PDA

Visualizza la versione completa : Torneranno i prati - Ermanno Olmi - 2014



Claire
03-July-2015, 11:53
3637

Genere: Drammatico/Storico
Italia, 2014
Durata: 80 min.

Regia e Sceneggiatura: Ermanno Olmi
Interpreti principali: Claudio Santamaria, Alessandro Sperduti, Francesco Formichetti, Andrea Di Maria, Camillo Grassi, Nicolò Senni, Domenico Benetti, Andrea Benetti, Francesco Nardelli.
Fotografia: Fabio Olmi
Musiche: Paolo Fresu

Trama

Siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani. Nel film il racconto si svolge nel tempo di una sola nottata. Gli accadimenti si susseguono sempre imprevedibili: a volte sono lunghe attese dove la paura ti fa contare, attimo dopo attimo, fino al momento che toccherà anche a te. Tanto che la pace della montagna diventa un luogo dove si muore. Tutto ciò che si narra in questo film è realmente accaduto.



°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°


Non è un film sulla guerra, non vuole essere realistico, dice Olmi, è, piuttosto, un film evocativo. E quando si evoca qualcosa lo si fa sulla base dei ricordi, dei racconti di chi ha vissuto quegli avvenimenti. Olmi in tal senso applica un filtro, niente eroi né vigliacchi, solo uomini semplici, umanamente veri, spogliati di ogni sovrastruttura dettata dalle convenzioni: ci sono situazioni in cui le gerarchie non contano nulla.
La situazione estrema in cui si trovano gli uomini di questa compagnia militare sul fronte di Nord–Est nell’inverno del 1917, alla vigilia di Caporetto, è tale da determinare sentimenti di abbandono, di rifiuto, di rigetto della guerra; la rassegnazione e la paura dominano, ma restano comunque la dignità e il ricordo struggente dei propri cari.
In questo film Olmi rende omaggio a quanti hanno dato la propria vita e a coloro che comunque sono rimasti segnati, in qualche modo, per sempre. Eppure nella crudezza delle immagini e dei fatti, emerge la vena poetica del regista con una serie di piccoli bellissimi episodi, incastonati come gemme nel tessuto narrativo.
Un film, insomma, giocato tutto sulle emozioni evocative a suggello della necessità di affermare l'inutilità di tutte le guerre e il bisogno di affermare con tutte le proprie forze, come fa il capitano della compagnia, la propria umanità mai ripudiata.
La maturità artistica e umana di Ermanno Olmi si esprime pienamente in questa opera. La sua età lo pone di fronte al tema dell'ineluttabile e la guerra viene usata come metafora della vita, la gioia e la paura sono facce della stessa medaglia che riportano l’uomo allo stato infantile, di innocenza e purezza.
Non è semplice affrontare questi temi per tutti noi ma Olmi ci prova e secondo me ci riesce grandemente. Mi inchino di fronte all’artista e all’uomo.





Il film, ambientato nelle trincee dell'Altipiano di Asiago, è tratto liberamente dal racconto "La paura" di Federico De Roberto.



https://www.youtube.com/watch?v=fWN4kzkQL1I

kaipirissima
03-July-2015, 20:30
A me i film di guerra non piacciono, non ne vedo mai, ma mi hai un po' affascinata in questa recensione. Grazie. Mi sa che farò un'eccezione.

Indigowitch
01-August-2015, 16:33
Leggendo la tua recensione ho pensato subito a una persona che potrebbe apprezzarlo molto e con la quale mi piacerebbe vederlo.
Segnato. ;)