kaipirissima
30-November-2013, 20:22
Les enfants du paradis - Amanti perduti
Un film di Marcel Carné.
Con Arletty, Pierre Brasseur, Jean-Louis Barrault, Marcel Herrand, Pierre Renoir.
Titolo originale Les enfants du paradis.
Drammatico,
Francia 1945.
3574
Trama: storia d'amore tra un mimo e un'attrice.
Il titolo.
La traduzione italiana per quanto metta in risalto i due protagonisti ritengo banalizzi il film e la sua lettura. Amanti perduti... Sì, certo, l'amore possibile impossibile, l'amore che c'è ma ci sfugge...
Eppure il titolo originale dà al film una profondità maggiore, muovendosi su diversi livelli del tema amore... Non a caso i dialoghi sono firmati Prevert.
Les enfants du paradis è il nome con cui si allude alla piccionaia, direbbe una mia amica, il loggione direbbero altri. Comunque lo spazio è sempre lo stesso, quello che a teatro raccoglie i meno ricchi di denaro, ma forse i più ricchi di passione.
Ed è la protagonista a svelare il senso del titolo in una conversazione a teatro, mentre seduta in uno di quei palchi riservati a personaggi "importanti" assiste a una rappresentazione.
Il teatro in questione è il Teatro dei Funamboli, e il film varrebbe la pena di essere visto solo per le sequenze di pantomima, straordinarie. Una cosa meravigliosa!
Il Teatro dei Funmboli è un teatro farsesco, nel loggione trovano posto ragazzi che urlano, ridono, protestano e applaudono. Il loro modo di approcciarsi all'opera è istintivo. Per lo più sono risate spontanee, sincere, in cui lei rivede se stessa quando era giovane, quando amava, rideva, semplicemente, istintivamente.
Nel film trovano spazio tante altre cose, il metateatro (poche battute che riflettono sulla funzione del teatro comico e quello drammatico, interrogandosi su quale genere sia il più vicino a rappresentare la vita), il teatro nel teatro (in cui apparenza e realtà si confondono), poi ancora riflessioni sulla letteratura, su sentimenti come l'orgoglio, la gelosia, il coraggio e la paura d'amore.
E tutto questo, ma anche di piu, in un gioco di dialoghi che nella loro semplicità e leggerezza non scadono mai nel banale, lasciando dentro di noi una traccia indelebile.
Consigliato? Of course.
3575 3576
Un film di Marcel Carné.
Con Arletty, Pierre Brasseur, Jean-Louis Barrault, Marcel Herrand, Pierre Renoir.
Titolo originale Les enfants du paradis.
Drammatico,
Francia 1945.
3574
Trama: storia d'amore tra un mimo e un'attrice.
Il titolo.
La traduzione italiana per quanto metta in risalto i due protagonisti ritengo banalizzi il film e la sua lettura. Amanti perduti... Sì, certo, l'amore possibile impossibile, l'amore che c'è ma ci sfugge...
Eppure il titolo originale dà al film una profondità maggiore, muovendosi su diversi livelli del tema amore... Non a caso i dialoghi sono firmati Prevert.
Les enfants du paradis è il nome con cui si allude alla piccionaia, direbbe una mia amica, il loggione direbbero altri. Comunque lo spazio è sempre lo stesso, quello che a teatro raccoglie i meno ricchi di denaro, ma forse i più ricchi di passione.
Ed è la protagonista a svelare il senso del titolo in una conversazione a teatro, mentre seduta in uno di quei palchi riservati a personaggi "importanti" assiste a una rappresentazione.
Il teatro in questione è il Teatro dei Funamboli, e il film varrebbe la pena di essere visto solo per le sequenze di pantomima, straordinarie. Una cosa meravigliosa!
Il Teatro dei Funmboli è un teatro farsesco, nel loggione trovano posto ragazzi che urlano, ridono, protestano e applaudono. Il loro modo di approcciarsi all'opera è istintivo. Per lo più sono risate spontanee, sincere, in cui lei rivede se stessa quando era giovane, quando amava, rideva, semplicemente, istintivamente.
Nel film trovano spazio tante altre cose, il metateatro (poche battute che riflettono sulla funzione del teatro comico e quello drammatico, interrogandosi su quale genere sia il più vicino a rappresentare la vita), il teatro nel teatro (in cui apparenza e realtà si confondono), poi ancora riflessioni sulla letteratura, su sentimenti come l'orgoglio, la gelosia, il coraggio e la paura d'amore.
E tutto questo, ma anche di piu, in un gioco di dialoghi che nella loro semplicità e leggerezza non scadono mai nel banale, lasciando dentro di noi una traccia indelebile.
Consigliato? Of course.
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