Enribello
06-August-2020, 17:08
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Helga è una bambina che si trova a vivere in una cantina con tante altre persone che abitano nel suo stesso palazzo durante la Seconda Guerra Mondiale.
Racconto di sopravvivenza e dolore della guerra, e delle sue conseguenze,con il progressivo annientamento di Berlino vissuto da una bambina che fu anche portata in visita nel bunker di Hitler.
riassunto dal web
Racconto/diario piuttosto crudo, testimonianza dolorosa delle atrocita’ della guerra vista con gli occhi di una bambina.
Contrariamente a quello che uno potrebbe pensare, non e’ una lettura pesante.
Da leggere per il contenuto non tanto per lo stile molto semplice o la forma (si vede che certe considerazioni appartengono alla Helga adulta)
Il libro, che ti fa apprezzare la fortuna di essere nato in un periodo e in luogo lontano dalla guerra, ha momenti intensi.
A volte sembra di essere li e di vivere le privazioni, la fame, la ricerca disperata di un po’ d’acqua. Ci sono poi le violenze dell’Armata rossa sul popolo tedesco….anche se la condanna
del nazismo che esce dalle pagine e’ forte e chiara. Emblematica la visita al bunker di Hitler...le salsicce e il sapone "privilegio" di pochi bambini fortunati
in netto contrasto con l'ormai l'evidente declino che Helga percepisce chiaramente. Il Fuhrer non e' altro che un uomo vecchio e malato...la sua stretta di mano "molle e sudaticcia".
Toccanti le pagine finali. Purtroppo la storia non insegna niente a nessuno.
Da far leggere nelle scuole….e a quelli che “no il grasso del prosciutto non lo mangio”
(E’ una battuta…)
Metto due passi
"Voglio un cielo azzurro, non attraversato dagli uccelli neri. Voglio respirare un'aria che non sappia di cadaveri e notti che non esplodano sopra la mia testa. Voglio un Dio che fermi la guerra. Voglio vedere il mare. Dicono che è grande,azzurro e puro. Voglio vedere una spiaggia. Dicono che quelle del mar Baltico sono bianche, con morbide dune dietro le quali si allineano verdi strisce di pini. Dicono che in tempo di pace la gente va in vacanza. Voglio andare in vacanza! Voglio andare al mare! E invece è confermato che andremo nel bunker della Cancelleria del Reich. Sotto terra! Una vacanza da talpa."
"Guardai ancora le rovine e pensai che il sole era la cosa più neutrale che esistesse.
Il sole era imparziale, illuminava il brutto e il bello, il patetico e il solenne, l'infamia e la virtù.
Il sole era incorruttibile.
Gli uomini potevano distruggere Berlino o forse tutto il mondo, ma il sole avrebbe illuminato tutti gli orrori e infine scaldato di nuovo la vita!"
Prendo uno stralcio di un articolo del quotidiano Repubblica :
Solo trent’anni dopo essere stata abbandonata, Helga rivede la madre: è il 1971, Helga la cerca e scopre che vive a Vienna. In Austria, si trova di fronte a una donna capace di parlare solo di se stessa - "nessuna domanda su di me e mio fratello, su come fossimo sopravvissuti e con chi" - invaghita ancora della propria divisa da SS al punto da rivolgere una assurda domanda alla figlia: “perché non te la provi? Ho sempre sognato di vedertela addosso".
Questa madre, osserva lucidamente Schneider, "giustifica i miei libri, questa madre che resta una spina, un dolore, un senso di colpa riflesso che non dovrei avere".
Helga è una bambina che si trova a vivere in una cantina con tante altre persone che abitano nel suo stesso palazzo durante la Seconda Guerra Mondiale.
Racconto di sopravvivenza e dolore della guerra, e delle sue conseguenze,con il progressivo annientamento di Berlino vissuto da una bambina che fu anche portata in visita nel bunker di Hitler.
riassunto dal web
Racconto/diario piuttosto crudo, testimonianza dolorosa delle atrocita’ della guerra vista con gli occhi di una bambina.
Contrariamente a quello che uno potrebbe pensare, non e’ una lettura pesante.
Da leggere per il contenuto non tanto per lo stile molto semplice o la forma (si vede che certe considerazioni appartengono alla Helga adulta)
Il libro, che ti fa apprezzare la fortuna di essere nato in un periodo e in luogo lontano dalla guerra, ha momenti intensi.
A volte sembra di essere li e di vivere le privazioni, la fame, la ricerca disperata di un po’ d’acqua. Ci sono poi le violenze dell’Armata rossa sul popolo tedesco….anche se la condanna
del nazismo che esce dalle pagine e’ forte e chiara. Emblematica la visita al bunker di Hitler...le salsicce e il sapone "privilegio" di pochi bambini fortunati
in netto contrasto con l'ormai l'evidente declino che Helga percepisce chiaramente. Il Fuhrer non e' altro che un uomo vecchio e malato...la sua stretta di mano "molle e sudaticcia".
Toccanti le pagine finali. Purtroppo la storia non insegna niente a nessuno.
Da far leggere nelle scuole….e a quelli che “no il grasso del prosciutto non lo mangio”
(E’ una battuta…)
Metto due passi
"Voglio un cielo azzurro, non attraversato dagli uccelli neri. Voglio respirare un'aria che non sappia di cadaveri e notti che non esplodano sopra la mia testa. Voglio un Dio che fermi la guerra. Voglio vedere il mare. Dicono che è grande,azzurro e puro. Voglio vedere una spiaggia. Dicono che quelle del mar Baltico sono bianche, con morbide dune dietro le quali si allineano verdi strisce di pini. Dicono che in tempo di pace la gente va in vacanza. Voglio andare in vacanza! Voglio andare al mare! E invece è confermato che andremo nel bunker della Cancelleria del Reich. Sotto terra! Una vacanza da talpa."
"Guardai ancora le rovine e pensai che il sole era la cosa più neutrale che esistesse.
Il sole era imparziale, illuminava il brutto e il bello, il patetico e il solenne, l'infamia e la virtù.
Il sole era incorruttibile.
Gli uomini potevano distruggere Berlino o forse tutto il mondo, ma il sole avrebbe illuminato tutti gli orrori e infine scaldato di nuovo la vita!"
Prendo uno stralcio di un articolo del quotidiano Repubblica :
Solo trent’anni dopo essere stata abbandonata, Helga rivede la madre: è il 1971, Helga la cerca e scopre che vive a Vienna. In Austria, si trova di fronte a una donna capace di parlare solo di se stessa - "nessuna domanda su di me e mio fratello, su come fossimo sopravvissuti e con chi" - invaghita ancora della propria divisa da SS al punto da rivolgere una assurda domanda alla figlia: “perché non te la provi? Ho sempre sognato di vedertela addosso".
Questa madre, osserva lucidamente Schneider, "giustifica i miei libri, questa madre che resta una spina, un dolore, un senso di colpa riflesso che non dovrei avere".