Indigowitch
11-May-2012, 12:43
Henry Miller è un autore che può suscitare solo sentimenti estremi: o si odia o si ama.
Avrò scritto una marea di recensioni, qui e lì nel web, su "Tropico del Capricorno", per
me il suo capolavoro.
Stavolta però non voglio scrivere una recensione, passando attraverso le tappe metodiche della trama,
i cenni sull'autore e il commento.
Vorrei solo condividere con voi un brano, per me eccezionale, e suscitare le vostre riflessioni.
<<Penso per esempio a Bayonne. Ci arrivai di notte con certi indirizzi che mi avevan dati. Avevo sotto braccio una borsa
con un prospetto dell'Enciclopedia Britannica. Avrei dovuto, protetto dalle tenebre, andare a vendere quella maledetta
enciclopedia a certi poveri diavoli desiderosi di migliorarsi. Se mi avessero mollato giù a Helsingfors non mi sarei sentito più
a disagio di adesso, che camminavo per le strade di Bayonne. Per me non era una città americana. Non era affatto una città,
ma un'immensa piovra che si contorceva nel buio. La prima porta che affrontai mi parve così proibitiva che nemmeno volli bussare;
e continuai così con diversi indirizzi prima di trovare il coraggio di bussare. La prima faccia che vidi mi mise in corpo una paura da cacarmi
addosso. Non voglio dire timidezza, imbarazzo; dico paura. Era la faccia di un manovale, un bruto ignorante capace di spaccarti il capo con
l'accetta o di sputarti in un occhio. Finsi di aver sbagliato nome e corsi all'indirizzo successivo. Ogni volta che si apriva la porta io vedevo un altro
mostro. E alla fine trovai un poveraccio, davvero desideroso di migliorarsi, e che mi spezzò il cuore. Mi vergognai di me stesso, veramente, del mio
paese, della mia razza, della mia epoca.
Mi ci volle del bello e del buono a convincerlo di non comprare la maledetta enciclopedia. Mi chiese ingenuamente perché, allora, ero venuto a casa sua - e senza un attimo di esitazione io gli dissi una bugia strepitosa, una bugia che più tardi si rivelò per una grande verità.
Gli dissi che facevo finta di vendere enciclopedia allo scopo di conoscer gente e di scriverne. Questo fatto lo interessò, moltissimo, anche più dell'enciclopedia. Voleva sapere cosa avrei scritto di lui, se potevo dirglielo.
Mi ci son voluti venti anni per rispondere a questa domanda, ma ecco fatto. Se ancora lo vuoi sapere, John Doe di Bayonne, ecco qua...
Ti debbo molto perché dopo quella bugia che ti dissi uscii di casa tua, stracciai il prospetto fornitomi dall'Enciclopedia Britannica e lo buttai. Dissi a me stesso che mai più sarei andato dalla gente con falsi pretesti, neanche per dar loro la Santa Bibbia.
Non venderò mai più nulla, anche a costo della fame. Ora vado a casa e mi metto davvero a scrivere della gente.>>
Avrò scritto una marea di recensioni, qui e lì nel web, su "Tropico del Capricorno", per
me il suo capolavoro.
Stavolta però non voglio scrivere una recensione, passando attraverso le tappe metodiche della trama,
i cenni sull'autore e il commento.
Vorrei solo condividere con voi un brano, per me eccezionale, e suscitare le vostre riflessioni.
<<Penso per esempio a Bayonne. Ci arrivai di notte con certi indirizzi che mi avevan dati. Avevo sotto braccio una borsa
con un prospetto dell'Enciclopedia Britannica. Avrei dovuto, protetto dalle tenebre, andare a vendere quella maledetta
enciclopedia a certi poveri diavoli desiderosi di migliorarsi. Se mi avessero mollato giù a Helsingfors non mi sarei sentito più
a disagio di adesso, che camminavo per le strade di Bayonne. Per me non era una città americana. Non era affatto una città,
ma un'immensa piovra che si contorceva nel buio. La prima porta che affrontai mi parve così proibitiva che nemmeno volli bussare;
e continuai così con diversi indirizzi prima di trovare il coraggio di bussare. La prima faccia che vidi mi mise in corpo una paura da cacarmi
addosso. Non voglio dire timidezza, imbarazzo; dico paura. Era la faccia di un manovale, un bruto ignorante capace di spaccarti il capo con
l'accetta o di sputarti in un occhio. Finsi di aver sbagliato nome e corsi all'indirizzo successivo. Ogni volta che si apriva la porta io vedevo un altro
mostro. E alla fine trovai un poveraccio, davvero desideroso di migliorarsi, e che mi spezzò il cuore. Mi vergognai di me stesso, veramente, del mio
paese, della mia razza, della mia epoca.
Mi ci volle del bello e del buono a convincerlo di non comprare la maledetta enciclopedia. Mi chiese ingenuamente perché, allora, ero venuto a casa sua - e senza un attimo di esitazione io gli dissi una bugia strepitosa, una bugia che più tardi si rivelò per una grande verità.
Gli dissi che facevo finta di vendere enciclopedia allo scopo di conoscer gente e di scriverne. Questo fatto lo interessò, moltissimo, anche più dell'enciclopedia. Voleva sapere cosa avrei scritto di lui, se potevo dirglielo.
Mi ci son voluti venti anni per rispondere a questa domanda, ma ecco fatto. Se ancora lo vuoi sapere, John Doe di Bayonne, ecco qua...
Ti debbo molto perché dopo quella bugia che ti dissi uscii di casa tua, stracciai il prospetto fornitomi dall'Enciclopedia Britannica e lo buttai. Dissi a me stesso che mai più sarei andato dalla gente con falsi pretesti, neanche per dar loro la Santa Bibbia.
Non venderò mai più nulla, anche a costo della fame. Ora vado a casa e mi metto davvero a scrivere della gente.>>