Visualizza la versione completa : Una vita di domande
galloway
21-December-2011, 19:37
Dò inizio ad una nuova sezione che spero attiri l'attenzione dei nostri naviganti. Proporrò una domanda periodicamente alla quale si potrà rispondere liberamente dando via a discussioni e considerazioni di vario genere. Non sono domande quiz, bensì domande che vogliono stimolare per maturare, approfondire, per conoscere, ed anche per divertirci. Domande di tutti i generi che ci permetteranno di scoprire argomenti, problemi ed idee. Salute, sopravvivenza, soldi, sesso, musica, arte, futuro, mistero, insomma tutta quanto fa ... vita! Io proporrò le mie domande, ma nulla vieta che anche voi facciate la stessa cosa. Ecco la mia prima forse banale domanda: "Accetteresti una ingente somma di danaro per lasciare il tuo Paese e non rimetterci più piede? Diciamo un milione di euro ...
Sir Galahad
21-December-2011, 19:44
Col senno di poi risponderei: Di corsa. Basta che non mi mandino nei Paesi a regime autoritario
galloway
21-December-2011, 20:09
Col senno di poi risponderei: Di corsa. Basta che non mi mandino nei Paesi a regime autoritario
Carissimo Sir, la tua risposta non mi sembra affatto esauriente. Quanto meno non stimola la discussione, non provoca reazioni, non sviluppa argomentazioni, insomma non dà ragione di quanto affermi categoricamente. Una risposta che si rispetti deve rispondere alle famose domande anglosassoni: chi-cosa-quando-dove-perché.
Sir Galahad
21-December-2011, 20:18
Carissimo Sir, la tua risposta non mi sembra affatto esauriente. Quanto meno non stimola la discussione, non provoca reazioni, non sviluppa argomentazioni, insomma non dà ragione di quanto affermi categoricamente. Una risposta che si rispetti deve rispondere alle famose domande anglosassoni: chi-cosa-quando-dove-perché.
Hai ragione, sommo Antonio.
Giornalisticamente, risponderò così:
Chi uno studentello voleva fare ricerca seria, ma l'Università italiana glielo impediva (vedi baroni e soci)
Cosa cosa pensavo o volevo fare? Pensavo di valere qualcosa e di realizzare me stesso (come si usa dire) nell'Università
Quando Ehm, altra domanda, per piacere
Dove Dove avrei voluto andare? Mi sarebbe piaciuto fare della ricerca scientifica negli Stati Uniti
Perchè Mi sentivo portato allo studio delle Scienze e poi.... ero il migliore del mio corso di studi. Pensavo di poter mettere a frutto tutte queste cose. Mi sbagliavo.Oppure nonb avevo abbastanza santi in Paradiso. Oppure non sono stato abbastanza furbo
galloway
21-December-2011, 21:25
Hai ragione, sommo Antonio.
Giornalisticamente, risponderò così:
Chi uno studentello voleva fare ricerca seria, ma l'Università italiana glielo impediva (vedi baroni e soci)
Cosa cosa pensavo o volevo fare? Pensavo di valere qualcosa e di realizzare me stesso (come si usa dire) nell'Università
Quando Ehm, altra domanda, per piacere
Dove Dove avrei voluto andare? Mi sarebbe piaciuto fare della ricerca scientifica negli Stati Uniti
Perchè Mi sentivo portato allo studio delle Scienze e poi.... ero il migliore del mio corso di studi. Pensavo di poter mettere a frutto tutte queste cose. Mi sbagliavo.Oppure nonb avevo abbastanza santi in Paradiso. Oppure non sono stato abbastanza furbo
Ecco, mi interessa approfondire il concetto di "furbizia". Che cos'è che fa di una persona un furbo? Una che sa cogliere un'occasione? uno che sa come fregare gli altri, uno che non si stanca mai di farsi avanti, uno che mente sapendo di mentire ... insomma indicatemi un ... furbo
Wentworth
21-December-2011, 22:35
Allora siccome stasera sono un po' polemico dopo una giornata lavorativa farneticante (odio anche il Natale sapete...:)), risponderei: SUBITO!
Non so...un buen ritiro in un cottage in Provenza pieno di libri?
elisabetta
22-December-2011, 00:57
Posso sottoscrivere parola per parola quanto appena detto da Wentworth? Aggiungerei solo un bel gattone provenzale per compagnia.
galloway
22-December-2011, 15:58
Allora la nuova domanda potrebbe essere: Ma perché tutti vogliono fuggire? Tutto è inutile perché tanto poi bisogna ritornare ... Solo un viaggio è senza ritorno ...
Mauro
22-December-2011, 16:41
Anche la fuga da un luogo può essere senza ritorno. Tu stesso hai avanzato un'ipotesi simile con la prima domanda, e le motivazioni per cui qualcuno possa desiderare di partire e non tornare più son tante.
L'esempio più eclatante che ti posso fare è di una persona settantenne che conosco da anni che mi meravigliò molto, date le sue origini meridionali, quando agli albori del fenomeno Lega Nord mi disse che ne era un convinto sostenitore. Quando gli esposi le mie perplessità mi disse: "La mia è una Terra finita dove lo Stato non esiste e comanda la criminalità organizzata. Io se potessi la brucerei quella terra ma mi limito a far finta che non esista più".
Una decisione alimentata dall'odio.
Io non sono, per fortuna, in quelle condizioni, ma se domani qualcuno mi regalasse un milione passerei la frontiera la sera stessa, con la speranza di poter crescere le mie figlie in un Paese non dominato dalla mediocrità corrotta.
Forse nel mio caso un atto d'amore.
galloway
22-December-2011, 18:48
La vita è e deve essere "movimento", tutto il resto è solo fatalistica resistenza. Il grande poeta inglese T. S. Eliot, mio poeta preferito, ebbe a dire: "Noi non cesseremo l’esplorazione / E la fine di tutte le nostre ricerche / Sarà di giungere là dove siamo partiti, / E conoscere il luogo per la prima volta."
galloway
22-December-2011, 19:12
La vita è e deve essere "movimento", tutto il resto è solo fatalistica resistenza. Il grande poeta inglese T. S. Eliot, mio poeta preferito, ebbe a dire: "Noi non cesseremo l’esplorazione / E la fine di tutte le nostre ricerche / Sarà di giungere là dove siamo partiti, / E conoscere il luogo per la prima volta."
La citazione di Eliot è tratta da "The Waste Land" e mi offre l'occasione per pensare che indipendentemente da dove nasciamo, dove viviamo, di che colore, cultura o razza siamo, dovremo comunque ritornare là dove siamo venuti. Sembrerebbe essere Madre terra o Natura, è possibile che sia altra cosa, puro Spirito, resta il fatto inoppugnabile che dovremo ritornarci. Ogni resistenza sarà vana, come anche ogni tentativo di fuga. Potremo amare oppure odiare l'Italia, sognare di vivere in Giappone o in Groenlandia, a Taiti o alle Bermuda fa lo stesso. Sempre Terra, Natura o Spirito è. La nostra libertà, la nostra prigione. Quel milione di euro sarà il segno materiale del nostro destino, prendere o lasciare ...
elisabetta
22-December-2011, 23:03
A proposito di fughe e spostamenti mi è rimasta in mente una bella frase di Orazio:
Caelum non animum mutant qui trans mare currunt
Muta orizzonti non animo chi fugge oltremare
Della serie: ovunque si vada dobbiamo portare comunque dietro noi stessi.
Poi sarebbe da vedere se c'è in noi un nucleo duro che a qualsisia latitudine ci ripropone gli stessi problemi, per es. depressione, difficoltà di rapporti con gli altri, etc. etc. oppure se il "noi stessi" anche più profondo sia plasmabile dalle situazioni esterne.
Comunque quanta gente c'è che è costretta ad emigrare, senza speranza di ritorno, non perché ha ricevuto un milione ma per sfuggire a condizioni di estrema miseria!
Dolores, cosa ti dissuase in particolare dall'accettare il prestigioso incarico in Belgio, se non la consideri una domanda indiscreta?
Cecilia (Teresa)
23-December-2011, 12:14
Un milione di euro sarebbe molto allettante, ma lo utilizzerei sicuramente in altri modi perché, parliamoci chiaro, se uno arriva alla condizione di voler fuggire, vuol dire che ha davvero sbagliato tutto nella vita, che tutte le scelte che ha fatto non erano quelle giuste, che ciò che ha costruito non funziona..
Io penso che la voglia di fuga, sia solo uno "status" mentale, come a voler immaginare che da qualche parte, a chilometri e chilometri di distanza, ci sia una vita migliore che ci aspetta..ma ne siamo così sicuri? O proprio per questo motivo, riusciamo a vivere la vita che abbiamo con minore ansia?
Mio suocero, ora 81enne, ripete da quando lo conosco (e sono circa 28 anni), che lascia moglie e figli per fuggire a Marettimo, un isolotto della Sicilia, e non si fa più trovare. Sbraita, urla, fa i capricci (ogni tanto sembra davvero un bambino), ma dopo tanti anni è ancora a Milano. E io spesso mi sono chiesta il perché di queste minacce. Perché gli sta stretta la famiglia? Perché vuole sentirsi dire: "Ma dove vai? Stai con noi. Ti vogliamo bene."
Stessa cosa anche un mio amico, che al contrario la famiglia se la porterebbe dietro, che vorrebbe trasferirsi a Cuba, perché secondo lui i cubani conducono una vita migliore e perché con il poco che hanno sono felici.
Ma anche qui, siamo sicuri?
Perché tanti vorrebbero fuggire? Ci facciamo uccidere dalla monotonia, dallo stress, dalla quotidianità, ma sono convinta che succederebbe in qualsiasi paese del mondo. Spezzo una lancia a favore di Mauro, sul fatto che forse per chi si affaccia ora nel mondo del lavoro, l'Italia non sia un granché ma, ripeto, non credo che la maggioranza di chi vuole scappare sia davvero per questo.
Come ho scritto all'inizio, il milione di euro, lo terrei, ma non per fuggire.
Ciao!
Cecilia
galloway
23-December-2011, 13:05
"Accetteresti una ingente somma di danaro per lasciare il tuo Paese e non rimetterci più piede? Diciamo un milione di euro ..."
Questa era la domanda di partenza. Mi sembra di capire che il danaro ha la sua attrazione, ma la realtà regola il gioco. Resta dopo tutto la naturale instabilità che caratterizza ogni essere umano in un modo o altro. Siamo sempre condizionati da elementi interni ed esterni a noi stessi. Sia il tempo che lo spazio ci condizionano senza che noi possiamo fare alcunché, e addirittura, senza accorgercene, prendiamo decisioni che non sono nostre e che non vorremmo prendere e che pure prendiamo. Io penso che tutti seguiamo un filo invisibile che ci accompagna e a volte, forse spesso, ci lega e ci condiziona. Noi crediamo di essere liberi ma non lo siamo. Noi pensiamo di essere liberi nel rendere ragione al nostro comportamento, eppure non ci rendiamo conto che man mano che procediamo ci inoltriamo nel mistero in cui siamo costantemente inviluppati. E contro questo mistero credo che nessuno può fare qualcosa.
Wentworth
23-December-2011, 16:28
"Accetteresti una ingente somma di danaro per lasciare il tuo Paese e non rimetterci più piede? Diciamo un milione di euro ..."
Questa era la domanda di partenza. Mi sembra di capire che il danaro ha la sua attrazione, ma la realtà regola il gioco. Resta dopo tutto la naturale instabilità che caratterizza ogni essere umano in un modo o altro. Siamo sempre condizionati da elementi interni ed esterni a noi stessi. Sia il tempo che lo spazio ci condizionano senza che noi possiamo fare alcunché, e addirittura, senza accorgercene, prendiamo decisioni che non sono nostre e che non vorremmo prendere e che pure prendiamo. Io penso che tutti seguiamo un filo invisibile che ci accompagna e a volte, forse spesso, ci lega e ci condiziona. Noi crediamo di essere liberi ma non lo siamo. Noi pensiamo di essere liberi nel rendere ragione al nostro comportamento, eppure non ci rendiamo conto che man mano che procediamo ci inoltriamo nel mistero in cui siamo costantemente inviluppati. E contro questo mistero credo che nessuno può fare qualcosa.
E' verissimo, anche perché quando si cerca di fare qualcosa per evitare questi condizionamenti, per essere più liberi, se ne pagano le conseguenze. E' il sistema che forse è sbagliato.
Comunque senza voler essere drastici, una volta presa consapevolezza di ciò, si può anche vivere decentemente, e i libri aiutano molto... ;) più che il milione di euro, che per carità...un cottage in Provenza me lo compro lo stesso, anche con un cagnolino Elisabetta! :)
elisabetta
24-December-2011, 02:05
... va bene anche un canino oppure tutti e due, micio e cagnolino :-P
galloway
24-December-2011, 10:57
Nuova domanda:
519
"Saresti disposto ad ammazzare un innocente se questo mettesse fine alla fame nel mondo?"
galloway
26-December-2011, 10:54
No, non ammazzerei nessun innocente (e neanche nessun colpevole) per mettere fine alla fame nel mondo!
Pensa che in questi giorni sto leggendo "La zona morta" di Stephen King, romanzo in cui il quesito fondamentale è una domanda simile a quella che poni.
Racconta di un ragazzo (Johnny) che in seguito a un incidente finisce in coma. Dopo quattro anni si risveglia e scopre di avere un "dono": attraverso un semplice contatto fisico (ad esempio una stretta di mano) riesce a vedere il futuro della persona che tocca. Ed è così che "vede" la distruzione e la catastrofe che un candidato alle elezioni (adorato da tutti) provocherà, e capisce di dover fare qualcosa per evitarla. Insomma: se tu sapessi che cosa provocherà Hitler lo elimineresti prima che possa mettere in atto lo sterminio?
Credo che King dia una risposta diversa dalla mia. :mrgreen:
Quindi mi sembra di capire che Hitler e tutti gli altri, incluso noi stessi, dobbiamo fare ciò che è stabilito debba accadere. Insomma "Vuolsi così colà dove si vuole ciò che si vuole e più non dimandar!" ...
murialdog
26-December-2011, 12:19
No, non accetterei.
Intanto "un innocente" dovrebbe essere un essere reale, in carne ed ossa mentre "la fame nel mondo" è una cosa generica: fame di che? grano o caviale? fame di cibo? di libertà? di democrazia?
No, non accetteri mai l'omicidio o il suicidio per un'utopia. Anzi, la cosa mi fa ribrezzo.
daniela
26-December-2011, 13:21
Quindi mi sembra di capire che Hitler e tutti gli altri, incluso noi stessi, dobbiamo fare ciò che è stabilito debba accadere. Insomma "Vuolsi così colà dove si vuole ciò che si vuole e più non dimandar!" ...
No, c'è una responsabilità individuale, ognuno è responsabile delle proprie azioni.
Nel caso di Hitler (e degli altri dittatori) vorrei sottolineare che da solo Hitler non avrebbe potuto far nulla senza la complicità degli altri e soprattutto senza l'assenso silenzioso e complice del popolo tedesco, e la storia avrebbe preso una strada diversa.
Per mettere fine alla fame nel mondo, non è necessario uccidere un innocente, basterebbe che i paesi ricchi si adoperassero affinchè il resto del mondo raggiunga un livello di vita degno.
La tecnologia nel mondo ricco è avanzatissima, le risorse che i paesi destinano agli armamenti sono ingenti, basterebbe cambiare mentalità, non cacciabombardieri ma medicine, non bombe ma grano.
Non è utopia, e spianerebbe la strada alla pace. Non ci può essere pace senza giustizia, e mezzo mondo che muore di fame è una grande ingiustizia.
galloway
26-December-2011, 20:35
Mi rendo conto che a nessuno piace uccidere qualcuno per ottenere qualcosa (l'eliminazione della fame). Trasformo allora questo interrogativo in un altro tipo di domanda:
"Te la senti di andare al macello e uccidere personalmente una mucca?" (Vi prego di non rispondere che siete vegetariani ...) Se si, perché. Se no, perché ...
537
daniela
26-December-2011, 23:09
Mi rendo conto che a nessuno piace uccidere qualcuno per ottenere qualcosa (l'eliminazione della fame). Trasformo allora questo interrogativo in un altro tipo di domanda:
"Te la senti di andare al macello e uccidere personalmente una mucca?" (Vi prego di non rispondere che siete vegetariani ...) Se si, perché. Se no, perché ...
537
Credo che molte persone, me compresa, se dovessero uccidere con le proprie mani una mucca, o un coniglio, un maiale o una gallina, diventerebbero istantaneamente vegetariani. Perchè un conto è comprare il prosciutto o la bistecca al supermercato, e un conto è vedere gli occhi della mucca o del maiale, sentire le loro urla e sporcarsi le mani per ucciderli.
Comprare una scatoletta di tonno non richiama alla mente la mattanza che arrossa le acque del mare.
Il nostro cibo confezionato è disgiunto dall'idea della morte. Se ci pensassimo, se dovessimo procurarcelo e quindi uccidere con le nostre mani, credo che ci passerebbe la voglia di mangiarlo.
galloway
26-December-2011, 23:25
Credo che molte persone, me compresa, se dovessero uccidere con le proprie mani una mucca, o un coniglio, un maiale o una gallina, diventerebbero istantaneamente vegetariani. Perchè un conto è comprare il prosciutto o la bistecca al supermercato, e un conto è vedere gli occhi della mucca o del maiale, sentire le loro urla e sporcarsi le mani per ucciderli.
Comprare una scatoletta di tonno non richiama alla mente la mattanza che arrossa le acque del mare.
Il nostro cibo confezionato è disgiunto dall'idea della morte. Se ci pensassimo, se dovessimo procurarcelo e quindi ucciderlo con le nostre mani, credo che ci passerebbe la voglia di mangiarlo.
Complimenti Daniela per la tua sincera e onesta dichiarazione. In effetti dobbiamo riconoscere che siamo tutti dei vili e degli ipocriti. Non possiamo uccidere un innocente per salvare dalla fame chi di fame muore, non sapremmo uccidere non una mucca o un maiale, e nemmeno una gallina ... ma allora abbiamo perso la nostra identità. Ho appena visto un bel documentario stasera lunedì su Rai due. Non eravamo cacciatori? Cosa siamo diventati?
daniela
26-December-2011, 23:53
... ma allora abbiamo perso la nostra identità. Ho appena visto un bel documentario stasera lunedì su Rai due. Non eravamo cacciatori? Cosa siamo diventati?
Qual'è la nostra identità?
Non credo sia la caccia, che legittima la legge del più forte: io cacciatore sono più forte e ti uccido per mangiarti o anche solo per divertimento.
Credo che il livello di civiltà e di tecnologia raggiunto potrebbe consentire scelte più civili, più evolute.
Considero la scelta vegetariana più evoluta, non solo perchè rispetta le altre vite animali, ma anche perchè rispetta l'ambiente e le risorse limitate del pianeta e consentirebbe a più persone di sfamarsi.
Ma il cambiamento deve avvenire prima di tutto nel cervello, nella mentalità e non è sicuramente facile cambiare.
Cosa siamo diventati?
"Siamo ancora quelli della pietra e della fionda", solo più raffinati in superficie. Ma solo in superficie...
elisabetta
27-December-2011, 00:02
Mio marito, quando fece il militare, fu messo a guidare i camion. Tra l'altro doveva andare ai macelli a prendere la carne per tutta la caserma. Mi ha raccontato di essere stato turbato da una scena terribile. C'era una lunga fila di mucche. La prima veniva macellata e così via. Ebbene, tutte lo sapevano che andavano alla morte, fino all'ultima della fila. Se lo comunicavano con muggiti dall'una all'altra, muggiti particolari, strazianti.
galloway
27-December-2011, 10:28
Mio marito, quando fece il militare, fu messo a guidare i camion. Tra l'altro doveva andare ai macelli a prendere la carne per tutta la caserma. Mi ha raccontato di essere stato turbato da una scena terribile. C'era una lunga fila di mucche. La prima veniva macellata e così via. Ebbene, tutte lo sapevano che andavano alla morte, fino all'ultima della fila. Se lo comunicavano con muggiti dall'una all'altra, muggiti particolari, strazianti.
Grazie per la partecipazione. Questo argomento è chiuso. Tra poco vi propongo una domanda più leggera. Grazie ancora e buona giornata.
galloway
27-December-2011, 10:33
Un matrimonio meraviglioso sotto tutti i punti di vista ma completamente privo di sesso vi appagherebbe?
538
Sir Galahad
27-December-2011, 19:36
Un matrimonio meraviglioso sotto tutti i punti di vista ma completamente privo di sesso vi appagherebbe?
No. Allora sarebbe meglio andare sul monte Athos. Perlomeno, lì il problema sarebbe bandito sin dalla radice :lol:
Patrizia
27-December-2011, 22:09
Assolutamente no. Di più: dubito che l'intesa di coppia possa resistere a lungo senza sesso.
Il mio romanzo in sei parole: "amore senza sesso è finito presto"
galloway
27-December-2011, 22:17
Sulla "presenza del sesso" nella nostra vita ho scritto qualche giorno fa un post al quale potrete ispirarvi per la risposta:
"Il sesso "tira" sempre. Lo sappiamo tutti, gioca un ruolo centrale nella vita degli esseri umani. In nome del sesso ogni civiltà realizza i suoi riti, costruisce le sue difese, imbastisce i suoi rituali. Così accade dalla notte dei tempi, a partire dalla foglia di fico che Adamo usò per coprire ciò che non sapeva, prima di "conoscere" Eva. Così accade oggi di notte e di giorno, al nord come al sud, ad est come ovest ..." sessomania-natalizia (http://unideadivita.blogspot.com/2011/12/sessomania-natalizia.html)
Mauro
27-December-2011, 23:16
Assolutamente no. Di più: dubito che l'intesa di coppia possa resistere a lungo senza sesso.
Il mio romanzo in sei parole: "amore senza sesso è finito presto"
Quoto e dirò di più. Senza sesso non è vero amore.
Sir Galahad
28-December-2011, 19:13
Una delle definizioni (penso che non molti la contesteranno) di matrimonio è: unione di una donna ed un uomo per creare un nucleo familiare e creare prole.
Ora, senza sesso, la prole come la si crea? Inoltre, se si ama la prole (i bambini) secondo me bisognerebbe amare il modo con cui vengono alla luce, che è bellissimo. Io ho partecipato - in Ospedale- al parto delle mie due figlie, e da allora posso ancor più sostenere che l'atto di amore (e i figli che ne derivano) è cosa bellissima e insostituibile.
Scusa, Antonio, ma non capisco il senso della domanda, allora.... Sai, non è per essere strafogati di sesso, ma una scopatina ogni tanto è la ciliegina sulla torta dell'amore :-P
Tregenda
28-December-2011, 19:55
:mrgreen: Come sempre: grande Sir! ;)
galloway
28-December-2011, 20:31
Una delle definizioni (penso che non molti la contesteranno) di matrimonio è: unione di una donna ed un uomo per creare un nucleo familiare e creare prole.
Ora, senza sesso, la prole come la si crea? Inoltre, se si ama la prole (i bambini) secondo me bisognerebbe amare il modo con cui vengono alla luce, che è bellissimo. Io ho partecipato - in Ospedale- al parto delle mie due figlie, e da allora posso ancor più sostenere che l'atto di amore (e i figli che ne derivano) è cosa bellissima e insostituibile.
Scusa, Antonio, ma non capisco il senso della domanda, allora.... Sai, non è per essere strafogati di sesso, ma una scopatina ogni tanto è la ciliegina sulla torta dell'amore :-P
Il carissimo Sir non ... capisce la domanda. Non è vero, lui capisce bene. Tutti capiamo bene. Il fatto è che ogni qualvolta gli uomini (e le donne!) parlano di sesso, svicolano, girano intorno, eludono, raramente dicono ciò che pensano, anzi quasi sempre dicono quello che non pensano. Non ho detto: "Non dicono ciò che pensano" che è diverso. Insomma l'interrogativo sembra banale, ma non lo è affatto. Innanzitutto: esiste l'amore senza sesso? E che differenza c'è tra l'amore condito di sesso e quello senza questo condimento? L'amore sessuale deve necessariamente portare alla procreazione oppure ci si può fermare sulla soglia? Insomma il sesso è davvero l'amore?
Sir Galahad
28-December-2011, 21:22
Il carissimo Sir non ... capisce la domanda. Non è vero, lui capisce bene. Tutti capiamo bene. Il fatto è che ogni qualvolta gli uomini (e le donne!) parlano di sesso, svicolano, girano intorno, eludono, raramente dicono ciò che pensano, anzi quasi sempre dicono quello che non pensano. Non ho detto: "Non dicono ciò che pensano" che è diverso. Insomma l'interrogativo sembra banale, ma non lo è affatto. Innanzitutto: esiste l'amore senza sesso? E che differenza c'è tra l'amore condito di sesso e quello senza questo condimento? L'amore sessuale deve necessariamente portare alla procreazione oppure ci si può fermare sulla soglia? Insomma il sesso è davvero l'amore?
No,aspetta, Antonio: la domanda era, testualmente:
Un matrimonio meraviglioso sotto tutti i punti di vista ma completamente privo di sesso vi appagherebbe?
Matrimonio o amore?E' chiaro che - parlando in linea teorica- il matrimonio presuppone l'amore, ma non è altrettanto vero il contrario, cioè che l'amore presupponga il matrimonio.Se ho capito bene, la domanda precisa, allora, è: esiste l'amore senza il sesso?
Immagino che tu pensi all'amore fra uomo e donna che potrebbe sfociare in matrimonio, allora.Beh, credo che le due cose vadano di pari passo. Anche se esiste un certo tipo di amore - che chiamerei, piuttosto, affinità- che non presuppone il sesso: è il caso, se ben ricordo, di Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir, compagni nella vita ma non nell'atto sessuale (questi sono vecchi ricordi scolastici; se qualcuno ne sa di più, è il ben accetto nella discussione)
Io credo che il vero amore, tra uomo e donna, possa trascendere dall'atto sessuale, sì. Però non mi sembra completo. Questa è una convinzione. L'amore fisico richiama sempre l'atto sessuale, tra uomo e donna. L'amore è donazione di se, animo e corpo.
Chiaro è che esistono tante variabili: con l'età, il desiderio fisico si affievolisce e predomina la solidarietà di coppia: ma proprio perchè si affievolisce significa che è nato anche sull'attrazione sessuale.
Il rapporto di coppia è l'acme dei rapporti, quello in cui debbono coesistere anima e corpo, e nessuno di questi può vivere senza l'altro. Ossia:
- un rapporto solo carnale annulla la porzione ideale e sentimentale dell'uomo come
- un rapporto basato solo sull'affinità mentale e sentimentale mortifica la porzione fisica e sensibile (basata sui sensi)
Per concludere, sennò divento palloso, anima e corpo devono coesistere.
galloway
28-December-2011, 21:39
Hai ragione, abbiamo divagato forse per colpa mia mettendo troppa carne a cuocere (è il caso di dire!) Il fatto è che sto facendo troppe cose al momento e ho perso il filo. Mauro ha scritto "Senza sesso non è vero amore" ed io l'ho riferito in generale, fuori del matrimonio. Comunque sia se volete rientriamo in argomento ... "Anima e corpo devono coesistere" e quando arriva la vecchiaia?
Sir Galahad
28-December-2011, 21:46
"Anima e corpo devono coesistere" e quando arriva la vecchiaia?
Non si scopa più, Antonio... Prende il sopravvento, finalmente, la parte migliore dell'essere umano, l'animo, creativo e nobile (anche perchè è giusto che sia così: con l'anima si può aspirare a grandi cose, compreso il Paradiso, mentre quelle altre cose ti servono solo per..... No?)
galloway
28-December-2011, 23:35
Non si scopa più, Antonio... Prende il sopravvento, finalmente, la parte migliore dell'essere umano, l'animo, creativo e nobile (anche perchè è giusto che sia così: con l'anima si può aspirare a grandi cose, compreso il Paradiso, mentre quelle altre cose ti servono solo per..... No?)
Quel che resta dell'amore ...
Sir Galahad
29-December-2011, 19:16
Quel che resta dell'amore ...
Finisce l'amore fisico. Ma inizia la parte più bella dell'avventura umana: il desiderio di conoscere fino in fondo la propria umanità, la calma con cui si prende atto dei propri errori e si è soddisfatti delle proprie conquiste;il riconsiderare se stessi e gli altri secondo una luce nuova; il proiettarsi verso l'Infinito con determinazione; capire cosa è degno di essere vissuto : così, Mara giorni fa mi ha mandato un messaggio deponente una frase di Albert Camus, in cui diceva : alla fine ho imparato che, anche nel profondo dell'inverno, regnava un'invincibile estate. Ecco, mi sembra che questa frase di Camus riepiloghi bene anche il mio pensiero, e cioè che la scoperta di un'invincibile estete ci attende, libera da tutti gli orpelli e le convinzioni più o meno radicate. E anche la parola Amore, in questo contesto, acquista una luce nuova.
Sir
galloway
29-December-2011, 20:47
546
Complimenti Sir per il tuo atteggiamento nei confronti della ... insostenibile leggerezza dell'essere. Un augurio a te e agli amici di questo romantico forum
Sir Galahad
30-December-2011, 19:14
Ironia o sarcasmo, caro Antonio? Comunque, io la penso veramente così.... Infatti, la vecchiaia da un lato presenta tantissimi mali (gli acciacchi, le disillusioni, le amarezze, ecc). Non sarò io a negarlo, talmente è evidente la crudezza dell'età non più giovane.
Non voglio però apparire un farfallone, dando l'apparenza di negarlo.
Volevo, invece, sottolineare l'aspetto positivo dell'età matura. Non è un romanticismo ideale, ma una necessità e un orgoglio: la necessità di essere forti davanti a un nuovo tipo di avversità che investe l'uomo; e l'orgoglio di rimanere attaccati ai propri ideali, alle proprie speranze. Con armi nuove e diverse, rispetto all'età giovanile, naturalmente. Armi che significano esperienza e calma, soprattutto.
Ma poi, vorrei insistere sull'aspetto creativo dell'età matura: insisto, ripeto, nel considerarla (nonostante gli aspetti negativi che la inondano) un'età in cui ci si può e ci si deve affacciare con un viso nuovo al mondo. Forti dell'esperienza e maturi nella certezza che non tutto è stato esplorato.
Sono troppo leggero? Sono troppo ottimista? Sono troppo mieloso? Non saprei dare una risposta.L'unica cosa che so di certo è che cerco di trarre il meglio anche dalle situazioni apparentemente negative, convinto (come sono) che dopo un crudo inverno c'è una estate meravigliosa
Un abbraccio, Antonio
Carlo
Sir Galahad
30-December-2011, 19:32
PS Hai iniziato il discorso augurandoti che saresti stato seguito. Come vedi, è stato proprio così, e il tuo filone ha riscosso successo, ottenendo molte visite e risposte
Carlo
galloway
30-December-2011, 19:36
Ironia o sarcasmo, caro Antonio? Comunque, io la penso veramente così.... Infatti, la vecchiaia da un lato presenta tantissimi mali (gli acciacchi, le disillusioni, le amarezze, ecc). Non sarò io a negarlo, talmente è evidente la crudezza dell'età non più giovane.
Non voglio però apparire un farfallone, dando l'apparenza di negarlo.
Volevo, invece, sottolineare l'aspetto positivo dell'età matura. Non è un romanticismo ideale, ma una necessità e un orgoglio: la necessità di essere forti davanti a un nuovo tipo di avversità che investe l'uomo; e l'orgoglio di rimanere attaccati ai propri ideali, alle proprie speranze. Con armi nuove e diverse, rispetto all'età giovanile, naturalmente. Armi che significano esperienza e calma, soprattutto.
Ma poi, vorrei insistere sull'aspetto creativo dell'età matura: insisto, ripeto, nel considerarla (nonostante gli aspetti negativi che la inondano) un'età in cui ci si può e ci si deve affacciare con un viso nuovo al mondo. Forti dell'esperienza e maturi nella certezza che non tutto è stato esplorato.
Sono troppo leggero? Sono troppo ottimista? Sono troppo mieloso? Non saprei dare una risposta.L'unica cosa che so di certo è che cerco di trarre il meglio anche dalle situazioni apparentemente negative, convinto (come sono) che dopo un crudo inverno c'è una estate meravigliosa
Un abbraccio, Antonio
Carlo
Nessuna ironia, tanto meno sarcasmo carissimo Carlo. Condivido i tuoi pensieri e mi accorgo che anche tu hai scelto quella che io chiamo "saggezza". Una parola importante e pesante. Non mi illudo di essere un "saggio", mi sforzo di comportarmi come si comporterebbe un "saggio". Mio padre diceva spesso "volate alto" e aveva ragione. Come faccio a volare alto? Osservo alcune regole che mi sono imposto:
1. pensiero positivo
2. evitare le persone litigiose
3. parlare meno, ascoltare di più
4. camminare molto
5. dormirci su
6. domani è un altro giorno
7. aspettati di tutto
8. fai finta di non capire/sentire
9. vivi come se fosse l'ultimo giorno
10. ridi quanto puoi
Potrei continuare, mi fermo qui. Un abbraccio e tanti cari auguri. Questa estate ti aspetto in Costa d'Amalfi
Sir Galahad
30-December-2011, 19:42
Un abbraccio e tanti cari auguri. Questa estate ti aspetto in Costa d'Amalfi
Guarda che io mangio tanto, Anto' :lol:
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