Sono alle prese con questa scrittrice californiana per me assolutamente nuova! In biblioteca ho arraffato in tutta fretta due titoli: Nessun testimone e Corsa verso il baratro...che dite? Da quale comincio? La conoscete?
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Sono alle prese con questa scrittrice californiana per me assolutamente nuova! In biblioteca ho arraffato in tutta fretta due titoli: Nessun testimone e Corsa verso il baratro...che dite? Da quale comincio? La conoscete?
Oh Tess, certo che la conosco: è la mia scrittrice di gialli preferita. E' bravissima: io la adoro! :o
Però voglio cedere il primo intervento su Elizabeth George a zio fred, che è un suo grandissimo estimatore.
Per quanto riguarda i due libri che hai preso... arraffato in biblioteca, inizia da quello pubblicato prima, perché - pur essendo ogni storia a se stante - le vicende dei protagonisti fissi dei romanzi si evolvono secondo un certo percorso.
Adesso non ci resta che aspettare zio fred ;)
Ero già in auto con Butler, il cane e la bottiglia di prosecco, pronto a partire per un meritato week end ma torno indietro perchè non posso disattendere questo vostro cortese appello.
Che dire alla gentile Tess ( di quale …ville?) , qui si va sul sicuro senza incartare il libro come il cofanetto delle caramelle Sperlari. E “non abbiam bisogno di parole”, i libri della George sono tutti belli e ben scritti e dove arraffi, arraffi , lei sa raccontare di omicidi inglesi meglio di un’inglese senza aver mai vissuto in Inghilterra, essendo cresciuta nella baia di S. Francisco.
"L'inghilterra ha su di me un influsso artistico" dice lei in un’intervista ma intanto cerca una preparazione meticolosa sui luoghi dell'ambientazione con frequenti visite in Inghilterra anche se poi torna ad Huntington Beach. Posso dire che l’ho mancata per pochi giorni a Lucca questa estate dove pare ambienterà il suo prossimo libro, oltre che a Londra.
Fondamentalmente cinque sono i personaggi nei suoi romanzi.
Lord Asherton, alias Ispettore Thomas Lynley di New Scotland Yard ed il suo braccio destro (e suo opposto in ogni senso) il sergente Barbara Havers per le pari opportunità, che sono i due protagonisti principali di tutti i libri.
Poi dico solo che Lynley nel tempo si è legato a due fanciulle: lady Deborah e Lady Helen Clyde; infine c’è lo specialista forense Simon St. James.
" I personaggi sono immaginari , anche se possiedono delle qualità che mi appartengono." dice la George . "Sono intellettuale così come St.James è intellectual; sono ironica, come Barbara Havers. Sono esitante e melanconica nella maniera in cui lo è Deborah. Penso di avere la tendenza di Lynley alla passione travolgente; è quel tipo di persona che sta per dire qualcosa e poi se ne pente. “
Naturalmente lo stile è introspettivo/psicologico/sociale e deve piacere, è slow non è rock, Lynley dipinge acquerelli a Venezia non va a Montecarlo in yacht. Ma se ti piace Hardy non ti può non piacere la George!
Condivido l’invito di seguire l'ordine di scrittura per cui tra i due arraffati leggi prima CORSA VERSO IL BARATRO uscito anni fa col titolo Per amore di Elena, e poi NESSUN TESTIMONE.
1988 - E liberaci dal padre (A Great Deliverance),
1989 - La miglior vendetta (Payment in Blood),
1990 - Scuola omicidi (Well-Schooled in Murder),
1991 - Il lungo ritorno (A Suitable Vengeance),
1992 - Per amore di Elena (For the Sake of Elena)
1993 - Dicembre è un mese crudele (Missing Joseph),
1994 - Un pugno di cenere (Playing For the Ashes),
1996 - In presenza del nemico (In the Presence of the Enemy),
1999 - Il morso del serpente (In Pursuit of the Proper Sinner),
2001 - Cercando nel buio (A Traitor to Memory),
2003- Agguato sull'isola ( ha come protagonisti St James e Deborah)
2005 - Nessun testimone (With No One as Witness),
2006 - Prima di ucciderla (What Came Before He Shot Her),
2008 - Corsa verso il baratro (For the Sake of Elena), (RISTAMPA)
2010 - Dicembre è un mese crudele (RISTAMPA)
2008- La donna che vestiva di rosso (careless in red)
2010- Questo corpo mortale (the Body of Death)
Forse c'è un poco di stanchezza negli ultimi libri ma il suo peggiore è meglio del migliore di tanti altri, comunque cara Tess non ti perdere i primi, diciamo, dieci o dodici.
Per capirci la metto vicina a P.D. James, che spero tu conosca sennò ricomincio da capo con quest'ultima.....!
Sono completamente d'accordo con zio Fred. Elizabeth George è una scrittrice che chi ama i gialli deve conoscere per forza perché la ritengo la vera "Regina del giallo" assieme a P.D. James. L'unico libro che non mi è piaciuto è "Un omicidio inutile", raccolta di racconti che sinceramente non è al livello dei suoi romanzi. La George è non è una velocista ma una maratoneta perché riesce in modo mirabile a far crescere sia la trama sia i personaggi, anche i più irrilevanti consegnando loro una personalità ben definita e credibile. Il merito maggiore della scrittrice amaricana è proprio l'approfondimento psicologico dei protagonisti e dei comprimari. Compro sempre i libri di Elizabeth George a scatola chiusa e mi arrabbiai tantissimo quando leggendo le prime righe di "Corsa verso il baratro" mi accorsi che era il vecchio splendido romanzo "Per amore di Elena" rititolato per abbindolare i gonzi come me. Ma dico sembrava brutto scrivere nella fascetta che accompagnava il libro che era una riedizione? O pensavano che molti non l'avrebbero comprato e hanno escogitato questo trucchetto da fiera paesana solo per fare un guadagno maggiore? Dopotutto il primo titolo italiano era molto rispettoso di quello originale, a differenza degli altri. I titoli inglesi ricordano dei famosi versi di William Shakespeare.
Un'amica su aNobii mi ha comunicato che il 5 gennaio 2012 uscirà (in Inglese) il nuovo romanzo di Elizabeth George: "Believing the Lie".
Ecco la copertina:
http://images2.ehaus2.co.uk/jackets/...1444705980.jpg
Quanto ci vorrà perché esca in Italiano? :?
Cari ragazzi...il mio primo libro della George, "Nessun testimone", è stato una delusione. Ho sicuramente apprezzato le indiscutibili doti da romanziera, anche se 700 pagine per un thriller del genere mi sono sembrate davvero troppe! Mi sarei aspettata ampie delucidazioni sulla psicologia e sul movente del killer, che invece mancano quasi completamente...per non parlare di come il killer viene scoperto...banalissimo. Unico risvolto interessante, la vicenda personale dell'ispettore Linley. Mi è sembrato si tratti di tanto, tanto fumo e poco arrosto...forse ho iniziato dal libro sbagliato????
Non vorrei fare confusione con i titoli perchè è passato molto tempo, ma se è quello ambientato nella comunità pakistana sono d'accordo con te. Ricordo che il finale mi lasciò molto perplesso...per non dire di peggio.
Ne ho letti parecchi della George, ma l'unico che ricordo con piacere è "E liberaci dal padre" dove la vera protagonista era Barbara Havers che, diciamoci la verità, è l'unica simpatica di tutta la cricca.
"Nessun testimone" è uno degli ultimi romanzi con Thomas Lynley, dove un episodio fondamentale per la sua vita (che non cito per non svelare la sorpresa) mentre il libro ambientato nella comunità pachistana è "Il prezzo dell'inganno" che segue cronologicamente "In presenza del nemico". In effetti "Nessun testimone" non è uno dei migliori romanzi della George, che cercava forse il modo per dare una svolta alla situazione personale del suo nobile ispettore.
Di niente Wentworth, è uno dei migliori romanzi "In prsenza del nemico", molto ben caratterizzato, per l'ambientazione inconsueta e per il ruolo preminente della Havers, casinista, assillata da mille problemi ma tenace e capace detective che equilibra la nobile, algida intelligenza di Thomas Lynley.
Sì a parte il finale deludente, scusami se insisto :), è uno dei migliori.
Ma, Wenworth, "Il prezzo dell'inganno", quello ambientato nella comunità pakistana, che per me è uno dei più belli della George, ha come protagonista assoluta Barbara Havers (Lynley compare solo alla fine). Se ti piace Barbara dovrebbe piacerti anche "Il prezzo dell'inganno" ;)
Invece concordo con Tess: "Nessun testimone" è l'unico libro di Elizabeth George che mi ha delusa... ma si sa, quando si ama un autore, gli si perdona anche un passo falso... :D
Infatti Dolores se leggi bene ho concordato che è uno dei migliori, finale a parte... ;)
Ragazzi, dont'worry...tutto chiaro!Seguirò i vostri consigli e attaccherò con altri titoli...grazie;)
io ne ho letto solo uno e non mi piaceva per niente!!! con rammarico perchè un'amica con cui condivido tantissime letture me ne aveva parlato magnificandola...perciò non ti dico la delusione. Anche lei insisteva nel dirmi che ero partita male, ma tant'è...non ho più avuto voglia di provare.
Spero tu sarai più perseverante di me...anche perchè TUTTI ne parlano bene.Sarò una mosca bianca? Aspetto svolgimenti da parte tua..,
ciao!
Rosy
No no siamo in tre, ho già ribadito più volte che non la apprezzo affatto pur avendo letto testardamente 5 o 6 libri suoi, finché ho desistito. A parte comunque i due che ho citato, trovo che i suoi romanzi siano troppo lunghi, pieni di ripetizioni inutili, contornati di personaggi poco simpatici e soprattutto altamente negativi, senza un briciolo di ironia. Per un giallo questo è troppo per me.
Ho almeno 5 romanzi di Elizabeth George che mi guardano dalla libreria, uno mi è stato regalato e gli altri li avevo presi io. I titoli dovrei andarli a riprendere, ma mi ricordo che ne ho iniziati almeno due e li ho abbandonati entrambi..non so perché..forse troppo lenti, oppure trame troppo contorte...di un romanzo mi ero dovuta scrivere l'elenco dei personaggi, perché erano tantissimi!
Alla fine, ci ho rinunciato..
Magari anche perché a me, se non sono "truculenti", non piacciono ;)
Amo Elizabeth George perché scrive romanzi in cui mi immedesimo: le sue descrizioni di luoghi e di avvenimenti, di persone e di rapporti mi catturano. I protagonisti dei suoi romanzi sono sempre molto ben caratterizzati ed escono dalle pagine venendomi incontro con i loro pregi, i loro difetti, le loro problematiche, la loro forza e la loro fragilità. Per me (e sottolineo per me) è la migliore scrittrice di gialli vivente.
Il suo romanzo d'esordio è stato il bellissimo "E liberaci dal padre", che ancora adesso, a distanza di parecchi anni dalla sua lettura, ricordo molto chiaramente e nei dettagli (cosa che non mi capita spesso, anzi, solo con i capolavori).
http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:A...Lx3MOBWt6ogAtw
DESCRIZIONE:
Il tranquillo villaggio inglese di Keldale è lo sfondo di un delitto tanto atroce quanto inspiegabile: Roberta, adolescente introversa, viene trovata accanto al cadavere decapitato del padre e le sue uniche parole sono una confessione senza la minima ombra di pentimento.
Il parroco, convinto dell'innocenza della ragazza, si reca di persona a Londra per convincere Scotland Yard ad affidare le indagini all'ispettore Thomas Lynley.
Coadiuvato dal sergente Barbara Havers, Lynley indagherà nel passato della famiglia di Roberta, scoprendo che la giovanissima madre e la sorella più grande sono scomparse in circostanze misteriose.
Ed ecco la recensione che ne fa "Killer Mantovano" su corpifreddiblogspot.com, che condivido totalmente.
Ogni amante della lettura che si professi tale si è trovato innumerevoli volte di fronte a romanzi avvincenti e degni di nota, capaci di destare interesse e momenti di piacevole diletto.
Discorso ben diverso è effettivamente constatare quante opere hanno lasciato dentro la nostra anima quel valore aggiunto che ne decretano lo stato di capolavoro, quei libri che ti hanno arricchito nell'animo e che porterai sempre dentro di te indelebili nella memoria.
Il romanzo d'esordio di Elizabeth George "E liberaci dal padre" per me rientra in questa ristretta cerchia.
La scrittrice inglese ci regala una storia che unisce al giallo british style di forte componente classica, figlio della Sayers e della Christie, le problematiche sociali e la mirabile descrizione psicologica dei personaggi. Definire questo romanzo solo "giallo" mi sembra altamente riduttivo: ci troviamo di fronte ad un'opera di alto spessore che ne eleva il genere a letteratura con la L maiuscola.
Siamo nello Yorkshire: nel granaio di una fattoria viene trovato il corpo decapitato del capofamiglia; vicino al cadavere ricoperta di sangue con un ascia al fianco in totale stato catatonico la figlia, Roberta, pronuncia questa frase: "Sono stata io. Non me ne pento".
Da questo incipit prende il via una vicenda in cui la George condurrà il lettore, con una prosa raffinata e prestigiosa, in un percorso emozionante, toccante e doloroso fino al forte e disturbante epilogo che pone fine ad un libro che vorresti non finisse mai da quanto è bello, perchè sai che sarà tremendamente difficile vivere nuovamente momenti così intensi.
Impossibile dimenticare il tocco delizioso con il quale l'autrice ci descrive i luoghi suggestivi dello Yorkshire; sembra quasi di sentire fischiare il vento della brughiera contro i muri dell'abbazia di Keldale, oscuro luogo di nefaste credenze popolari.
Ma il vero tocco da maestro della scrittrice è l'avere dato vita a due personaggi che entrano indelebilmente nell'immaginario di ogni lettore per rimanerne impressi per sempre: l'ispettore Thomas Linley, figlio dell'alta società inglese, all'apparenza cinico e freddo ma dotato di una sensibilità e di una dolcezza disarmante e il sergente Barbara Havers, una donna provata nell'animo e nel fisico ma dotata di capacità deduttive e intellettive fuori dal comune; una coppia tanto diversa all'apparenza ma che, seppur con tante difficoltà, sta gettando il seme di un sodalizio che credo in futuro riserverà parecchie sorprese.
Credo di poter affermare senza timore di smentita che ci troviamo di fronte ad una scrittrice che ha ridato vigore ad un genere (il vero giallo), che te ne riconcilia e ti fa di nuovo ardere la fiamma della passione sopita a causa delle decine e decine di romanzetti scialbi e freddi che riempiono gli scaffali delle librerie con l'unico scopo di vendere e creare sensazioni effimere e momentanee.
Ogni amante del giallo DEVE leggere questo romanzo, non perdete questa opportunità.
Uno dei migliori romanzi mai letti in vita mia.
Lo dico a bassissima voce e con un pò di imbarazzo.
ERA QUESTO L'UNICO DA ME LETTO! E LIBERACI DAL PADRE.
Come mai? non l'ho letto con la giusta chiave? o non ero nello stato d'animo adatto per "quel" romanzo?
Che dici, Dolores?
Ciao Rosy
...Mi sa che andrò a ripescarlo dalla mai libreria... Rosy
Credo che nei libri di Elizabeth George si svolgano due trame: le vicende che ruotano intorno alla vita di Barbara Havers e dell'ispettore Thomas Lynley da un lato, e il thriller dall'altro.
Personalmente a me non dispiace, mi piace seguire anche le vicende di Barbara e del suo pseduo innamoramento per il vicino di casa pachistano, sono libri che leggo volentieri senza aspettarmi nulla, se non relax.
Non credo, Rosy. Non preoccuparti, non è colpa tua. E' solo una questione di gusti. Io, per esempio, non sopporto autori che vanno per la maggiore, come Camilleri, Vargas e Gimenez-Bartlett e ho pure abbandonato a un terzo del cammino "Il nome della rosa" di Eco. Quindi, come vedi e come ben sai, è questione di gusti e di sensibilità personale. :D
A questo punto, però, devo dirti quello che zio fred ha detto altrove:
"Non fa niente se non ti piace la George, ma... pentiti, peccatrice!"... :lol:
Ciao!
A me i romanzi di Elizabeth George piacciono per i motivi che respingono altri lettori, tra cui proprio la lunghezza delle storie, che è necessaria per lo scopo che si prefigge la scrittrice americana, quello di creare un universo narrativo coerente e non semplici personaggi che interagiscono a malapena. La George lavora a fondo sulla psicologia di ogni figura che popola i suoi libri e diversamente della Christie, che era molto brava a disegnare trame intricate e sorprendenti ma era a disagio a creare personaggi plausibili, è capace di rendere credibile ogni protagonista dei suoi gialli. Per esempio "Prima di ucciderla" racconta la vita del ragazzo omicida presentato nel libro precedente "Nessun testimone" per cui la stessa storia o parte di essa, viene vista prima nel suo tregico epilogo e poi viene mostrato il cammino che ha portato un ragazzo a diventare assassino. Come e forse anche più di P.D. James di cui ha raccolto il testimone di "Signora del giallo" la George riesce a catturare l'attenzione proprio per come tratteggia il comportamento di protagonisti e comprimari riuecendo a farceli sentire veri e credibili con le loro virtù e debolezze. Detto questo confesso che mi ha un pochino sorpreso il suo ultimo romanzo "Questo corpo mortale" perché Lynley assume un comportamento poco in linea con l'atteggiamento avuto nei numerosi gialli precedenti ma forse è comprensibile vista la svolta della sua vita raccontata in "Nessun testimone".
Chomsky, io penso invece che la James sia migliore nel far emergere le bassezze dell’animo umano perché ha più sfumature, anche il più scaltro assassino ha un fondo di umanità. Cosa che non ho riscontrato nella George dove tutto è bianco o nero. Inoltre i personaggi della James, per quanto controversi e per quanto immersi in storie inquietanti, mangiano, bevono, fanno sesso piacevolmente, godono delle bellezze della natura... Nei libri della George ciò non esiste, tutto è un po' squallido.
Infine trovo che P.D.James scriva molto meglio e che si dilunghi il giusto. Le trame gialle sono più intriganti e riesco più ad appassionarmi alle vicende private di Adam Dalgliesh e di Kate Miskin, rispetto a quelle di Linley che trovo abbastanza scialbo. Questa è una mia opinione ovviamente ed una questione di gusti. ;)
Comunque ammetto che "E liberaci dal padre" come esordio era molto buono, strano Rosy che non ti sia piaciuto...
In effetti la George illustra il sesso da una visuale un pochino particolare come in "La donna che vestiva di rosso" e in altri romanzi dove è solamente visto come cosa sporca e amorale. Quello che mi attrae dei suoi romanzi è anche la sua analisi dei rapporti familiari, visti sempre in chiaroscuro, mettendo sempre in evidenza più le zona d'ombra che quelle di luce. Sono d'accordissimo con te che la James sia davvero brava e che ha scritto capolavori come "Un gusto per la morte", "Per cause innaturali" e "Un notte di luna per l'ispettore Dalgliesh", tenendo conto anche dei due romanzi che hanno come protagonista Cordelia Grey "Un lavoro inadatto a una donna" e "Un indizio per Cordelia Grey".
E' probabile che il tono dei romanzi della scrittrice americana rispecchi la sua pessimistica visione del mondo ma, secondo me, ogni suo romanzo supera in pieno la sufficienza, anche qualcuno meno riuscito degli altri mentre boccio in pieno la sua raccolta di racconti "Un omicidio inutile".
Giusto la scorsa estate ho riletto "Un gusto per la morte". L'inizio del libro, la descrizione del ritrovamento dei cadaveri nella chiesa da parte della vecchia zitella e del bambino, è quanto di meglio si possa trovare in un romanzo giallo.
Cordelia Grey la amo!
Ma qui visto che si sta parlando della George, stiamo andando fuori tema, quindi ripasso la palla agli appassionati dell'americana.
Come Rosy, della George ho letto solo E liberaci dal padre e mi ha deluso. O meglio, non mi ha invogliato a leggere altri suoi libri.
Aumentano le mosche bianche :)
Rientrato a casa per il fine settimana leggo questa bella discussione e anche se degni paladini della George già si sono espressi e in questo periodo ho davvero poco tempo mi "costringete" ad intervenire con una intervista del Guardian che le chiedeva a proposito del Morso del serpente (uno dei suoi migliori libri) come facesse a governare tutti i suoi personaggi, caratterizzati in modo molto preciso:
Li governo perche' creo tutti i miei personaggi in anticipo, nessuno compare sulla scena se io non so tutto su di lui. Questo lavoro lo chiamo analisi dei personaggi: e' un lavoro di documentazione che parte dai nomi dei personaggi. In Inghilterra i nomi sono molto importanti, illustrano la classe,il livello culturale, il luogo di provenienza. Dal nome passo a un'analisi completa del personaggio dal punto di vista emotivo, psicologico, spirituale...cosi' prima che il personaggio compaia sulla pagina so molto di lui o di lei e cio' consente una sua piena realizzazione....La mia regola: scavare nella psicologia dei personaggi, indagare nei loro paesaggi interiori. William Faulkner ha indicato il punto centrale di ogni romanzo: addentrarsi nei labirinti dei cuori umani».
E a proposito di Barbara Havers, la sua investigatrice indisciplinata, vestita in modo sciatto ma acuta e tenace che può anche essere indisponente l’intervistatore ricordava opportunamente che rappresenta una boccata d'aria in un'epoca dominata da modelli femminili dall'impeccabile aspetto fisico ma senza cervello:
“Barbara Havers e' stata concepita inizialmente in contrasto con l'ispettore Linley, in modo che nelle scene in cui i due personaggi comparivano insieme ci fosse una tensione che costituisse lo sfondo dei loro incontri….Barbara Havers e' una donna che riesce a essere se stessa e a non cadere nelle trappole che ci vengono suggerite dalla societa' come strumenti di femminilita'."
L’intervista considerava anche come fosse chiaro che il giallo rappresentasse per lei uno strumento per sondare gli abissi della mente di uomini e donne e la George rispondeva:
“Il giallo mette in crisi i personaggi e quando i personaggi entrano in crisi si vede di che stoffa sono fatti. Per esempio, quando Richard Nixon era in crisi abbiamo visto che ha scaricato su chiunque altro quello che aveva fatto, mentre quando Bill Clinton e' stato in crisi ha detto, l'ho fatto, ho sbagliato, mi prendo le mie responsabilita'. Questo e' un esempio limite ma da cio' si misurano le persone. Solo mettendo in crisi le persone sappiamo come sono fatte, in un giallo la crisi e' subito evidente.”
Interessante sarebbe applicare la stessa analisi al teatrino dei nostri politici, ma questa è un’altra storia e vorrei evitare le querele!
Infine una mia considerazione: la “lentezza” di svolgimento degli avvenimenti può annoiare ma trovo che si avvicina al mondo reale più di storie con colpi di scena ad ogni pagina. Poi naturalmente è legittimo preferire l’azione all’introspezione, stiamo parlando di libri gialli e possiamo cercare relax visto che magari la giornata in ufficio è già stata una tragedia; trovo solo che dai libri della George si può imparare qualcosa sui caratteri dei vivi, mentre in altri si impara qualcosa sulle autopsie o modi interessanti di trucidare i vicini di pianerottolo. Dipende qual è la priorità del momento.
Ma in fondo non pensate che straveda per la George, sì mi piace ma non è poi neppure al primo posto, ad esempio come giallo preferisco un libretto intitolato Macbeth di un certo Shakespeare.
E lei sarebbe d'accordo.
Altro che mosche bianche, qui siamo noi gli "happy few" che compaiono nell'epigrafe in calce agli interventi di Dolores.
Da grande appassionato della George ho letto casualmente questa discussione e non ho potuto non scrivere qualcosa... non concordo con le critiche a "Nessun Testimone" che invece è di gran lunga il più bello dei libri della George (anche se a parte "La Donna vestita di rosso" stento a trovarne uno non bello) perchè commuove, trascina, distrae il lettore dal giallo nel senso stretto della storia... sul movente poco chiaro vorrei dire che lo stesso viene spiegato in un altro libro "Prima di Ucciderla" che spiega il finale della storia...
Un piccolo consiglio per chi non ha mai letto Elizabeth George: i libri vanno letti in rigoroso ordine di uscita altrimenti le storie personali dei personaggi (fondamentali perchè consentono di entrare dentro i personaggi e nella loro introspezione) non sono ben comprese..
Ci ho messo un po' a maturare un giudizio sul primo libro della George che ho letto che, ovviamente, è "E liberaci dal padre" perché appena lo avevo terminato, un paio di mesi fa, ne avevo tratto un impressione decisamente negativa e di botto avevo scritto una recensione piuttosto feroce. Allora ho lasciato passare un po' di tempo per lasciare sedimentare le impressioni, ma devo dire che, alla fine, mi ritrovo sempre in queste frasi.
Più che dal padre sarebbe una gran bella cosa se la George ci liberasse dell'ispettore Linley, un personaggio talmente improbabile nel ruolo di ispettore di polizia, che viene da chiedersi perchè l'autrice si sia presa il disturbo di scrivere un poliziesco, dato che una buona metà del libro si disperde nei travagli amorosi passati e presenti (che indovinate un po'? ... si intrecciano!) di un ricchissimo playboy di nobili origini che nella realtà non farebbe il piedipiatti di mestiere neanche per la più dissennata delle scommesse.
E poi, ovviamente, non poteva mancare la collega di grado inferiore, bruttina e di origini meno che umili che, altrettanto ovviamente, è innamorata del bambolotto suo superiore, al punto di piazzargli una scenata a metà libro di quelle che non si vedono nemmeno nel più orrido dei grandi fratelli televisivi.
Nel frattempo Mrs George ci ammannisce un giallo senza infamia, e men che meno lode, la cui soluzione non è poi così difficile da intuire specie se si pensa che la traduzione italiana del titolo è di per sè già un bell'indizio.
Ultima nota: è del tutto evidente la signora George disprezza terribilmente i suoi connazionali un po' "rustici" così come si sdilinquisce per gli inglesi di nobile lignaggio però, se proprio sente il bisogno di farlo sapere all'universo mondo, potrebbe limitarsi a scrivere un articolo sul N.Y. Times senza inserire nel libro certe inutili parodie.
E adesso aspetto gli strali dei suoi estimatori :mrgreen: