Infatti solo ora mi rendo conto di aver sbagliato il titolo ben 2 volte ah ah che aria tira qui a Bergamo? :geek:
Visualizzazione stampabile
Ragazzi, dont'worry...tutto chiaro!Seguirò i vostri consigli e attaccherò con altri titoli...grazie;)
io ne ho letto solo uno e non mi piaceva per niente!!! con rammarico perchè un'amica con cui condivido tantissime letture me ne aveva parlato magnificandola...perciò non ti dico la delusione. Anche lei insisteva nel dirmi che ero partita male, ma tant'è...non ho più avuto voglia di provare.
Spero tu sarai più perseverante di me...anche perchè TUTTI ne parlano bene.Sarò una mosca bianca? Aspetto svolgimenti da parte tua..,
ciao!
Rosy
No no siamo in tre, ho già ribadito più volte che non la apprezzo affatto pur avendo letto testardamente 5 o 6 libri suoi, finché ho desistito. A parte comunque i due che ho citato, trovo che i suoi romanzi siano troppo lunghi, pieni di ripetizioni inutili, contornati di personaggi poco simpatici e soprattutto altamente negativi, senza un briciolo di ironia. Per un giallo questo è troppo per me.
Ho almeno 5 romanzi di Elizabeth George che mi guardano dalla libreria, uno mi è stato regalato e gli altri li avevo presi io. I titoli dovrei andarli a riprendere, ma mi ricordo che ne ho iniziati almeno due e li ho abbandonati entrambi..non so perché..forse troppo lenti, oppure trame troppo contorte...di un romanzo mi ero dovuta scrivere l'elenco dei personaggi, perché erano tantissimi!
Alla fine, ci ho rinunciato..
Magari anche perché a me, se non sono "truculenti", non piacciono ;)
Amo Elizabeth George perché scrive romanzi in cui mi immedesimo: le sue descrizioni di luoghi e di avvenimenti, di persone e di rapporti mi catturano. I protagonisti dei suoi romanzi sono sempre molto ben caratterizzati ed escono dalle pagine venendomi incontro con i loro pregi, i loro difetti, le loro problematiche, la loro forza e la loro fragilità. Per me (e sottolineo per me) è la migliore scrittrice di gialli vivente.
Il suo romanzo d'esordio è stato il bellissimo "E liberaci dal padre", che ancora adesso, a distanza di parecchi anni dalla sua lettura, ricordo molto chiaramente e nei dettagli (cosa che non mi capita spesso, anzi, solo con i capolavori).
http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:A...Lx3MOBWt6ogAtw
DESCRIZIONE:
Il tranquillo villaggio inglese di Keldale è lo sfondo di un delitto tanto atroce quanto inspiegabile: Roberta, adolescente introversa, viene trovata accanto al cadavere decapitato del padre e le sue uniche parole sono una confessione senza la minima ombra di pentimento.
Il parroco, convinto dell'innocenza della ragazza, si reca di persona a Londra per convincere Scotland Yard ad affidare le indagini all'ispettore Thomas Lynley.
Coadiuvato dal sergente Barbara Havers, Lynley indagherà nel passato della famiglia di Roberta, scoprendo che la giovanissima madre e la sorella più grande sono scomparse in circostanze misteriose.
Ed ecco la recensione che ne fa "Killer Mantovano" su corpifreddiblogspot.com, che condivido totalmente.
Ogni amante della lettura che si professi tale si è trovato innumerevoli volte di fronte a romanzi avvincenti e degni di nota, capaci di destare interesse e momenti di piacevole diletto.
Discorso ben diverso è effettivamente constatare quante opere hanno lasciato dentro la nostra anima quel valore aggiunto che ne decretano lo stato di capolavoro, quei libri che ti hanno arricchito nell'animo e che porterai sempre dentro di te indelebili nella memoria.
Il romanzo d'esordio di Elizabeth George "E liberaci dal padre" per me rientra in questa ristretta cerchia.
La scrittrice inglese ci regala una storia che unisce al giallo british style di forte componente classica, figlio della Sayers e della Christie, le problematiche sociali e la mirabile descrizione psicologica dei personaggi. Definire questo romanzo solo "giallo" mi sembra altamente riduttivo: ci troviamo di fronte ad un'opera di alto spessore che ne eleva il genere a letteratura con la L maiuscola.
Siamo nello Yorkshire: nel granaio di una fattoria viene trovato il corpo decapitato del capofamiglia; vicino al cadavere ricoperta di sangue con un ascia al fianco in totale stato catatonico la figlia, Roberta, pronuncia questa frase: "Sono stata io. Non me ne pento".
Da questo incipit prende il via una vicenda in cui la George condurrà il lettore, con una prosa raffinata e prestigiosa, in un percorso emozionante, toccante e doloroso fino al forte e disturbante epilogo che pone fine ad un libro che vorresti non finisse mai da quanto è bello, perchè sai che sarà tremendamente difficile vivere nuovamente momenti così intensi.
Impossibile dimenticare il tocco delizioso con il quale l'autrice ci descrive i luoghi suggestivi dello Yorkshire; sembra quasi di sentire fischiare il vento della brughiera contro i muri dell'abbazia di Keldale, oscuro luogo di nefaste credenze popolari.
Ma il vero tocco da maestro della scrittrice è l'avere dato vita a due personaggi che entrano indelebilmente nell'immaginario di ogni lettore per rimanerne impressi per sempre: l'ispettore Thomas Linley, figlio dell'alta società inglese, all'apparenza cinico e freddo ma dotato di una sensibilità e di una dolcezza disarmante e il sergente Barbara Havers, una donna provata nell'animo e nel fisico ma dotata di capacità deduttive e intellettive fuori dal comune; una coppia tanto diversa all'apparenza ma che, seppur con tante difficoltà, sta gettando il seme di un sodalizio che credo in futuro riserverà parecchie sorprese.
Credo di poter affermare senza timore di smentita che ci troviamo di fronte ad una scrittrice che ha ridato vigore ad un genere (il vero giallo), che te ne riconcilia e ti fa di nuovo ardere la fiamma della passione sopita a causa delle decine e decine di romanzetti scialbi e freddi che riempiono gli scaffali delle librerie con l'unico scopo di vendere e creare sensazioni effimere e momentanee.
Ogni amante del giallo DEVE leggere questo romanzo, non perdete questa opportunità.
Uno dei migliori romanzi mai letti in vita mia.
Lo dico a bassissima voce e con un pò di imbarazzo.
ERA QUESTO L'UNICO DA ME LETTO! E LIBERACI DAL PADRE.
Come mai? non l'ho letto con la giusta chiave? o non ero nello stato d'animo adatto per "quel" romanzo?
Che dici, Dolores?
Ciao Rosy
...Mi sa che andrò a ripescarlo dalla mai libreria... Rosy
Credo che nei libri di Elizabeth George si svolgano due trame: le vicende che ruotano intorno alla vita di Barbara Havers e dell'ispettore Thomas Lynley da un lato, e il thriller dall'altro.
Personalmente a me non dispiace, mi piace seguire anche le vicende di Barbara e del suo pseduo innamoramento per il vicino di casa pachistano, sono libri che leggo volentieri senza aspettarmi nulla, se non relax.
Non credo, Rosy. Non preoccuparti, non è colpa tua. E' solo una questione di gusti. Io, per esempio, non sopporto autori che vanno per la maggiore, come Camilleri, Vargas e Gimenez-Bartlett e ho pure abbandonato a un terzo del cammino "Il nome della rosa" di Eco. Quindi, come vedi e come ben sai, è questione di gusti e di sensibilità personale. :D
A questo punto, però, devo dirti quello che zio fred ha detto altrove:
"Non fa niente se non ti piace la George, ma... pentiti, peccatrice!"... :lol:
Ciao!
A me i romanzi di Elizabeth George piacciono per i motivi che respingono altri lettori, tra cui proprio la lunghezza delle storie, che è necessaria per lo scopo che si prefigge la scrittrice americana, quello di creare un universo narrativo coerente e non semplici personaggi che interagiscono a malapena. La George lavora a fondo sulla psicologia di ogni figura che popola i suoi libri e diversamente della Christie, che era molto brava a disegnare trame intricate e sorprendenti ma era a disagio a creare personaggi plausibili, è capace di rendere credibile ogni protagonista dei suoi gialli. Per esempio "Prima di ucciderla" racconta la vita del ragazzo omicida presentato nel libro precedente "Nessun testimone" per cui la stessa storia o parte di essa, viene vista prima nel suo tregico epilogo e poi viene mostrato il cammino che ha portato un ragazzo a diventare assassino. Come e forse anche più di P.D. James di cui ha raccolto il testimone di "Signora del giallo" la George riesce a catturare l'attenzione proprio per come tratteggia il comportamento di protagonisti e comprimari riuecendo a farceli sentire veri e credibili con le loro virtù e debolezze. Detto questo confesso che mi ha un pochino sorpreso il suo ultimo romanzo "Questo corpo mortale" perché Lynley assume un comportamento poco in linea con l'atteggiamento avuto nei numerosi gialli precedenti ma forse è comprensibile vista la svolta della sua vita raccontata in "Nessun testimone".
Chomsky, io penso invece che la James sia migliore nel far emergere le bassezze dell’animo umano perché ha più sfumature, anche il più scaltro assassino ha un fondo di umanità. Cosa che non ho riscontrato nella George dove tutto è bianco o nero. Inoltre i personaggi della James, per quanto controversi e per quanto immersi in storie inquietanti, mangiano, bevono, fanno sesso piacevolmente, godono delle bellezze della natura... Nei libri della George ciò non esiste, tutto è un po' squallido.
Infine trovo che P.D.James scriva molto meglio e che si dilunghi il giusto. Le trame gialle sono più intriganti e riesco più ad appassionarmi alle vicende private di Adam Dalgliesh e di Kate Miskin, rispetto a quelle di Linley che trovo abbastanza scialbo. Questa è una mia opinione ovviamente ed una questione di gusti. ;)
Comunque ammetto che "E liberaci dal padre" come esordio era molto buono, strano Rosy che non ti sia piaciuto...