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"Quando coloro che leggono la Bibbia, comprenderanno che Caino ebbe salva la vita?" Victor Hugo
Abolire la pena di morte vuol dire globalizzare un principio fondamentale: quello che riconosce la vita umana come un valore assoluto che nessuno, men che meno uno Stato, può violare.
Allegato 2610
Dal Rapporto Annuale di Nessuno Tocchi Caino si conferma l'evoluzione positiva verso l'abolizione della pena di morte in atto nel mondo da oltre 15 anni: sono infatti 161 i paesi che per legge o in pratica hanno deciso di abolirla e sono 37 i paesi mantenitori.
Un velo di segretezza sui modi che vengono utilizzati per eseguire la pena capitale e' l'aspetto piu' preoccupante. "In quasi tutti i Paesi considerati ''democratici'', il sistema della pena capitale, per molti aspetti, si e' rivelato essere sempre piu' coperto da un velo di segretezza come, ad esempio, negli Stati Uniti dove, nel pur decrescente numero di Stati della federazione che mantengono la pena capitale, si sta facendo di tutto per occultare i modi con cui e' praticata".
"Velo creato in particolare negli Usa per coprire il tipo di sostanze utilizzate nelle esecuzioni e i fornitori di tali sostanze, per impedire qualsiasi azione di sensibilizzazione ad opera di organizzazioni come Nessuno tocchi Caino o dell'opinione pubblica, come gia' fatto per le compagnie farmaceutiche multinazionali che dopo appunto una nostra campagna, hanno bloccato i rifornimenti dei farmaci utilizzati per compiere le esecuzioni capitali. Ora sono laboratori farmaceutici locali a fornire i farmaci, ma non se ne conosce la natura e non si conoscono le reazioni degli stessi farmaci".
liberamente tratto da : http://www.nessunotocchicaino.it/arc...ex.php?mover=2
Mantenitori: 37
Afghanistan, Arabia Saudita, Palestina*, Bahrein, Bangladesh, Bielorussia, Botswana, Cina, Corea del Nord, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Gambia, Giappone, Giordania, India, Indonesia, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Malesia, Nigeria, Oman, Pakistan, Saint Kitts e Nevis, Singapore, Siria, Somalia, Stati Uniti d’America, Sudan, Sudan del Sud, Taiwan*, Thailandia,Uganda, Vietnam e Yemen.
In grassetto, le democrazie liberali (7) che mantengono la pena di morte
* Stati non membri dell’ONU
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Pena di morte: in Arizona condannato muore dopo due ore di agonia
Due ore di agonia per il condannato a morte. Un calvario senza precedenti per un'esecuzione negli Stati Uniti.
Allegato 2629
Drammatica esecuzione, questa notte, in Arizona, dove un detenuto del braccio della morte, Joseph Rudolph Wood, è deceduto dopo due ore dall’inizio delle sua esecuzione con iniezione letale. Due ore di agonia, durante le quali i suoi legali avevano presentato un appello d’emergenza dopo aver visto il loro assistito rantolare e ansimare. Già in precedenza, avevano chiesto inutilmente di conoscere le sostanze che sarebbero state usate per l’esecuzione. La Corte Suprema aveva confermato che l'esecuzione avrebbe comunque avuto luogo. L'ufficio del Procuratore Generale dell'Arizona ha affermato che l'esecuzione e' iniziata alle 13.52 locali e Joseph Wood e' stato dichiarato morto alle 15.49, un'ora e 57 minuti dopo la somministrazione dei farmaci.
Immediate le polemiche: è il terzo caso in pochi mesi di un'esecuzione andata male e negli Stati Uniti se ne discute da settimane. L'amministrazione del penitenziario ha detto che sono state seguite le procedure.
Ad aprile l'esecuzione di Clayton Lockett in Oklahoma è durata 43 minuti, mentre a gennaio in Ohio Dennis McGuire ha rantolato e ansimato per 26 minuti. Sotto accusa il cocktail usato per uccidere il condannato e in particolare un sedativo presente in diversi casi.
Negli ultimi mesi è sempre più difficile per le prigioni americane procurarsi farmaci per le esecuzioni, in particolare a causa della ritrosia delle case farmeceutiche europee. In alcuni casi allora le amministrazioni penitenziarie americane stanno sperimentando nuovi cocktail per le iniezioni letali.
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Si, l'ho letto anche io stamattina. Non posso immaginare la sofferenza :shock:
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“Questa inutile prodigalità di supplicii, che non ha mai resi migliori gli uomini, mi ha spinto a esaminare se la morte sia veramente utile e giusta in un governo bene organizzato.”
“Il fine delle pene non è di tormentare ed affliggere un essere sensibile, né di disfare un delitto già commesso.”
“Qual può essere il diritto che si attribuiscono gli uomini di trucidare i loro simili?"
Cesare Beccaria Dei delitti e delle pene (1765)
Allegato 2632
24 luglio 2014: in merito all'esecuzione in Arizona, Sergio D'Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino, ha commentato:
"L'esecuzione di Joseph Wood in Arizona è solo l'ultima di una serie di esecuzioni “arrangiate” negli Stati Uniti, dove i farmaci mortali sono forniti alle amministrazioni penitenziarie ormai solo da laboratori artigianali, i quali sono stati coperti dal segreto di stato per tentare di impedire alle associazioni abolizioniste di fare pressione su di loro e ottenere, come è avvenuto con successo nel recente passato con le grandi case farmaceutiche multinazionali, di bloccare la vendita e l'uso letale dei loro prodotti.
E' già abbastanza grave che la pena di morte resista nella più antica democrazia del mondo, gli Stati Uniti, ma è ancor più inquietante assistere alle orribili conseguenze della presunta civiltà dell'iniezione letale. Svanito il mito di un metodo indolore, dolce e più umano di fare giustizia, rimane un ultimo, decisivo passo da compiere: sbarazzarsi una volte per tutto del sistema arcaico della pena di morte, cioè dell'aberrazione di uno Stato che per punire Caino diventa esso stesso Caino, per salvaguardare giustamente Abele crea malamente i suoi Abele."”
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Una buona notizia dall'Argentina: Estela Carlotto, fondatrice delle Nonne di Plaze de Mayo ha riabbracciato suo nipote Guido, nato nel giugno 1978 in un carcere argentino.
Allegato 2685
Lo cercava da 36 anni. E il 5 agosto 2014 a Buenos Aires Estela Carlotto, presidentessa delle Abuelas de la Plaza de Mayo, ha annunciato di aver ritrovato il nipote Guido che ha cercato in tutti questi anni. Il giovane si chiama Ignacio Hurban, è un musicista e docente, ed è lui ad aver fatto il test del dna per conoscere le sue vere origini.
Estela Carlotto l’ha sempre chiamato Guido. È il nome che in un’ultima telefonata dal carcere dell’Esma, la scuola della marina militare in cui era stata portata, la figlia Laura fece alla sua famiglia nel 1978 parlando del figlio che portava in grembo. La giovane era incinta e come tante altre prigioniere nello stesso stato deve aver poi partorito nella stanza parto che i militari golpisti avevano allestito dentro l’Esma.
Estela Carlotto, sua madre, che sul finire degli anni ‘70 ha dato vita al movimento delle madri argentine in cerca dei loro figli «desaparecidos», non ha mai perso in tutti questi anni la speranza di poter ritrovare questo nipote finito come tanti altri «nietos» adottato da famiglie legate ai militari golpisti.
Nel 1977, a Buenos Aires, due giovani – Walmir Oscar e Laura - s'incontrano e si amano. Hanno 26 e 23 anni. Un giorno, quando Laura è incinta da due mesi e ancora non l'ha detto alla famiglia, sono assieme in una pasticceria. Stanno chiacchierando davanti a due caffè quando fa irruzione una “patota”, una squadre della morte. Li portano entrambi nel campo clandestino di La Cacha. L'uomo dopo tre mesi viene fucilato. La ragazza viene tenuta in vita perché deve partorire, sarà uccisa poco dopo il parto. Questo, in troppo poche parole, l'inizio dell'incredibile storia di cui ora tutto il mondo parla.
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Runak, 14 anni, yazida, lungo la strada che conduce verso il confine siriano. Bottiglietta d'acqua e kalashnikov per proteggersi e proteggere mamma e sorellina davanti a lei:
Allegato 2708
Marwal, profugo siriano di 4 anni che ha commosso il mondo trascinando un sacchetto di plastica più grande di lui al confine tra Siria e Giordania:
Allegato 2709
Papa Francesco:
"Quando ti trovi davanti al dolore umano devi fare quello che il tuo cuore ti porta a fare. Poi gli altri dicano quello che vogliono, si può dire tutto".
"Ma se pensi a questi genitori che hanno perso i figli, ai ragazzi che hanno perso fratelli e sorelle, allora capisci che non puoi restare indifferente. Col dolore umano non si può essere neutrali".
“Oggi siamo in guerra dappertutto. Qualcuno mi ha detto che viviamo la terza guerra mondiale ma a pezzi."
“Quando c’è un’ingiusta aggressione – ha affermato il Papa – è lecito fermare l’aggressore ingiusto. Fermare solo, però: non dico bombardare, fare guerra. I mezzi debbono essere valutati”.
Gino Strada (Emergency):
"Bisogna tenere a mente che ogni volta che si decide di combattere una guerra – che significa andare ad ammazzare qualcuno – si peggiorano situazioni spesso già disastrate."
"In questo disastro c’è tutto il Medio Oriente, un’area completamente esplosa. Il punto è che quando uno decide di ammazzare qualcun altro, la modalità è secondaria. C’è chi taglia la gola, chi usa armi chimiche, chi bombarda coi droni: ognuno con le sue armi cerca di fare la pelle a qualcun altro."
"Quando si accetta la possibilità di ammazzare, si diventa gli esseri umani peggiori. L’unico approccio umano alla guerra è l’abolizione, com’è successo con la schiavitù."
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E', come sempre, tutto molto triste e inquietante, ma credo di poter dire che, secondo me, la notizia più atroce di questi giorni è questa.
E non tanto per la vittima, ma per l'involontaria carnefice che è una persona a cui sono stati negati i più elementari diritti dell'infanzia (età dell'innocenza) nonostante abiti in uno dei Paesi più ricchi, ma non civili evidentemente, del mondo.
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10 ottobre 2014: stop alla pena di morte per persone con disabilità mentale e intellettiva
Allegato 2802
In occasione della XII Giornata mondiale contro la pena di morte, Amnesty International e la Coalizione mondiale contro la pena di morte vogliono denunciare l'uso della pena capitale nei confronti delle persone con disabilità mentale e intellettiva.
Ancora oggi, in tutto il mondo, persone con disabilità mentale e intellettiva continuano ad essere messe a morte, in evidente violazione degli standard internazionali. Gli standard internazionali stabiliscono che le persone che soffrono di disabilità mentale e intellettiva non devono subire questa sanzione estrema. Tuttavia, in molti casi tale condizione non viene accertata durante il procedimento penale.Gli standard internazionali sulla disabilità mentale e intellettiva sono importanti salvaguardie a tutela di persone vulnerabili: non hanno lo scopo di giustificare crimini orrendi ma stabiliscono dei criteri in base ai quali la pena di morte può essere o meno inflitta.
Allegato 2804
Amnesty International ha documentato casi di persone con gravi forme di disabilità condannate o già messe a morte in paesi quali Giappone, Pakistan e Stati Uniti.
“Gli standard internazionali sulla disabilità mentale e intellettiva sono importanti salvaguardie a tutela di persone vulnerabili: non hanno lo scopo di giustificare crimini orrendi ma stabiliscono dei criteri in base ai quali la pena di morte può essere o meno inflitta” – ha dichiarato Audrey Gaughran, direttrice del programma Temi globali di Amnesty International.
“Siamo contrari alla pena di morte in ogni circostanza, in quanto è l’estrema punizione crudele, disumana e degradante. Ma nei paesi che ancora ne fanno uso gli standard internazionali, compresi quelli che la vietano nei confronti di determinate categorie di persone vulnerabili, devono essere rispettati, in vista dell’abolizione definitiva” – ha aggiunto Gaughran.
Quest'anno si voterà inoltre per la quinta volta per una moratoria sulle esecuzioni che sarà presentata all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. "Nessuno tocchi Caino" rivolge l'attenzione all'Africa, che è il continente in cui si concentra il maggior numero di Paesi di fatto abolizionisti che potrebbero quindi passare ad un voto a favore della prossima Risoluzione Onu per la Moratoria universale delle esecuzioni e all’abolizione.
Allegato 2803
http://appelli.amnesty.it/pena-di-morte-iwao-hakamada/
http://www.amnesty.it/No_alla_pena_d...lattia_mentale
http://www.nessunotocchicaino.it/new...mento=18308538
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Il premio Nobel per la pace 2014 è stato assegnato all’indiano Kailash Satyarthi e alla pachistana Malala Yousafzai “per la loro battaglia contro l’oppressione dei bambini e dei giovani e per il diritto dei bambini all’istruzione”.
Il filo conduttore tra i due Nobel è la protezione dei minori, sottolineato dallo stesso comitato per il Nobel: "I bambini devono andare a scuola, non devono lavorare".
"Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo".
Allegato 2805
"Dobbiamo smettere di usare la povertà come una scusa per il lavoro minorile. Il lavoro minorile permette alla povertà di continuare ad esistere. Negare a un bambino il diritto all'istruzione significa condannarlo alla povertà". Kailash Satyarthi è un ingegnere indiano, la sua Ong è attiva dagli anni 80 contro lo sfruttamento minorile in ambito lavorativo e ha portato al salvataggio di decine di migliaia di bambini schiavi.
Allegato 2806
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E' bello vedere che sono state premiate ex-equo due Persone i cui paesi da sempre sono antagonisti. Queste Persone lottano per una comune causa e sono di esempio all'Umanità intera con la forza del loro messaggio impresso nelle loro vite.
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Papa Francesco: «L’ergastolo è una pena di morte nascosta»
"Tutti i cristiani sono chiamati a lottare per l'abolizione della pena di morte, ma anche per il miglioramento delle condizioni carcerarie."
“È impossibile immaginare che oggi gli Stati non possano disporre di un altro mezzo che non sia la pena capitale per difendere dall’aggressore ingiusto la vita di altre persone”
Allegato 2819
È un discorso durissimo quello che Papa Francesco ha pronunciato ieri ricevendo in udienza in Vaticano l’Associazione internazionale di diritto penale.
Mi ha molto colpito, nessun Papa mai era stato così esplicito.
Ha chiesto di abolire la "pena di morte, legale o illegale che sia, e in tutte le sue forme, e di migliorare le condizioni carcerarie nel rispetto della dignità umana".
La dinamica della vendetta, ha spiegato il Papa, "non è assente nelle società moderne: la realtà mostra che l'esistenza di strumenti legali e politici necessari ad affrontare e risolvere conflitti non offre garanzie sufficienti ad evitare che alcuni individui vengano incolpati per i problemi di tutti". "Oggi si è anche affievolito il dibattito sulla sostituzione del carcere con altre sanzioni penali alternative". La mentalità che viene diffusa, infatti, è quella che con "una pena pubblica si possano risolvere i più disparati problemi sociali, come se per le più diverse malattie ci venisse raccomandata la medesima medicina".
Il sistema penale va oltre la sua funzione propriamente sanzionatoria e si pone sul terreno delle libertà e dei diritti delle persone, soprattutto di quelle più vulnerabili, in nome di una finalità preventiva la cui efficacia, fino ad ora, non si è potuto verificare, neppure per le pene più gravi, come la pena di morte"
Allegato 2820
"Una forma di tortura è a volte - ha poi aggiunto il Papa - quella che si applica mediante la reclusione in carceri di massima sicurezza", con la "mancanza di stimoli sensoriali, la completa impossibilità di comunicazione e la mancanza di contatti con altri esseri umani". E questo accade a volte "anche in altri penitenziari", ha ammonito Francesco. "Non solo in centri clandestini di detenzione o in moderni campi di concentramento, ma anche in carceri, istituti per minori, ospedali psichiatrici, commissariati e altri centri e istituzioni di detenzione e pena. Queste crudeltà sono un autentico 'plus' di dolore che si aggiunge ai mali propri della detenzione".
http://vaticaninsider.lastampa.it/ne...rticolo/37110/
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"Messa a morte". Di giustizia, qua, non c'è traccia.
Iran, giustiziata Reyhaneh. Condannata a morte per aver ucciso l'uomo che tentò di stuprarla
Allegato 2825
In Iran è stata impiccata ieri all'alba Reyhaneh Jabbari, la ragazza condannata a morte nel 2009 per aver ucciso un ex agente dei servizi segreti iracheni che avrebbe tentato di stuprarla. Lo ha reso l'uffico del procuratore di Teheran. La giovane era da cinque anni nel braccio della morte e a suo favore c'erano stati numerosi appelli internazionali, tra cui quelli di Papa Francesco, di Amnesty International, e di tantissimi intellettuali iraniani.
Il relatore dell'Alto commissariato per i diritti umani dell'Onu aveva denunciato che il processo del 2009 era stato viziato da molte irregolarità e non aveva tenuto conto che si era trattato di legittima difesa di fronte a un tentativo di stupro.
La 26enne Reyhaneh Jabbari era stata arrestata nel 2007, quando ne aveva 19, per aver ucciso Morteza Abdolali Sarbandi, che l'avrebbe attirata nel suo appartamento con la scusa di offrirle un incarico e poi avrebbe tentato di abusare di lei. Il perdono della famiglia della vittima avrebbe salvato Reyhaneh dalla forca, ma il figlio dell'uomo ha chiesto che la ragazza negasse di aver subito un tentativo di stupro e lei si è sempre rifiutata di farlo.
Secondo l'Onu dall'inizio dell'anno in Iran sono già state giustiziate 250 persone.
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Allegato 2919
Cities for Life è un avvenimento mondiale annuale che ricorre ogni 30 novembre, anniversario della prima abolizione della pena di morte in uno stato europeo: era il 1786 e il granduca di Toscana Pietro Leopoldo firmò il codice leopoldino preparato dal giurista Pompeo Neri; il Granducato di Toscana divenne così il primo territorio con la pena capitale abolita.
La manifestazione è organizzata dalla comunità di Sant'Egidio e vi aderiscono molte città a livello mondiale che illuminano un proprio monumento in simbolo di opposizione alla pena di morte.
Allegato 2920
Onu: cresce il sostegno alla moratoria, 114 i voti favorevoli
21 novembre 2014: Il Terzo Comitato sui Diritti Umani dell’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato la quinta Risoluzione per la moratoria Universale delle esecuzioni capitali con il numero record di 114 voti a favore e il più basso dei voti contrari, 36, mentre gli astenuti (34) e assenti (9) al momento del voto sono stati 43.
Nel 2012 i sì erano stati 111 contro 41 no.
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Allegato 2965
E' partita la maratona Write for Rights, la campagna di raccolta firme più grande del mondo.
L'anno scorso hanno partecipato 2.300.000 persone in 140 paesi e tre delle vittime di violazioni dei diritti umani sono state liberate. Firmare serve!
Per cinque persone (in India, Venezuela, Delta del Niger, Norvegia e Arabia Saudita) la nostra firma può fare la differenza.
Si può firmare qui:
http://maratona.amnesty.it/?source=amnesty.it
Allegato 2966
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18 Dicembre 2014: l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha chiesto di nuovo di porre fine all’uso della pena di morte.
Cresce il consenso mondiale per la moratoria sulla pena di morte. La risoluzione ha infatti avuto 117 voti nell'assemblea generale delle Nazioni Unite.
I no sono stati 38, 34 le astensioni. La risoluzione viene messa ai voti ogni due anni.
Allegato 3016
"Il voto di oggi in Assemblea generale è un successo importante. Segna un ulteriore passo in avanti nel lungo cammino verso l'abolizione della pena di morte nel mondo, un traguardo che non è ancora a stretta portata di mano ma non appare più, come un tempo, quasi irraggiungibile" - ha dichiarato Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, commentando il voto odierno dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla moratoria delle esecuzioni capitali.
La risoluzione contiene alcune importanti nuove raccomandazioni per gli Stati membri dell'Onu, quali la disabilità mentale e intellettuale tra i motivi di esclusione nell'applicazione della pena capitale.
Nel 2014 in Usa sono stati giustiziati 35 detenuti e 71 sono state finora le nuove condanne a morte. I problemi relativi alle esecuzioni mal riuscite in Arizona, Ohio e Oklahoma e ai farmaci utilizzati per l’iniezione letale hanno contribuito ai ritardi nell'esecuzione di condanne a morte e all’impatto negativo sull’opinione pubblica statunitense.
Il proscioglimento di persone ingiustamente condannate (148 condannati a morte rilasciati negli Stati Uniti perché riconosciuti innocenti), la disponibilità dell’ergastolo senza condizionale e il costo della pena capitale sono altri fattori che hanno determinato il declino di condanne ed esecuzioni. Tre Stati da soli – Texas, Missouri e Florida – hanno effettuato 28 esecuzioni, l’80 per cento del totale nazionale.
Il Pakistan ha revocato la moratoria sulla pena di morte in casi legati al terrorismo, il giorno dopo che un gruppo talebano ha attaccato una scuola a Peshawar, uccidendo 132 studenti e nove insegnanti.
http://www.nessunotocchicaino.it/new...mento=18310380
http://www.amnesty.it/Voto-Onu-morat...-con-farnesina
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Usa, giustiziato a 14 anni nel 1944. È lui il più giovane condannato a morte negli Stati Uniti nel XX secolo.
Dopo 70 anni la verità: era innocente
Allegato 3017
George Stinney ucciso sulla sedia elettrica a 14 anni, ragazzo di colore condannato nel 1944 per l'uccisione di due bambine bianche, dalle autorità del South Carolina. Dopo 70 anni un giudice dimostra che era innocente.
Una sentenza sbagliata, che però è stata eseguita a sole 12 settimane dall'arresto e ha portato alla morte del giovane.
Oggi però a 70 anni di distanza, la giustizia restituisce a George almeno l'innocenza, se non la vita.
http://www.huffingtonpost.it/2014/12...n_6347290.html
http://www.corriere.it/esteri/14_dic...549a5a23.shtml
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Esecuzioni programmate in Texas per i prossimi mesi:
519) Richard Vasquez, January 15, 2015 (280th and Last Execution Under Gov Perry)
520) Arnold Prieto, January 21, 2015 (First Execution Under Gov. Abbott)
521) Garcia White, January 28 ,2015
522) Robert Ladd, January 29, 2015
523) Donald Newbury, February 4, 2015
524) Lester Bower, Jr, February 10, 2015
525) Rodney Reed, March 5, 2015
526) Manuel Vasquez, March 11, 2015
527) Randall Mays, March 18, 2015
528) Kent Sprouse, April 9, 2015
529) Manuel Garza, April 15, 2015
530) Robert Pruett, April 28, 2015
531) Charles Derrick, May 12, 2015
Allegato 3092
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Quote:
Originariamente inviato da
daniela
Usa, giustiziato a 14 anni nel 1944. È lui il più giovane condannato a morte negli Stati Uniti nel XX secolo.
Dopo 70 anni la verità: era innocente
Allegato 3017
George Stinney ucciso sulla sedia elettrica a 14 anni, ragazzo di colore condannato nel 1944 per l'uccisione di due bambine bianche, dalle autorità del South Carolina. Dopo 70 anni un giudice dimostra che era innocente.
Una sentenza sbagliata, che però è stata eseguita a sole 12 settimane dall'arresto e ha portato alla morte del giovane.
Oggi però a 70 anni di distanza, la giustizia restituisce a George almeno l'innocenza, se non la vita.
http://www.huffingtonpost.it/2014/12...n_6347290.html
http://www.corriere.it/esteri/14_dic...549a5a23.shtml
Questo post me l'ero perso ... non è che oggigiorno negli States la situazione sia cambiata poi molto comunque, nonostante Obama.
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Quote:
Originariamente inviato da
Mauro
Questo post me l'ero perso ... non è che oggigiorno negli States la situazione sia cambiata poi molto comunque, nonostante Obama.
Obama è favorevole alla pena di morte, la giustifica per i crimini più efferati.
Pur sostenendo che non vi sia evidenza che la pena di morte sia un deterrente efficace contro gli omicidi, ufficialmente è favorevole per i crimini più violenti. (ma è un argomento che evita, per non perdere consensi). Pronunciarsi sulla pena di morte può far vincere o perdere un'elezione, per questo Obama è cauto.
Allegato 3094
Costretto a esprimersi dopo il dramma dell'Oklahoma, quando un condannato a morte ci ha messo 43 minuti per spirare dalla prima iniezione, che ha definito "un episodio profondamente preoccupante", Obama ha detto che "gli americani dovrebbero porsi domande difficili e profonde intorno al tema della pena di morte".
Obama ha aggiunto che la pena capitale è giustificata nei casi più gravi, ma che dovrebbe essere rivista, in particolare quando presenta problemi come la discriminazione razziale o l'innocenza scoperta in ritardo di alcuni condannati.
Credo che questo sia il "massimo" che il cauto Obama abbia detto contro la pena di morte!
Un Presidente democratico può sicuramente influenzare l'andamento della pena di morte: i giudici della Corte Suprema sono nominati a vita. Il Presidente può sostituire con un democratico il primo che si dimette o muore, cambiando per i prossimi trent’anni la composizione della Corte. Dove una maggioranza liberale potrebbe prendere atto della tendenza abolizionista degli Stati e rendere anticostituzionale la pena di morte, anche per motivi economici, perché mantenere un detenuto è più economico che ucciderlo. I bracci della morte, tra massima sicurezza e spese legali, costano moltissimo.
http://www.bbc.com/news/world-us-canada-27265443
Allegato 3093
Dalai Lama e Sister Helen Prejean
Contrariamente a quanto si può pensare, anche alcuni familiari delle vittime sono contro la pena di morte, e alcuni lo testimoniano pubblicamente, nonostante il dolore e nonostante la brutalità del crimine:
“I knew, absolutely knew, my brother would never want somebody’s life taken because his life was taken,” Healy said. “It’s not our role, it’s not our place, to take somebody’s life.”
"Sapevo, sapevo con certezza che mio fratello non avrebbe mai voluto prendere la vita di qualcuno perché la sua vita era stata presa", ha detto Healy. "Non è il nostro ruolo, non è il nostro posto, prendere la vita di qualcuno."
http://globalsistersreport.org/news/...re-death-17436
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« Parmi un assurdo che le leggi, che sono l'espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall'assassinio, ordinino un pubblico assassinio. » Cesare Beccaria 1764
« La nuova evangelizzazione richiede ai discepoli di Cristo di essere incondizionatamente a favore della vita. La società moderna è in possesso dei mezzi per proteggersi, senza negare ai criminali la possibilità di redimersi. La pena di morte è crudele e non necessaria e questo vale anche per colui che ha fatto molto del male. » Giovanni Paolo II
Allegato 3113
WASHINGTON (USA): CHIEDERE LA PENA DI MORTE AGGIUNGE 1 MILIONE DI DOLLARI AI COSTI DELL’ACCUSA
7 gennaio 2015: la Seattle University ha pubblicato i risultati di uno studio di sette mesi sui costi della pena di morte nello Stato di Washington rilevando che i casi capitali costano un milione di dollari in più rispetto a casi analoghi in cui la pena capitale non è richiesta.
Lo studio quantifica il costo extra della pena capitale di 147 casi di omicidio aggravato di primo grado rubricati nello Stato di Washington dal 1997.
Combinando tutte le voci di costo, i ricercatori hanno trovato il costo medio di un procedimento e condanna capitale essere poco più di 3 milioni di dollari, mentre se la pubblica accusa non chiede la pena di morte e ottiene la condanna all’ergastolo costa allo Stato circa 2 milioni di dollari.
Il futuro della pena di morte a Washington rimane poco chiaro. Lo scorso febbraio, il Governatore Jay Inslee ha stabilito una moratoria sulla pena finché rimane in carica. Il suo mandato scade alla fine del 2016, a meno che non sia rieletto.
http://www.nessunotocchicaino.it/new...mento=19300207
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Amnesty International Azione urgente
Raif Badawi in carcere solo per aver creato un sito web e aver espresso le sue opinioni. Rischia anche la fustigazione. La sua famiglia è in Canada mentre lui sta scontando la sua condanna in Arabia Saudita.
"Perché sei in carcere papà? Me lo chiedo ogni giorno" dice suo figlio Doudi in questa lettera struggente.
https://www.youtube.com/watch?v=EVUz...ature=youtu.be
Amnesty International ha appreso che venerdì 9 gennaio l'attivista dell'Arabia Saudita Raif Badawi è stato sottoposto alle prime 50 delle 1000 frustate cui è stato condannato, oltre che a 10 anni di carcere e a una multa di un milione di rial sauditi (poco meno di 200.000 euro), per nient'altro che aver esercitato il suo diritto alla libertà d'espressione.
Il 1° settembre 2014 la corte d'appello di Gedda ha giudicato Badawi colpevole di aver creato e amministrato il forum di discussione "Liberali dell'Arabia Saudita" e aver insultato l'Islam.
Le 50 frustate sono state somministrate in pubblico a Gedda dopo la preghiera del venerdì, all'esterno della moschea di al-Jafali. Le restanti 950 frustate saranno eseguite nelle 19 settimane successive.
Amnesty International continua a sollecitare le autorità saudite a non procedere all'esecuzione della pena e a rilasciare immediatamente e senza condizioni Raif Badawi, che è un prigioniero di coscienza.
L'organizzazione per i diritti umani ricorda che le frustate, così come altre forme di sanzione corporale, sono vietate dal diritto internazionale.
Qui si può firmare:
http://www.amnesty.it/Arabia_Saudita...line_apostasia
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Secondo informazioni ricevute da Amnesty International, la sessione di 50 frustate ai danni di Raif Badawi prevista oggi in Arabia Saudita non ha avuto luogo per motivi di salute.
Questa mattina, Badawi è stato trasferito dalla sua cella alla clinica del carcere per un controllo. Il medico ha verificato che le lacerazioni causate dalle 50 frustate ricevute il 9 gennaio non si erano ancora cicatrizzate e che il detenuto non avrebbe potuto sopportarne un’ulteriore serie.
Il medico ha raccomandato che la sessione di frustate sia rinviata almeno di una settimana. Non è chiaro se le autorità saudite si comporteranno di conseguenza.
Allegato 3123
“Non solo questo rinvio per motivi di salute mostra la profonda brutalità di questa punizione, ma ne sottolinea anche l’oltraggiosa inumanità. L’idea che a Badawi sia concesso di riprendersi in modo da poter soffrire di nuovo è macabra e vergognosa” – ha dichiarato Said Boumedouha, vicedirettore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
“Le frustate sono proibite dal diritto internazionale insieme ad altre forme di pena corporale. La punizione di Badawi pare per il momento sospesa ma non c’è modo di sapere se le autorità saudite accetteranno la raccomandazione del medico. Badawi corre ancora il rischio di essere frustato” – ha sottolineato Boumedouha.
Per Raif Badawi si sono mobilitate tantissime persone nel mondo, compresi gli attivisti di Amnesty International.
Amnesty International Italia ha promosso un appello online che può essere firmato all’indirizzo http://j.mp/1yd9ZTD e ogni giovedì manifesterà di fronte all’ambasciata dell’Arabia Saudita a Roma per chiedere la fine delle frustate e la liberazione di Badawi, che l’organizzazione per i diritti umani considera un prigioniero di coscienza.
Fino a quando la fustigazione pubblica di Badawi andrà avanti, Amnesty International Italia protesterà, alla vigilia di ogni nuova sessione di frustate, di fronte all'ambasciata dell'Arabia Saudita.
Prossimo appuntamento giovedì 22 gennaio, ore 11, via G.B. Pergolesi 9 Roma.
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/...ina/6154/P/100
http://www.amnesty.it/Rinvio-frustat...esta-punizione
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Povero :(
Firmato, se mai servisse :(
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DarkCoffee
Povero :(
Firmato, se mai servisse :(
In questo caso la mobilitazione internazionale potrebbe servire, Raif non ha ucciso nessuno, ha solo aperto un blog e espresso le sue opinioni.
E non è detto che sopravviva a quella che somiglia a una sorta di esecuzione capitale a puntate (1.000 frustate, 50 ogni settimana per 20 settimane).
Allegato 3125
L’Arabia Saudita ha condannato l’attacco contro il settimanale satirico Charlie Hebdo, «colpevole» di aver offeso l’Islam con le sue vignette.Lo stesso paese ha condannato a 1000 frustate e 10 anni di carcere un uomo «colpevole» di aver offeso l’Islam coi suoi post. Raif Badawi è un prigioniero di coscienza, il cui unico ‘reato’ è stato quello di esercitare il diritto alla libertà d’espressione fondando un blog.
Allegato 3124
Le frustate sono proibite dal diritto internazionale. L’esperienza delle frustate, oltre a essere degradante (a maggior ragione quando, come in questo caso, avviene in pubblica piazza, di fronte a una folla festante), è devastante dal punto di vista fisico. La pelle si apre e non basta una settimana a cicatrizzare le ferite.
E anche qualora questo terribile castigo verrà sospeso, occorrerà proseguire la campagna per l’annullamento della condanna a 10 anni di carcere.
Raif è detenuto dal 17 giugno 2012 nel carcere di Briman, a Gedda. Il suo avvocato, Waleed Abu al-Khair, è anche egli stesso in carcere per scontare una condanna a 15 anni per il suo attivismo pacifico.
http://www.amnesty.it/Arabia_Saudita...line_apostasia
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Orribile l'uccisione del pilota giordano, ma le esecuzioni per vendetta non sono la risposta
La crudele uccisione sommaria del pilota giordano Muath al-Kasasbeh, bruciato vivo in una gabbia dal gruppo armato Stato islamico, è per Amnesty International un crimine di guerra e un'efferata azione contro i principi più elementari di umanità.Muath al-Kasasbeh, pilota d'aviazione, era stato catturato nel dicembre 2014 quando il suo aereo si era schiantato al suolo nei pressi di Raqqa, in Siria, nel corso di un'operazione militare contro lo Stato islamico.
In quello che è apparso in tutta evidenza un atto di vendetta, il 4 febbraio 2015 le autorità giordane hanno messo a morte due cittadini iracheni legati ad al-Qaeda, Sajida al-Rishawi e Ziad al-Karbouli.
Allegato 3143
Al-Rishawi era stata condannata a morte per aver preso parte, nel 2005, a un attentato nella capitale giordana Amman, che aveva provocato 60 morti. Il suo avvocato difensore aveva inutilmente chiesto una perizia psichiatrica. Secondo un rapporto del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, che nel 2006 aveva visitato la Giordania, la detenuta era stata torturata nel corso di un mese di interrogatori ad opera dei servizi d'intelligence del paese.
Al-Karbouli era stato condannato a morte per appartenenza a un'organizzazione illegale, possesso di esplosivi che avevano causato la morte di una persona e omicidio. Secondo il suo avvocato, era stato torturato per costringerlo a confessare."Le autorità giordane hanno tutto il diritto di provare orrore per l'uccisione del loro pilota, ma la pena di morte è la sanzione più estrema, una punizione crudele, disumana e degradante che, per di più, non dovrebbe mai essere usata come strumento di vendetta" - ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
"L'uccisione di Muath al-Kasasbeh ha mostrato di quanta e quale ferocia sia capace un gruppo come lo Stato islamico. Ma non dovrebbe essere permesso alle sue brutali tattiche di alimentare un ciclo sanguinoso di esecuzioni per vendetta" - ha aggiunto Luther.
Dopo otto anni di sospensione, nel dicembre 2014 la Giordania aveva ripreso a usare la pena capitale, mettendo a morte 11 prigionieri. Amnesty International ha sollecitato il governo a istituire immediatamente una moratoria sulle esecuzioni in vista dell'abolizione della pena di morte.
http://www.amnesty.it/Giordania-risp...con-esecuzioni
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USA, MANCANO I FARMACI LETALI PER LE ESECUZIONI, SI TORNA A PARLARE DI FUCILAZIONE E SEDIA ELETTRICA
Il Senato dello Utah ha approvato una legge che autorizza la fucilazione dei condannati a morte nel caso in cui non siano disponibili i farmaci da usare per l'iniezione letale. Se verrà firmata dal governatore Gary Herbert, lo Utah sarà il primo Stato americano a far tornare in auge il 'plotone di esecuzione' come risposta alla penuria di pentobarbital, il barbiturico per anni usato per le iniezioni letali fino a quando recentemente la UE ne ha vietato l'esportazione negli Stati Uniti proprio per impedirne l'uso nelle esecuzioni.
In realtà, lo Utah rischia di precedere di poco il Wyoming dove nel gennaio scorso una analoga legge è stata approvata dal Senato e ora è al vaglio della Camera, mentre il Tennessee nel maggio dello scorso anno ha deciso di rimettere in funzione la sedia elettrica di fronte alle difficoltà di poter procedere con l'iniezione letale.
Allegato 3213
Lo Utah ha vietato la morte per fucilazione nel 2004, anche se i detenuti che erano già stati condannati a morte avevano potuto scegliere la modalità della loro esecuzione. L’ultima condanna a morte per fucilazione è avvenuta nel 2010: Ronnie Lee Gardner, 49 anni, decise di essere fucilato nel carcere di Salt Lake City.
Allegato 3214
La postazione nella prigione dello stato dello Utah dov’è stato ucciso Ronnie Lee Gardner, fucilato nel 2010. Sono visibili i fori dei proiettili.
Il governatore Herbert non ha comunque ancora reso noto se firmerà la legge, limitandosi a ribadire che l'ineizione letale rimane il metodo preferito ma ha ammesso che lo Stato ha difficoltà ad ottenere i farmaci necessari per portare a termine le esecuzioni.
Allegato 3212
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Questo dimostra che la pena di morte è una sorta di necessità della società americana.
Necessità irrinunciabile al punto tale da preferire il ritorno a metodi barbari vecchi di due secoli (la sedia elettrica) o anche di più (la fucilazione) pur di non farne a meno.
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Originariamente inviato da
Mauro
Questo dimostra che la pena di morte è una sorta di necessità della società americana.
Necessità irrinunciabile al punto tale da preferire il ritorno a metodi barbari vecchi di due secoli (la sedia elettrica) o anche di più (la fucilazione) pur di non farne a meno.
Credo che essere favorevole alla pena di morte sia un cavallo di battaglia elettorale molto potente, pochi politici possono permettersi di ignorarlo.
L'iniezione letale appare un metodo più "pulito" rispetto alla Old Sparky (la sedia elettrica) o alla fucilazione, ma personalmente credo sia un metodo orrendo al pari degli altri.
Allegato 3216
Intanto il Texas, lo stato che nel 1982 ha inventato l'iniezione letale, è rimasto a corto di dosi. Entro la fine di aprile ne sono programmate sei, ma il pentobarbital a disposizione è sufficiente solo per una esecuzione, ed è sempre più difficile reperirlo.
Sullo sfondo c'è la battaglia legale relativa all'obbligo di divulgazione del fornitore della sostanza per le iniezioni letali ordinata dal un giudice lo scorso anno e contro la quale è stato fatto ricorso in appello.
Alcuni stati, come l'Oklahoma e l'Ohio, hanno cominciato a usare farmaci alternativi che nei mesi scorsi hanno trasformato alcune esecuzioni in orribili agonie dei condannati, provocando choc e proteste in tutto il mondo. Tanto che ora la Corte Suprema dovrà pronunciarsi sull'uso di questi farmaci.
I giudici di Washington decideranno entro l'inizio dell'estate su protocolli improvvisati e adottati stato per stato, a pelle di leopardo, da quando il boicottaggio delle case farmaceutiche ha reso difficile, quasi impossibile, procurarsi nuove scorte.
La Georgia e la Pennsylvania hanno invece imboccato la strada della moratoria. Lo stesso è successo in Virginia.
La Santa Sede lancia un nuovo appello al mondo per “una moratoria globale sull'uso della pena di morte” in vista della sua abolizione, in quanto appare evidente che al giorno d'oggi ci sono altri mezzi che non siano la pena di morte "per difendere le vite umane dall'aggressore e per proteggere l'ordine pubblico e la sicurezza”. Inoltre esorta a “migliorare le condizioni di detenzione, al fine di garantire il rispetto della dignità umana delle persone private della loro libertà”.
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Originariamente inviato da
daniela
Perfetta !
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Allegato 3261Esecuzioni in calo nel 2014, ma aumentano le condanne a morte.
Nel suo consueto rapporto annuale sulla pena di morte nel mondo, Amnesty International rileva due fenomeni contrastanti.
Da un lato, il numero dei paesi che nel 2014 hanno eseguito condanne a morte è rimasto basso (22, lo stesso del 2013).
La pena capitale rimane un’eccezione nel mondo odierno ed è concentrata soprattutto in Medio Oriente e Asia: Iran, Iraq e Arabia Saudita sono stati responsabili del 72 per cento delle esecuzioni a livello globale e, se avessimo a disposizione i dati sulla Cina, la percentuale di questi quattro paesi potrebbe ampiamente superare il 90 per cento.
Dall’altro, rispetto al 2013 il numero delle condanne a morte è notevolmente aumentato: almeno 2466 rispetto a 1925. L’incremento si deve essenzialmente agli sviluppi in Egitto e Nigeria, dove centinaia di persone sono state condannate alla pena capitale nel tentativo, futile e di corto respiro, di contrastare in questo modo le minacce alla sicurezza, l’instabilità politica e il terrorismo.
La Cina, che da sola esegue più condanne a morte che il resto del mondo (si stima siano migliaia ogni anno) continua a circondare la pena di morte col segreto di stato ed è impossibile avere informazioni attendibili sull’uso della pena capitale in Corea del Nord.
Inoltre, il secondo paese al mondo per numero di esecuzioni, l’Iran, ne ha ammesse 289 mentre secondo altre fonti attendibili il totale sarebbe di 743, una media di due al giorno.
L’elenco dei cinque principali esecutori di condanne a morte si completa con l’Arabia Saudita (almeno 90 esecuzioni), l’Iraq (almeno 61) e gli Stati Uniti d’America (35), unico paese del continente americano ad eseguire condanne a morte. In Usa le esecuzioni hanno avuto luogo in sette stati (erano stati nove nel 2013) e quattro di questi (Texas, Missouri, Florida e Oklahoma) sono stati responsabili dell’89 per cento delle esecuzioni.
Quanto all’Europa, la Bielorussia si conferma l’unico paese della regione a eseguire condanne a morte.
La preoccupante tendenza a combattere le minacce alla sicurezza interna ricorrendo alla pena di morte è stata visibile in ogni parte del mondo. In Cina, in Arabia Saudita, Corea del Nord e Iran, i governi hanno continuato a usare la pena di morte come strumento per sopprimere il dissenso politico.
tratto da: http://lepersoneeladignita.corriere....o-le-condanne/
Allegato 3259
(in blu i paesi che hanno votato a favore della moratoria universale della pena di morte)
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4 allegato(i)
L'Europa affonda nella vergogna per il mancato soccorso di rifugiati e migranti in mare
Allegato 3327
Il vertice europeo straordinario sull’immigrazione di due giorni fa ha sollevato tantissime critiche: il mondo cattolico, la Cei e il Vaticano, così come le Ong, da Amnesty International a Medici senza frontiere, rimproverano all’Ue di aver perso un’occasione per dimostrare solidarietà. Il vertice europeo ha deciso "un'operazione per salvare la faccia, non le vite umane," privilegiando il controllo delle frontiere alle missioni di ricerca e salvataggio.
Il punto centrale è quello del soccorso in mare, dopo che l'operazione Mare Nostrum, che prevedeva che le azioni di ricerca e salvataggio si spingessero quasi fino alle coste libiche, è stata sostituita da Triton, che, però, è una missione di sorveglianza delle frontiere marittime, limitata a poche decine di miglia dalle acque costiere italiane
L’Unione europea ha deciso di triplicare i fondi per la missione Triton e di distruggere le navi usate dai trafficanti quando si trovano ancora nei porti del nord Africa (non si capisce bene come, bombardandole?).
Ma se il raggio d'azione dell'operazione Triton non verrà aumentato, migranti e rifugiati continueranno a morire.
Amnesty International mostra come la decisione di porre fine all'Operazione umanitaria della Marina militare italiana, Mare Nostrum, alla fine del 2014, abbia contribuito a un drammatico aumento delle morti di migranti e rifugiati in mare. Se i dati dei più recenti incidenti sono confermati, ben 1700 persone sono morte quest'anno, 100 volte di più rispetto allo stesso periodo del 2014.
Allegato 3328
La teoria mai provata secondo la quale Mare Nostrum abbia agito come un "fattore di attrazione" è stata ormai confutata anche dai dati che mostrano come il numero di rifugiati e migranti che hanno tentato di attraversare l'Europa via mare sia aumentato dalla fine dell'Operazione.
Dopo la chiusura di Mare Nostrum, i governi europei hanno incaricato l'agenzia Ue per il controllo delle frontiere, Frontex, di istituire l'Operazione Triton.
Tuttavia, Triton non è un'operazione di ricerca e soccorso. A differenza delle navi di Mare Nostrum, la cui operatività era estesa a sud di Lampedusa fino a circa 100 miglia nautiche, Triton è limitata a un pattugliamento di frontiera fino a 30 miglia nautiche al largo delle coste italiane e maltesi, lontano da dove la stragrande maggioranza delle imbarcazioni entra in difficoltà.
La stessa Frontex ha ammesso che le sue risorse sono "adeguate al suo mandato, che è quello di controllare i confini dell'Unione europea, non di pattugliare 2.5 milioni di km del Mediterraneo". Gran parte delle operazioni di ricerca e soccorso ricadono quindi sulle navi della Guardia costiera italiana. L'Ammiraglio Giovanni Pettorino, capo dei reparti operativi della Guardia costiera, ha dichiarato ad Amnesty International che le sue navi "non saranno in grado di prenderli tutti, se rimaniamo gli unici ad andare là fuori".
Anche le navi mercantili svolgono un ruolo importante nelle operazioni di salvataggio in corso, anche se non sono progettate, equipaggiate o addestrate per il soccorso marittimo.
Si stima che il 18 aprile 2015 oltre 800 migranti e rifugiati siano annegati durante il tentativo di salvataggio da parte di una nave mercantile.
Allegato 3331
"La Gran Bretagna offre uno dei pezzi forti della Royal Navy, la nave portaelicotteri Bulwark, tre elicotteri e due pattugliatori" ma a condizione "che le persone salvate saranno portate nel Paese sicuro più vicino, probabilmente in Italia, e che non chiederanno asilo nel Regno Unito".
Allegato 3330
"Finchè ci saranno guerra, dittature, terrorismo e miseria ci saranno i profughi, che andranno dove possono andare".
A mio parere, per quanto non semplice, facilitare l'accesso in Europa ai richiedenti asilo attraverso canali legali consentirebbe un maggior controllo sui flussi migratori, che sono inarrestabili. Un'azione comune di ricerca e soccorso, una sperimentazione per l'istituzione di vie d'accesso legali e sicure per chi cerca protezione in Europa e un piano europeo per l'accoglienza sono secondo me l'unica strada umanamente percorribile. Ma a quanto pare è ancora molto lontana.
liberamente tratto da http://www.amnesty.it/Crisi-umanitar...non-vite-umane e da Internet
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4 allegato(i)
Il parlamento unicamerale del Nebraska ha approvato 32-15 in terza lettura l’abolizione della pena di morte.
Allegato 3430
L'abolizione della pena di morte in Nebraska ha un grande valore politico oltre che giuridico e umanitario, perché il Nebraska è il primo Stato americano a maggioranza repubblicana ad abolire la pena di morte in epoca moderna.
Inoltre questa abolizione è la riprova di un sempre più diffuso fastidio in America nei confronti di una pratica crudele e inusuale che accomuna la più antica democrazia ai peggiori Paesi illiberali ed esecuzionisti del mondo.
Allegato 3435
I repubblicani che si sono uniti alla minoranza democratica in questo voto hanno motivato il cambiamento rispetto alla posizione tradizionale del partito con motivazioni religiose, ed economiche per l’alto costo e la scarsa se non nulla efficacia preventiva del sistema penale capitale.
Anche se il Governatore repubblicano ha preannunciato il veto, il voto parlamentare di 32 contro 15 lascia credere che il veto sarà superato da un nuovo voto parlamentare.
In tal modo, il Nebraska si aggiungerà agli altri 19 Stati americani abolizionisti, senza contare quelli come Oregon, Colorado, Washington e Pennsylvania, che hanno sospeso le esecuzioni a causa degli evidenti difetti che connotano il sistema capitale.
Allegato 3431
La norma entrerà subito in vigore e avrà effetto retroattivo, per cui gli 11 detenuti oggi nel braccio della morte vedranno la propria pena commutata in ergastolo.
Il Nebraska è diventato così il 19esimo Stato americano su 50, oltre alla capitale federale Washington, ad abolire formalmente la pena di morte. L'ultima condanna capitale risale al 1997.
Allegato 3439
L'80% delle esecuzioni compiute negli Stati Uniti nel 2014 sono concentrate in tre Stati: Texas, Missouri e Florida.
Nello Utah recentemente è stata ripristinata la fucilazione, mentre in Texas sono riusciti a fare scorte di penthothal anche se negli Usa non viene più prodotto.
Il governatore dell'Oklahoma ha invece firmato una legge che consente nel suo Stato di eseguire condanne a morte utilizzando l'azoto per asfissiare i detenuti.
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Ottima notizia.
Peccato che nel frattempo sia arrivata quest'altra
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Cito l'occhiello dell'articolo.
"Già 85 persone condannate nel 2015, tante quante in tutto il 2014. Pena capitale prevista per traffico di droga, stupri, omicidio, apostasia, rapina a mano armata e stregoneria. "
Come dire... Addio libertà di pensiero/ideologia
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Originariamente inviato da
Mauro
Ottima notizia.
Peccato che nel frattempo sia arrivata
quest'altra
"Cercasi otto funzionari religiosi per svolgere le seguenti mansioni: decapitazioni e amputazioni." Il ministero del Servizio Civile saudita ha pubblicato un annuncio sul proprio sito ufficiale per reclutare otto nuovi boia.Il candidato ideale non dovrà possedere alcuna qualificazione particolare ma dovrà eseguire le condanne a morte e, nel caso di reati minori, le amputazioni degli incriminati.
I boia a disposizione della monarchia wahabita non bastano a far fronte al ritmo delle condanne a morte.
Quella del tagliatore di teste non è un mestiere facile: il condannato, fatto inginocchiare a terra nel centro di una pubblica piazza, deve essere decapitato con un solo colpo potente e sicuro con una sciabola pesante e affilatissima. Un compito che richiede perizia e che è spesso tramandato di padre in figlio. Ad esempio, il boia della provincia settentrionale di Qassim esegue decapitazioni come «secondo lavoro» per una paga di circa mille dollari «a testa», mentre di professione è uno sciabolatore della guardia personale del principe governatore.
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1 allegato(i)
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Originariamente inviato da
kaipirissima
Cito l'occhiello dell'articolo.
"Già 85 persone condannate nel 2015, tante quante in tutto il 2014. Pena capitale prevista per traffico di droga, stupri, omicidio, apostasia, rapina a mano armata e stregoneria. "
Come dire... Addio libertà di pensiero/ideologia
L'Arabia Saudita è il paese che ha condannato Raif Badawi (e altri intellettuali) a 10 anni di carcere, 1000 frustate e una multa di un milione di rial per alcune critiche espresse sul suo blog, Free Saudi Liberals.
Ora rischia un nuovo processo per apostasia, e quindi la pena di morte.
Dopo le pesanti critiche ricevute dalla comunità internazionale, l'Arabia Saudita ha risposto: "L'Occidente attacca la nostra sovranità con la scusa dei diritti umani. Il nostro regno è uno dei primi stati a promuovere e supportare i diritti umani."
Allegato 3442
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Risulta spontaneo chiedersi come mai i governi occidentali "democratici" siano così pronti a condannare i governi di talune nazioni, quando si parla di diritti umani, democrazia e quant'altro, mentre glissano misteriosamente su ciò che accade in paesi come l'Arabia Saudita...
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Originariamente inviato da
daniela
Dopo le pesanti critiche ricevute dalla comunità internazionale, l'Arabia Saudita ha risposto: "L'Occidente attacca la nostra sovranità con la scusa dei diritti umani. Il nostro regno è uno dei primi stati a promuovere e supportare i diritti umani."
Civilissimo Paese, come no.
Quelli che dispensano la pena capitale per reati d'opinione e, tanto per dirne una, non consentono alle donne di guidare un'auto. :banghead:
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1 allegato(i)
Allegato 3453
L'ultimo miglio di Paula
"La ragazza che avrebbe dovuto morire non è riuscita a vivere. Paula Cooper aveva quindici anni quando, in combutta con tre amiche, vibrò trentatré coltellate a un’insegnante di catechismo per rubarle pochi spiccioli e le chiavi dell’auto. Abitava nella miseria, da bambina le avevano stuprato la mamma sotto gli occhi, ma non chiese né ottenne pietà. Fu condannata alla sedia elettrica da un tribunale dell’Indiana che la definì «irrecuperabile». L’Italia la adottò: la minorenne avviata al patibolo aveva toccato una corda sentita più qui, nel Paese delle mamme, che altrove. Si mobilitarono i laici - partito radicale in testa - e i cattolici con un intervento personale di papa Wojtyla. Furono raccolte due milioni di firme e alla fine, non solo per merito nostro, la pena capitale venne commutata in sessant’anni di carcere, poi dimezzati per buona condotta. Due anni fa Paula è uscita di prigione con un diploma, il sogno di aprire un ristorante e quello ancora più grande di affiancare Bill - il nipote della vittima, che dopo averla tanto odiata era arrivato a perdonarla - in un’associazione che si batte affinché a tutti i condannati a morte sia concessa una seconda possibilità.
E’ a se stessa che Paula non ha voluto concederla. L’hanno trovata martedì mattina a Indianapolis, stesa davanti alla porta di casa con un proiettile in testa e una pistola con le sue impronte accanto. La ragazza a cui milioni di persone avevano voluto salvare la vita ha finito col togliersela da sola. Qualunque ne sia stata la ragione, è proprio vero che l’unico vero giudice di ogni essere umano è se stesso."
Massimo Gramellini
La Stampa
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1 allegato(i)
Da una lettera di Guy...
Non sapevo che per far parte di una giuria in Texas i giurati devono dichiarare di essere pronti a dare all'imputato la pena di morte. Se non fanno questa dichiarazione non sono ammessi a sedere tra i giurati.
Riflettendoci, penso che essendo la pena di morte una legge dello stato, i giurati devono dichiarare di essere disposti ad applicare la legge fino in fondo.
Però così facendo vengono ammessi in giuria solo i favorevoli alla pena di morte. Alla faccia dell'imparzialità!
I condannati a morte contestano anche che mentre la legge dichiara che devono essere giudicati da una giuria di loro pari, questo non avviene. Non c'è nessuno pari a loro nelle giurie, la maggior parte dei giurati provengono dalla parte più ricca della popolazione, e spesso sono tutti bianchi.
Giurie di soli bianchi ricchi che giudicano un nero, senza avere nessuna idea di come i neri vivano, poiché ai loro occhi i neri sono quelli che rubano, uccidono e si drogano. Il razzismo è talmente radicato negli Stati del Sud, che c'è una separazione netta e ben pochi contatti tra bianchi e neri, in certi contesti.
Allegato 3604