Rosy
26-March-2015, 21:38
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Trama
Cina, anni Sessanta. All'inizio della Rivoluzione Culturale, il giovane Chen Zen lascia Pechino per "educarsi al lavoro" nella Mongolia Interna ed entrare in relazione con le popolazioni locali poco inclini ad assoggettarsi ai principi che informano il nuovo governo cinese. In una terra estrema e affascinante, sullo sfondo delle crescenti tensioni con l'esercito sovietico, Chen Zen entra così per la prima volta in contatto con un mondo ancestrale in cui le dimensioni del sacro e del soprannaturale permeano ogni cosa, compresa la quotidiana e delicata relazione con i lupi, i grandi predatori che contendono all'uomo la supremazia in quell'inospitale territorio. A lui, rappresentante del governo cinese e del mondo moderno, si imporranno scelte difficili, talvolta drammatiche, da cui emergerà profondamente mutato. Nato dall'esperienza diretta dell'autore, vissuto per undici anni nella Mongolia Interna, il romanzo è frutto di un lavoro di studio trentennale nel quale leggenda, storia e avventura si fondono per dare vita a un'opera intensa e controversa, che scuote dalle fondamenta il nostro modo di giudicare non solo la Cina di oggi, ma la storia stessa dell'umanità.
Questo romanzo è il più bello da me letto nel 2012.
Ho trovato per caso il commento che ne avevo scritto allora; ne parlo ora , perchè oggi è uscito nelle sale il film tratto dal questo romanzo, che se fosse minimamente fedele al libro, sarebbe già bellissimo! Il film si intitola L'ultimo lupo.
Riporto qui il mio giudizio.
Regalo di un'amica, era accompagnato da questa dedica: "Il TOTEM DEL LUPO è uno dei romanzi più belli che abbia mai letto.
Non è un libro facile, ma mi ha fatto ridere, sognare, tremare, ed anche piangere. Spero possa darti tante emozioni, come ha dato a me."
Con una dedica simile, è chiaro che io sia stata subito colta da curiosità, anche se è un romanzo, ne sono certa, che non avrei mai comprato di mia iniziativa...
Il romanzo in effetti è bello tosto, non sempre scorrevolissimo, tanto da essere stato dichiarato dalla critica, più SAGGIO che romanzo classico.
Ma la storia, le vicende sono così affascinanti, diverse dalle solite, che anche se procede con lentezza in molti punti, causa citazioni, digressioni storiche e sociali, il bilancio finale è sicuramente positivo.
Questo romanzo è stato per molto tempo in testa ai best sellers in Cina.
Pensare che i lupi, animali complessi e pieni di fascino, possano riempire 650 pagine di un libro,fa un pò impressione; almeno, a me!
Eppure vi assicuro che è così.
Di contorno alla vicenda, abbastanza semplice, ruotano lo stile di vita, le usanze del popolo mongolo, i disagi nelle varie stagioni, le tradizioni, le superstizioni... e poi le abitudini degli animali, cavalli, pecore, marmotte, uccelli predatori...tutto il mondo della prateria.
Sopra a tutto e tutti, il re: il lupo, fiero, indomabile, coraggioso fino all'estremo, intelligentissimo.
Il lupo,capace di strategie di guerra e di conquista inimmaginabili...che penso possano essere di esempio all'uomo!
Protagonista della storia è lo studente cinese Chen Zen, costretto a vivere per vari anni in Mongolia come pastore, (il padre era un intellettuale dissidente) , che, alla fine del suo ...soggiorno obbligato, sarà un perfetto mongolo, avrà acquisito non solo le loro usanze, ma molto più...penserà come loro.
L'esperimento del giovane di catturare ed allevare un cucciolo di lupo mongolo, per capirne il comportamento, lo metterà davanti a scelte dolorose, a momenti drammatici, ma da sola questa vicenda vale tutto il romanzo!!
Interessanti le analogie con il popolo tibetano, che mi ha sempre affascinato. A parte le abitudini alimentari, il modo di gestire la pastorizia, mi ha colpito sopra a tutto la sepoltura dei defunti.
Mentre i Tibetani portano i loro morti nell'altopiano desertico ed aspettano che gli avvoltoi ne facciano il loro pasto, i Mongoli portano i defunti nella prateria, in pasto ai lupi. Nudi e con il volto rivolto al TENNGER, il cielo, dopo tre giorni devono essere stati divorati completamente. Solo così vorrà dire che la loro anima è salita nel cielo.
Conclusione: Ho riso poco, ma ho sognato, tremato , pianto.
giudizio: consigliato a chi ha voglia di una lettura avventurosa, un pò più impegnata dei soliti romanzi.
Rosy
Trama
Cina, anni Sessanta. All'inizio della Rivoluzione Culturale, il giovane Chen Zen lascia Pechino per "educarsi al lavoro" nella Mongolia Interna ed entrare in relazione con le popolazioni locali poco inclini ad assoggettarsi ai principi che informano il nuovo governo cinese. In una terra estrema e affascinante, sullo sfondo delle crescenti tensioni con l'esercito sovietico, Chen Zen entra così per la prima volta in contatto con un mondo ancestrale in cui le dimensioni del sacro e del soprannaturale permeano ogni cosa, compresa la quotidiana e delicata relazione con i lupi, i grandi predatori che contendono all'uomo la supremazia in quell'inospitale territorio. A lui, rappresentante del governo cinese e del mondo moderno, si imporranno scelte difficili, talvolta drammatiche, da cui emergerà profondamente mutato. Nato dall'esperienza diretta dell'autore, vissuto per undici anni nella Mongolia Interna, il romanzo è frutto di un lavoro di studio trentennale nel quale leggenda, storia e avventura si fondono per dare vita a un'opera intensa e controversa, che scuote dalle fondamenta il nostro modo di giudicare non solo la Cina di oggi, ma la storia stessa dell'umanità.
Questo romanzo è il più bello da me letto nel 2012.
Ho trovato per caso il commento che ne avevo scritto allora; ne parlo ora , perchè oggi è uscito nelle sale il film tratto dal questo romanzo, che se fosse minimamente fedele al libro, sarebbe già bellissimo! Il film si intitola L'ultimo lupo.
Riporto qui il mio giudizio.
Regalo di un'amica, era accompagnato da questa dedica: "Il TOTEM DEL LUPO è uno dei romanzi più belli che abbia mai letto.
Non è un libro facile, ma mi ha fatto ridere, sognare, tremare, ed anche piangere. Spero possa darti tante emozioni, come ha dato a me."
Con una dedica simile, è chiaro che io sia stata subito colta da curiosità, anche se è un romanzo, ne sono certa, che non avrei mai comprato di mia iniziativa...
Il romanzo in effetti è bello tosto, non sempre scorrevolissimo, tanto da essere stato dichiarato dalla critica, più SAGGIO che romanzo classico.
Ma la storia, le vicende sono così affascinanti, diverse dalle solite, che anche se procede con lentezza in molti punti, causa citazioni, digressioni storiche e sociali, il bilancio finale è sicuramente positivo.
Questo romanzo è stato per molto tempo in testa ai best sellers in Cina.
Pensare che i lupi, animali complessi e pieni di fascino, possano riempire 650 pagine di un libro,fa un pò impressione; almeno, a me!
Eppure vi assicuro che è così.
Di contorno alla vicenda, abbastanza semplice, ruotano lo stile di vita, le usanze del popolo mongolo, i disagi nelle varie stagioni, le tradizioni, le superstizioni... e poi le abitudini degli animali, cavalli, pecore, marmotte, uccelli predatori...tutto il mondo della prateria.
Sopra a tutto e tutti, il re: il lupo, fiero, indomabile, coraggioso fino all'estremo, intelligentissimo.
Il lupo,capace di strategie di guerra e di conquista inimmaginabili...che penso possano essere di esempio all'uomo!
Protagonista della storia è lo studente cinese Chen Zen, costretto a vivere per vari anni in Mongolia come pastore, (il padre era un intellettuale dissidente) , che, alla fine del suo ...soggiorno obbligato, sarà un perfetto mongolo, avrà acquisito non solo le loro usanze, ma molto più...penserà come loro.
L'esperimento del giovane di catturare ed allevare un cucciolo di lupo mongolo, per capirne il comportamento, lo metterà davanti a scelte dolorose, a momenti drammatici, ma da sola questa vicenda vale tutto il romanzo!!
Interessanti le analogie con il popolo tibetano, che mi ha sempre affascinato. A parte le abitudini alimentari, il modo di gestire la pastorizia, mi ha colpito sopra a tutto la sepoltura dei defunti.
Mentre i Tibetani portano i loro morti nell'altopiano desertico ed aspettano che gli avvoltoi ne facciano il loro pasto, i Mongoli portano i defunti nella prateria, in pasto ai lupi. Nudi e con il volto rivolto al TENNGER, il cielo, dopo tre giorni devono essere stati divorati completamente. Solo così vorrà dire che la loro anima è salita nel cielo.
Conclusione: Ho riso poco, ma ho sognato, tremato , pianto.
giudizio: consigliato a chi ha voglia di una lettura avventurosa, un pò più impegnata dei soliti romanzi.
Rosy