DOLCISSIMA E VERA!
Rosy
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Vi ricordate "Carlo e Alice"? (Andy Capp...)
Allegato 1082
Allegato 1083
Io mi sento molto più Carlo che Alice... :mrgreen:
Allegato 1215:roll:
Allegato 1762
Dispiace che questa domanda se la ponga Charlie Brown… e mai, o almeno qualche volta, gli spocchiosi vanesi.
Vi avverto: fosse pure l’unico intervento del giorno, ponderate bene prima di proseguire nella lettura, perché temo questo sia l’abbrivo di un’invettiva che sarà lunghissima.
Purtroppo oggi mi è preso il capriccio di riflettere per iscritto; un impulso incontenibile di farneticare su una specie di fastidio annoiato e mortifero che mi assale quando, girovagando in internet – nella realtà mi succede di rado, per fortuna –, capita di assistere alle esibizioni di qualche soggetto che, ingolfandosi appieno nella virtù, veleggia allegramente nascondendo la boria dietro un accrocchio ben sperimentato di battute monocordi “ironiche e divertenti” grossolanamente autoreferenziali e intese a gettar discredito sugli altri. Mistero dei meccanismi della popolarità, un simile personaggio di solito gode di largo consenso, fa di tutto per mantenerselo saldo e durevole, riuscendoci, devo riconoscere, con invidiabile maestria. Raramente agisce da solo, senza necessità di abili manovre, con estrema naturalezza, coinvolge nelle sue battaglie intemerate una processione di fedeli seguaci, più o meno ignari.
Forte di questo successo, il dubbio, l’idea peregrina, di risultare in qualche modo pedante e monotono per una prudente minoranza, non gli passa mai pel capo neppure durante il sonno, come molesta variante di un incubo notturno. Dal pulpito della risata facile ha una completa superiore visione del mondo, lancia in resta si può permettere di canzonare con arrogante spavalderia tutto e tutti, sgrana come perle le sue sentenze risparmiando niente e nessuno, lingua velenosa e falangette rapide supportano la sua azione sterminatrice ad ampio raggio: star dello spettacolo, politici, letterati, suocere, colleghi, amici, parenti lontani e viandanti di passaggio tremate, perché sicuro ce ne sarà anche per voi. Gli originali, ben rodati, di cattivo gusto e sempre apprezzatissimi cliché, insomma.
Il nostro eroe, o la nostra primadonna, buca lo schermo, ne sa sempre una pagina più del libro; in sommo grado si considera e, nell’elevatissima certezza d’essere oggetto d’imitazione nonché d’esempio per gli altri, dedica anima e corpo a mirarsi allo specchio con dolcezza, la più commossa indulgenza, e occhiali da sole griffati, ovvio, perché la luce intelligente che rifrange davvero è abbagliante. Assume fondamentale importanza per la sua immagine seguire le tendenze moda del momento, rimpannucciarsi in un abito impeccabile cucito da altri, pensando – per una volta mettendoci tutto l’impegno - sia stato creato apposta per sé, e così la forma diventa sostanza.
Io, singolarmente, trovo questi personaggi patetici. Come chi, nel bel mezzo di un gruppo convenuto a partecipare a tutt’altro spettacolo, si alzi sulle punte dei piedi e con accanimento agiti le braccia verso l’alto in continuazione per attirare lo sguardo dei riflettori. Riesce allo scopo, certo, ma la vera ironia, amara e penetrante, sta nella tristezza della scena.
Fine delirio.
Breve ma intensa e decisamente condivisibile.
Del resto poco di meglio ci si può aspettare in un Paese sia fisico (quello reale) che metafisico (la sua proiezione in Rete) in cui i luoghi comuni sono ancora alla base di quella che qualche sociologo da strapazzo definisce "la cultura popolare" ... già questa di per sè è, a mio vedere, una aberrazione del concetto nel senso che non esistono, o non dovrebbero esistere, piani diversi su cui la cultura poggia, ma questa distinzione è un ottima scusa per avere un calderone (quello della cultura popolare e, di conseguenza, "bassa") in cui gettare tutta la grevità, la volgarità e la cattiveria (che non è per nulla ironia) di cui l'ignoranza è portatrice (in)sana.
Sono d'accordo con te Patrizia, siamo spesso costretti a subire l'insulso protagonismo di personaggi la cui piccineria è direttamente proporzionale alla loro bassezza morale e culturale, ma penso spesso che, per fortuna, non tutto il mondo è così e forse basterebbe spostarsi un po' più in là (ad Ovest di Paperino?) per vivere un meglio.
[QUOTE=Patrizia;18634
Vi avverto: fosse pure l’unico intervento del giorno, ponderate bene prima di proseguire nella lettura, perché temo questo sia l’abbrivo di un’invettiva che sarà lunghissima.
Fine delirio.[/QUOTE]
Ah, che profondo e delizioso delirio... Posso continuare alla mia maniera, carissima Patrizia?: dunque, delirio:per niente tremens, ma ben ponderato e diretto ad una sottospecie di modestissimi attori del web che ignorano di certo il senso dell'amicizia, della condivisione, per veleggiare verso i lidi bacchettoni dell'autoreferenzialità. Già, bacchettoni: una volta si usava questo termine per indicare coloro che seguivano pedissequamente un'autorità celeste; finita o quasi (purtroppo) la riproposizione quotidiana della genetica cattolica, lo vorrei ora e qui riproporre per gli insulsi omuncoli che si beano della loro finitudine e ne allargano all'infinito i ristrettissimi orizzonti
Ove, per poco, il cor non si spaura (Leopardi)
Ma davvero c'è da spaurirsi per codesti imbonitori, accaparratori ingenui del suolo pubblico (il Web) ? Io penserei di no, non voglio dar loro soverchia importanza.
Non ti curar di lor, ma guarda e passa (Dante Alighieri)
Guarda e passa, Patrizia cara. Non so di chi specificamente tu tratti, ma conosco l'altera genìa cui ti riferisci: sempre pronti a pavoneggiarsi, a distribuire sorrisetti ed ammiccamenti qui e la; ed ancora, e soprattutto, a indicar con fare minaccioso questi e quello.
Anche il nostro Forum a volte ha conosciuto la sconsolante presenza di questi individui. Non so bene a chi ti riferisca, Patrizia, ma la genetica alterata di questi figuri si ripropone ad ogni parallelo e meridiano. Tra i bantù come tra i Cinesi. E allora, vogliamo dar loro soverchia importanza? No di certo, convinti come siamo che costituiscano un'erbaccia infestante dalla quale mai ci libereremo.
E allora, pensa che esistono, è vero, ma pensa anche che li puoi ignorare. E dove non arriviamo noi, arriveranno i nostri Amministratori che, se si facessero vivi nel Forum, sapranno eradicarli una volta per tutte. Come si fa con le erbe infestanti.
Un bacione, carissima Pat. E non ti far avvolgere da tristi pensieri
Carlo
Adoro Paperino, in particolare quando si trasforma in Paperinik. Un mito ;)
Secondo me i comportamenti agiti spesso sono indipendenti dalla cultura, che non sempre si accompagna come sarebbe auspicabile all'intelligenza emotiva e sensibile.
Credo che, nel virtuale, l'intima natura di ciascuno - nobile o meschina che sia -, emerga con più forza attraverso lo schermo: protezione e al contempo proiezione, specchio rifrangente.
Internet è un mondo interessante, da vivere cum grano salis, perché grande risorsa di conoscenza e condivisione ma anche territorio scivoloso, dove contorni e identità sfumano insieme pericolosamente.
Come nella vita reale, e ancor di più, difficile orientarsi. Non impossibile, però, sono d'accordo con te, Mauro.
Carlo, il tono affettuoso del tuo scritto mi fa piacere e come caro amico voglio rassicurarti: la mia riflessione dal vapore corrosivo è maturata nell'esperienza e nell'osservazione di lungo periodo e ha preso l'aire semplicemente da accidentali dettagli contingenti, non ultimo un mio approfondimento sul tema della noia. Nulla ora m'inquieta personalmente in tal senso.:-)
Il "guarda e passa" è già in atto da parecchio tempo; certi personaggi non impauriscono, ma ho motivo di credere mettano a disagio e scoraggino la volontà di partecipazione di chi la pensa come me. Alcune comunità accolgono a braccia aperte questi soggetti e di essi si pascono. Sono scelte, va bene anche così, l'importante è la consapevolezza.
A mio avviso, il confronto e la critica sono vitali per uno scambio costruttivo e sano, purché si svolgano onestamente argomentando, e, soprattutto, nel rispetto e considerazione reciproca.
Allegato 1766
Le vignette sono un tenero ricordo d'infanzia e di domeniche pomeriggio passate a ridere sul divano con mio nonno..bei tempi!
Fugge frattanto, fugge il tempo irrecuperabile. (Virgilio - Georgiche)
Giaroig: touché! :mrgreen: A una vecchia orsa selvatica come me, capita spesso di preferire libro e pantofole. Il tempo, sì, è davvero irrecuperabile. Ognuno lo viva come meglio crede, è l'unica libertà che abbiamo.
P.S. "Non credo che questo mi abbia nuociuto: ci si abitua a trovarsi isolati per motivi giusti, a sopportare il disagio che ne deriva, a trovare la linea giusta per mantenere posizioni che non sono condivise dai più. Ma soprattutto sono cresciuto tollerante verso le opinioni altrui..." Calvino
Patrizia: Siamo sulla stessa linea d'onda, anche nell'apprezzare Calvino che è IN ASSOLUTO il mio scrittore preferito. E ammetto che ciò che mi provoca maggiore nostalgia sono quei momenti tranquilli ma intensi, passati con poche, rilevanti persone.
..Mi trovavo spesso in situazioni diverse dagli altri, guardato come una bestia rara. (Calvino - Eremita a Parigi)
Chiamalo delirio... E' un ritratto impeccabile della personalità in cui ci si imbatte in ogni comunità virtuale. Ovunque ha sempre le stesse caratteristiche (che non si potrebbero descrivere meglio di come hai fatto tu), tant'è che a uno resta sempre il dubbio che si tratti del medesimo personaggio che imperversa in ogni angolo del web. Spesso probabilmente è così, ma altrettanto spesso invece si tratta di individui diversi, anche se tutto sommato identici fra loro.
E sono pieni di carisma, ci si casca facilmente nel tranello del "Oh, ma che persona interessante che ho conosciuto". Poi però basta parlarci un paio di volte (specialmente in privato - e loro non amano parlare in privato, perché lì non hanno audience) per capire che sono l'incarnazione del disturbo istrionico di personalità descritto nei manuali di psicologia. Per quanto ti sforzi nel cercare uno scambio con loro, ti troverai inesorabilmente a sbattere contro un muro. Parlano sempre di loro stessi, o comunque di un argomento di conversazione scelto da loro. Il massimo che ti è concesso è adeguartici, altrimenti si chiude il canale di comunicazione.
Dopo averne incontrati tanti sorge il dilemma: il mondo è pieno di questa gente o è il web, che prestandosi perfettamente ad esserne il ricettacolo, finisce per essere il luogo di svago preferito da codesti narcisi?
Non saprei... Ma l'importante è imparare a riconoscerli, per evitarli.
Grazie, Pat, per avermi dato l'occasione di leggere un "delirio" così lucido e intelligente, che traduce in parole quelli che sono stati, e sono, i miei stessi pensieri in mille occasioni. E sottoscrivo anche quanto aggiunto da Mauro e Carlo.
Ciao! :-)
Forse andrò OT, non so.
Ho letto i vostri interventi fino all'ultimo, a cominciare da quello di Patrizia.
Da queste letture ho tratto un ragionamento: sono veramente una sempliciotta! Perchè io , non vagando praticamente mai nel web, non ho occasione di trovare personaggi di tale fatta , e nel leggere mi sorprendo molto, come i grulli!
Qui mi rendo conto che forse il mio limite maggiore sia la...vecchiaia, che mi toglie elasticità nell'imparare tutto ciò che sia nuovo,nel fare scoperte, ecc.
Io infatti in internet, a parte tutto ciò che è ricerca ( in senso lato), come "ambienti" frequento solo il nostro forum ( è vero Carlo che in passato ci sono stati personaggi particolari, ma sono...passati!), poi Tripadvisor, dove scrivo di viaggi, luoghi, hotels...e qualche bel sito dove leggere poesie, ad es. Malinconia leggera.
E basta.
Ora , poi, frequento meno anche il nostro Scompaginando ( rispetto a prima) perchè ho vari problemi , ma lo seguo sempre con affetto, anche scrivendo poco.
Perciò non ho occasione! Ecco perchè questi discorsi mi colgono sorpresa e impreparata. Un caro saluto a tutti,
Rosy:-P:-P
.
@ Giorgia: allora conto sul tuo aiuto per una capillare e sistematica diffusione del pensiero calviniano sul forum tutto. È in corso un Gdl e il Nostro ha bisogno di sostegno ;)
@ Alice: grazie a te :-). Il tuo affondo mi ha indotta in divagazioni importanti, anche introspettive. Del resto è la cifra dei tuoi interventi: la profondità, lo spunto ad andare oltre...
@ Rosy: forse il tuo è l'atteggiamento più saggio possibile. Pochi lidi di approdo che sinora non ti hanno riservato spiacevoli sorprese. Il tuo navigare è nella realtà, piena di viaggi che aprono sempre nuovi orizzonti. Perché mai limitare lo sguardo dietro uno schermo?
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@ Pat:
ti sono grata per due motivi.
Primo, per non avere frainteso il tono del mio intervento, che voleva essere solo di...sorpresa!
Secondo, per avermi dato una risposta garbata; non so se sia saggio, così come tu bonariamente affermi, ma la mia frequentazione del web mi...riserva solo questo.
Naturalmente mi capita di entrare in siti diversi, ma sono sempre di poesia, in genere, poi un paio di blog di amici cari che leggo volentieri...null'altro. Ciao , un caro saluto.
Rosy:-P
Rosy... è ciò che penso davvero... e sono contenta per te, per la tua serenità, almeno in quest'ambito. La vita è già tanto complicata. È importante anche capire, cogliere quel che di buono, in sintonia con noi può esserci, e respingere il resto. Questa è una forma di saggezza. Magari riuscirci sempre!
Un caro saluto anche a te :-)
Pat, le tue vignette illustrano alla perfezione quello che intendevo dire. :mrgreen: Le prime due poi mi hanno fatto ribaltare dal ridere. :lol:
Grazie!
Rosy, non sei per nulla una sempliciotta. Evidentemente sei solo stata più fortunata di me finora, e magari anche più furba, a non frequentare certi luoghi virtuali. Però al di là delle lamentele (le mie, intendo), in fondo mi ci diverto e mi piace osservare i comportamenti delle persone. Senza contare che se capisco perché fanno certe cose è solo perché in fondo le loro motivazioni le ho vissute anche dentro di me, magari in misura minore. Ma siamo pur sempre tutti fatti della stessa umana sostanza. :-)
Ciao :-)
https://encrypted-tbn0.gstatic.com/i...qUAiAk1yRBi65w
Noia? Che cos'è la noia?
Leggere duecento documenti, imbreviature, rogiti, estratti di annali e cronache per poter confermare un dato che in un libro occupa lo spazio di due righe?
Spiegare e rispiegare e rispiegare le stesse cose a ci non ascolta, non è interessato, non vuole sentire o capire o meno ancora tenere in memoria quanto spieghi e rispieghi?
Insistere puntigliosamente su date, dati, nomi, categorie, definizioni. Parlare una lingua che solo in superficiale apparenza è la stessa dei tuoi interlocutori, che spesso non percepiscono neppure di non capirti quando parli?
Benvenuti nel mondo dello storico e dell'insegnante.
Io, inquanto storico ed insegnante, ritengo che la noia sia un bene dell'umanità in grave pericolo di estinzione che andrebbe difeso con le unghie e con i denti. Credo che la noia sia l'unico antidoto al (passatemi il termine) rincoglionimento procurato dal divertimento imbonitorio obbligatorio tipico della nostra società dell'ipercomunicazione. Tutto deve essere divertente, dutto deve essere intrattenmento, tutto deve essere ritmato, colorato, movimentato... frizzante!
Viva la noia e lunga vita ai noiosi. La noia è uno dei più potenti motori dell'intelligenza. Immaginazione e Fantasia sono figlie legittime de Noia e d'Ingegno.
Grazie Patrizia per averci dato questo apprezzatissimo spunto di riflessione. così ho potuto anch'io cantare il mio delirio in forma di elogio della noia.
Cordialmente noioso,
Rupert:prrr:.
Mi permetto di dissentire su quanto dottamente affermato da Rupert in quanto ritengo che la noia, più che un motore per la creatività, sia una pericolosa anticamera di comportamenti quantomeno opinabili, non a caso il mondo è pieno di persone annoiate (spesso ricchi nullafacenti) che riescono a dimostrare come si possa avere tempo per tutto e non combinare niente, come, per citarne uno a caso, il signorino Elkann.
No, più che la noia, loderei più volentieri la lentezza, quella che ci tiene lontani dalla fruizione rapida e incosciente di quantità industriali di contenuti senza che nessuno di essi ci lasci nulla dentro e quindi ringrazio chi ha pensato che possa e debba esistere uno slow food, filosofia che ci permette di godere appieno delle meraviglie enogastronomiche in barba alle tonnellate di fast (& junk) food con cui si ingozzano i tritarifiuti con sembianze umane. E ringrazio anche chi ha viaggiato con me in lunghi e lenti percorsi motociclistici lungo strade secondarie e bellissime dove, viaggiando con la dovuta lentezza, puoi scoprire dietro ogni curva una piccola meraviglia, questo nonostante la presenza sulle stesse strade di personaggi al limite del delinquenziale che trasformano ogni centimetro di strada in un terreno di battaglia a colpi di sorpassi a velocità folli. :shock:
Insomma, la lentezza è quella che ci permette vivere in modo pieno e sensibile le nostre esperienze ovvero nell'unico modo per cui ne valga davvero la pena. ;)
Per me la noia, ma forse andiamo O.T., è esattamente come viene spiegata da Moravia nel libro La noia.
La noia è madre di grandi idee! A volte anche nefaste, certo :lol: Ma forse mi sbaglio, non sono esperta, nè di noia nè di lentezza :banghead:
Avevo una nostalgia enorme del forum e di questo bel topic, perciò perdonatemi se interrompo questi interessanti e gustosissimi "off-topic" con una tavola un po' malinconica di una fumettista che amo molto, Ai Yazawa. Non so se si possa definire una vignetta, ma spero che piaccia comunque.Allegato 1791
E lui cosa le risponde?
Devo saperlo.
Non le risponde nulla, rimane in silenzio. Non poteva essere altrimenti, in un fumetto di fine millennio!:lol: La vignetta successiva è questa, tipicamente nipponica nello stile: silenzi e comunicazione affidata esclusivamente agli sguardi. Secondo me è bella e triste, mi piace il tratto di questa autrice.Allegato 1792
Lui è triste, ma lei soffre. Lo dicono gli occhi. Sob sob.
D'altra parte se hai bisogno di chiederlo, allora la risposta può essere una sola.
Eh, già. E' un'autrice che consiglio, sempre se piace il genere. C'è molta inquietudine esistenziale nella sua opera, ma non manca, in certi frangenti, la tipica ironia dissacrante in salsa "jap". Il suo, secondo me, è un salto di qualità rispetto alle tipiche atmosfere sciroppose dei manga anni '80-'90.
http://www.scenicreflections.com/fil...aper_q8epj.jpg
Tendo a condividere quanto scrivo e quindi dissento dal tuo dissentire... :lol:!
In realtà credo che la contraddizione (e quindi anche la contrapposizione dei nostri pensieri) sia solo apparente e dipende, come sempre, dal valore che si scegle di dare a un termine.
Per noia intendo la condizione di inazione e di assenza di stimoli in cui una persona qualsiasi può ritrovarsi e che al tempo della comunicazione onnipresente è quasi diventato inesistente, perché l' "inazione" oggi coincide con qualche forma di comunicazione telematica o virtuale.
Mi sembra di capire -correggimi se sbaglio- che tu per noia intenda invece quello stato mentale per cui una persona messa nella condizione giusta, cioè l'assenza di stimoli perdepiti come adeguati, non è in grado di reagire se non ricercando quegli stimoli che sente mancare.
Sebbene saldamente agganciati ed espressi dallo stesso termine, i due concetti non sono perfettamente sovrapponibili. In particolare la noia distruttiva di cui parli è l'incapacità di godersi la vita in tutti i suoi aspetti e quindi in sintesi la dipendenza da alcuni tipi di stimolo polto limitati e di solito, appunto, distruttivi.
Ritengo altresì che l'esposizione precoce alla noia intesa come inazione e assenza di forti stimoli esterni, sia la condizione necessaria per poter sviluppare efficaci antidoti e strategie creative sufficienti ad evitare che la noia distruttiva e dipendente prenda il sopravvento sulla persona.
Infatti l'annoiato distruttivo tende ad annoiarsi in qualunque circostanza, indipendentemente dalle risorse che si trovano a sua disposizione e difficilmente troverà un'alternativa alla ricerca di quegli stimoli distruttivi che lo divertono per la durata del loro effetto distruttivo e non un secondo più in là.
Questa mi fa morire!
Eh eh eh. Questa domenica mi sa tanto che è proprio così.:roll:
Generalmente le Domeniche sono così ... salvo quando si riesce a fuggire in gita da qualche parte.