Enribello
02-October-2016, 10:32
http://www.corriere.it/Hermes%20Foto/2011/08/02/agassi-open_150.jpg?v=20110802154645
Costretto ad allenarsi sin da quando aveva quattro anni da un padre dispotico ma determinato a farne un campione a qualunque costo, Andre Agassi cresce con un sentimento fortissimo: l'odio smisurato per il tennis. Contemporaneamente però prende piede in lui anche la consapevolezza di possedere un talento eccezionale. Ed è proprio in bilico tra una pulsione verso l'autodistruzione e la ricerca della perfezione che si svolgerà la sua incredibile carriera sportiva. Con i capelli ossigenati, l'orecchino e una tenuta più da musicista punk che da tennista, Agassi ha sconvolto l'austero mondo del tennis, raggiungendo una serie di successi mai vista prima.
dal web
So che e' stato in passato l'oggetto di un GDL.....se non lo me lo avessero prestato probabilmente non lo avrei mai letto...non amo particolarmente le biografie degli sportivi. Ma avendomene parlato bene in tanti....
poveraccio che vita grama….tra Brooke Shilds ville da sogno e macchine sportive….http://www.aurorablu.it/forum/images/smilies/bigglasses.gif
allora seriamente…la vita del buon Andre’ costantemente alle prese con i suoi dubbi e con quella sensazione di essere sempre fuori posto, e’ sicuramente interessante e ricca di episodi. Una figura piena di sfumature di cui non si sospettava l’esistenza…per tutti o quasi era il talentuoso tennista sbruffone capelli al vento… sport, amori, delusioni, amicizie, difficoltà si intersecano tra loro in maniera piacevole . l libro infatti , grazie alla penna del premio Pulitzer Moehring, e’ ben scritto. E' vero che c'è un sottofondo di buonismo molto americano…(la caduta/redenzione e’un classico) pero’ scorre bene.Certo 500 pagine sono troppe…a mio avviso si poteva condensare un po’ .
Divertenti alcuni suoi commenti verso i colleghi … “Federer scende in campo che pare Cary Grant” “Giocare contro John McEnroe, che è come giocare con John Lennon” … o le descrizioni di alcuni giornalisti assetati di scandali e troppo interessati ai suoi capelli e alle sue tenute stravaganti
Ho apprezzato il lato umano del campione soprattutto nella sua ultima stagione e l’inizio di una nuova vita….con il suo impegno nella fondazione di un istituto scolastico che porta il suo nome a Las Vegas. Perché chi, come lui, ha sacrificato gli studi al tennis, ha capito l' importanza di garantire un'istruzione e la "magia dei libri".
Mi e’ piaciuto un passaggio verso la fine…Agassi e la Stefanie Graf ( attuale moglie del campione) che a carriere finite si allenano in un palleggio sotto la pioggia per gioco….incuranti del piccolo pubblico che si era andato formando a bordo campo…fotografia perfetta dello loro intesa sportiva/amorosa.
Calcolando tutte le critiche entusiastiche che sentivo in giro, secondo me un pochino sopravvalutato.
Una lettura comunque nel complesso consigliabile anche a chi non ha mai preso una racchetta in mano...e questo e' un pregio.
«Vincere non cambia niente. Una vittoria non è così piacevole quant’è dolorosa una sconfitta. E ciò che provi dopo aver vinto non dura altrettanto a lungo. Nemmeno lontanamente»
Questo e’ vero…chi ha fatto sport a certi livelli sa che e’ cosi.
Costretto ad allenarsi sin da quando aveva quattro anni da un padre dispotico ma determinato a farne un campione a qualunque costo, Andre Agassi cresce con un sentimento fortissimo: l'odio smisurato per il tennis. Contemporaneamente però prende piede in lui anche la consapevolezza di possedere un talento eccezionale. Ed è proprio in bilico tra una pulsione verso l'autodistruzione e la ricerca della perfezione che si svolgerà la sua incredibile carriera sportiva. Con i capelli ossigenati, l'orecchino e una tenuta più da musicista punk che da tennista, Agassi ha sconvolto l'austero mondo del tennis, raggiungendo una serie di successi mai vista prima.
dal web
So che e' stato in passato l'oggetto di un GDL.....se non lo me lo avessero prestato probabilmente non lo avrei mai letto...non amo particolarmente le biografie degli sportivi. Ma avendomene parlato bene in tanti....
poveraccio che vita grama….tra Brooke Shilds ville da sogno e macchine sportive….http://www.aurorablu.it/forum/images/smilies/bigglasses.gif
allora seriamente…la vita del buon Andre’ costantemente alle prese con i suoi dubbi e con quella sensazione di essere sempre fuori posto, e’ sicuramente interessante e ricca di episodi. Una figura piena di sfumature di cui non si sospettava l’esistenza…per tutti o quasi era il talentuoso tennista sbruffone capelli al vento… sport, amori, delusioni, amicizie, difficoltà si intersecano tra loro in maniera piacevole . l libro infatti , grazie alla penna del premio Pulitzer Moehring, e’ ben scritto. E' vero che c'è un sottofondo di buonismo molto americano…(la caduta/redenzione e’un classico) pero’ scorre bene.Certo 500 pagine sono troppe…a mio avviso si poteva condensare un po’ .
Divertenti alcuni suoi commenti verso i colleghi … “Federer scende in campo che pare Cary Grant” “Giocare contro John McEnroe, che è come giocare con John Lennon” … o le descrizioni di alcuni giornalisti assetati di scandali e troppo interessati ai suoi capelli e alle sue tenute stravaganti
Ho apprezzato il lato umano del campione soprattutto nella sua ultima stagione e l’inizio di una nuova vita….con il suo impegno nella fondazione di un istituto scolastico che porta il suo nome a Las Vegas. Perché chi, come lui, ha sacrificato gli studi al tennis, ha capito l' importanza di garantire un'istruzione e la "magia dei libri".
Mi e’ piaciuto un passaggio verso la fine…Agassi e la Stefanie Graf ( attuale moglie del campione) che a carriere finite si allenano in un palleggio sotto la pioggia per gioco….incuranti del piccolo pubblico che si era andato formando a bordo campo…fotografia perfetta dello loro intesa sportiva/amorosa.
Calcolando tutte le critiche entusiastiche che sentivo in giro, secondo me un pochino sopravvalutato.
Una lettura comunque nel complesso consigliabile anche a chi non ha mai preso una racchetta in mano...e questo e' un pregio.
«Vincere non cambia niente. Una vittoria non è così piacevole quant’è dolorosa una sconfitta. E ciò che provi dopo aver vinto non dura altrettanto a lungo. Nemmeno lontanamente»
Questo e’ vero…chi ha fatto sport a certi livelli sa che e’ cosi.