Accidenti. :shock:
Per arrivare a darmi ragione deve avertela davvero fatta grossa la Lady mancata ... :lol:
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Accidenti. :shock:
Per arrivare a darmi ragione deve avertela davvero fatta grossa la Lady mancata ... :lol:
Non ci siamo proprio con questo libro... premetto che se non avete finito di leggerlo non andate avanti nel mio discorso...
Concordo in pieno con Zio Fred sull'improbabile svolta dei personaggi (anche se a ben pensare Linley è stato sempre attratto dalle gonnelle ed ha fatto follie... basta ricordare il viaggio a Santa Barbara per Deborah, la storia con la locandiera di Scuola Omicidi poi con Helen la situazione era leggermente cambiata), ma è l'intera storia che non funziona, l'intero impianto che è costruito male...
Una delle caratteristiche dei libri della George è stata quella di incrociare la vicenda del libro con l'introspezione dei personaggi e delle loro vicende personali. Ma in questo libro è addirittura il contrario: sembra di leggere un libro sui nostri eroi dove la morte di Ian è un dannato particolare su cui perdere qualche pagina... ma stiamo leggendo un libro rosa o giallo? Perchè di giallo non c'è nulla: la morte di Ian appare da subito per quello che è, il coinvolgimento di Scotland Yard appare un pò forzato, quello di Deborah e Simon addirittura è assurdo... capisco Simon ma perchè Deborah viene coinvolta inizialmente dall'immagine??? Non c'è alcun motivo se non quello di voler intrecciare la sua storia con quella di Alatea. Ma poi pensate a Bernard nella sua situazione chiama Scotland Yard per farla indagare: una qualsiasi persona di buon senso sarebbe tornata a casa dalla moglie e avrebbe detto che non c'era nulla da fare, Scotland Yard non poteva riaprire un caso senza prove... ma il peggio del libro secondo me sta nel finale: Barbara (sempre il miglior personaggio della saga, io speravo che riuscisse nello restyling in modo che potesse scoprire la felicità) scopre che Alatea è in realtà un Santiago. Ebbene??? Perchè Linley diretto a Londra deve tornare indietro per parlare con Alatea? In che modo Alatea avrebbe avuto un movente per uccidere Ian??? In realtà Ian sapeva di Viviane, sapeva di Mignon ma nulla viene detto su Alatea. L'inversione di marcia è senza senso, quasi un pretesto per creare l'equivoco finale che è più da Woodehouse che da elizabeth George: tre dialoghi consecutivi dove le persone parlano di cose diverse senza accorgersi di nulla... neanche Bertie Wooster e Gus Fink-Nottle avrebbero fatto di peggio.
La vicenda di Kavreh sembra invece messa lì quasi come intendo omofobico: si cerca di costruire forzatamente una figura negativa sul gay iraniano e positiva sulla povera Manette e le sue vicende.
Infine la necessità di farci capire la prossima storia: Linley inizierà una relazione con la pattinatrice, Isabelle (insopportabile personaggio) soffrirà, Barbara aiuterà disperatamente Azhar contro le regole di Scotland Yard e Linley la aiuterà. Scommettiamo?????
In attesa delle vostre opinioni (specie di Rosy, Zio Fred.... Mauro meglio che non lo legga altrimenti non ci sarà verso per fargli leggere un libro della George)
Non ci siamo proprio con questo libro... premetto che se non avete finito di leggerlo non andate avanti nel mio discorso...
Concordo in pieno con Zio Fred sull'improbabile svolta dei personaggi (anche se a ben pensare Linley è stato sempre attratto dalle gonnelle ed ha fatto follie... basta ricordare il viaggio a Santa Barbara per Deborah, la storia con la locandiera di Scuola Omicidi poi con Helen la situazione era leggermente cambiata), ma è l'intera storia che non funziona, l'intero impianto che è costruito male...
Una delle caratteristiche dei libri della George è stata quella di incrociare la vicenda del libro con l'introspezione dei personaggi e delle loro vicende personali. Ma in questo libro è addirittura il contrario: sembra di leggere un libro sui nostri eroi dove la morte di Ian è un dannato particolare su cui perdere qualche pagina... ma stiamo leggendo un libro rosa o giallo? Perchè di giallo non c'è nulla: la morte di Ian appare da subito per quello che è, il coinvolgimento di Scotland Yard appare un pò forzato, quello di Deborah e Simon addirittura è assurdo... capisco Simon ma perchè Deborah viene coinvolta inizialmente dall'immagine??? Non c'è alcun motivo se non quello di voler intrecciare la sua storia con quella di Alatea. Ma poi pensate a Bernard nella sua situazione chiama Scotland Yard per farla indagare: una qualsiasi persona di buon senso sarebbe tornata a casa dalla moglie e avrebbe detto che non c'era nulla da fare, Scotland Yard non poteva riaprire un caso senza prove... ma il peggio del libro secondo me sta nel finale: Barbara (sempre il miglior personaggio della saga, io speravo che riuscisse nello restyling in modo che potesse scoprire la felicità) scopre che Alatea è in realtà un Santiago. Ebbene??? Perchè Linley diretto a Londra deve tornare indietro per parlare con Alatea? In che modo Alatea avrebbe avuto un movente per uccidere Ian??? In realtà Ian sapeva di Viviane, sapeva di Mignon ma nulla viene detto su Alatea. L'inversione di marcia è senza senso, quasi un pretesto per creare l'equivoco finale che è più da Woodehouse che da elizabeth George: tre dialoghi consecutivi dove le persone parlano di cose diverse senza accorgersi di nulla... neanche Bertie Wooster e Gus Fink-Nottle avrebbero fatto di peggio.
La vicenda di Kavreh sembra invece messa lì quasi come intendo omofobico: si cerca di costruire forzatamente una figura negativa sul gay iraniano e positiva sulla povera Manette e le sue vicende.
Infine la necessità di farci capire la prossima storia: Linley inizierà una relazione con la pattinatrice, Isabelle (insopportabile personaggio) soffrirà, Barbara aiuterà disperatamente Azhar contro le regole di Scotland Yard e Linley la aiuterà. Scommettiamo?????
In attesa delle vostre opinioni (specie di Rosy, Zio Fred.... Mauro meglio che non lo legga altrimenti non ci sarà verso per fargli leggere un libro della George)
In attesa delle vostre opinioni (specie di Rosy, Zio Fred.... Mauro meglio che non lo legga altrimenti non ci sarà verso per fargli leggere un libro della George)
SORRY, Davidelm! io non amo affatto la George. Dopo il primo non ho insistito.
Vi leggo, perchè sono curiosa di tutto ciò che è letteratura gialla, ma non sono tra i fans di questa autrice.
Con simpatia ti saluto,
Rosy
Ciao a tutti!
Nell'ultimo anno ho letto quasi tutti i libri della George. Adoro i capitoli lunghi (quasi snervanti), i tanti personaggi.
Ho appena finito UN CASTELLO DI INGANNI, l'ho trovato molto piacevole, ho faticato a sopportare Isabelle, ma il finale mi ha ricompensato. Posso ammettere che la trama in certi punti traballa un po', non avrò mai un altro E LIBERACI DAL PADRE, ma ho visto(a malincuore) che la scrittrice ha cercato di innovarsi e di alleggerire la sua scrittura.
Se qualcuno fosse ancora interessato sta per essere pubblicato in inglese il nuovo libro di Elizabeth George JUST ONE EVIL ACT , ambientato tra Lucca e Londra. Cosa dite, le darete un'altra chance??
Innanzi tutto ti do il benvenuto, magari fai un giro nel thread delle presentazioni a raccontarci qualcosa su di te e i tuoi gusti letterari.
Per quanto riguarda la George ti dirò che ti sei infilato in una delle discussioni più attive del Forum ... posta qualche parere in più che così ci confrontiamo.
Allora capitolo George da aggiornare con "Un Piccolo Gesto Crudele". Confermo quello che ho scritto in precedenza e vale a dire che dopo "Nessun Testimone" i libri hanno subito un'involuzione pazzesca, con trame sempre meno credibili e personaggi in preda a nevrosi. Questo libro rispetto al Castello di Inganni è sicuramente un passo avanti (ma fare peggio di "Un Castello di Inganni" era sinceramente difficile): la trama è ben costruita e appassiona il lettore. Quello che delude è secondo me un'approssimativa ricostruzione del sistema giudiziario e polizesco italiano (l'idea che ha la George del PM italiano è quanto meno balzana, piena di pregiudizi ed approssimazioni) ed anche una Barbara Havers che sembra una scheggia impazzita, senza che questo abbia gravi conseguenze. Insomma aspetto con ansia il ritorno della George agli splendidi libri scritti prima che la morte di Lady Helen portassero lei più che i suoi personaggi in un buio pesto (mi affido a Mankell e Arnaldur indridason per leccarmi le ferite)...
Che fortuna avervi conosciuto!
Io scorpro una scrittrice e voi... Zitti zitti pagine di commenti!
mi pare però che non tutti meritino. Io ho letto solo il primo. E devo dire che lo promuovo.
Ebbene,
Diciamo che avendone letti cinque posso anch'io dire la mia. (Ah ah , l'avrei detta lo stesso. Più che altro non posso più esimermi dal farlo! )
Grazie alla vostra lista ho seguito l'ordine cronologico delle vicende.
Da subito la cosa che m'inquieta è la traduzione dei romanzi, il titolo nello specifico. Mah.
Prendiamo il primo
Titolo originale A great deliverance (la grande salvezza-liberazione). A leggere il romanzo è un po' spoileroso ma non come il titolo italiano: Nel nome del padre.
Romanzo: debito a settembre, rischio bocciatura. Non lo consiglio.
Però l'incontro tra i due detective Lynley aristocratico super chic, e Havres poliziotta comune dallo spirito mai domato, creano una buona squadra.
@ Marco, sono D'accordo sulla piazzata del tutto fuori luogo, e senza senso.
ah una cosa che non mi è piaciutaSpoiler:
Secondo:
Payment in blood (pagamento in sangue), titolo italiano La miglior vendetta. Sinceramente questo romanzo mi ha Creato una confusione pazzesca con i nomi, e alla fine del giallo non ci ho capito quasi nulla, tanto fumo negli occhi per poi risolvere altrove l'arcano. Sinceramente non mi è piaciuto.
L'unica cosa da salvare: Lynley e le sue paturnie d'amore.
Terzo titolo
Well-schooled in murder ( Istituto omici), tradotto in italiano: Scuola omicidi. Qui direi che la traduzione è ok. e il romanzo al netto dei cinque letti è il migliore! Molto bello.
Quarto titolo
For the sake of Elena (Per amore di Elena) titolo italiano, seconda edizione, : Corsa verso il baratro. A lettura ultimata il primo titolo risulta alla fine in parte spoileroso, ma non del tutto, quello modificato italiano si risolve nelle prime pagine Elena fa jogging e viene uccisa, appunto corsa verso il baratro... Le implicazioni psicologiche del primo sono migliori... Titolo italiano bocciato.
Romanzo promosso.
Quinto libro
Missing Joseph, traduzione Dicembre è il mese più crudele.
Ok , il titolo originale che si capisce alla fine, ma quello italiano che c'entra solo perchè è inverno e fa freddo... Bah.
Romanzo promosso. Un sacco di sesso.
Spoiler:
La cosa che caratterizza i romanzi della George, secondo me, è il sesso. Ce n'è parecchio, travolgente, morboso, violento... Senza tanti giri di parole...Sono al sesto romanzo e già la voce narrante del primo capitolo, pagina 3, dice:
"Mi chiedo quanto ci avesse messo mamma ad accorgersi che la passionalità di mio padre non superava molto la ristretta gamma di manifestazioni che andava dal silenzio a un dolce sorriso vagamente assente. Pensavo spesso che i loro momenti d'intimità a letto dovevano aver seguito più o meno uno schema tipo abbraccio, brancicamento, sudore, sborrata, gemito, con un "molto bello mia cara".
Un'altra caratteristica che riesce più o meno bene nei romanzi è il taglio psicologico.
In "scuola omicidi" la vittima diventa il centro della narrazione. Tutto ruota attorno a lei, ti coinvolge, ti inquieta, ti spaventa, ti fa arrabbiare, insomma grande empatia con l'atmosfera e la vittima.
Anche in altri la George ha cercato questa strada ma con "Elena" non le è riuscita così bene, pur ricostruendo post mortem un buon personaggio.
Scotland Yard
Per quanto riguarda Scotland Yard, c'è più il nome che l'istituzione. Insomma per me questa Scotland Yard proprio non c'è.
Detection
Niente di trascendentale. La costruzione cerebrale del giallo classico è meglio dimenticarsela. Ad un certo punto viene fuori una notizia, si scava e la verità salta fuori.
Personaggi
Crescono, si danno da fare, hanno un sacco di problems e se devo dirla tutta, a parte Barbara, le due donne sono gatte morte: Debora e Helen non le reggo molto. Gli uomini sono promossi.
A netto di tutto sono dei romanzi strani, mi convincono, non mi convincono, hanno però qualcosa, forse i personaggi, forse lo scavo psicologico, che m'intriga.
Qualche volta la George cerca di approfondire qualche aspetto culturale, l'arte o la letteratura o la musica. Piccoli accenni, che non danno fastidio e seppur poco approfonditi non risultano mai banali.
Sesto
Per un pugno di cenere.
la costruzione passa dalla prima persona di Oliva alla terza. È la prima volta che i romanzi della George hanno questo intreccio. Uno strumento per entrare meglio nel dramma.
Sembra così ... nei romanzi della George non è mai l'odio a creare l'omicidio, ma qualcosa di più "malato". Questo rende tutto molto più doloroso e meno consolatorio il finale.
Adesso ho iniziato In presenza del nemico.
Una bambina è stata rapita. Il racconto parte con la prima persona della bambina, cresce l'empatia e la paura e soprattutto il nervoso-fastidio-odio per alcuni personaggi!
Domanda ... Quando uscirò dal tunnel della George?
Ok. sono le 2 di mattina e io ho appena finito In presenza del nemico. Ovviamente piaciuto. Buona tensione, inoltre restare indifferenti a questi personaggi era impossibile. Alcuni davvero uhhhhh da ammazzare. Sì, lo so. No bisognerebbe mai fare tali affermazioni, come minimo qualcuno di loro muore e io sono tra i sospettati!