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Visualizza la versione completa : John Steinbeck - I pascoli del cielo



maureen
18-September-2012, 21:53
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Nessuna Silvia era mai venuta, ma egli continuava ad aspettarla. Poco si occupò del figlio, assai poco. Soltanto gli alberi del frutteto, i fiori e gli ortaggi erano cose vive per lui.
I pascoli del cielo. Venti famiglie. Un piccolo villaggio, all’inizio del ’900, in una fertile vallata della California centrale. È lo scenario del primo libro importante di John Steinbeck, I pascoli del cielo, che fu pubblicato nel 1932 e tradotto da Elio Vittorini nel 1940. Si compone di dodici capitoli ma non è propriamente un romanzo perché a tenere insieme le diverse vicende, ciascuna conchiusa in sé, di questo piccolo capolavoro non sono i personaggi ma l’ambientazione – il rapporto dei contadini con la natura circostante – e, soprattutto, il tema del misterioso insinuarsi del male in un luogo che all’occhio umano appare come l’ingannevole replica del Giardino dell’Eden.

daniela
23-September-2012, 11:52
Ho finito anch'io di leggere I pascoli del cielo. E' un affresco di umanità varia, approdata ai Pascoli del Cielo, in questa bellissima vallata ai primi del Novecento.
Steinbeck è bravissimo a tratteggiare i vari caratteri, la psicologia delle persone, i vari pezzi di vita. Ogni capitolo una persona e una famiglia, e le loro vite spesso si intersecano.
Mi è piaciuto molto, anche se ritengo che i suoi capolavori siano Uomini e topi e Furore. Ma scrive talmente bene, che si può leggere con piacere di qualsiasi argomento parli.

P.S. In uno dei racconti parla di uno che veniva invitato ad assistere alle esecuzioni da un suo amico carceriere. Ho percepito l'orrore di Steinbeck per chi va ad assistere per curiosità.
Ora comprendo meglio la reazione del figlio di Steinbeck, quando il Texas ha usato Lenny come il prototipo del ritardato mentale.

maureen
23-September-2012, 13:13
Mio primo Steinbeck, della serie "meglio tardi che mai".
E mi è piaciuto tantissimo.
Steinbeck scrive divinamente.
E non si tratta solo di scrivere, ma anche di sussurrare, dare la giusta forma e collocazione alle parole, entrare in punta di piedi nelle vite delle persone protagoniste dei racconti, racconti che sono perfettamente incastrati fra di loro.
Niente è fuori posto.