Rosy
19-April-2015, 21:49
3309
Mille splendidi soli.
Edizioni Piemme, 2007.
Trama:
A quindici anni, Mariam non è mai stata a Herat. Dalla sua "kolba" di legno in cima alla collina, osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l'arrivo del giovedì, il giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti e giardini meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo cinema. Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa del padre, dove lui non la porterà mai perché Mariam è una "harami", una bastarda, e sarebbe un'umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla sotto lo stesso tetto. Vorrebbe anche andare a scuola, ma sarebbe inutile, le dice sua madre, come lucidare una sputacchiera. L'unica cosa che deve imparare è la sopportazione. Laila è nata a Kabul la notte della rivoluzione, nell'aprile del 1978. Aveva solo due anni quando i suoi fratelli si sono arruolati nella jihad. Per questo, il giorno del loro funerale, le è difficile piangere. Per Laila, il vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai dispetti dei coetanei; il compagno di giochi che le insegna le parolacce in pashtu e ogni sera le dà la buonanotte con segnali luminosi dalla finestra. Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà incontrare in modo imprevedibile. Dall'intreccio di due destini, una storia che ripercorre la storia di un paese in cerca di pace, dove l'amicizia e l'amore sembrano ancora l'unica salvezza.
L'altra faccia de "Il cacciatore di aquiloni".
Una storia tutta al femminile.
Ancora una volta lo scrittore Hosseini ha fatto centro, regalandoci una storia indimenticabile.
Laila e Mariam.Come si può non amare queste due figure femminili, così diverse tra loro,ma accomunate da un destino: essere nate in un paese dove la donna è considerata meno che nulla...
Leggendo questa storia , ho provato una intera gamma di emozioni.
Mi sono indignata, come donna, per le sofferenze e le umiliazioni loro inflitte - che sono lo specchio della realtà...tale che noi donne occidentali neppure potremmo concepire!
Sono stata triste ed addolorata per la loro condizione, ma soprattutto per quella di un intero popolo martoriato dalle guerre.
Ho avuto consapevolezza della mia/nostra fortuna, di vivere in un mondo che- anche pieno di problemi- ci risparmia da situazioni tragiche come questa, e ci permette di avere una vita serena e libera da retaggi.
Poi...ho avuto paura; ho sofferto le botte; ho avuto fame, ho avuto sete; ho temuto per i miei figli; ho amato; ho sperato; ho pianto. Sempre con loro!
Grazie alla storia di Hosseini, ho provato tutti questi stati d'animo.
E mi sono sentita un poco più ricca, dentro.
Mille splendidi soli.
Edizioni Piemme, 2007.
Trama:
A quindici anni, Mariam non è mai stata a Herat. Dalla sua "kolba" di legno in cima alla collina, osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l'arrivo del giovedì, il giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti e giardini meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo cinema. Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa del padre, dove lui non la porterà mai perché Mariam è una "harami", una bastarda, e sarebbe un'umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla sotto lo stesso tetto. Vorrebbe anche andare a scuola, ma sarebbe inutile, le dice sua madre, come lucidare una sputacchiera. L'unica cosa che deve imparare è la sopportazione. Laila è nata a Kabul la notte della rivoluzione, nell'aprile del 1978. Aveva solo due anni quando i suoi fratelli si sono arruolati nella jihad. Per questo, il giorno del loro funerale, le è difficile piangere. Per Laila, il vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai dispetti dei coetanei; il compagno di giochi che le insegna le parolacce in pashtu e ogni sera le dà la buonanotte con segnali luminosi dalla finestra. Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà incontrare in modo imprevedibile. Dall'intreccio di due destini, una storia che ripercorre la storia di un paese in cerca di pace, dove l'amicizia e l'amore sembrano ancora l'unica salvezza.
L'altra faccia de "Il cacciatore di aquiloni".
Una storia tutta al femminile.
Ancora una volta lo scrittore Hosseini ha fatto centro, regalandoci una storia indimenticabile.
Laila e Mariam.Come si può non amare queste due figure femminili, così diverse tra loro,ma accomunate da un destino: essere nate in un paese dove la donna è considerata meno che nulla...
Leggendo questa storia , ho provato una intera gamma di emozioni.
Mi sono indignata, come donna, per le sofferenze e le umiliazioni loro inflitte - che sono lo specchio della realtà...tale che noi donne occidentali neppure potremmo concepire!
Sono stata triste ed addolorata per la loro condizione, ma soprattutto per quella di un intero popolo martoriato dalle guerre.
Ho avuto consapevolezza della mia/nostra fortuna, di vivere in un mondo che- anche pieno di problemi- ci risparmia da situazioni tragiche come questa, e ci permette di avere una vita serena e libera da retaggi.
Poi...ho avuto paura; ho sofferto le botte; ho avuto fame, ho avuto sete; ho temuto per i miei figli; ho amato; ho sperato; ho pianto. Sempre con loro!
Grazie alla storia di Hosseini, ho provato tutti questi stati d'animo.
E mi sono sentita un poco più ricca, dentro.