sempre riflessivo sulla condizione umana.

    I romanzi di Mankell dedicati a Kurt Wallander sono:
    1991 - Assassino senza volto (Mördare utan ansikte - Faceless Killers), Marsilio (ISBN 88-317-8677-6)
    1992 - I cani di Riga (Hundarna i Riga - The Dogs of Riga), Marsilio (ISBN 88-317-7209-0)
    1993 - La leonessa bianca (Den vita lejoninnan - The White Lioness), Marsilio (ISBN 88-317-8721-7)
    1994 - L'uomo che sorrideva (Mannen som log - The Man Who Smiled), Marsilio (ISBN 88-317-7211-2)
    1995 - La falsa pista (Villospår - Sidetracked), Marsilio (ISBN 88-317-8483-8)
    1996 - La quinta donna (Den femte kvinnan - The Fifth Woman), Marsilio (ISBN 88-317-8782-9)
    1997 - Delitto di mezza estate (Steget efter - One Step Behind), Marsilio (ISBN 88-317-8484-6)
    1998 - Muro di fuoco (Brandvägg - Firewall), Marsilio (ISBN 88-317-7213-9)
    1999 - Piramide (Pyramiden - The Pyramid), Marsilio (ISBN 88-317-8630-X)
    2002 - Prima del gelo (Innan frosten - Before the frost), Mondadori (ISBN 88-04-50935-X)
    2009 - L'uomo inquieto (Den orolige mannen), Marsilio (ISBN 978-88-317-0728-2)

    2013 - La mano (Handen), Marsilio

    Oltre a questi ha scritto anche:


    1990 - Il cane che inseguiva le stelle (Hunden som sprang mot en stjarna), Fabbri (ISBN 88-451-8286-X)
    1991 - Joel e le lettere d'amore (Skuggorna växer i skymningen), Fabbri (ISBN 88-451-0752-3)
    1995 - Comédia infantil (Comédia infantil), Marsilio (ISBN 88-317-7742-4)
    1995 - Il segreto del fuoco (Eldens Hemlighet), Fabbri (ISBN 88-451-2891-1)
    2000 - Il figlio del vento (Vindens son), Marsilio (ISBN 88-317-7988-5)
    2000 - Il ritorno del maestro di danza (Danslärarens återkomst - The Return of the Dancing Master), Marsilio (ISBN 88-317-9203-2)
    2004 - Nel cuore profondo (Djup - Depth), Mondadori (ISBN 88-04-54859-2)
    2006 - Scarpe Italiane (Italienska skor), Marsilio (ISBN 978-88-317-9415-2)
    2007 - Il cervello di Kennedy (Kennedys hjärna - Kennedy's Brain), Arnoldo Mondadori Editore (ISBN 88-04-56664-7)
    2007 - Il cinese (Kinesen - The Man from Beijing), Marsilio (ISBN 88-317-9787-5)
    2009 - Il ragazzo che dormiva con la neve nel letto (Pojken som sov med snö i sin säng ), Rizzoli (ISBN 978-88-17-02950-6)
    2009 - Il ragazzo che voleva arrivare ai confini del mondo (Resan till världens ände ), Rizzoli (ISBN 978-88-17-03701-3)
    2012 - Ricordi di un angelo sporco (Minnet av en smutsig ängel), Marsilio (ISBN 978-88-317-1225-5)

    2013- Com
    édia infantil (Comédia infantil), Marsilio
    2014- Il figlio del vento (Vindens son), Marsilio
    2014- L'occhio del leopardo (Leopardens oga), Marsilio
    2016- Il cervello di Kennedy (Kennedys hjärna), Marsilio
    2016- Stivali di gomma svedesi, Marsilio
    2017 - Le ragazze invisibili (Tea-Bag), Marsilio
    e l'autobiografia "Sabbie Mobili" del 2015.



    Personalmente ritengo che i suoi romanzi più riusciti siano “Delitto di mezza estate”, “La leonessa bianca”, “La falsa pista”e “Il ritorno del maestro di danza” ma tutti meritano di essere letti per la capacità di Mankell di architettare trame incisive e appassionanti.

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    La scuola giallistica svedese ha una grande storia che comincia nel 1905 con “Doktor Glas” importante romanzo di Hjalmar Söderberg, un grande affresco criminale, più vicino a ”Delitto e castigo” che al romanzo poliziesco di consumo. Per anni poi, la produzione svedese rimase più aderente ai modelli classici degli autori rinomati come Conan Doyle (Sture Stig, S.A. Duse, Jules Regis), Maurice Leblanc (Frank Heller) e Agatha Christie (Ynge Hedwall).
    La prima grande giallista sufficientemente libera da influenze straniere è Kjerstin Göransson-Ljungman, che pubblica nel 1939 il suo capolavoro ”27 sekundmeter, snö” (Ventisette metri al secondo, neve) la storia di un delitto in un cottage isolato dalla neve.
    Il grande giallista degli anni Quaranta è però il giornalista Stieg Tranter, i cui libri sono ambientati a Stoccolma e hanno come protagonista il fotografo Harry Fiberg. (nel 1967, alla morte di Trenter la serie è stata continuata dalla moglie Ulla).
    Vic Suneson (pseudonimo di Sune Lundquvist) introduce in Svezia il racconto giallo a sfondo giudiziario mentre Maria Lang, una direttrice di scuola il cui vero nome è Dagmar Lange, comincia a pubblicare romanzi alla Christie.


    Nonostante questi validi esponenti la ”nouvelle vague” scandinava si affermò in libreria solo negli anni Novanta con Henning Mankell che fu presto seguito da Håkan Nesser e Liza Marklund, i primi scrittori svedesi di bestseller polizieschi.

    Come il suo collega Kurt Wallander, Van Veeteren, eroe di Håkan Nesser è un commisarrio di polizia e fa la sua comparsa nel romanzo ”La rete a maglie larghe” del 1993:
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    Inizia male la giornata per Janek Mitter, con quel mal di testa lancinante. Sul pavimento le bottiglie di vino vuote, segno di una lunga notte d’amore con la giovane moglie Eva; nel bagno il cadavere di lei che galleggia nella vasca. Pochi ricordi sbiaditi dall’alcol e la sola certezza di non essere stato lui a ucciderla. Eppure tutto lo accusa e a nulla vale la linea difensiva: la condanna per omicidio colposo arriva inesorabile, sei lunghi anni di carcere.
    Ma il commissario Van Veeteren non crede alla colpevolezza dell’uomo: il suo istinto di segugio gli suggerisce che altra è la pista da battere, fra i colleghi della coppia, al liceo dove entrambi insegnavano, nel loro passato. E dopo che Mitter viene brutalmente pugnalato in cella, il commissario e la sua affiatata squadra scavano nel passato di Eva. Il disegno stenta a ricomporsi perfino agli occhi smaliziati di un uomo come Van Veeteren, che l’esperienza ha reso solitario, malinconico, cinico alle volte, ma anche profondamente umano. Quand’ecco che un nuovo omicidio, apparentemente estraneo alla vicenda, indica al commissario come avvolgere nella rete il colpevole, una rete a maglie larghe formata dal grossolano intreccio di serietà e di burla, la sola in grado di catturare le cose grandi e difficili.
    Nasce con questo incalzante romanzo, primo di una serie di dieci polizieschi, il personaggio di Van Veeteren, commissario nella città fittizia di Maardam collocata in un imprecisato nord Europa: disincantato, riflessivo, buon giocatore di scacchi, un poco meteoropatico, fissato di battere almeno una volta a badminton il collega Münster, affronta i casi cercando soprattutto di capire le ragioni più riposte che spingono a compiere il male.
    http://www.guanda.it/scheda.asp?edit...+MAGLIE+LARGHE


    A questo romanzo d'esordio seguì ”L'uomo se visse un giorno” del 1995:
    Un tranquillo mattino di agosto un duplice omicida esce di prigione. Sono dodici anni che non mette piede fuori di quelle mura. Prende la sua valigia e si incammina. Un piovoso giorno di aprile, durante una gita scolastica, una bambina rinviene il corpo di un uomo, privo di testa, mani e piedi. Che cosa collega i due fatti?
    Dalle prime indagini emerge che si tratta del cadavere di Leopold Verhaven, ex stella dell'atletica leggera, caduto in disgrazia in seguito a uno scandalo sul doping e rilasciato otto mesi prima, dopo aver scontato una condanna per l'omicidio di un'ex fidanzata.
    Il commissario Van Veeteren e i suoi collaboratori della Centrale di polizia di Maardam cominciano così a scavare nei meandri della vita di una persona apparentemente qualunque, nel suo passato, nella sua solitudine … A poco a poco si delinea il ritratto di una personalità complessa, sfaccettata, e insieme emergono le tracce di un terribile segreto che ha segnato per sempre la vita di molte persone.
    http://www.guanda.it/scheda.asp?edit...ISSE+UN+GIORNO

    Nel 1996 Håkan Nesser pubblicò ”Una donna segnata”:
    È un vero rompicapo il nuovo caso toccato al commissario Van Veeteren: l’omicidio di un maturo imprenditore, freddato dentro casa, con l’aggiunta di due colpi sparati all’inguine. Dalle prime indagini non emergono piste da seguire, ma nel giro di qualche giorno viene compiuto un nuovo delitto, sempre con le medesime modalità. Van Veeteren sa che la casualità non esiste, e che ci sono invece differenze abissali fra certe cause e altre. Le indagini fanno emergere che i due uomini, pochi giorni prima di morire, avevano ricevuto misteriose telefonate, dove al silenzio seguiva una musica anni Sessanta. E appena il commissario ricompone i primi frammenti dell’intreccio avviene un terzo identico omicidio. La caccia al colpevole diventa estenuante: occorre anticiparne le mosse, prevederne la spietata logica, capirne il movente. A poco a poco tra l’assassino e Van Veeteren si apre una partita sottile, costellata di altre morti e di scoperte sempre più sconvolgenti, e conclusa da una mossa lucida e spietata come un atto di accusa verso l’inevitabile crudeltà della vita.
    Questa nuova inchiesta dell’erede nordico di Maigret, distaccato e meditativo, conferma l’abilità consumata di Håkan Nesser nel costruire atmosfere tese e asciutte, nello scavare i più riposti angoli dell’animo umano e nell’illuminarli anche solo per un istante con autentica e profonda pietà.
    http://www.guanda.it/scheda.asp?edit...+DONNA+SEGNATA



  8. Thanks Mauro thanked for this post
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    Il suo crescente successo continuò con ”Il commissario e il silenzio”:
    Il commissario Van Veeteren è stanco. Burbero e solitario, il vecchio segugio medita la pensione. E una vacanza fuori programma. Ma qualcosa di irresistibile e di oscuro continua, nonostante tutto, ad attrarlo. Una donna misteriosa denuncia la sparizione di una ragazzina dalla colonia estiva di Oscar Jellinek, discusso pastore alla guida della setta della Vita Pura. Alla sparizione segue la scoperta del cadavere, e la tranquilla località di Sorbinowo viene scossa da due settimane di inaspettata notorietà. Le indagini sembrano fallire in ogni direzione, intrappolate in un’impenetrabile rete di silenzio. Ancora una volta Van Veeteren seguirà l’inchiesta in tutta solitudine, lasciandosi guidare dall’intuito, fino a trovare un’esile e del tutto illogica traccia.
    Nesser e Van Veeteren sembrano voler indagare il caos, la follia, che trasfigurano i boschi nelle «armate del silenzio». Il commissario si rifugia nella musica e negli scacchi, illusioni di un ordine ideale ma fittizio. Ed è qui che l’indagine poliziesca, come spesso in Dürrenmatt, si fa riflessione filosofica, abissale e dall’esito quanto mai incerto.

    http://www.guanda.it/scheda.asp?edit...+E+IL+SILENZIO

    ”Carambole” del 1999:
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    «Il ragazzo che presto sarebbe morto rise... L’uomo che presto avrebbe ucciso aveva voglia di tornare a casa.» In una fredda notte di pioggia due vite fatalmente si incrociano in un tragico incidente: l’uomo, un automobilista ubriaco, investe il ragazzo, un giovane studente, e, col favore del buio, fugge non visto. Il fatto sconvolge però la sua esistenza, ponendogli dei drammatici dilemmi, e innesca una serie di eventi e di omicidi che appaiono inspiegabilmente predeterminati e imprevedibili allo stesso tempo. La polizia di Maardam, l’immaginaria cittadina nordeuropea che fa da sfondo alla serie creata da Håkan Nesser, brancola nel buio: assassino e movente sembrano introvabili...
    E il commissario Van Veeteren non c’è più: ritiratosi dall’attività investigativa, è diventato libraio in una libreria antiquaria. Ma quando la sua vita e il suo stesso sangue vengono coinvolti nel dramma più cupo e doloroso, Van Veeteren è costretto a venire in aiuto degli ex colleghi con il suo infallibile fiuto che, unito all’intuizione di altri agenti e a un viaggio oltreoceano, lo porterà a risolvere il caso.

    http://www.guanda.it/scheda.asp?edit...tolo=CARAMBOLE
    e “Un corpo sulla spiaggia” del 2000:


    Luglio è arrivato. Il caldo opprime ormai da giorni la cittadina di Maardam. Ancora poche ore di lavoro, e per l’ispettore di polizia Ewa Moreno le tanto sospirate ferie non saranno più un miraggio. Non solo: Ewa ha un nuovo affascinante fidanzato, Mikael Bau, che l’ha invitata nella sua casa estiva di Port Hagen. Ma a quanto pare non è così semplice «staccare la spina»: dall’interrogatorio di un pericoloso criminale emergono accuse infamanti proprio all’indirizzo della polizia.
    Come se non bastasse, l’ispettore si ritrova implicata nella scomparsa di Mikaela Lijphart, una diciottenne il cui destino si intreccia drammaticamente ai fantasmi di un’altra estate lontana, quella del 1983: la morte misteriosa di una ragazza, Winnie Maas, la relazione di quest’ultima con un professore poi sprofondato nella follia, un cadavere che riaffiora dalla sabbia, una brutta storia che qualcuno ha preferito coprire. Dal caos iniziale emerge a poco a poco una logica ferrea quanto brutale, un disegno fatto di squallore e irrimediabile debolezza umana. Scandito dalle massime lapidarie del commissario Reinhart e del suo predecessore Van Veeteren, il romanzo è intriso del pessimismo morale che segna molti personaggi di Håkan Nesser: «L’essere umano è un animale dall’anima molto sporca. Ed è molto bravo a lavarla».


    Nel 2006 Håkan Nesser crea un nuovo personaggio, il commissario Gunnar Barbarotti, figlio di un italiano e di una svedese che fa il suo esordio nel romanzo ”L'uomo senza un cane” a cui seguirono i gialli ”Era tutta un'altra storia”, ”L'uomo con due vite” e ”L'uomo che odiava i martedì”


    Come i romanzi di Mankell, anche i gialli di Nesser mettono a fuoco l'indagine poliziesca intrecciandola con la vita privata dei detective che vediamo in tutti gli aspetti più o meno brillanti e assistiamo anche ai non rari momenti di depressione di questi investigatori che patiscono profondamente la violenza e l'orrore dei casi che devono affrontare. Una differenza tra i due scrittori è la critica sociale del modello svedese, molto più accentuata in Mankell, che la usa quasi come sottotrama per i suoi libri, meno presente in Nesser, maggiormente intento ad indagare sugli aspetti psicologici e caratteriali dei personaggi.



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  11. #8
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    Ho adorato Millennium,ricordo di aver letto i tre libri nel giro di pochi giorni.Poi ho conosciuto Camilla Lagerbak.Ma qui c'è un mondo da scoprire! Grazie Chomsky.
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  12. #9
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    Grazie a te nottibianche.


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    Nel 1995 la giornalista Liza Marklund pubblica il suo primo romanzo ”Sprängaren” "Delitto a Stoccolma" che ha come protagonista la giornalista Annika Bengtzon che diventa subito una beniamina dei lettori. A questo giallo seguiranno ”Studio Sex” e "Paradiset” "Fondazione Paradiso"

    ”Delitto a Stoccolma”:


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    Mentre Stoccolma si prepara a celebrare le Olimpiadi, una bomba esplode nello stadio principale della città, simbolo stesso dei Giochi. Dopo pochi giorni, un'altra bomba fa saltare un impianto sportivo, seminando il terrore. La polizia parla di atto terroristico, ma dalle pagine dellaStampa della Sera, Annika Bengtzon conduce la sua personale indagine e scava nel mondo del comitato olimpico e della sua direttrice, donna potente e famosa, ma con molti lati oscuri nella vita privata. Appena promossa caposervizio di nera, Annika insegue una difficile carriera in una grande città: osteggiata da parte della redazione, deve dimostrare ogni giorno che anche una donna madre di due bambini è in grado di fare bene il suo lavoro e di battere la concorrenza. Con questo primo caso che ha reso famosa Annika Bengtzon, Liza Marklund ha scritto uno dei romanzi svedesi di maggior successo di tutti i tempi, un thriller emozionante con un'eroina vivace e coraggiosa, che combina suspense e critica sociale nella migliore tradizione scandinava.

    ”Il lupo rosso”:
    Annika Bengtzon, reporter di punta della Stampa della seradi Stoccolma, parte per Luleå, non lontano dal circolo polare artico, per incontrare un collega giornalista che le ha promesso informazioni su un vecchio attentato terroristico rimasto irrisolto su cui lei sta indagando. Ma quando arriva, viene a sapere che qualcuno lo ha ucciso. Le ricerche di Annika, trentacinque anni, un matrimonio in difficoltà e due bambini da accudire, conducono a un uomo che è tornato nel profondo nord della Svezia per ritrovare le sue radici e riunirsi al gruppo di cui un tempo aveva assunto il comando.

    ”Il testamento di Nobel”:

    Mancano poche settimane a Natale e al municipio di Stoccolma si festeggiano i premi Nobel. Inviata della Stampa della Sera, anche Annika Bengtzon partecipa al ricevimento, e mentre segue gli ospiti nelle danze, da cronista a caccia di notizie diventa testimone chiave di omicidio: la musica è interrotta da due spari, e il premio per la medicina cade a terra seguito dalla donna che balla con lui, colpita al cuore. Costretta al silenzio stampa, Annika decide di seguire comunque le indagini e di scavare nel torbido mondo della ricerca scientifica. La sua inchiesta la porta sulle tracce di un misterioso testamento lasciato da Alfred Nobel.

    ”Finché morte non ci separi”:
    In una notte di giugno, qualcuno uccide il commissario di polizia David Lindholm nel suo letto: un colpo alla testa e uno al ventre. La moglie Julia è in stato di shock, il figlio di quattro anni scomparso. È su Julia che si concentrano tutti i sospetti, sembra trattarsi di una vendetta per gelosia. Ma è davvero così? E davvero David Lindholm era un poliziotto esemplare come tutti sostengono? Annika Bengtzon, sopravvissuta all'incendio della propria casa e rientrata a pieno ritmo alla redazione della Stampa della sera, è convinta che le indagini abbiano seguito una pista sbagliata. Ma deve lei stessa capire quali siano i motivi che la spingono a cercare con tanto accanimento la verità. È la sua passione per la giustizia, o forse sta solo identificandosi con il destino di una donna tradita? La sua nuova inchiesta la porta all'interno del corpo di polizia e nel cuore del sistema giudiziario, costringendola a un confronto con se stessa e a rimettere ordine nella sua vita, così sconvolta


    ”Freddo Sud”:


    A Marbella, l'intera famiglia di Sebastian Söderström, idolo svedese di hockey sul ghiaccio, viene sterminata da un attacco con il gas a opera di una banda di rapinatori. Una tragedia che sconvolge la comunità straniera di ricconi e celebrità, che si godono le meraviglie della Costa del Sol protetti da alte mura e sofisticati sistemi d'allarme. Annika Bengtzon raggiunge la Spagna come inviata della Stampa della sera, lasciandosi per qualche giorno alle spalle a Stoccolma la sua faticosa routine di casa-lavoro-bambini, complicata dall'imminente divorzio da Thomas e da un nuovo superiore che la perseguita in redazione. Mentre la polizia spagnola è pronta ad archiviare il caso, lei si convince che i Söderström non siano morti per l'errore di qualche ladro anonimo: qualcuno ha progettato di ucciderli. Vulnerabile e testarda, Annika cerca la verità in un ambiente dove i segreti vengono custoditi per generazioni: al di là delle sontuose facciate, trova un mondo parallelo di corruzione e droga, che un filo di sangue lega a uno sperduto podere della Svezia. Professionista della documentazione, Liza Marklund costruisce la nuova inchiesta della sua reporter Annika Bengtzon basandosi su fatti reali, e dà vita a un thriller di grande suspense che, abilmente combinato con storie di vita quotidiana, fa emergere spietatamente gli abissi della cosiddetta società bene.


    Nel 2011 la Marklund scrive ”Linea di confine”:

    Dopo tre anni trascorsi come corrispondente da Washington, Annika Bengtzon torna alla redazione di Stoccolma de La Stampa della sera, mentre Thomas, il marito ritrovato, è funzionario al dipartimento di Giustizia, incaricato di analisi della sicurezza internazionale. Un pomeriggio, nei pressi di una scuola materna in un sobborgo della capitale, sotto un mucchio di neve viene ritrovato il corpo di una donna. Si tratta della quarta giovane madre che cade per mano di un assassino, pugnalata alle spalle. Intanto, Thomas e l'intera delegazione di cui fa parte vengono rapiti al confine tra Kenya e Somalia: i rapitori esigono un riscatto irragionevole e impossibile da esaudire. Per Annika, assorbita dalle indagini sul presunto serial killer, comincia l'incubo delle trattative.
    http://www.marsilioeditori.it/libri/scheda-libro/3171471/linea-di-confine


    Nel 2011 Liza Marklund assieme al celebre scrittore statunitense James Patterson, il romanzo ”Cartoline di morte” che le ha dato una notorietà straordinaria consentendole di arrivare al primo posto delle vendite negli USA, secondo autore svedese a riuscirci dopo Stieg Larsson.

    Questa è la bibliografia di Liza Marklund con Annika
    Bengtzon:


    • 1998 - Sprängaren - Delitto a Stoccolma
    • 1999 - Studio Sex - Studio Sex
    • 2000 - Paradiset - Fondazione Paradiso
    • 2002 - Prime Time - I dodici sospetti
    • 2003 - Den röda vargen - Il lupo rosso
    • 2006 - Nobels testamente - Il testamento di Nobel

    2007 - Livstid - Finché morte non ci separi
    2008 - En plats i solen - Freddo sud

    • 2011 - Du gamla du fria - Linea di confine
    • 2013 - Lyckliga gatan - Happy nation
    • 2015 - Järnblod - Ferro e sangue



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  14. #10
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    Perché mi costringete ad allungare a dismisura la mia wishlist?
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  15. #11
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    Purtroppo Mauro si tratta della famosa sindrome Tsundoku, o dell'accumulo compulsivo di libri della quale chi è malato non vuole guarire e chi e sano vuole ammalarsi ;-)


    Nel suo piccolo, la Svezia nel 1986 visse un momento della stessa intensità emotiva paragonabile all'omicidio di John Fitzgerald Kennedy quando l'amato primo ministro Olof Palme fu ucciso all'uscita di un cinema.
    Nonostante frenetiche indagini e diversi sospetti indagati e poi prosciolti non si arrivò ad un esito positivo dell'inchiesta e il fascicolo sull'omicidio Palme è ancora aperto.
    Come sempre ci furono miriadi di piste, credibili o meno che coinvolsero complotti in serie, mettendo anche in conto un coinvolgimento di Licio Gelli e della P2 ma alla fine tutto si risolse in un gran polverone.



    Il giallo più convincente e appassionate su questo caso è sicuramente “In caduta libera come un sogno” di Leif GW Persson, scrittore e criminologo che conosce bene molti retroscena:

    «Olof Palme. Il nome vi dice qualcosa?» Con questa domanda il capo della polizia di stato Lars Martin Johansson apre la riunione con i suoi più fedeli collaboratori, lasciandoli stupefatti. Johansson è allergico ai casi non risolti, e decide che è arrivato il momento di dare finalmente un nome all'assassino del Primo ministro. Riuscirà a individuare una nuova pista, l'ennesima, ma il risultato della sua indagine sarà anche una conferma dell'inevitabile corruttibilità di chiunque si avvicini troppo al Potere. Prendendo a spunto una delle più enigmatiche inchieste del dopoguerra, Persson tesse una trama dai risvolti sensazionali, sviscerando la rete di intrighi di un lungo periodo della nostra storia e fornendo una teoria che potrebbe decisamente avvicinarsi alla verità.
    http://www.giallosvezia.it/books/9788831718097-in-caduta-libera-come-in-un-sogno


    Più ancora che romanzi polizieschi, i suoi libri sono dei ‘noir’ che ritraggono un’intera società senza dare una soluzione ai suoi mali. Siamo soliti pensare che nell’Europa del Nord si viva in Stati ideali. I suoi romanzi sembrano negare ciò: è questo il motivo per cui ha messo il caso Palme al centro della trama?

    Avevo delle ragioni personali: avevo passato migliaia di ore a investigare l’assassinio di Palme, che è il caso più complesso e ancora irrisolto che mai si sia presentato. Ed è raro che non si trovi la soluzione quando la vittima è una persona di quel livello. Ero curioso del caso, volevo scriverne per scrollarmelo dalla mente.
    Fu un crimine estremamente semplice ma talmente perfetto che la verità non è stata ancora scoperta. Il fatto che proprio quella sera Palme avesse ‘licenziato’ le guardie del corpo è quello che mi fa pensare ad una cospirazione. Palme fu ucciso per motivi politici da persone che avevano buone informazioni sui suoi giri e sapevano come prenderlo.

    In apparenza la trama di questo romanzo è semplice, è un’inchiesta su un assassinio su cui c’è un’enorme collezione di materiale: come le è stato possibile consultare i documenti? Sono aperti al pubblico per la consultazione?
    Ho potuto consultare il materiale del caso Palme perché ho lavorato per più di trent’anni con la polizia di Stato - è un materiale che non sarà mai accessibile al pubblico. E sì, una parte del libro è verità documentata, una parte è invenzione - volevo esprimere la mia opinione su quanto accaduto. Una terza parte, infine, non so se sia vera o falsa, è una possibilità. È così che funziona un romanzo: prendi la verità e la mescoli con le invenzioni. “
    Leggendo, abbiamo l’impressione che non siano solo Johansson e Lisa e Anna a studiare i documenti per scoprire qualcosa di nuovo, ma anche Lei: quanto è stato coinvolto personalmente nell’analisi di questo caso?

    Ero affascinato da questa indagine. Mi interessavano i documenti: ho passato mesi a studiarli. C’erano così tante domande e nessuna risposta. E questa montagna di carta - è tutto un pasticcio.
    Quanto è plausibile la traccia della polizia, cioè di un colpevole che appartenga al corpo di polizia?
    Io sostengo una teoria della cospirazione non estrema, diciamo che c’è stata un certo grado di cospirazione. In casi così eclatanti, molto spesso i colpevoli sono persone vicino alla vittima, persone che dovrebbero difenderla e che sono quindi molto informate, che possono osservarla da vicino. Questa è la mia opinione, perché il mio rovello è- perché mai non c’erano le guardie del corpo? Ci sono buoni motivi empirici per giustificare la mia teoria.
    http://www.wuz.it/intervista-libro/2526/Intervista-Leif-Persson.html


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    Leif GW Persson è davvero un bel personaggio che sa quello che scrive per esperienza professionale, perché è un criminologo ed è stato professore all'accademia di polizia svedese.

    Questa è la sua bibliografia:

    1978 - Grisfesten (inedito in Italia)
    1979 - Profitörerna (inedito in Italia)
    1982 - Samhällsbärarna (inedito in Italia)

    Trilogia La caduta dello Stato Sociale
    2002 - Tra la nostalgia dell'estate e il gelo dell'inverno (2004), Marsilio Editori,

    Un apparente caso di suicidio, destinato a essere archiviato, porta la polizia e i Servizi di sicurezza di Stoccolma a indagare un dedalo di piste che conducono direttamente alla Cia e al Kgb, e pongono al centro di un'inchiesta che potrebbe cambiare gli equilibri politici dell'Europa la controversa figura del Primo ministro.

    http://www.giallosvezia.it/books/9788831710190-tra-la-nostalgia-dell-estate-e-il-gelo-dell-inverno

    2003 - Un altro tempo, un'altra vita (2005), Marsilio Editori

    Pur se archiviata, l'indagine per l'omicidio di un anonimo impiegato sembra in realtà avere continuato una sua vita segreta. Dieci anni dopo, gli uomini dei Servizi di sicurezza continuano a fare ricerche sulla vittima, e indagano un crimine molto più complesso di quello che la polizia aveva cercato di risolvere. Un ritratto brillante e tagliente del complicato e cinico mondo in cui gli affari della polizia si mescolano alla legge e alla politica.

    http://www.giallosvezia.it/books/9788831710206-un-altro-tempo-un-altra-vita

    2007 - In caduta libera come in un sogno (2008), Marsilio
    Editori
    «Olof Palme. Il nome vi dice qualcosa?» Con questa domanda il capo della polizia di stato Lars Martin Johansson apre la riunione con i suoi più fedeli collaboratori, lasciandoli stupefatti. Johansson è allergico ai casi non risolti, e decide che è arrivato il momento di dare finalmente un nome all'assassino del Primo ministro. Riuscirà a individuare una nuova pista, l'ennesima, ma il risultato della sua indagine sarà anche una conferma dell'inevitabile corruttibilità di chiunque si avvicini troppo al Potere. Prendendo a spunto una delle più enigmatiche inchieste del dopoguerra, Persson tesse una trama dai risvolti sensazionali, sviscerando la rete di intrighi di un lungo periodo della nostra storia e fornendo una teoria che potrebbe decisamente avvicinarsi alla verità.

    http://www.giallosvezia.it/books/9788831718097-in-caduta-libera-come-in-un-sogno


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  16. #12
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    2005- Anatomia di un'indagine (2007), Marsilio Editori

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    Nel mezzo di un’estate svedese insolitamente torrida, l’attenzione dell’intera nazione converge sulla tranquilla località di Växjö: Linda Wallin, vent’anni, brillante e attraente allieva della scuola di polizia, è stata brutalmente uccisa nell’appartamento di sua madre. Nella penuria di uomini dettata dalle vacanze estive, è il commissario Bäckström, arrogante ed egocentrico imbroglione, a guidare un’indagine serratissima. E se nella sua presunzione, Bäckström ritiene di poter risolvere il caso affidandosi a un estenuante controllo del dna dell’intera popolazione maschile del posto, fortunatamente la sua indolenza è bilanciata dall’ottimo lavoro sistematico di poliziotti che, passo dopo passo, con metodi più tradizionali riescono a mettere insieme i pezzi che portano alla soluzione. Ma nel cinico mondo di Persson, popolato di avvoltoi d’ogni genere, giornalisti a caccia di notizie, attorucoli in cerca di fama e pseudopsichiatri più matti dei loro pazienti, la giustizia trionfa solo parzialmente. Il suo è un romanzo impietoso ma assolutamente esilarante, dove il realismo più crudo è sempre bilanciato da una comicità trascinante: con il nuovo caso per Johansson e colleghi, Persson racconta in dettaglio come lavora - e a volte non lavora - la polizia, dimostrando ancora una volta la sua profonda conoscenza del genere umano e la sua capacità di trasformare magistralmente un classico caso di omicidio in un’amara commedia di costume.

    http://www.giallosvezia.it/books/978...di-un-indagine

    2008 - Uccidete il drago (2011), Marsilio Editori

    In un edificio di un sobborgo degradato di Stoccolma viene ritrovato il corpo di un uomo alcolizzato. È circondato da bottiglie vuote, nell'appartamento regna il caos, e tutto fa pensare a una lite tra ubriachi finita male. È quello che ci vuole per Evert Bäckström, il commissario più impresentabile del corpo di polizia svedese, ora destinato ad avere finalmente il suo momento di gloria. Le sue indagini, come sempre tutt'altro che convenzionali, portano a una pista completamente diversa. Un semplice omicidio tra compagni di bevute o un intrigo politico? Incrocio tra commedia e noir più nero, Uccidete il drago è, a detta dell'autore, una favola cattiva per adulti. Con il suo caratteristico sarcasmo, Persson ritrae il lavoro quotidiano della polizia, dove impegno e dedizione si alternano a corruzione e cinismo, dando vita a un'indagine a tratti grottesca, ma sempre amaramente autentica.

    http://www.giallosvezia.it/books/978...idete-il-drago

    2010- L'ultima indagine (2013), Marsilio Editori

    L'ex capo della polizia e dei servizi segreti Lars Martin Johansson, leggendario investigatore noto ai colleghi come «l'uomo che vede dietro agli angoli», è ricoverato all'ospedale, colpito da ictus cerebrale. Una vita di tensione ed eccessi, buon cibo e vino in abbondanza ha fatto salire pericolosamente la pressione e il suo cuore non regge più la minima emozione. Lo spirito del vecchio poliziotto si risveglia quando il medico che lo ha in cura gli ricorda l'omicidio irrisolto di una bambina, uccisa venticinque anni prima. Dal letto d'ospedale, Johansson comincia la sua indagine, deciso a fare giustizia, pur intuendo che si tratterà probabilmente del suo ultimo caso.

    http://www.giallosvezia.it/books/978...ltima-indagine




    2013-La vera storia del naso di Pinocchio (2014), Marsilio Editori

    L'omicidio di un equivoco avvocato di Stoccolma, un'anziana signora accusata di maltrattamento di animali e un gentiluomo con un catalogo di Sotheby sottobraccio aggredito nei pressi della corte. Il tutto collegato da un traffico di icone russe e oggetti d'arte, tra cui spicca uno splendido carillon con le sembianze di Pinocchio realizzato da Fabergé per lo zar Aleksej. Un oggetto prezioso che, dopo molti anni e varie peripezie, finisce in Svezia, prima a casa dell'avvocato assassinato e poi nelle tasche di Evert Bäckström. Il commissario più sgradevole, maschilista, corrotto e prevenuto di tutta la polizia di Stoccolma, riuscirà malgrado tutto a risolvere un caso decisamente complicato.

    http://www.giallosvezia.it/books/la-...o-di-pinocchio

    2015- Presunto terrorista (2016) Marsilio Editori

    Un lunedì di maggio, un’inattesa telefonata da parte di un collega dell’Mi6 costringe il capo operativo dei servizi di sicurezza della polizia svedese Lisa Mattei a dire addio alla programmata visita agli orsi dello zoo di Skansen insieme alla sua bambina, dando inizio a una delle più energiche e segrete operazioni che l’intelligence di Stoccolma abbia mai predisposto. L’obiettivo è Abbdo Khalid, cittadino svedese di origine somala che da molti anni vive non lontano dalla capitale con la sua numerosissima famiglia. Il collega inglese sostiene stia progettando un attacco suicida, un’azione terroristica equivalente a una vera e propria dichiarazione di guerra che avrebbe ripercussioni molto gravi in tutto il mondo occidentale. È allarme nazionale, e gli uomini (soprattutto le donne) di Lisa sono subito in pista per un pedinamento in grande stile. L’operazione è complicata dalle indispensabili procedure di sicurezza con cui gli investigatori sembrano impegnare la maggior parte del loro tempo, da un grande capo con una predisposizione romantica per l’avventura, e da un ambiguo alleato che indossa bizzarre cravatte cui ama affidare enigmatici messaggi. In questa cruciale indagine di polizia che ha tutti gli ingredienti della più classica e appassionante delle spy story, impreziosita dall’ironia che ha fatto di Leif GW Persson uno dei più originali e ammirati scrittori di genere scandinavi, tutti, grandi e piccoli, hanno i loro segreti. Ma come le persone coinvolte sanno, l’importante è non credere a tutto quello che si vede. Ed essere consapevoli che dalle cose dette in confidenza, nonostante l’impegno alla segretezza, è molto difficile difendersi.

    L’incipit:

    «Si è fatto vivo il collega inglese» disse il direttore generale a Lisa Mattei. Era lunedì 11 maggio. Fu così che tutto ebbe inizio, e comportò anche la fine di qualcos’altro.
    Già la settimana prima Lisa aveva deciso che lunedì 11 maggio sarebbe stato un giorno particolare, in cui avrebbe tentato di agguantare una delle innumerevoli occasioni che in caso contrario si sarebbe inesorabilmente dissolta in un’esistenza fatta di lavoro. Un giorno da trascorrere con la sua bambina, Elina, o Ella come lei stessa e tutti gli altri la chiamavano, che aveva compiuto cinque anni da un paio di mesi. Una sciocchezza, che però aveva richiesto accurati preparativi che sarebbero risultati del tutto inspiegabili se ci si fosse soffermati a pensare che si trattava unicamente di avere la possibilità di stare con la propria figlia.
    Prima aveva parlato con le maestre dell’asilo e poi con suo marito, Johan. In entrambi i casi era stata accolta da un misto di stupore e leggera inquietudine. Non era successo nulla, vero?
    «No, assolutamente nulla. Voglio solo stare con Ella» ribadì Lisa. «Io e lei passiamo troppo poco tempo insieme.»
    Tutto qui, pensò, rifiutandosi di dare ascolto alla propria coscienza."

    http://www.giallosvezia.it/books/978...nto-terrorista

    Una talpa nelle indagini della detective Mattei

    "PRESUNTO TERRORISTA", IL NUOVO THRILLER DI PERSSON

    Una gita con la figlia Ella allo zoo di Skansen per vedere gli orsi. Doveva essere un tranquillo lunedì di maggio assieme (finalmente) alla propria bambina. Una telefonata del collega dell'Mi6 inglese, però, trasforma la giornata di Lisa Mattei, capo dei servizi di sicurezza della polizia di Stoccolma, in una incredibile caccia all'uomo. Abbdo Khalid, cittadino svedese di origine somala, secondo le informazioni dell'enigmatico Alexander, starebbe preparando un attacco kamikaze spettacolare. Obiettivo: la famiglia reale e il governo nel giorno della festa nazionale. Tra procedure di sicurezza quasi maniacali e depistaggi, partono le indagini. A guidarle, oltre a Lisa, ci sono molte altre donne nei ruoli di comando. E non solo.

    Dopo La caduta dello stato sociale, la trilogia sull'assassinio del primo ministro Olof Palme, uno dei grandi misteri degli ultimi trent'anni, con "Presunto terrorista" (Marsilio, traduzione di M. Podestà Heir), lo scrittore di noir svedese Leif GW Persson manda in pensione (per la seconda volta) l'ex capo della polizia Lars Martin Johansson e il commissario Evert Bäckström, per portare sulla scena a dirigere le operazioni la bella e infaticabile Lisa Mattei, sempre indaffarata in ufficio, ma, cascasse il mondo, puntuale a casa per l'ora di cena da marito e figlioletta. Con lei, in questo giallo in puro stile Persson, lo scrittore, grande conoscitore della materia (giurista e criminologo, ex consulente di polizia e servizi segreti, uno che sa molto bene di cosa parla) mette in scena un'indagine quasi tutta al femminile. Un intreccio che si fa sempre più fitto; nuovi protagonisti che si aggiungono alla storia e sospetti che si insinuano nella mente dei protagonisti (e dei lettori). E se ci fosse una talpa all'interno della squadra messa in campo dalla Säpo per dare la caccia all'attentatore? Se qualcuno stesse remando contro dando informazioni al principale indiziato per aiutarlo a compiere il suo folle gesto? Ma, soprattutto, quali messaggi nascondono quelle enigmatiche cravatte blu con gli elefantini rosa che porta sempre l'aristocratico collega inglese?

    http://ricerca.repubblica.it/repubbl...-mattei40.html

  17. #13
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    PERSSON PIÙ VERO DI STIEG LARSSON

    «Al numero 66 di Karlbersvagen,a Stoccolma, c'è Gunters, il chiosco che vende le migliori salsicce di tutta la Svezia». Ed è proprio da Gunters che, mentre una bella sera di luglio sta per addentare il suo spuntino preferito - baguette senza mollica con salsiccia al pepe fresco, peperoni, senape e cipolla - Lars Martin Johansson, leggendario ex-capo della polizia condannato dall' età alla pensione, avverte una fitta lancinante. E l' uomo che per quarant' anni ha combattuto il crimine sfuggendo infinite volte alla vendetta dei criminali, si risveglia in un letto d' ospedale, messo al tappeto dal nemico più potente e insidioso di tutti: un ictus che lo lascia semiparalizzato e lo costringerà a cambiare vita. Ma quando sei un colosso che si ammazza di saune, stravede per la cucina più grassa del mondo, passa intere giornate a far la posta all' alce selvatica e tracanna quantità impressionanti di birra, cambiare vita è un' impresa quasi disperata. Troppo vitale, o forse troppo ammalato di vitalismo, per arrendersi alle ragioni del corpo, Lars Martin si lascia coinvolgere dalla neurologa che lo ha in cura in un vecchio caso irrisolto, l' atroce omicidio di una bambina commesso venticinque anni prima da un maniaco mai identificato. Incurante dei consigli della moglie e degli amici, il vecchio sbirro ritorna in pista, con il suo caratteraccio, la sua umanità contorta,e ingaggia con l' insospettabile assassino impunito una disperata lotta contro il tempo. Con L' ultima indagine (Marsilio, traduzione di Giorgio Puleo) Leif GW Persson ha fatto incetta di premi. Diciamolo subito: premi strameritati, perché il romanzo è magnifico e Persson si conferma voce, a un tempo, alta, caratteristica eppure anomala nell' inflazionato panorama del poliziesco scandinavo. Un misto di tradizione e innovazione. Da un lato, Persson paga un evidente tributo a Maj Sjöwall e Per Wahlöö. Si deve alla serie imperniata su Martin Beck il marchio di fabbrica che ancora oggi contrassegna il noir del Nord Europa: protagonista collettivo - la polizia - che consente di mettere in scena eroi inquieti e luridi figli di buona donna, progressisti e razzisti, democratici e violenti; critica, sovente aspra, dello stato sociale; aperta diffidenza per il ruolo inquinante della SAPO, i servizi segreti di Stoccolma; perplessità davanti al doppiogiochismo dei politici; pietas per i poveracci stritolati dalle iniquità di un sistema giudiziario sovente balordo e rancore verso i potenti e gli intoccabili. Tutti elementi ricorrenti in Persson. Dall' altro lato, però, Persson si distacca per una particolarità biografica: lui, a differenza di tutti gli altri, o scrittori di professione o giornalisti, è uno del mestiere. È infatti, di formazione, giurista e criminologo, è stato consulente della polizia e dei servizi segreti. Le cose che racconta le ha viste e vissute in prima persona. Ciò gli consente di innervare le sue storie con un elevatissimo tasso di realismo. Se la Lizbeth Salander di Uomini che odiano le donne o l' Harry Hole di Jo Nesbø sono personaggi dichiaratamente sopra le righe, il commissario Johansson è, sì, un grande poliziotto, ma è anche abbastanza "animale politico" da capire quand' è il momento di battere in ritirata. È una persona abituata ad aggirarsi negli arcana imperii (le mammolette non diventano capi di complessi organismi) e proprio per questo, quando vince, ci stupisce più di un super-eroe, e quando perde condividiamo sino in fondo la sua amarezza. E così dicasi per l' altro grande personaggio inventato da Persson, quello di Evert Backstrom, lo sbirro più inetto, vile e cialtrone che si possa immaginare. Tutto ciò che un poliziotto per bene non dovrebbe mai essere. Ma quanti ne incontriamo tutti i giorni come lui? Il collega neghittoso e calunniatore, il fascista livoroso della porta accanto, il capufficio incapace e sadico... Sì, Persson è uno che sa. Nella sua bellissima trilogia "La caduta dello stato sociale", forse avvalendosi di informazioni prese sul campo, fornisce una soluzione possibile del grande mistero svedese, l' assassinio del primo ministro Olof Palme. Ne deriva un potente affresco sulla crisi della democrazia con una verità letteraria, forse liberatoria, che non sarà mai consacrata in nessun atto ufficiale, ma che a noi italiani (all'indomani dell' ennesima inchiesta sulla strage di via Fani) suona familiare. D' altronde, quando nei primi anni Novanta polizia e magistratura andavano appresso alle farneticazioni di Thomas Quick, presunto serial-killer sadico e pedofilo, Persson dichiarò pubblicamente che era tutto un imbroglio. I fatti gli avrebbero dato ragione: il serial killer Quick non era mai esistito. L' aveva inventato di sana pianta un sistema perverso di investigatori e strizzacervelli incapace di distinguere un assassino da un mitomane. Lui, Persson, come il suo caparbio, eppure fallibile e mai eccessivo Johansson, sapeva. Purtroppo, non sempre chi sa riesce a fare. O ha voglia di farlo.
    GIANCARLO DE CATALDO

  18. #14
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    La grande stagione del giallo nordico ha messo in evidenza tanti scrittori svedesi, Stieg Larsson, Henning Mankell, Camilla Läckberg, Liza Marklund, Håkan Nesser e tanti altri loro connazionali. Sono saliti alla ribalta anche molti giallisti norvegesi come Anne Holt e Jo Nesbø, autori danesi come Peter Høeg, autore dell'ottimo “Il senso di Smilla per la neve”, e il grande Jussi Adler-Olsen.
    Manca solo la Finlandia per dare alla narrativa gialla scandinava una dimensione collettiva ma c'è uno scrittore finnico che si sta imponendo all'attenzione degli appassionati per la qualità dei suoi romanzi.

    Matti Rönkä è un giornalista televisivo nato nel 1959 in Carelia, regione al confine con la Russia, che ha esordito nel 2002 pubblicando “L'uomo con la faccia da assassino”, giallo che ha subito avuto un grande successo vincendo alcuni prestigiosi premi della critica specializzata.
    Ambientato nella sua regione natale, la Carelia, terra dura ma ricca di fascino, il romanzo ha come protagonista un tipo originale Viktor Kärppä, che è un informatore per la polizia ma fa anche il contrabbandiere per la mafia russa e nel contempo ricerca persone smarrite.Questa è l'interessante nota introduttiva al romanzo che ci fa capire il territorio e l'ambiente umano in cui si snoda il giallo:

    “Nell’Impero russo, nell’Unione Sovietica e nella Russia di oggi sono sempre vissuti popoli di ceppo finnico. I careliani che occupano le terre al di là del confine
    orientale della Finlandia costituiscono un’etnia piuttosto omogenea. Nel 1918 i rivoluzionari rossi sconfitti nella guerra civile finlandese trovarono asilo oltre frontiera. Durante la crisi degli anni Venti e Trenta molti finlandesi andarono a cercare fortuna all’estero, ma le loro speranze vennero in gran parte deluse. Migliaia di uomini e donne emigrati in Canada e negli Stati Uniti decisero di trasferirsi in Unione Sovietica.
    L’Ingria si estende dall’istmo a nordest di San Pietroburgo alle coste del Golfo di Finlandia. La presenza finlandese risale al XVII secolo, quando il regno di Svezia tentò di estendere il proprio dominio a oriente per diffondere la fede protestante. La regione intorno a San Pietroburgo poi confluita nell’oblast’di Leningrado contava circa ventimila individui che parlavano finlandese, cantavano inni finlandesi, professavano il credo luterano e sbrigavano le faccende quotidiane «alla finnica», in modo diverso dai russi. Come per altre minoranze etniche il periodo sovietico costituì un peggioramento delle loro condizioni.
    Durante le purghe staliniane molti ingriani finirono deportati nei gulag, le famiglie divise, donne e uomini dispersi a migliaia di chilometri di distanza. La Seconda guerra mondiale portò altra sofferenza. La Germania occupò l’Ingria e i suoi abitanti furono sfollati in Finlandia. Gli ingriani trovarono lavoro in campagna e nelle fabbriche, si formarono famiglie miste e gli orfani vennero adottati. I prigionieri di guerra furono arruolati nell’esercito finlandese e mandati al fronte nel cosiddetto
    Heimopataljoona, il «battaglione della razza». Venne fatto credere che la Grande Finlandia avrebbe garantito loro un futuro sereno. Ma l’alleanza con la Germania comportò la perdita della guerra e un alto prezzo da pagare. Tutti i cittadini sovietici dovettero essere rimpatriati. Quasi sessantamila ingriani vennero fatti salire sui treni e riportati oltre il confine orientale: tra loro decine di bambini strappati alle famiglie finlandesi che li avevano adottati. Qualcuno riuscì a rimanere sotto falsa identità o fuggì in Svezia. In Unione Sovietica li attendeva un duro destino. Vennero smistati in ogni angolo della federazione, ma a poco a poco si riavvicinarono alla loro terra d’origine. Alcuni si stabilirono nella Repubblica di Carelia o in Estonia, altri nella nativa Ingria. Con il crollo del Muro di Berlino, l’allora presidente della Finlandia, Mauno Koivisto, dichiarò che ai finlandesi d’Ingria doveva essere concesso il diritto di espatrio e di cittadinanza. Circa trentamila ingriani colsero l’opportunità. Pochi avevano conservato la lingua, e il legame con il paese che li avrebbe ospitati era piuttosto debole. Dopo l’entusiasmo iniziale, la Finlandia e i rimpatriati si trovarono ad affrontare problemi di integrazione, disoccupazione, isolamento, diffidenza reciproca e nostalgia delle radici.

    Viktor Kornostajev, protagonista di questo romanzo, è nato e cresciuto in Unione Sovietica. Finlandese dell’Ingria da parte di padre, la famiglia materna aveva trovato rifugio in URSS durante la guerra civile. Viktor si è stabilito in Finlandia e ha assunto il cognome originale, Kärppä, che significa «ermellino».
    Matti Rönka”

    In un'intervista a Luca Crovi Matti Rönka ha raccontato la genesi di questo libro:

    “Volevo creare un protagonista diverso per le mie storie. Non un detective di mezza età, né un normale investigatore privato o una tipica squadra di poliziotti, e poliziotte, alla maniera scandinava. Il dibattito politico sull'emigrazione e sull'ex Unione Sovietica era particolarmente acceso all'epoca e compresi di avere del buon materiale per creare un protagonista come Viktor.
    Ho studiato storia contemporanea, la seconda guerra mondiale, mi sono interessato della Carelia e dell'Unione Sovietica, ho fatto moltissimi viaggi. E poi potevo fare ricorso alla mia infanzia, ai miei genitori e ai parenti, anzi, all'intero vicinato (sono nato e cresciuto nella parte finlandese della Carelia).
    Ho scelto per il mio eroe un nome particolare. In finlandese, come in altre lingue (anche in russo) molti cognomi sono in realtà nomi di animali. Così ho escluso i più ovvi come Karhu (in russo Medvev, orso) o Susi (Volkov, lupo) e per Viktor ho scelto un animaletto minuscolo, furbo, imprevedibile come l'ermellino, appunto Kärppä (Gornostaj). Ho anche voluto che fosse una persona buona d'animo, nonostante tutti attorno a lui lo temano perché pensano che abbia una faccia da assassino.
    Direi che i crimini peggiori in Carelia nascono dalla povertà. E' per sopravvivere a essa che gli abitanti di quei territori sono stati costretti a trasformarsi in criminali. Con il collasso dell'Unione Sovietica è scomparsa un'intera struttura sociale e molte persone povere si sono ritrovate disoccupate, scoprendo che persino le loro pensioni non valevano nulla. Mentre altri, di fianco a loro, si sono arricchiti in maniera spaventosa. Ovviamente tutte le attività criminali che si sono sviluppate in Carelia, sono in qualche modo collegate al confine.

    La struttura della trama di un genere come il giallo mi è stata perfettamente funzionale per parlare dei problemi della Finlandia. Una nazione con una storia e un passato che non tutti conoscono, con molte cose e molte persone ancora da raccontare e con un presente che è una sorta di fiume in piena. L'immagine che si ha del mio paese è spesso legata a pochi luoghi comuni che volevo in un erto modo sfatare. Nei miei libri non importa sapere chi è stato a commettere un crimine.
    Sono d'accordo con Raymond Chandler quando sostiene che di un “vero giallo” puoi anche non leggere le venti pagine finali che danno la soluzione del caso.
    Nel romanzo “L'uomo con la faccia da assassino” la trama è come una corda a cui si aggrappano tutte le mie piccole storie, e ognuna di esse è un piccolo ritratto della Finlandia contemporanea. Sono storie che svelano una parte della sua storia, e in particolare raccontano i movimenti migratori e le divisioni avvenute in maniera drammatica in una zona di confine come la Carelia.”
    I romanzi di Matti Rönka tradotti in italiano sono stati pubblicati da Iperborea, casa editrice specializzata in letteratura del Nord Europa.


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  19. Thanks Mauro thanked for this post
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    Molto interessante.
    Grazie Chomsky
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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