A. Venturini
25-July-2013, 14:02
Amici del forum,
presento adesso il mio secondo romanzo comico.
Da oltre sei mesi ai primi posti della classifica humour di Amazon.
Qui di seguito inserisco il link per chi volesse curiosare:
http://www.amazon.it/Ventotto-grammi-lavato-romanzo-ebook/dp/B009XTGVJ8/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1353772264&sr=8-1
Ecco un breve riassunto:
... la giostra allegorica iniziata con “Amabilmente condannato a moglie” continua.
Chi è il mattacchione che ha affisso sui muri del paese un’Analisi fallica niente affatto generosa circa i virili attributi del sindaco? Esiste veramente un primario di falloterapia? Poche settimane in cui accade di tutto. In cui perfino la monumentale suor Memopria, ospite di Emerenziana, finisce ubriaca dentro una singolare cassa da morto, in un funerale che non le appartiene. Seminando il panico tra i parenti che, al risveglio, temono un biasimevole caso di necrofagia.
È troppo. Urge correre ai ripari. Questi inconvenienti devono avere un colpevole. La fantasia collettiva si scatena. L’impiccagione sulla pubblica piazza di un Belzebù ritenuto reo di tutto, è quello che ci vuole. Lo decide il Consiglio Comunale in una seduta agitata, in cui il vino circola più delle parole. Quindi in piazza, cittadinanza al completo, prende il via l’esecuzione. Farsa che incarna il pubblico biasimo verso un mondo dell’al di là che da qualche tempo rompe un po’ troppo le scatole a quelli dell’al di qua.
Occasione ghiotta per Giampiero. Con uno stratagemma conduce la religiosa sotto il palco, finché il fantoccio di Belzebù giustiziato la centra i pieno.
È troppo. La monaca esige vendetta. Ma il palco, fatto per soggetti esili e meno infuriati, crolla travolgendo il sindaco.
Esecuzione regolamentare: ingessato per fratture multiple, per un bel po’ il primo cittadino potrà imporre la sua virile baldanza... solo al pappagallo.
E così si continua a ridere. Si ride su uno spaccato della quotidianità ingenua di quella gente povera, magari anche di scarsa cultura, che oggi finisce per essere trascurata dalla narrativa. Perché questo è il romanzo del popolo dei dimenticati, di quanti sembrano non contare: sono semplicemente le persone che se le guardi ridi. Scordate dal mondo, da Dio, persino dalla storia. Colpevolmente anche dalla politica. Eppure il romanzo fa perno proprio su di esse, ridendo per loro, con loro, caratterizzandone i contorni, redimendole da una situazione di nulla sociale, per farle diventare portatrici di spunti di riflessione.
Lasciandole custodi di quella saggezza contadina e di quella vitalità che le città ogni giorno di più stanno cancellando.
Dottore in Scienze della Comunicazione, Alessandro Venturini è tra i fondatori del bolognese "Istituto per la Risata Cognitiva". Socio del gruppo di terapia comportamentale "Ridi e sghignazza come una pazza", è anche professore associato ai corsi di risata creativa dell’Accademia di Arte Drammatica Santa Ciulla di Bari. È consulente del programma terapeutico sperimentale al Miguarda di Milano "Dove il fallo ride, la cicciabaffa facile che canta". È sostenitore dell’ONLUS triestina "Chi si scompiscia piscia". Nel 2008 ha vinto il prestigioso premio dell’Eliseo “Je m’en fout”, con cui si è voluto premiare il suo dichiarato anticonformismo. Nel 2010 il presidente Obama, per l’opera omnia, gli ha consegnato l’ambito premio goliardico "Asino ridens".
Fra i suoi romanzi, tutti rigorosamente comici, ricordiamo: Amabilmente condannato a moglie (2012 premio Brega – già comprato); Svalvolati alle terme (2013 premio San Bonà – promesso); Il silenzio delle zucchine (2014 premio Camporella Veneta – in ambigua trattativa con la giuria).
Che ne dite del sarcasmo sulle terze di copertina classiche?
Alessandro Venturini
presento adesso il mio secondo romanzo comico.
Da oltre sei mesi ai primi posti della classifica humour di Amazon.
Qui di seguito inserisco il link per chi volesse curiosare:
http://www.amazon.it/Ventotto-grammi-lavato-romanzo-ebook/dp/B009XTGVJ8/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1353772264&sr=8-1
Ecco un breve riassunto:
... la giostra allegorica iniziata con “Amabilmente condannato a moglie” continua.
Chi è il mattacchione che ha affisso sui muri del paese un’Analisi fallica niente affatto generosa circa i virili attributi del sindaco? Esiste veramente un primario di falloterapia? Poche settimane in cui accade di tutto. In cui perfino la monumentale suor Memopria, ospite di Emerenziana, finisce ubriaca dentro una singolare cassa da morto, in un funerale che non le appartiene. Seminando il panico tra i parenti che, al risveglio, temono un biasimevole caso di necrofagia.
È troppo. Urge correre ai ripari. Questi inconvenienti devono avere un colpevole. La fantasia collettiva si scatena. L’impiccagione sulla pubblica piazza di un Belzebù ritenuto reo di tutto, è quello che ci vuole. Lo decide il Consiglio Comunale in una seduta agitata, in cui il vino circola più delle parole. Quindi in piazza, cittadinanza al completo, prende il via l’esecuzione. Farsa che incarna il pubblico biasimo verso un mondo dell’al di là che da qualche tempo rompe un po’ troppo le scatole a quelli dell’al di qua.
Occasione ghiotta per Giampiero. Con uno stratagemma conduce la religiosa sotto il palco, finché il fantoccio di Belzebù giustiziato la centra i pieno.
È troppo. La monaca esige vendetta. Ma il palco, fatto per soggetti esili e meno infuriati, crolla travolgendo il sindaco.
Esecuzione regolamentare: ingessato per fratture multiple, per un bel po’ il primo cittadino potrà imporre la sua virile baldanza... solo al pappagallo.
E così si continua a ridere. Si ride su uno spaccato della quotidianità ingenua di quella gente povera, magari anche di scarsa cultura, che oggi finisce per essere trascurata dalla narrativa. Perché questo è il romanzo del popolo dei dimenticati, di quanti sembrano non contare: sono semplicemente le persone che se le guardi ridi. Scordate dal mondo, da Dio, persino dalla storia. Colpevolmente anche dalla politica. Eppure il romanzo fa perno proprio su di esse, ridendo per loro, con loro, caratterizzandone i contorni, redimendole da una situazione di nulla sociale, per farle diventare portatrici di spunti di riflessione.
Lasciandole custodi di quella saggezza contadina e di quella vitalità che le città ogni giorno di più stanno cancellando.
Dottore in Scienze della Comunicazione, Alessandro Venturini è tra i fondatori del bolognese "Istituto per la Risata Cognitiva". Socio del gruppo di terapia comportamentale "Ridi e sghignazza come una pazza", è anche professore associato ai corsi di risata creativa dell’Accademia di Arte Drammatica Santa Ciulla di Bari. È consulente del programma terapeutico sperimentale al Miguarda di Milano "Dove il fallo ride, la cicciabaffa facile che canta". È sostenitore dell’ONLUS triestina "Chi si scompiscia piscia". Nel 2008 ha vinto il prestigioso premio dell’Eliseo “Je m’en fout”, con cui si è voluto premiare il suo dichiarato anticonformismo. Nel 2010 il presidente Obama, per l’opera omnia, gli ha consegnato l’ambito premio goliardico "Asino ridens".
Fra i suoi romanzi, tutti rigorosamente comici, ricordiamo: Amabilmente condannato a moglie (2012 premio Brega – già comprato); Svalvolati alle terme (2013 premio San Bonà – promesso); Il silenzio delle zucchine (2014 premio Camporella Veneta – in ambigua trattativa con la giuria).
Che ne dite del sarcasmo sulle terze di copertina classiche?
Alessandro Venturini