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Ma la notte ventosa, la limpida notte
che il ricordo sfiorava soltanto, è remota,
è un ricordo. Perdura una calma stupita
fatta anch’essa di foglie e di nulla. Non resta,
di quel tempo di là dai ricordi, che un vago
ricordare.
Talvolta ritorna nel giorno
nell’immobile luce del giorno d’estate,
quel remoto stupore.
Per la vuota finestra
il bambino guardava la notte sui colli
freschi e neri, e stupiva di trovarli ammassati:
vaga e limpida immobilità. Fra le foglie
che stormivano al buio, apparivano i colli
dove tutte le cose del giorno, le coste
e le piante e le vigne, eran nitide e morte
e la vita era un’altra, di vento, di cielo,
e di foglie e di nulla.
Talvolta ritorna
nell’immobile calma del giorno il ricordo
di quel vivere assorto, nella luce stupita.
Cesare Pavese
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La notte
Della notte so poco
ma di me la notte sembra sapere,
e piú ancora, mi assiste come se mi amasse,
mi ammanta di stelle la coscienza.
Forse la notte è la vita e il sole la morte.
Forse la notte è nulla
e nulla le nostre congetture
e nulla gli esseri che la vivono.
Forse le parole sono l'unica cosa che esiste
nel vuoto enorme dei secoli
che ci graffiano l'anima coi ricordi.
Ma la notte conosce la miseria
che succhia il sangue e le idee.
Scaglia l'odio, la notte, sui nostri sguardi
che sa pieni di interessi, di incontri mancati.
Ma accade che la notte ne senta il pianto nelle ossa.
Delira la sua lacrima immensa
e grida che qualcosa è partito per sempre.
Un giorno torneremo a essere.
Alejandra Pizarnik
Traduzione di Claudio Cinti
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Fu lento, estenuante
il farsigiorno
della torpida nottata,
si portò dietro le angosce
del sonno e dell’insonnia
l’albeggiare titubante.
Era vero o invece era illusorio
il salire alla luce del nero, della materia?
E l’essere in cui siamo
è stanza veritiera
o a sorpresa l’inciampo
di un pensiero transitorio?
Vibrava della sua dualità
il dilemma, rodeva ogni certezza
di sostanza e d’idea, ardeva.
Era lui che unicamente era.
O punctum mirabile tu sei.
Mario Luzi
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Alba
Alba, quanto fatichi a nascere!
Ti tiene
alcuno
stretta
al suo nero impedimento,
non vuole tu ti sciolga
la notte
dal suo buio grembo.
O sono io non pronto
ancora
al tuo miracoloso avvento…
Ti aspettano con me –
lo sento – i profili montuosi,
le cime,
i precipizi
del luogo e della mente
nella plebe degli insonni
e anche
nelle gallerie dell’anima
ed in quelle
di Siena e di Firenze
le immagini e i dipinti
ansiosi di risplendere
e le acque
che aprono
il loro borbottio notturno
a un più vetrato
e cristallino canto
e gli uccelli
che smaniano e non tengono
nella gorga il loro verso,
tutti,
alba, ti aspettiamo
sapendo e non sapendo
quel che porterai con te
nella tua ripetizione antica
e nel tuo immancabile
antico mutamento…
da Mario Luzi
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QUELLE NOTTI DEI GRILLI PENSANTI
E' la luna che sogna
l'infinita passione
che la notte regala
con i grilli pensanti
E rivedo gli incontri
con gli amici di un tempo
Scioglievamo le sere
sino all'alba, sgualcita
dalle nostre parole
presumendo l'eterno.
Era lì che nascevan
quelle rughe dei giorni
a sancire che il tempo
ci richiede ricordi.
Era lì che crescevan.
A mutarci nel volto
per un chiaro equilibrio
tra memoria ed oblio
Gianfranco ISETTA
da PASSAGGI CURVI – poesie non euclidee
PuntoaCapo Editrice 2014
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Crepuscolo a febbraio
Ero sulla collina accarezzata
dalla pallida breve nevicata.
Solitaria una stella mi guardava
nella sera che gelida brillava.
Altra creatura a parte me non v'era
che vedesse quel che vedo io.
Contemplai la mia stella nella sera,
finchè il suo sguardo s'incontrò col mio.
Sara Teasdale
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MI PIACE CAMMINARE DI NOTTE
Mi piace camminare di notte per le città deserte,
quando si odono i propri passi nel silenzio.
Sentirsi camminare, da sola, mentre tutto dorme,
è sentirsi attraversare un mondo immenso.
Tutto prende rilievo: una finestra aperta,
una luce, una pausa, un sospiro, un'ombra…
Le strade sono più lunghe, anche il tempo cresce.
Sono riuscita a vivere secoli camminando poche ore!
L'Avana, 1937
CONCHA MÉNDEZ
(da Piogge legate, 1939)