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"Quando coloro che leggono la Bibbia, comprenderanno che Caino ebbe salva la vita?" Victor Hugo
Abolire la pena di morte vuol dire globalizzare un principio fondamentale: quello che riconosce la vita umana come un valore assoluto che nessuno, men che meno uno Stato, può violare.
Allegato 2610
Dal Rapporto Annuale di Nessuno Tocchi Caino si conferma l'evoluzione positiva verso l'abolizione della pena di morte in atto nel mondo da oltre 15 anni: sono infatti 161 i paesi che per legge o in pratica hanno deciso di abolirla e sono 37 i paesi mantenitori.
Un velo di segretezza sui modi che vengono utilizzati per eseguire la pena capitale e' l'aspetto piu' preoccupante. "In quasi tutti i Paesi considerati ''democratici'', il sistema della pena capitale, per molti aspetti, si e' rivelato essere sempre piu' coperto da un velo di segretezza come, ad esempio, negli Stati Uniti dove, nel pur decrescente numero di Stati della federazione che mantengono la pena capitale, si sta facendo di tutto per occultare i modi con cui e' praticata".
"Velo creato in particolare negli Usa per coprire il tipo di sostanze utilizzate nelle esecuzioni e i fornitori di tali sostanze, per impedire qualsiasi azione di sensibilizzazione ad opera di organizzazioni come Nessuno tocchi Caino o dell'opinione pubblica, come gia' fatto per le compagnie farmaceutiche multinazionali che dopo appunto una nostra campagna, hanno bloccato i rifornimenti dei farmaci utilizzati per compiere le esecuzioni capitali. Ora sono laboratori farmaceutici locali a fornire i farmaci, ma non se ne conosce la natura e non si conoscono le reazioni degli stessi farmaci".
liberamente tratto da : http://www.nessunotocchicaino.it/arc...ex.php?mover=2
Mantenitori: 37
Afghanistan, Arabia Saudita, Palestina*, Bahrein, Bangladesh, Bielorussia, Botswana, Cina, Corea del Nord, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Gambia, Giappone, Giordania, India, Indonesia, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Malesia, Nigeria, Oman, Pakistan, Saint Kitts e Nevis, Singapore, Siria, Somalia, Stati Uniti d’America, Sudan, Sudan del Sud, Taiwan*, Thailandia,Uganda, Vietnam e Yemen.
In grassetto, le democrazie liberali (7) che mantengono la pena di morte
* Stati non membri dell’ONU
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Pena di morte: in Arizona condannato muore dopo due ore di agonia
Due ore di agonia per il condannato a morte. Un calvario senza precedenti per un'esecuzione negli Stati Uniti.
Allegato 2629
Drammatica esecuzione, questa notte, in Arizona, dove un detenuto del braccio della morte, Joseph Rudolph Wood, è deceduto dopo due ore dall’inizio delle sua esecuzione con iniezione letale. Due ore di agonia, durante le quali i suoi legali avevano presentato un appello d’emergenza dopo aver visto il loro assistito rantolare e ansimare. Già in precedenza, avevano chiesto inutilmente di conoscere le sostanze che sarebbero state usate per l’esecuzione. La Corte Suprema aveva confermato che l'esecuzione avrebbe comunque avuto luogo. L'ufficio del Procuratore Generale dell'Arizona ha affermato che l'esecuzione e' iniziata alle 13.52 locali e Joseph Wood e' stato dichiarato morto alle 15.49, un'ora e 57 minuti dopo la somministrazione dei farmaci.
Immediate le polemiche: è il terzo caso in pochi mesi di un'esecuzione andata male e negli Stati Uniti se ne discute da settimane. L'amministrazione del penitenziario ha detto che sono state seguite le procedure.
Ad aprile l'esecuzione di Clayton Lockett in Oklahoma è durata 43 minuti, mentre a gennaio in Ohio Dennis McGuire ha rantolato e ansimato per 26 minuti. Sotto accusa il cocktail usato per uccidere il condannato e in particolare un sedativo presente in diversi casi.
Negli ultimi mesi è sempre più difficile per le prigioni americane procurarsi farmaci per le esecuzioni, in particolare a causa della ritrosia delle case farmeceutiche europee. In alcuni casi allora le amministrazioni penitenziarie americane stanno sperimentando nuovi cocktail per le iniezioni letali.
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Si, l'ho letto anche io stamattina. Non posso immaginare la sofferenza :shock:
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“Questa inutile prodigalità di supplicii, che non ha mai resi migliori gli uomini, mi ha spinto a esaminare se la morte sia veramente utile e giusta in un governo bene organizzato.”
“Il fine delle pene non è di tormentare ed affliggere un essere sensibile, né di disfare un delitto già commesso.”
“Qual può essere il diritto che si attribuiscono gli uomini di trucidare i loro simili?"
Cesare Beccaria Dei delitti e delle pene (1765)
Allegato 2632
24 luglio 2014: in merito all'esecuzione in Arizona, Sergio D'Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino, ha commentato:
"L'esecuzione di Joseph Wood in Arizona è solo l'ultima di una serie di esecuzioni “arrangiate” negli Stati Uniti, dove i farmaci mortali sono forniti alle amministrazioni penitenziarie ormai solo da laboratori artigianali, i quali sono stati coperti dal segreto di stato per tentare di impedire alle associazioni abolizioniste di fare pressione su di loro e ottenere, come è avvenuto con successo nel recente passato con le grandi case farmaceutiche multinazionali, di bloccare la vendita e l'uso letale dei loro prodotti.
E' già abbastanza grave che la pena di morte resista nella più antica democrazia del mondo, gli Stati Uniti, ma è ancor più inquietante assistere alle orribili conseguenze della presunta civiltà dell'iniezione letale. Svanito il mito di un metodo indolore, dolce e più umano di fare giustizia, rimane un ultimo, decisivo passo da compiere: sbarazzarsi una volte per tutto del sistema arcaico della pena di morte, cioè dell'aberrazione di uno Stato che per punire Caino diventa esso stesso Caino, per salvaguardare giustamente Abele crea malamente i suoi Abele."”
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Una buona notizia dall'Argentina: Estela Carlotto, fondatrice delle Nonne di Plaze de Mayo ha riabbracciato suo nipote Guido, nato nel giugno 1978 in un carcere argentino.
Allegato 2685
Lo cercava da 36 anni. E il 5 agosto 2014 a Buenos Aires Estela Carlotto, presidentessa delle Abuelas de la Plaza de Mayo, ha annunciato di aver ritrovato il nipote Guido che ha cercato in tutti questi anni. Il giovane si chiama Ignacio Hurban, è un musicista e docente, ed è lui ad aver fatto il test del dna per conoscere le sue vere origini.
Estela Carlotto l’ha sempre chiamato Guido. È il nome che in un’ultima telefonata dal carcere dell’Esma, la scuola della marina militare in cui era stata portata, la figlia Laura fece alla sua famiglia nel 1978 parlando del figlio che portava in grembo. La giovane era incinta e come tante altre prigioniere nello stesso stato deve aver poi partorito nella stanza parto che i militari golpisti avevano allestito dentro l’Esma.
Estela Carlotto, sua madre, che sul finire degli anni ‘70 ha dato vita al movimento delle madri argentine in cerca dei loro figli «desaparecidos», non ha mai perso in tutti questi anni la speranza di poter ritrovare questo nipote finito come tanti altri «nietos» adottato da famiglie legate ai militari golpisti.
Nel 1977, a Buenos Aires, due giovani – Walmir Oscar e Laura - s'incontrano e si amano. Hanno 26 e 23 anni. Un giorno, quando Laura è incinta da due mesi e ancora non l'ha detto alla famiglia, sono assieme in una pasticceria. Stanno chiacchierando davanti a due caffè quando fa irruzione una “patota”, una squadre della morte. Li portano entrambi nel campo clandestino di La Cacha. L'uomo dopo tre mesi viene fucilato. La ragazza viene tenuta in vita perché deve partorire, sarà uccisa poco dopo il parto. Questo, in troppo poche parole, l'inizio dell'incredibile storia di cui ora tutto il mondo parla.
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Runak, 14 anni, yazida, lungo la strada che conduce verso il confine siriano. Bottiglietta d'acqua e kalashnikov per proteggersi e proteggere mamma e sorellina davanti a lei:
Allegato 2708
Marwal, profugo siriano di 4 anni che ha commosso il mondo trascinando un sacchetto di plastica più grande di lui al confine tra Siria e Giordania:
Allegato 2709
Papa Francesco:
"Quando ti trovi davanti al dolore umano devi fare quello che il tuo cuore ti porta a fare. Poi gli altri dicano quello che vogliono, si può dire tutto".
"Ma se pensi a questi genitori che hanno perso i figli, ai ragazzi che hanno perso fratelli e sorelle, allora capisci che non puoi restare indifferente. Col dolore umano non si può essere neutrali".
“Oggi siamo in guerra dappertutto. Qualcuno mi ha detto che viviamo la terza guerra mondiale ma a pezzi."
“Quando c’è un’ingiusta aggressione – ha affermato il Papa – è lecito fermare l’aggressore ingiusto. Fermare solo, però: non dico bombardare, fare guerra. I mezzi debbono essere valutati”.
Gino Strada (Emergency):
"Bisogna tenere a mente che ogni volta che si decide di combattere una guerra – che significa andare ad ammazzare qualcuno – si peggiorano situazioni spesso già disastrate."
"In questo disastro c’è tutto il Medio Oriente, un’area completamente esplosa. Il punto è che quando uno decide di ammazzare qualcun altro, la modalità è secondaria. C’è chi taglia la gola, chi usa armi chimiche, chi bombarda coi droni: ognuno con le sue armi cerca di fare la pelle a qualcun altro."
"Quando si accetta la possibilità di ammazzare, si diventa gli esseri umani peggiori. L’unico approccio umano alla guerra è l’abolizione, com’è successo con la schiavitù."
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E', come sempre, tutto molto triste e inquietante, ma credo di poter dire che, secondo me, la notizia più atroce di questi giorni è questa.
E non tanto per la vittima, ma per l'involontaria carnefice che è una persona a cui sono stati negati i più elementari diritti dell'infanzia (età dell'innocenza) nonostante abiti in uno dei Paesi più ricchi, ma non civili evidentemente, del mondo.
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10 ottobre 2014: stop alla pena di morte per persone con disabilità mentale e intellettiva
Allegato 2802
In occasione della XII Giornata mondiale contro la pena di morte, Amnesty International e la Coalizione mondiale contro la pena di morte vogliono denunciare l'uso della pena capitale nei confronti delle persone con disabilità mentale e intellettiva.
Ancora oggi, in tutto il mondo, persone con disabilità mentale e intellettiva continuano ad essere messe a morte, in evidente violazione degli standard internazionali. Gli standard internazionali stabiliscono che le persone che soffrono di disabilità mentale e intellettiva non devono subire questa sanzione estrema. Tuttavia, in molti casi tale condizione non viene accertata durante il procedimento penale.Gli standard internazionali sulla disabilità mentale e intellettiva sono importanti salvaguardie a tutela di persone vulnerabili: non hanno lo scopo di giustificare crimini orrendi ma stabiliscono dei criteri in base ai quali la pena di morte può essere o meno inflitta.
Allegato 2804
Amnesty International ha documentato casi di persone con gravi forme di disabilità condannate o già messe a morte in paesi quali Giappone, Pakistan e Stati Uniti.
“Gli standard internazionali sulla disabilità mentale e intellettiva sono importanti salvaguardie a tutela di persone vulnerabili: non hanno lo scopo di giustificare crimini orrendi ma stabiliscono dei criteri in base ai quali la pena di morte può essere o meno inflitta” – ha dichiarato Audrey Gaughran, direttrice del programma Temi globali di Amnesty International.
“Siamo contrari alla pena di morte in ogni circostanza, in quanto è l’estrema punizione crudele, disumana e degradante. Ma nei paesi che ancora ne fanno uso gli standard internazionali, compresi quelli che la vietano nei confronti di determinate categorie di persone vulnerabili, devono essere rispettati, in vista dell’abolizione definitiva” – ha aggiunto Gaughran.
Quest'anno si voterà inoltre per la quinta volta per una moratoria sulle esecuzioni che sarà presentata all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. "Nessuno tocchi Caino" rivolge l'attenzione all'Africa, che è il continente in cui si concentra il maggior numero di Paesi di fatto abolizionisti che potrebbero quindi passare ad un voto a favore della prossima Risoluzione Onu per la Moratoria universale delle esecuzioni e all’abolizione.
Allegato 2803
http://appelli.amnesty.it/pena-di-morte-iwao-hakamada/
http://www.amnesty.it/No_alla_pena_d...lattia_mentale
http://www.nessunotocchicaino.it/new...mento=18308538
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Il premio Nobel per la pace 2014 è stato assegnato all’indiano Kailash Satyarthi e alla pachistana Malala Yousafzai “per la loro battaglia contro l’oppressione dei bambini e dei giovani e per il diritto dei bambini all’istruzione”.
Il filo conduttore tra i due Nobel è la protezione dei minori, sottolineato dallo stesso comitato per il Nobel: "I bambini devono andare a scuola, non devono lavorare".
"Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo".
Allegato 2805
"Dobbiamo smettere di usare la povertà come una scusa per il lavoro minorile. Il lavoro minorile permette alla povertà di continuare ad esistere. Negare a un bambino il diritto all'istruzione significa condannarlo alla povertà". Kailash Satyarthi è un ingegnere indiano, la sua Ong è attiva dagli anni 80 contro lo sfruttamento minorile in ambito lavorativo e ha portato al salvataggio di decine di migliaia di bambini schiavi.
Allegato 2806
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E' bello vedere che sono state premiate ex-equo due Persone i cui paesi da sempre sono antagonisti. Queste Persone lottano per una comune causa e sono di esempio all'Umanità intera con la forza del loro messaggio impresso nelle loro vite.
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Papa Francesco: «L’ergastolo è una pena di morte nascosta»
"Tutti i cristiani sono chiamati a lottare per l'abolizione della pena di morte, ma anche per il miglioramento delle condizioni carcerarie."
“È impossibile immaginare che oggi gli Stati non possano disporre di un altro mezzo che non sia la pena capitale per difendere dall’aggressore ingiusto la vita di altre persone”
Allegato 2819
È un discorso durissimo quello che Papa Francesco ha pronunciato ieri ricevendo in udienza in Vaticano l’Associazione internazionale di diritto penale.
Mi ha molto colpito, nessun Papa mai era stato così esplicito.
Ha chiesto di abolire la "pena di morte, legale o illegale che sia, e in tutte le sue forme, e di migliorare le condizioni carcerarie nel rispetto della dignità umana".
La dinamica della vendetta, ha spiegato il Papa, "non è assente nelle società moderne: la realtà mostra che l'esistenza di strumenti legali e politici necessari ad affrontare e risolvere conflitti non offre garanzie sufficienti ad evitare che alcuni individui vengano incolpati per i problemi di tutti". "Oggi si è anche affievolito il dibattito sulla sostituzione del carcere con altre sanzioni penali alternative". La mentalità che viene diffusa, infatti, è quella che con "una pena pubblica si possano risolvere i più disparati problemi sociali, come se per le più diverse malattie ci venisse raccomandata la medesima medicina".
Il sistema penale va oltre la sua funzione propriamente sanzionatoria e si pone sul terreno delle libertà e dei diritti delle persone, soprattutto di quelle più vulnerabili, in nome di una finalità preventiva la cui efficacia, fino ad ora, non si è potuto verificare, neppure per le pene più gravi, come la pena di morte"
Allegato 2820
"Una forma di tortura è a volte - ha poi aggiunto il Papa - quella che si applica mediante la reclusione in carceri di massima sicurezza", con la "mancanza di stimoli sensoriali, la completa impossibilità di comunicazione e la mancanza di contatti con altri esseri umani". E questo accade a volte "anche in altri penitenziari", ha ammonito Francesco. "Non solo in centri clandestini di detenzione o in moderni campi di concentramento, ma anche in carceri, istituti per minori, ospedali psichiatrici, commissariati e altri centri e istituzioni di detenzione e pena. Queste crudeltà sono un autentico 'plus' di dolore che si aggiunge ai mali propri della detenzione".
http://vaticaninsider.lastampa.it/ne...rticolo/37110/
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"Messa a morte". Di giustizia, qua, non c'è traccia.
Iran, giustiziata Reyhaneh. Condannata a morte per aver ucciso l'uomo che tentò di stuprarla
Allegato 2825
In Iran è stata impiccata ieri all'alba Reyhaneh Jabbari, la ragazza condannata a morte nel 2009 per aver ucciso un ex agente dei servizi segreti iracheni che avrebbe tentato di stuprarla. Lo ha reso l'uffico del procuratore di Teheran. La giovane era da cinque anni nel braccio della morte e a suo favore c'erano stati numerosi appelli internazionali, tra cui quelli di Papa Francesco, di Amnesty International, e di tantissimi intellettuali iraniani.
Il relatore dell'Alto commissariato per i diritti umani dell'Onu aveva denunciato che il processo del 2009 era stato viziato da molte irregolarità e non aveva tenuto conto che si era trattato di legittima difesa di fronte a un tentativo di stupro.
La 26enne Reyhaneh Jabbari era stata arrestata nel 2007, quando ne aveva 19, per aver ucciso Morteza Abdolali Sarbandi, che l'avrebbe attirata nel suo appartamento con la scusa di offrirle un incarico e poi avrebbe tentato di abusare di lei. Il perdono della famiglia della vittima avrebbe salvato Reyhaneh dalla forca, ma il figlio dell'uomo ha chiesto che la ragazza negasse di aver subito un tentativo di stupro e lei si è sempre rifiutata di farlo.
Secondo l'Onu dall'inizio dell'anno in Iran sono già state giustiziate 250 persone.
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Allegato 2919
Cities for Life è un avvenimento mondiale annuale che ricorre ogni 30 novembre, anniversario della prima abolizione della pena di morte in uno stato europeo: era il 1786 e il granduca di Toscana Pietro Leopoldo firmò il codice leopoldino preparato dal giurista Pompeo Neri; il Granducato di Toscana divenne così il primo territorio con la pena capitale abolita.
La manifestazione è organizzata dalla comunità di Sant'Egidio e vi aderiscono molte città a livello mondiale che illuminano un proprio monumento in simbolo di opposizione alla pena di morte.
Allegato 2920
Onu: cresce il sostegno alla moratoria, 114 i voti favorevoli
21 novembre 2014: Il Terzo Comitato sui Diritti Umani dell’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato la quinta Risoluzione per la moratoria Universale delle esecuzioni capitali con il numero record di 114 voti a favore e il più basso dei voti contrari, 36, mentre gli astenuti (34) e assenti (9) al momento del voto sono stati 43.
Nel 2012 i sì erano stati 111 contro 41 no.
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Allegato 2965
E' partita la maratona Write for Rights, la campagna di raccolta firme più grande del mondo.
L'anno scorso hanno partecipato 2.300.000 persone in 140 paesi e tre delle vittime di violazioni dei diritti umani sono state liberate. Firmare serve!
Per cinque persone (in India, Venezuela, Delta del Niger, Norvegia e Arabia Saudita) la nostra firma può fare la differenza.
Si può firmare qui:
http://maratona.amnesty.it/?source=amnesty.it
Allegato 2966
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18 Dicembre 2014: l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha chiesto di nuovo di porre fine all’uso della pena di morte.
Cresce il consenso mondiale per la moratoria sulla pena di morte. La risoluzione ha infatti avuto 117 voti nell'assemblea generale delle Nazioni Unite.
I no sono stati 38, 34 le astensioni. La risoluzione viene messa ai voti ogni due anni.
Allegato 3016
"Il voto di oggi in Assemblea generale è un successo importante. Segna un ulteriore passo in avanti nel lungo cammino verso l'abolizione della pena di morte nel mondo, un traguardo che non è ancora a stretta portata di mano ma non appare più, come un tempo, quasi irraggiungibile" - ha dichiarato Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, commentando il voto odierno dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla moratoria delle esecuzioni capitali.
La risoluzione contiene alcune importanti nuove raccomandazioni per gli Stati membri dell'Onu, quali la disabilità mentale e intellettuale tra i motivi di esclusione nell'applicazione della pena capitale.
Nel 2014 in Usa sono stati giustiziati 35 detenuti e 71 sono state finora le nuove condanne a morte. I problemi relativi alle esecuzioni mal riuscite in Arizona, Ohio e Oklahoma e ai farmaci utilizzati per l’iniezione letale hanno contribuito ai ritardi nell'esecuzione di condanne a morte e all’impatto negativo sull’opinione pubblica statunitense.
Il proscioglimento di persone ingiustamente condannate (148 condannati a morte rilasciati negli Stati Uniti perché riconosciuti innocenti), la disponibilità dell’ergastolo senza condizionale e il costo della pena capitale sono altri fattori che hanno determinato il declino di condanne ed esecuzioni. Tre Stati da soli – Texas, Missouri e Florida – hanno effettuato 28 esecuzioni, l’80 per cento del totale nazionale.
Il Pakistan ha revocato la moratoria sulla pena di morte in casi legati al terrorismo, il giorno dopo che un gruppo talebano ha attaccato una scuola a Peshawar, uccidendo 132 studenti e nove insegnanti.
http://www.nessunotocchicaino.it/new...mento=18310380
http://www.amnesty.it/Voto-Onu-morat...-con-farnesina