Leonardo
28-March-2013, 20:34
Ciao!
Ho appena terminato il mio primo libro di Biondillo, che, tra l'altro, è anche il primo che ha scritto: Per Cosa Si Uccide.
Informandomi sul web ho saputo che poi la sua carriera è proseguita davvero bene, con tanto di inviti, riconoscimenti e una serie di ulteriori opere.
Però, se devo soffermarmi su questa che ho appena terminato di leggere, accanto ad aspetti sicuramente positivi ne ho notati altri che non mi hanno soddisfatto al 100%.
Visto, però, che la fatica l'ha fatta lui, è giusto iniziare dai primi.
Mi è piaciuta l'ambientazione milanese, senza dubbio resa in modo efficace e accattivante. Quando è descritta così, Milano è magica.
Mi è piaciuta la vena umoristica che fa spesso capolino tra le battute dei protagonisti.
Mi è piaciuto l'escamotage di trasformare un'opera unitaria in un collage di più macroracconti ( l'indagine non è una sola ma ce ne sono diverse che si susseguono ).
Mi è piaciuta la digressione sexy tra l'ispettore e Luisa Donnaciva.
Mi è piaciuta l'attenzione per gli aspetti più "minuti" della quotidianità dei personaggi ( Don Ciccio col suo banco della frutta, etc. etc. ).
Ma:
Talora la vena umoristica prende decisamente il sopravvento e certe figure divengono macchiette.
Un giallo che resta nel cuore secondo me non nasce da un collage di macroracconti ma da una storia unitaria, per sviluppare la quale l'autore si riserva il giusto numero di pagine e una robusta dose di inventiva.
Le diverse trame che si avvicendano potevano tutto sommato essere elaborate maggiormente.
Il linguaggio non di rado si fa gratuitamente ed esageratamente volgare.
Alle volte mi è capitato di notare delle imprecisioni nei tempi verbali: forse qui più che colpa dell'autore lo è dell'editor ( che dovrebbe curare anche questi aspetti, corretto? ).
Sono contentissimo che poi la sua carriera abbia spiccato il volo però quest'opera prima poteva essere ancora migliore: ciò non toglie, tuttavia, che la lettura sia decisamente gradevole.
Voto 6 1/2 e la curiosità di leggere i suoi libri successivi, che sicuramente saranno andati in progressione.
Ho appena terminato il mio primo libro di Biondillo, che, tra l'altro, è anche il primo che ha scritto: Per Cosa Si Uccide.
Informandomi sul web ho saputo che poi la sua carriera è proseguita davvero bene, con tanto di inviti, riconoscimenti e una serie di ulteriori opere.
Però, se devo soffermarmi su questa che ho appena terminato di leggere, accanto ad aspetti sicuramente positivi ne ho notati altri che non mi hanno soddisfatto al 100%.
Visto, però, che la fatica l'ha fatta lui, è giusto iniziare dai primi.
Mi è piaciuta l'ambientazione milanese, senza dubbio resa in modo efficace e accattivante. Quando è descritta così, Milano è magica.
Mi è piaciuta la vena umoristica che fa spesso capolino tra le battute dei protagonisti.
Mi è piaciuto l'escamotage di trasformare un'opera unitaria in un collage di più macroracconti ( l'indagine non è una sola ma ce ne sono diverse che si susseguono ).
Mi è piaciuta la digressione sexy tra l'ispettore e Luisa Donnaciva.
Mi è piaciuta l'attenzione per gli aspetti più "minuti" della quotidianità dei personaggi ( Don Ciccio col suo banco della frutta, etc. etc. ).
Ma:
Talora la vena umoristica prende decisamente il sopravvento e certe figure divengono macchiette.
Un giallo che resta nel cuore secondo me non nasce da un collage di macroracconti ma da una storia unitaria, per sviluppare la quale l'autore si riserva il giusto numero di pagine e una robusta dose di inventiva.
Le diverse trame che si avvicendano potevano tutto sommato essere elaborate maggiormente.
Il linguaggio non di rado si fa gratuitamente ed esageratamente volgare.
Alle volte mi è capitato di notare delle imprecisioni nei tempi verbali: forse qui più che colpa dell'autore lo è dell'editor ( che dovrebbe curare anche questi aspetti, corretto? ).
Sono contentissimo che poi la sua carriera abbia spiccato il volo però quest'opera prima poteva essere ancora migliore: ciò non toglie, tuttavia, che la lettura sia decisamente gradevole.
Voto 6 1/2 e la curiosità di leggere i suoi libri successivi, che sicuramente saranno andati in progressione.