Enribello
27-February-2017, 18:47
http://www.pausacaffeblog.it/wp/wp-content/uploads/2016/10/Zero-K.jpg
Il padre di Jeffrey Lockhart, Ross, è un magnate della finanza sulla sessantina, con una moglie più giovane, Artis Martineau, gravemente malata. Ross è il principale investitore di Convergence, una startup tecnologica con una futuristica sede ultrasegreta nel deserto del Kazakistan. Attraverso le ricerche biomediche, a Convergence vogliono conservare i corpi fino al giorno in cui la medicina potrà guarire ogni malattia. Se ne occupa una speciale unità chiamata Zero K a cui hanno deciso di affidarsi Ross e Artis. Così Jeff si riunisce con il padre e la moglie per quello che sembra un addio - o forse un arrivederci. Jeff è turbato: non capisce se a suo padre è stato fatto il lavaggio del cervello dagli uomini di Zero K oppure se la sua è la scelta consapevole di un uomo tanto ricco da decidere di possedere anche la morte. Ma questa è anche l'ultima occasione per ristabilire un rapporto con il padre.
dal web
Zero K. sta per lo zero Kelvin ( - 237* Celsius) dove la vita non esiste perché non c’è possibilità di movimento. E ci introduce all’argomento del romanzo che e’ di stretta attualita’ … lo scorso novembre una ragazza inglese ha avuto l’autorizzazione a farsi ibernare per cento anni.
Il suo corpo ora si trova congelato in una struttura specializzata nel Michigan, con la speranza che nel frattempo la scienza riesca a trovare una cura contro il tumore che l’ha colpita.
De Lillo e’uno dei piu’ importanti scrittori rimasti in attivita’…( e’ nato nel 1936) . Il suo talento non si discute…anche se questo suo ultimo lavoro ha spaccato la critica in due.
In un mondo dove la vita sembra aver perso di significato,l’ultima via percorribile ( per pochi privilegiati) rimane la criogenesi,l’ipersonno, l’ibernazione chiamatela come volete…nell’illusoria parvenza di una futuristica eternita’. L’ambientazione fantascientifica all’inizio mi ha catturato.
Ero convinto che sarebbe accaduto qualcosa di sorprendente o di inaspettato...invece non accade nulla di cosi speciale...nella seconda parte infatti si torna a un contesto narrativo piu’ normale , anzi si vira sul filosofico ma penso sia inevitabile visto l'argomento trattato. Questo romanzo visionario e vagamente angosciante, contiene molte domande… e se davvero la tecnica un giorno arrivasse a sfumare i confini tra la vita e la morte? La scienza e’ fonte di illusioni come la religione?
Un tema difficilissimo che ci porta a riflettere sul concetto di identita’ di coscienza e di etica. Ma e’ anche una riflessione amara sui sentimenti di un figlio ( voce narrante del libro) verso un padre che e’ sempre stato assente, che ha rinnegato la sua famiglia e che ha fatto della ricchezza e del prestigio il suo credo. E di come nonostante tutto sia difficile dirsi addio. Non so se consigliarlo...
da leggere con lo stato d’animo giusto.
«Tutti vogliono possedere la fine del mondo».
Il padre di Jeffrey Lockhart, Ross, è un magnate della finanza sulla sessantina, con una moglie più giovane, Artis Martineau, gravemente malata. Ross è il principale investitore di Convergence, una startup tecnologica con una futuristica sede ultrasegreta nel deserto del Kazakistan. Attraverso le ricerche biomediche, a Convergence vogliono conservare i corpi fino al giorno in cui la medicina potrà guarire ogni malattia. Se ne occupa una speciale unità chiamata Zero K a cui hanno deciso di affidarsi Ross e Artis. Così Jeff si riunisce con il padre e la moglie per quello che sembra un addio - o forse un arrivederci. Jeff è turbato: non capisce se a suo padre è stato fatto il lavaggio del cervello dagli uomini di Zero K oppure se la sua è la scelta consapevole di un uomo tanto ricco da decidere di possedere anche la morte. Ma questa è anche l'ultima occasione per ristabilire un rapporto con il padre.
dal web
Zero K. sta per lo zero Kelvin ( - 237* Celsius) dove la vita non esiste perché non c’è possibilità di movimento. E ci introduce all’argomento del romanzo che e’ di stretta attualita’ … lo scorso novembre una ragazza inglese ha avuto l’autorizzazione a farsi ibernare per cento anni.
Il suo corpo ora si trova congelato in una struttura specializzata nel Michigan, con la speranza che nel frattempo la scienza riesca a trovare una cura contro il tumore che l’ha colpita.
De Lillo e’uno dei piu’ importanti scrittori rimasti in attivita’…( e’ nato nel 1936) . Il suo talento non si discute…anche se questo suo ultimo lavoro ha spaccato la critica in due.
In un mondo dove la vita sembra aver perso di significato,l’ultima via percorribile ( per pochi privilegiati) rimane la criogenesi,l’ipersonno, l’ibernazione chiamatela come volete…nell’illusoria parvenza di una futuristica eternita’. L’ambientazione fantascientifica all’inizio mi ha catturato.
Ero convinto che sarebbe accaduto qualcosa di sorprendente o di inaspettato...invece non accade nulla di cosi speciale...nella seconda parte infatti si torna a un contesto narrativo piu’ normale , anzi si vira sul filosofico ma penso sia inevitabile visto l'argomento trattato. Questo romanzo visionario e vagamente angosciante, contiene molte domande… e se davvero la tecnica un giorno arrivasse a sfumare i confini tra la vita e la morte? La scienza e’ fonte di illusioni come la religione?
Un tema difficilissimo che ci porta a riflettere sul concetto di identita’ di coscienza e di etica. Ma e’ anche una riflessione amara sui sentimenti di un figlio ( voce narrante del libro) verso un padre che e’ sempre stato assente, che ha rinnegato la sua famiglia e che ha fatto della ricchezza e del prestigio il suo credo. E di come nonostante tutto sia difficile dirsi addio. Non so se consigliarlo...
da leggere con lo stato d’animo giusto.
«Tutti vogliono possedere la fine del mondo».