daniela
18-March-2016, 15:49
4052
Sinossi: "Jack ha cinque anni e la Stanza è l'unico mondo che conosce. È il posto dove è nato, cresciuto, e dove vive con Ma': con lei impara, legge, mangia, dorme e gioca. Di notte Ma' lo chiude al sicuro nel Guardaroba, e spera che lui dorma quando il Vecchio Nick va a fare loro visita. La Stanza è la casa di Jack, ma per Ma' è la prigione dove il Vecchio Nick li tiene rinchiusi da sette anni. Grazie alla determinazione, all'ingegnosità, e al suo intenso amore, Ma' ha creato per Jack una possibilità di vita. Però sa che questo non è abbastanza, né per lei né per lui. Escogita un piano per fuggire, contando sul coraggio di Jack e su una buona dose di fortuna, ma non sa quanto potrà essere difficile il passaggio da quell'universo chiuso al mondo là fuori..."
Il romanzo che ha ispirato il film "Room".
E' un romanzo che si legge d'un fiato, sconvolgente, raccontato attraverso gli occhi innocenti del bambino, per il quale la Stanza rappresenta il suo mondo, e il Fuori non esiste.
Il rapporto madre figlio è simbiotico, e per Jack, che ignora che al di là delle sue quattro mura esiste un mondo vastissimo, vivere nella Stanza non è una sofferenza: è il mondo là fuori che lo terrorizza letteralmente, quando finalmente scopre che ne esiste uno.
Credo che la scelta di Emma Donoghue di far interamente raccontare questa vicenda claustrofobica a un bimbo di cinque anni abbia prodotto un risultato sorprendente, da un lato, ma anche un po' superficiale dall'altro: il linguaggio e i ragionamenti di un bimbo di 5 anni non possono essere sufficienti a rendere una situazione così complessa, la sofferenza della madre arriva solo a tratti.
"Abbiamo migliaia di cose da fare ogni mattina, per esempio dare una tazza d’acqua a Pianta dentro Lavandino, per non bagnare in giro, e poi dobbiamo rimetterla sopra Cassettone sul suo piattino. Pianta viveva sopra Tavolo, ma la faccia gialla di Dio le ha bruciato una foglia. Quella foglia è caduta, ma ne sono rimaste nove, grandi come la mia mano e tutte pelose, come un cane, dice Ma’. Però i cani ci sono solo in Tv. Non mi piace il numero nove. Trovo una fogliolina che sta spuntando, e allora il totale fa dieci."
“Noi non apparteniamo a lui”.
“Giusto.”
Il dottor Clay sorride. “Sai a chi appartieni, Jack?”
“Sì-ì.”
“A te stesso.”
"Si sbaglia, io appartengo a Ma'."
Sinossi: "Jack ha cinque anni e la Stanza è l'unico mondo che conosce. È il posto dove è nato, cresciuto, e dove vive con Ma': con lei impara, legge, mangia, dorme e gioca. Di notte Ma' lo chiude al sicuro nel Guardaroba, e spera che lui dorma quando il Vecchio Nick va a fare loro visita. La Stanza è la casa di Jack, ma per Ma' è la prigione dove il Vecchio Nick li tiene rinchiusi da sette anni. Grazie alla determinazione, all'ingegnosità, e al suo intenso amore, Ma' ha creato per Jack una possibilità di vita. Però sa che questo non è abbastanza, né per lei né per lui. Escogita un piano per fuggire, contando sul coraggio di Jack e su una buona dose di fortuna, ma non sa quanto potrà essere difficile il passaggio da quell'universo chiuso al mondo là fuori..."
Il romanzo che ha ispirato il film "Room".
E' un romanzo che si legge d'un fiato, sconvolgente, raccontato attraverso gli occhi innocenti del bambino, per il quale la Stanza rappresenta il suo mondo, e il Fuori non esiste.
Il rapporto madre figlio è simbiotico, e per Jack, che ignora che al di là delle sue quattro mura esiste un mondo vastissimo, vivere nella Stanza non è una sofferenza: è il mondo là fuori che lo terrorizza letteralmente, quando finalmente scopre che ne esiste uno.
Credo che la scelta di Emma Donoghue di far interamente raccontare questa vicenda claustrofobica a un bimbo di cinque anni abbia prodotto un risultato sorprendente, da un lato, ma anche un po' superficiale dall'altro: il linguaggio e i ragionamenti di un bimbo di 5 anni non possono essere sufficienti a rendere una situazione così complessa, la sofferenza della madre arriva solo a tratti.
"Abbiamo migliaia di cose da fare ogni mattina, per esempio dare una tazza d’acqua a Pianta dentro Lavandino, per non bagnare in giro, e poi dobbiamo rimetterla sopra Cassettone sul suo piattino. Pianta viveva sopra Tavolo, ma la faccia gialla di Dio le ha bruciato una foglia. Quella foglia è caduta, ma ne sono rimaste nove, grandi come la mia mano e tutte pelose, come un cane, dice Ma’. Però i cani ci sono solo in Tv. Non mi piace il numero nove. Trovo una fogliolina che sta spuntando, e allora il totale fa dieci."
“Noi non apparteniamo a lui”.
“Giusto.”
Il dottor Clay sorride. “Sai a chi appartieni, Jack?”
“Sì-ì.”
“A te stesso.”
"Si sbaglia, io appartengo a Ma'."