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Incazzarsi [in-caz-zar-si]
Qualcuno dirà: "ma è proprio utile scrivere questo lemma? Sappiamo tutti cosa vuol dire..." (e spunta un sorrisetto maligno:mrgreen:)
Invece penso proprio che queste persone farebbero bene a non incazzarsi per dell'ovvio e a leggere quanto scritto da amicus_eius sul sito dell'Accademia della Crusca:
...Non lo è "incazzarsi", e derivati, che, contrariamente a quanto una errata interpretazione della sua radice potrebbe indurre a pensare, non ha nulla a che fare con la fonte della fecondità... Invece, stranamente, è un termine marinaro: significa tendersi come una corda cazzata, cioè appunto, tesa... la stessa etimologia marinara vale anche per cazziare.
Incazzarsi, allora, è ben più di "arrabbiarsi": indica lo stato d'animo "teso" della persona che manifesta un certo habitus psicologico in occasione di un evento esterno che modifica - temporaneamente - il proprio carattere.
La differenza tra le due spiegazioni, come si vede, ad una prima analisi parrebbe questione di "lana caprina"; in realtà, una persona "tesa" ( incazzata, appunto)può anche non essere arrabbiata, ma presenta tutti gli stati psicologici di una persona che elabora mentalmente una mossa, una risposta.
Incazzarsi è, allora, non è il contrario di "riflettere pacatamente" , ma è uno stato d'animo che prelude ad una risposta.
Ci risulta quindi attendibile fino ad un certo punto quanto letto sul dizionario web del Corriere della Sera, che recita testualmente:
incazzarsi (volg.) v.pron.
- arrabbiarsi, fam. incavolarsi
- CONTR calmarsi, placarsi, rabbonirsi.
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Dopo il lemma "incazzarsi" (traviato dal significato originale) ecco un'altra bella parola; questa sì da appiccicare senza ritegno ad una persona che depone spesso per una fuoruscita dai gangheri:
Malmostoso [mal-mo-stó-so]
Ossìa, persona intrattabile, indisponente, di cattivo umore
Questa parola, che difficilmente troviamo nei dizionari, trae dal milanese: [malmostós], composto di [mal] male, malamente e [mostos] sugoso. Che dà poco sugo.
L'indisponente per antonomasia è colui che è parco con ciò che rende gustosa la pasta (e per traslato, la vita di chicchessìa). Persona spesso da evitare per chi, come me, cerca il lato gustoso della vita.Però c'è da dire, a proposito di questo ceffo,che non è una persona insipida in sé, nel suo intimo; bensì è una persona che rende insipido qualcosa e lo rovina (mette poco sugo) con i propri, personalissimi atteggiamenti .
Spesso abbiamo, ai posti più alti della vita pubblica, persone malmostose. Lo sono nell'intimo, caratterialmente e strutturalmente: rovinano la società con la loro faccia da persone smorte, insipide, persone grigie.
Nel lontano sessantotto si diceva: una risata vi travolgerà.
Falso. Oppure troppo idealistico. Ecco, infatti tra noi manca proprio (e chissà se verrà mai) colui che sbeffeggia questi malmostosi.
Amen.
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Post scriptum: il malmostoso deriva da male- mosto, ove il mosto è proprio quello che si ottiene per spremitura degli acini di uva. Per estensione di concetto, liquido che accompagna un piatto, una pietanza.
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Mi ricorda un po' il ferrarese scunzamnestra, letteralmente scondisciminestra, uno che si dedica a separare il condimento dalla pasta.
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Quote:
Originariamente inviato da
Sir Galahad
Questa parola, che difficilmente troviamo nei dizionari...
Mi correggo. Leggo da Treccani.it
Vocabolario on line
malmostóso agg. [comp. di mal(e)1 e mostoso (nel sign. di «sugoso»)]. – Voce region. lombarda, ma entrata anche nel linguaggio comune e spec. nell’uso giornalistico, che significa propriam. «che fa o dà poco sugo», e di qui, riferito a persona, musone, scontroso, intrattabile, sgarbato, scorbutico: una persona dall’aria malmostosa.
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Prolusione [pro-lu-sio-ne]
Dal latino prolusione, derivato di proludere ‘proludere’, da pro- e ludere (giocare).
Sostantivo femminile.
1. Discorso introduttivo a una serie di lezioni .
2. Lezione inaugurale che un professore tiene nell’iniziare il suo insegnamento in una nuova sede.
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Computer [com-pu-ter]
È interessante l’etimologia del verbo computare: non è, come parrebbe a prima vista, di origine d'oltre-Manica o di oltre - oceano; più semplicemente, deriva dal latino: cum putare, ossìa confrontare due prove. Il verbo putare (da cui l'italico potare, tagliar netto) rimanda anche a significati immateriali come: stimare,reputare, credere, pensare.
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Significato di computer: tratto daFasterdic.com :
calcolatore, elaboratore, ordinatore (termine usato nella Svizzera italiana)
È interessante l'ultima accezione, ordinatore , che si rifà a quella che riportavamo, ossìa confrontare due (o più ) prove . Il confronto in questione è l'elaborazione, l'ordinamento che fa una macchina calcolatrice, la quale è in grado di eseguire automaticamente operazioni logico-aritmetiche sui dati in ingresso , l'input, restituendo i risultati di tali operazioni in uscita , l'output. Tale elaborazione è detta, in gergo, computazione.
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Paradosso [pa-ra-dòs-so]
sostantivo maschile con valore di proposizione , il cui enunciato appare inaccettabile perchè in contrasto con un’opinione comune.
L’etimologia del termine paradosso deriva dal greco antico: παρα (contro, opposto) e δόξα (opinione).
Famosi, in Filosofia, sono i paradossi di Zenone di Elea.
Traggo da Wikipedia il paradosso di Achille e della tartaruga:
Il Paradosso di Achille e la tartaruga - uno dei paradossi di Zenone più famosi - afferma invece che se Achille (detto "pie' veloce") venisse sfidato da una tartaruga nella corsa e concedesse alla tartaruga un piede di vantaggio, egli non riuscirebbe mai a raggiungerla, dato che Achille dovrebbe prima raggiungere la posizione occupata precedentemente dalla tartaruga che, nel frattempo, sarà avanzata raggiungendo una nuova posizione che la farà essere ancora in vantaggio; quando poi Achille raggiungerà quella posizione nuovamente la tartaruga sarà avanzata precedendolo ancora. Questo stesso discorso si può ripetere per tutte le posizioni successivamente occupate dalla tartaruga e così la distanza tra Achille e la lenta tartaruga pur riducendosi verso l'infinitamente piccolo non arriverà mai ad essere pari a zero
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Perfezione [per-fe-zio-ne]
Dal Latino perfectio; da esso , perfetto deriva da perfectus.
A loro volta, queste parole provengono da perficere, finire, portare a termine, completare. Perfezione è allora il compimento, il completamento di un'opera, di un'idea, di un qualcosa imperfetto e perfettibile; perfetto vale: compiuto, completato.
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Paraninfo (pa-ra-nin-fo)
Ecco, siamo riusciti anche a volgarizzare e a rendere ostile questo termine che trae le origini nella Grecia antica. Oggigiorno, si intende per paraninfo "ruffiano", "puttaniere", "combinatore di matrimoni" . I Greci, con una sensibilità ed una creatività troppo diverse dalle nostre, intendevano con questo lemma ben altra cosa, addirittura una figura che si inseriva fisiologicamente nel tessuto sociale del tempo.
Nel latino tardo è: paranymphu(m), dal greco paránymphos, composto di para- 'presso, vicino,affine' e nymphè 'sposa'. Ed era, nell’antica Grecia, colui che conduceva la sposa in casa del marito: paraninfo delle nozze. Sinonimo: pronubo.
[A proposito di pronubo, apro una parentesi: in Zoologia si chiamano insetti prònubi quegli insetti che trasportano il polline da una estremità fiorale all'altra , permettendo così l'impollinazione e la conseguente formazione del frutto; tra gli insetti pronubi , i più importanti sono sicuramente le api].
Nella Grecia antica, invece, il compito meno nobile (ma ricercatissimo) di sensale, combinatore dei matrimoni era svolto dai prosseneti (da pro-, a favore e xenos, altro), ed il regalo che offriva chi avanzava la pretesa era chiamato prossenetico.
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1 allegato(i)
Palio (pa-lio)
Si è appena concluso il Palio della Madonna di Provenzano, a Siena, vinto dal cavallo dell'Onda, montato dal mitico Trecciolino . I contradaioli si stanno ora recando al Duomo a recitare il Te Deum di ringraziamento alla Vergine Maria.
Allegato 1067
(Il cavallo e il fantino dell'Onda)
Ma perchè si chiama palio?
Semplice. Il nome fa riferimento al latino Pallium, stoffa ampia, mantello, veste, ricordando il vessillo messo - appunto - in palio tra i contradaioli partecipanti.
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stuzzicante (stuz-zi-can-te)
«I piccoli, però, dopo mezz'ora di scuola cascavan dal sonno; qualcuno anche s'addormentava col capo sul banco; e il maestro lo svegliava, stuzzicandogli un orecchio con la penna»:così il De Amicis in Cuore, dove il maestro ottiene l'effetto di svegliare gli assopiti studente con la penna (probabilmente di oca, o anche di osso, chissà..)
Stuzzicare indica l'azione di chi tocca con insistenza qualcosa o qualcuno . Il tratto semantico della molestia e del fastidio si conserva anche nell'accezione figurata del verbo, che origina frasi come: Stuzzicare il can che dorme, il formicaio, il vespaio
Due sono le ipotesi che paiono spiegare abbastanza autorevolmente e esaustivamente la parola: la prima ipotesi si riferisce ad onomatopea; la seconda ipotesi , invece, pensa ad un'origine dalle forme meridionali, in particolare tuzzare , urtare contro qualcuno o qualcosa e tuzzolare ,bussare, battere alla porta.
Altri pensano che derivi dal verbo stoccicare, stozzicare, dal verbo stecken, pungere.
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Beh, carissimi, sono arrivato alla fine di questo mio excursus tra le parole e tra i miei post di "Classica" che hanno interessato ben poche persone, anzi pochissime.
Mi rendo conto di aver "stuzzicato" la fantasia di quasi nessuno; o meglio,pochissimi, veramente pochissimi,per cui passo volentieri il testimone ad altri, sicuramente molto più bravi di me nel colloquiare e nel rendere partecipi gli altri.
Sir Galahad
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Carlo... Esistono forse altre discussioni nel forum altrettanto "visitate" e "votate"? Credo di no. Il fatto che ci siano poche risposte da parte di altri utenti è semplicemente dovuto alla natura della discussione. Cioè al fatto che non si tratta in realtà di una vera e propria "discussione", ma di uno spazio che uno visita per imparare il significato e l'etimologia dei termini che tu proponi. E tutti quelli che vengono qui apprezzano il tuo stile e la tua accuratezza.
Nel caso della letteratura classica la motivazione del silenzio è, come poi già si era detto, l'ignoranza di gran parte di noi (me compresa) in materia.
Perciò finisce che uno legge, apprezza, ma sentendo di non avere niente di costruttivo da aggiungere, si rende conto di fare più bella figura a star zitto. Anche perchè magari teme di dire delle sonore cazzate totalmente fuori luogo.
Oscar Wilde diceva: "A volte è meglio tacere e sembrare stupidi, che aprir bocca e togliere ogni dubbio".
Insomma Carlo, anche tu, abbi pietà di noi e del nostro pudore a fare la figura dei cretini. ;)
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Quote:
Originariamente inviato da
Tregenda
Perciò finisce che uno legge, apprezza, ma sentendo di non avere niente di costruttivo da aggiungere, si rende conto di fare più bella figura a star zitto. Anche perchè magari teme di dire delle sonore cazzate totalmente fuori luogo.
Oscar Wilde diceva: "A volte è meglio tacere e sembrare stupidi, che aprir bocca e togliere ogni dubbio".
Insomma Carlo, anche tu, abbi pietà di noi e del nostro pudore a fare la figura dei cretini. ;)
Mi aggrego alle parole di Alice e aggiungo che leggo spesso e volentieri questa sezione, e mi ripropongo di
contribuire, in piccolo, alla discussione.
Purtroppo però sono lenta nelle mie cose...devo sfogliare libri, ruminare riflessioni, fare qualche ricerchina,
rispolverare vecchi ricordi di liceo, etc...ma alla fine 'partorisco'.
Mai arrendersi, Sir! ;)