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Visualizza la versione completa : Zero K - Don DeLillo



Enribello
27-February-2017, 18:47
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Il padre di Jeffrey Lockhart, Ross, è un magnate della finanza sulla sessantina, con una moglie più giovane, Artis Martineau, gravemente malata. Ross è il principale investitore di Convergence, una startup tecnologica con una futuristica sede ultrasegreta nel deserto del Kazakistan. Attraverso le ricerche biomediche, a Convergence vogliono conservare i corpi fino al giorno in cui la medicina potrà guarire ogni malattia. Se ne occupa una speciale unità chiamata Zero K a cui hanno deciso di affidarsi Ross e Artis. Così Jeff si riunisce con il padre e la moglie per quello che sembra un addio - o forse un arrivederci. Jeff è turbato: non capisce se a suo padre è stato fatto il lavaggio del cervello dagli uomini di Zero K oppure se la sua è la scelta consapevole di un uomo tanto ricco da decidere di possedere anche la morte. Ma questa è anche l'ultima occasione per ristabilire un rapporto con il padre.

dal web

Zero K. sta per lo zero Kelvin ( - 237* Celsius) dove la vita non esiste perché non c’è possibilità di movimento. E ci introduce all’argomento del romanzo che e’ di stretta attualita’ … lo scorso novembre una ragazza inglese ha avuto l’autorizzazione a farsi ibernare per cento anni.
Il suo corpo ora si trova congelato in una struttura specializzata nel Michigan, con la speranza che nel frattempo la scienza riesca a trovare una cura contro il tumore che l’ha colpita.
De Lillo e’uno dei piu’ importanti scrittori rimasti in attivita’…( e’ nato nel 1936) . Il suo talento non si discute…anche se questo suo ultimo lavoro ha spaccato la critica in due.
In un mondo dove la vita sembra aver perso di significato,l’ultima via percorribile ( per pochi privilegiati) rimane la criogenesi,l’ipersonno, l’ibernazione chiamatela come volete…nell’illusoria parvenza di una futuristica eternita’. L’ambientazione fantascientifica all’inizio mi ha catturato.
Ero convinto che sarebbe accaduto qualcosa di sorprendente o di inaspettato...invece non accade nulla di cosi speciale...nella seconda parte infatti si torna a un contesto narrativo piu’ normale , anzi si vira sul filosofico ma penso sia inevitabile visto l'argomento trattato. Questo romanzo visionario e vagamente angosciante, contiene molte domande… e se davvero la tecnica un giorno arrivasse a sfumare i confini tra la vita e la morte? La scienza e’ fonte di illusioni come la religione?
Un tema difficilissimo che ci porta a riflettere sul concetto di identita’ di coscienza e di etica. Ma e’ anche una riflessione amara sui sentimenti di un figlio ( voce narrante del libro) verso un padre che e’ sempre stato assente, che ha rinnegato la sua famiglia e che ha fatto della ricchezza e del prestigio il suo credo. E di come nonostante tutto sia difficile dirsi addio. Non so se consigliarlo...
da leggere con lo stato d’animo giusto.

«Tutti vogliono possedere la fine del mondo».