Elvira Coot
05-June-2014, 18:24
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"Siamo a Londra, durante gli anni della Prima guerra mondiale. La giovane Patricia lavora per un politico dalle scarse capacità e vive alla Galvin House, una pensione dove risiede una variegata ed eccentrica galleria di personaggi. Un giorno, la ragazza ascolta casualmente una conversazione tra due ospiti che parlano di lei con accenti pietosi, sottolineando come la ragazza non abbia nessuno che la inviti mai fuori. Sentendosi umiliata, in un momento di rabbia Patricia fa intendere agli abitanti della pensione di avere un fidanzato, sollevando la curiosità di alcune signore ficcanaso. Naturalmente, il fidanzato non c'è, né si intravede all'orizzonte, e quella che all'inizio sembra una innocua bugia facile da gestire si trasforma in una travolgente commedia degli equivoci: per paura di essere scoperta, infatti, Patricia coinvolge nella messinscena un ufficiale incontrato in un ristorante. Ma il giovane non è un ragazzo qualsiasi, si tratta di lord Peter Bowen il quale, con il passare del tempo, non si limita a reggerle il gioco ma si fa sempre più insistente perché il fidanzamento si concretizzi, tra lo sgomento di Patricia e molti malintesi. Pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel 1918, questo romantico e brillante romanzo fu un grande successo. La sua fortuna editoriale dura ancora oggi ed è continuamente ristampato come piccolo classico dell'umorismo inglese nella tradizione di Oscar Wilde."
Mah, non mi ha convinto gran che! Giudizio positivo sull’ambientazione nella Londra sotto ai bombardamenti in tempo di guerra (guerra che però rimane sempre ai margini della storia). Ma la trama è scontata, già leggendo la quarta di copertina è ovvio come andrà a finire, inutile sperare in qualche sorpresa o colpo di scena qua e là, perché non ce ne sono. I personaggi sono perfetti stereotipi: la zia zitella e acida, il burbero dal cuore d’oro, la ragazza dolcissima amata da tutti, il ricco bello che si innamora follemente solo dell’unica donna che lo respinge … niente di nuovo fra queste pagine. In più la protagonista mi è stata antipatica fin dalla prima riga, il che di sicuro non aiuta. Unica nota positiva, la galleria di personaggi che abitano la pensione, tipi vari e stranissimi ognuno con i propri desideri e paure. Si tratta di una lettura leggera che poteva diventare molto simpatica se fosse riuscita a comunicare qualche emozione. Varie volte ho pensato di mollarlo, ma ho tenuto duro sperando in un miglioramento. Pazienza.
"Siamo a Londra, durante gli anni della Prima guerra mondiale. La giovane Patricia lavora per un politico dalle scarse capacità e vive alla Galvin House, una pensione dove risiede una variegata ed eccentrica galleria di personaggi. Un giorno, la ragazza ascolta casualmente una conversazione tra due ospiti che parlano di lei con accenti pietosi, sottolineando come la ragazza non abbia nessuno che la inviti mai fuori. Sentendosi umiliata, in un momento di rabbia Patricia fa intendere agli abitanti della pensione di avere un fidanzato, sollevando la curiosità di alcune signore ficcanaso. Naturalmente, il fidanzato non c'è, né si intravede all'orizzonte, e quella che all'inizio sembra una innocua bugia facile da gestire si trasforma in una travolgente commedia degli equivoci: per paura di essere scoperta, infatti, Patricia coinvolge nella messinscena un ufficiale incontrato in un ristorante. Ma il giovane non è un ragazzo qualsiasi, si tratta di lord Peter Bowen il quale, con il passare del tempo, non si limita a reggerle il gioco ma si fa sempre più insistente perché il fidanzamento si concretizzi, tra lo sgomento di Patricia e molti malintesi. Pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel 1918, questo romantico e brillante romanzo fu un grande successo. La sua fortuna editoriale dura ancora oggi ed è continuamente ristampato come piccolo classico dell'umorismo inglese nella tradizione di Oscar Wilde."
Mah, non mi ha convinto gran che! Giudizio positivo sull’ambientazione nella Londra sotto ai bombardamenti in tempo di guerra (guerra che però rimane sempre ai margini della storia). Ma la trama è scontata, già leggendo la quarta di copertina è ovvio come andrà a finire, inutile sperare in qualche sorpresa o colpo di scena qua e là, perché non ce ne sono. I personaggi sono perfetti stereotipi: la zia zitella e acida, il burbero dal cuore d’oro, la ragazza dolcissima amata da tutti, il ricco bello che si innamora follemente solo dell’unica donna che lo respinge … niente di nuovo fra queste pagine. In più la protagonista mi è stata antipatica fin dalla prima riga, il che di sicuro non aiuta. Unica nota positiva, la galleria di personaggi che abitano la pensione, tipi vari e stranissimi ognuno con i propri desideri e paure. Si tratta di una lettura leggera che poteva diventare molto simpatica se fosse riuscita a comunicare qualche emozione. Varie volte ho pensato di mollarlo, ma ho tenuto duro sperando in un miglioramento. Pazienza.