kaipirissima
16-April-2016, 14:29
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Un film di Jean-Paul Rouve.
Con Michel Blanc, Annie Cordy, Mathieu Spinosi, Chantal Lauby, William Lebghil.
Tratto dal romanzo di David Foenkinos
Drammatico, 96 min.
Francia 2014.
Madeleine ha 85 anni. Rimasta vedova i figli la costringono in un ospizio e lei scappa per inseguire i ricordi dell'infanzia. Il nipote seguirà le sue tracce.
Commento
Esiste un confine che separa quotidianità delicata e quotidianità piatta.
Quando senti invece di vedere, quando ti ritrovi coinvolto senza nessuna spiegazione, allora lì si mostra la mano dell'artista.
Qui non succede.
L'unica cosa davvero notevole è la località di Étretat dipinta e vagheggiata da artisti e uomini comuni. Qualcosa di più di una carolina, qualcosa di più di un souvenirs.
Ecco, qui il pubblico si dividerà. È questo che fanno i film francesi. La critica ne celebra quattro stelle, la sottoscritta, invece, rimane freddina davanti a questo capolavoro.
Un film noioso, spesso piatto e prevedibile, per nulla coinvolgente. I pochi slanci sfiorano il surreale o la comicità alla Woody Allen. E così i personaggi si muovono alla ricerca dell'amore o al recupero di qualcosa che è stato tolto, perduto con la routine.
Alla fine i "vecchi" che si ribellano al presente tornano al passato i giovani costruiscono il loro presente. Il film si apre con un funerale si chiude con un funerale.
La cosa che mi è piaciuta di più è stata Étretat, era come se la vedessi con gli occhi di quegli artisti che ne hanno consacrato l'immagine nell'immaginario, eppure il loro sguardo era il mio, immerso nella bellezza senza tempo.
Consigliato? No.
Un film di Jean-Paul Rouve.
Con Michel Blanc, Annie Cordy, Mathieu Spinosi, Chantal Lauby, William Lebghil.
Tratto dal romanzo di David Foenkinos
Drammatico, 96 min.
Francia 2014.
Madeleine ha 85 anni. Rimasta vedova i figli la costringono in un ospizio e lei scappa per inseguire i ricordi dell'infanzia. Il nipote seguirà le sue tracce.
Commento
Esiste un confine che separa quotidianità delicata e quotidianità piatta.
Quando senti invece di vedere, quando ti ritrovi coinvolto senza nessuna spiegazione, allora lì si mostra la mano dell'artista.
Qui non succede.
L'unica cosa davvero notevole è la località di Étretat dipinta e vagheggiata da artisti e uomini comuni. Qualcosa di più di una carolina, qualcosa di più di un souvenirs.
Ecco, qui il pubblico si dividerà. È questo che fanno i film francesi. La critica ne celebra quattro stelle, la sottoscritta, invece, rimane freddina davanti a questo capolavoro.
Un film noioso, spesso piatto e prevedibile, per nulla coinvolgente. I pochi slanci sfiorano il surreale o la comicità alla Woody Allen. E così i personaggi si muovono alla ricerca dell'amore o al recupero di qualcosa che è stato tolto, perduto con la routine.
Alla fine i "vecchi" che si ribellano al presente tornano al passato i giovani costruiscono il loro presente. Il film si apre con un funerale si chiude con un funerale.
La cosa che mi è piaciuta di più è stata Étretat, era come se la vedessi con gli occhi di quegli artisti che ne hanno consacrato l'immagine nell'immaginario, eppure il loro sguardo era il mio, immerso nella bellezza senza tempo.
Consigliato? No.