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CORPO DELLA DONNA
Tantalo, in fuggitiva fonte d’oro
Quevedo
Corpo della donna, torrente d’oro
dove, affondate le braccia, cogliamo
un bagliore azzurro, qualche raspo
di luce strappato a una fronda d'oro.
Corpo della donna, ampio mare d'oro,
dove, amando le mani, non sappiamo
se i seni sono onde, se sono remi
le braccia, se sono solo ali d'oro...
Corpo della donna, fonte di pianto
dove, dopo tanta luce, da tanto
tatto lieve, di Tantalo è la pena.
E nella solitudine di Dio
sentiamo due solitudini, catena
muta che àncora anime e fango in Dio.
Blas De Otero
(da Angelo fieramente umano, 1950)
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GUSTAV KLIMT "DANAE”
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L'acrobata
Ogni notte quest’agile giovane donna
Riposa fra lenzuoli
A brandelli sottili come fiocchi di neve
Finché un sogno non ne solleva il corpo
Dal letto ad ardue sfide
D’acrobazie sul filo.
Tutta la notte in equilibrio
Con destrezza da gatta sulla perigliosa fune
In una sala gigantesca
Balla delicate danze
Allo schiocco di frusta ed al ruggito
Degli ordini del suo maestro.
Dorata, avanza precisa
Attraverso quell’aria greve.
Un passo e si ferma, sospesa
Al fulcro del suo gesto
Mentre grossi pesi le cadono attorno
Ed incominciano a volteggiare.
Addestrata a tal punto, la ragazza
Para l’affondo e la minaccia
Di qualunque oscillazione;
Con un improvviso slancio e una piroetta
Chiama l’applauso, la corda luccicante
Le affonda affilata in ogni coraggioso arto.
Poi, finito il difficile esercizio, fa un inchino
E serenamente si lancia giù
attraverso il pavimento di vetro
in salvo verso casa; ma, roteando occhi allenati
un domatore di tigri ed un pagliaccio sogghignante
si accovacciano, lanciandole palle nere.
Alti carri rotolano dentro
Con tuono di leoni; tutto s’adopera
Ed avanza sgraziato
Per intrappolare questa oltraggiosa leggera regina
E sbriciolare in atomi
Le sue nove vite cosi inafferrabili.
Ma lei s’accorge dello stratagemma
Di pesi neri, palle nere e carri neri
E con un’ultima abile finta salta
Attraverso il cerchio del suo rischioso sogno
Per balzar sù seduta del tutto desta
All’arrestarsi dello squillo della sveglia.
Ora come punizione per il suo talento
Di giorno è costretta a camminare temendo
I guanti d’acciaio del traffico, terrorizzata
Dalla paura che, per dispetto, tutta
L’elaborata impalcatura del cielo sopra la sua testa
Cada alla fine fragorosamente sulla sua fortuna.
Sylvia Plath
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Fammi una fotografia seducente
che sveli il balenio della mia tristezza.
Una fotografia
che fermi il sorriso
all’angolo della rivelazione.
Fammi una fotografia
dallo specchio,mentre mi lavo
e una
quando mi avviluppo in me stessa
per diventare il mio scialle
e ancora una
quando bacio le mie mani
per perdonarmi.
Fammi una fotografia
mentre strappo le altre.
Amel Moussa
https://i.pinimg.com/236x/66/6a/91/6...c0357c18b9.jpg
foto presa dal web
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se avessi saputo
com’è fatta una cosa sicura
avrei passato
meno tempo a cadere tra
braccia che non lo erano
Rupi Kaur
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Un giorno, all’improvvisomentre ti starai pettinando, in silenzioo mentre ti infilerai una calzati verrà in mente un mio gestoe ti ritroverai a sorridere pensandomi.
Un giorno, all’improvvisopedalando veloce sotto le prime goccedi una calda pioggia di settembresentirai un odore arrivarti al nasoe risvegliare un ricordo di mestoli e tegamie mi vedrai davanti al fuoco, per un attimo.
Un giorno, all’improvvisofarai qualcosa che facevo anch’ioproprio allo stesso modo in cui la facevo ioe te ne meraviglierai moltissimoperché non avresti mai pensatodi potermi somigliare così tanto.
Un giorno, all’improvvisoti guarderai il dorso delle manie con il pollice e l’indiceti pizzicherai la pelle , sollevandolae conterai il tempo che impiega a stendersipensando a quando lo facevi alle mie mani
Un giorno, all’improvvisoti ritroverai stanca, ad abbracciare un figliomi chiederai scusa per le volte che ho piantosapendo già che ti son state tutte perdonate.
E ti mancherò da fare maleMa sarò con te in ogni gestoo nel muoversi delle foglienel frusciare di un gatto nel giardinoo nelle orme di un pettirosso sulla nevecome solo l’eterna presenza di una madre lo può.
Caterina Turroni
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OMAGGIO AI MIEI FIANCHI
Questi fianchi sono fianchi larghi
hanno bisogno di spazio
in cui girarsi.
non ci stanno in piccoli
spazi meschini. questi fianchi
sono fianchi liberi.
non vogliono essere trattenuti.
questi fianchi non sono mai stati schiavi,
vanno dove vogliono andare
fanno ciò che vogliono fare.
questi fianchi sono fianchi possenti.
questi fianchi sono fianchi magici.
ho saputo che sono capaci
di fare un incantesimo a un uomo
e farlo girare come una trottola!
LUCILLE CLIFTON
https://1.bp.blogspot.com/-V8H6DGaOG...20/Clifton.jpg
Fece molto scalpore negli Stati Uniti questa poesia di Lucille Clifton , pubblicata nella raccolta Donna con due teste del 1980:
una rivendicazione di femminilità e di fuga dagli stereotipi sul corpo delle donne – in particolare quelle afroamericane.
foto e testo preso dal web
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Voglio le Louboutin con il tacco a spillo
Voglio le Louboutin con il tacco a spillo e le caratteristiche suole
rosse. Le voglio sexy, le voglio alte. Le voglio con il cinturino
e le dita che spuntano così da far sfolgorare lo smalto viola
dei miei piedi. Le voglio indossare appena uscita dal negozio,
non provate a fermarmi.
A Washington voglio lasciare tutti a bocca aperta, mentre oltrepasso
la trattoria C&O. E da Nick, lo spaccio di alcolici, quelle bottiglie
di Vodka Stoli impilate nella vetrina mi chiamano,
superati i turisti vestiti da estate in dicembre, tremanti, a piedi nudi,
come se a Los Angeles non ci fosse inverno.
In quelle scarpe sono figa, figa da fermare un camion,
figa come la ragazza più bella della scuola, e ora lo so. Lo sfoggio.
Cazzo, lo ammetto. Con quelle scarpe posso fare la difficile,
non accontentarmi di un perdente qualunque. Non bere per dimenticare,
buttare giù Stoli da Chez Jay,
far sfolgorare le suole scarlatte quando m’inginocchio.
Le indosserò come la mia stessa carne, come zoccoli, come il peccato.
Manterrò i loro segreti, non spiffererò dove sono state.
Meglio quelle scarpe con le suole scandalose
che tu con le tue.
Alexis Rhone Fancher
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DONNA
Quanto hai dato donna:
secoli di luce
che non hanno riflesso le coscienze
ingoiate da abissi di silenzio.
E quanto ancora:
radici per contenere la terra
velluto d’amore
una spiga per toccare il cielo
fertili semi di coraggio
per un mondo abitato dalla guerra.
E quanto ancora.
Dai tuoi occhi
albe e nebbie,
revisione del giudizio
nella speranza dei fiori.
Piccola di piccole cose
recuperate dall’infanzia
nella scrittura dei sogni.
E quanto ancora.
Foglie che coprono il pudore dell’universo
laghi generosi di acque vergini
spessore del segreto
delle profonde radici del tuo tempo.
Quanto autunno
inondando la terra
e un colore crepuscolare
nella corteccia.
CARMEN YÁÑEZ
(da Paesaggio di luna fredda, Guanda, 1998 – Traduzione di Roberta Bovaia)
https://mir-s3-cdn-cf.behance.net/pr...df0697a3ad.jpg
DISEGNO DI RAHAF ALBAB preso dal web
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Sei donna di marine,
donna che apre riviere.
L’aria delle mattine
bianche è la tua aria
di sale — e sono vele
al vento, sono bandiere
spiegate a bordo l’ampie
vesti tue così chiare.
Giorgio Caproni
https://www.dhresource.com/300x300/f...oazeIL0020.jpg
foto presa dal web
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Dormi in silenzio
Non fare rumore quando non ci sei
Coltivati
ma non covare pietre
i mattoni servono per costruire ponti
i giorni per tessere
il mattino per ricominciare
la carne è pesante per ancorare all’amore
Piangi, lasciati piovere, lasciati stare
Riposa, lasciati vegliare
Brinda, ci sono notti da ubriacare
Se le tue mani ti sembrano opache
dipingi le unghie di rosso
Ricorda che per sopravvivere bisogna disobbedire
Porta con te un ombrello a colori
Se non puoi vincerla, sfoggia la malinconia.
Alessandra Racca
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Quote:
Originariamente inviato da
Enribello
Ricorda che per sopravvivere bisogna disobbedire
Porta con te un ombrello a colori
Se non puoi vincerla, sfoggia la malinconia.
Bella frase!
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CONSIGLIO
Sii come qualsiasi cosa
serena, libera, fedele.
Fiore che appassisce,
senza domande.
Onda che si gonfia,
per esercizio disinteressato.
Luna che avvolge ugualmente
gli amanti abbracciati
e i soldati già freddi.
Anche quest'aria notturna:
sussurro di silenzi,
piena di nascite e petali.
O la pietra immobile
che conserva il suo lento destino.
E la nuvola, leggera e bella
che vive senza essere mai.
La cicala che brucia nella sua musica,
il cammello che mastica la sua lunga solitudine,
l'uccello che cerca la fine del mondo,
il bue che va innocente verso il macello.
Sii come qualsiasi cosa
serena, libera, fedele.
Non come il resto degli uomini.
CECILIA MEIRELES
(da Mare assoluto, 1945)
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Due poesie di Dorothy Parker, la ragazzaccia della letteratura americana
Sfortunata coincidenza
Nel momento in cui giuri con ardore
d’essere solo sua, folle d’ebbrezza,
e lui pure promette che il suo amore
durerà eternamente –
sappi una cosa, cara, con certezza:
uno o l’altro dei due mente.
Osservazione
Se non vado a passeggio per il parco,
nelle alte sfere potrò aprirmi un varco.
Se ogni sera alle dieci vado a letto,
non dovrò consumare il mio belletto.
Se gli stravizi riuscirò a evitare,
qualcuno forse potrò diventare.
Ma rimarrò quel che sono al presente,
perché non me ne importa un accidente.
Dorothy Parker