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Quando si capisce una velata allusione oppure un discorso criptico si dice di aver "Capito l'antifona".
L'antifona è una frase che viene recitata prima della salmodia nella messa e riassume in poche parole il significato del salmo e può dargli un significato diverso secondo della festa per cui viene usato. Inoltre ogni antifona della messa è fissa e identifica la domenica in cui viene recitata.
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2 allegato(i)
Frullone (frul-lo-ne) o Buratto (bu-rat-to):
Tipo di staccio, usatissimo nell'Italia contadine. Era strumento che veniva adoperato per separare meccanicamente la farina dalla crusca mediante lo staccio, o membrana forata, in genere metallica; il frullone (buratto) fu preso per emblema dell'Accademia della Crusca. Un armadio a forma di frullone era adoperato dall'arciconsolo per conservare le leggi, il catalogo ufficiale dei membri dell'Accademia e i tre libri di componimenti intitolati: Farina, Stacciato e Fiore.
Allegato 650
Ha cambiato aspetto nel corso dei secoli, ma uno dei più noti ed usati è quello circolare, in cui le nostre nonne "setacciavano" la farina; mia moglie invece, tramite il frullone o buratto preparava le marmellate di more o di rosa canina, dopo aver bollito le bacche.
Una bella filastrocca recitava così (ma è solo una delle tante versioni):
Staccia Buratta
Martin va dalla gatta;
la gatta va al mulino
per fare un cofaccino.
E suona mezzogiorno
esce il pane dal forno;
il pane è nel paniere
il vino nel bicchiere.
Passan due fanti
con due cavalli bianchi,
bianca è la sella...
addio bambina bella!
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inumare (i-nu-ma-re)
Detto di sotterrare, da in- e humus, terreno . In genere, ci si riferisce a corpi umani. Ma inumare vale per tutto ciò che si desidera nascondere sottoterra.
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Biasimare: (bia-si-ma-re)
Esporre giudizi fortemente negativi. Dal greco Blasphémein, bestemmiare. Ed infatti biasimare e bestemmiare trovano il loro etimo nel francese blasmar.
In Mitologia, con la sua qualifica di tenebroso, Biasimo è uno dei figli della Notte e fratello di Oblìo. Per questo Pindaro aveva detto che Biasimo e Oblìo sono strettamente connessi, e parla di Silenzio come del peggior biasimo.
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Assurdo (as-sùr-do)
Concetto che contrasta con i dati razionali. Deriva dal latino absurdus, (ab, allontanamento, e dalla radice suar- suonare).
L'assurdo è , quindi, un contrasto evidente ; è una dissonanza, un distaccarsi dall'armonia della musica . Per estensione di concetto ,è allontanamento dall'armonia della ratio logica.
L'armonia, insieme al ritmo e alla melodia, è la base di una corretta composizione musicale. Così, l'armonia delle forme è premessa della Bellezza. L'armonia dei concetti è premessa al conoscere razionale.
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Palingenesi (pa-lin-gè-ne-si)
Rinascita,risurrezione, rigenerazione,.
dal greco: palin, di nuovo e genesi (da gennào, io creo) è: creazione, nascita.
A torto ritenuta una lemma troppo "distaccato", è una parola di grandissima nobiltà.
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Primo (Pri-mo)
Figura che non ha altri avanti a sè. Quindi, è sbagliato dire: primissimo, come - parallelamente - è sbagliato dire ultimissimo.
Da Primo traggono: principe, principale, primato.
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Tautologia (tau-to-lo-gi-a)
Ripetizione di un concetto o di una parola, anche se in vesti formali differenti. Da evitare, appesantisce il discorso.
E', in altre parole, una proposizione logica in cui il predicato ha lo stesso significato del soggetto. Esempio: tutti i merli sono neri, oppure non lo sono.
Non ha, quindi, un contenuto di informazioni trasmissibile.
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Ridondanza (ri-don-dan-za): lo stesso significato di tautologia
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Ha nevicato oppure è nevicato ?
In effetti, le due forme coesistono nel parlato, e spesso non si sa quale forma preferire.
Tutti i verbi attivi hanno l'ausiliare "avere"; "essere" è l'ausiliare delle forme passive. Tutti verbi riflessivi (o con la particella "-si") richiedono l'ausiliare "essere". Manca invece una regola precisa per i verbi intransitivi, dove c'è oscillazione d'uso. Non è vero che tutti i verbi di movimento richiedano l'ausiliare "essere". Così è per "andare" ("Siamo andati a una mostra"), ma non per "camminare" ("Ho camminato per un'ora"). "Correre" poi ha un doppio uso, con una sfumatura di significato. "Alla notizia sono corso da te", ma "questa mattina ho corso per due ore". Nel primo caso (con "essere") si indica un'azione immediata, nel secondo (con "avere") si sottolinea una durata. Un esempio tipico di incertezza lo si ha con i verbi meteorologici, dove si può avere indistintamente "ha piovuto" ed "è piovuto", ugualmente corretti. Se l'azione ha una durata è preferibile (come nel caso di "correre") l'uso di "avere": "Ieri ha piovuto per l'intera giornata"
Giorgio De Rienzo docente universitario ed esperto linguista del Corriere della Sera, dal sito del Corriere della Sera.
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Inebriare (I-ne-bri-a-re): Rendere ebbro, ubriacare.
In senso figurato, Esaltare, Estasiare, rapire, affascinare, incantare.
Nella forma riflessiva : ubriacarsi. Figurativamente: esaltarsi, entusiasmarsi, eccitarsi.
Etimologia: dal latino inebriare , lemma composto dalla particella in- e da ebrius, ebbro.
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Correre la cavallina : darsi alla bella vita, ai piaceri del mondo, godersi l'esistenza, ecc.
Altrimenti..... la cavallina è un attrezzo ginnico per esercizi di salto e volteggio...fa bene ai glutei..:lol::lol::lol:
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Me ne frego
Questa era un'espressione romanesca, un'espressione triviale perchè origina dal latino fricare , ossìa strofinare , intesa sia in senso proprio che in senso figurato, con evidente riferimento all'atto sessuale.
Prima di D'Annunzio, Olindo Guerrini aveva già usato l'espressione come intestazione della propria carta da lettere.
E' rimasta nel peggior gergo moderno. Da evitare. Ad essa vanno preferite: non me ne importa, non m'interessa, rifuggo da...,et similia.
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A proposito della locuzione "me ne frego":
Negli anni trenta, Ettore Petrolini fu invitato a Palazzo Venezia per ricevere una medaglia, un'onorificenza da Mussolini, che personalmente gliela appuntò nel petto.
Vedendo poi che il duce lo guardava con aria interlocutoria (come per chiedergli cosa ne pensasse), il grande Petrolini esclamò: "Me ne fregio!"
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I giorni della merla
Anzitutto, vorrei citare Dante:
... e veggendo la caccia,
letizia presi a tutte altre dispari,
tanto ch'io volsi in sù l'ardita faccia,
gridando a Dio: "Ormai più non ti temo!"
come fé il merlo per poca bonaccia...
Sapia senese
(Purgatorio, XIII, 119 - 123)
La leggenda racconta come una volta tutti i merli fossero bianchi.....
IL MERLO BEFFATO
Eravamo in Gennaio, un mese che una volta durava 28 giorni, ed un Merlo sopravvisse , diversamente da altri merli, al rigido freddo invernale . Pensando di aver superato le asperità di Gennaio, uscì baldanzoso dal nido cantando: "Più non ti curo Domine, che uscito son dal verno!".
Gennaio se ne ebbe a male e , permaloso com'era, si allungò nel tempo prendendo in prestito tre giorni a Febbraio e scatenando bufere di neve, gelo, e ghiaccio dappertutto.
Il Merlo, poveretto, si rifugiò in un camino dove restò al riparo per quei tre giorni. Quando ne uscì era nero nero dalla fuliggine e , come lui, rimasero tutti i merli e le merle del mondo.
PS: veramente, una volta Gennajo era di 28 o 29 giorni: nel calendario romano il mese di Gennaio aveva veramente solo 28 o 29 giorni sin dai tempi di Numa Pompilio (secondo re di Roma) e della sua riforma del 713 a. C. quando il calendario a Roma passò da lunare a luni-solare (e furono inseriti i mesi di Gennaio e Febbraio).